Il papa e le sfide dell’Africa contro il neo colonialismo nichilista

Condividi su...

Sono tre per il papa le emergenze africane : il primato di Dio, Creatore e Signore, il matrimonio, i bambini. Questa mattina a San Pietro Benedetto XVI ha aperto il secondo sinodo speciale per l’ Africa con una celebrazione in verità molto poco africana. A parte qualche canto di un coro semi sconosciuto e un paio di preghiere in dialetto hausa e lingala , per il resto la celebrazione era “romana”. Un fatto che ha un po’ rattristato chi ricordava le messe di apertura e chiusura della prima assemblea sinodale del 1994 che avevano portato l’Africa a Roma. Il papa nella omelia ha però voluto sottolineare proprio che il grande tesoro dell’Africa è il profondo senso di Dio. Un tesoro di cui si parla troppo poco e che rischia di essere disperso da un nuovo colonialismo dei paesi ricchi.

“Quando si parla di tesori dell’Africa, ha detto il papa, il pensiero va subito alle risorse di cui è ricco il suo territorio e che purtroppo sono diventate e talora continuano ad essere motivo di sfruttamento, di conflitti e di corruzione. Invece la Parola di Dio ci fa guardare a un altro patrimonio: quello spirituale e culturale, di cui l’umanità ha bisogno ancor più che delle materie prime. “Infatti – direbbe Gesù – quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?” (Mc 8,36). Da questo punto di vista, l’Africa rappresenta un immenso “polmone” spirituale, per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza. Ma anche questo “polmone” può ammalarsi.

E al momento almeno due pericolose patologie lo stanno intaccando: anzitutto, una malattia già diffusa nel mondo occidentale, cioè il materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista. Senza entrare nel merito della genesi di tali mali dello spirito, rimane tuttavia indiscutibile che il cosiddetto “primo” mondo talora ha esportato e sta esportando tossici rifiuti spirituali, che contagiano le popolazioni di altri continenti, tra cui in particolare quelle africane. In questo senso il colonialismo, finito sul piano politico, non è mai del tutto terminato.

Ma, proprio in questa stessa prospettiva, va segnalato un secondo “virus” che potrebbe colpire anche l’Africa, cioè il fondamentalismo religioso, mischiato con interessi politici ed economici. Gruppi che si rifanno a diverse appartenenze religiose si stanno diffondendo nel continente africano; lo fanno nel nome di Dio, ma secondo una logica opposta a quella divina, cioè insegnando e praticando non l’amore e il rispetto della libertà, ma l’intolleranza e la violenza.” Altro tema fondamentale quello della famiglia fondata sul matrimonio. Un tema che in Africa diventa un problema per la convivenza in alcune zone di usanze tradizionali e cristianesimo. Una tematica complessa sui cui riflettere durante il Sinodo .

“La vita coniugale tra l’uomo e la donna,ha detto il papa , e quindi della famiglia che ne deriva, è inscritta nella comunione con Dio e, alla luce del Nuovo Testamento, diventa icona dell’Amore trinitario e sacramento dell’unione di Cristo con la Chiesa. Nella misura in cui custodisce e sviluppa la sua fede, l’Africa potrà trovare risorse immense da donare a vantaggio della famiglia fondata sul matrimonio.” Naturale conseguenza della attenzione alla famiglia è la cura dell’ infanzia. Non però con un assistenzialismo, ha spiegato Benedetto XVI nella sua omelia in italiano. “La liturgia, ha detto, ci invita a tenere presente fin d’ora, nella nostra sollecitudine pastorale, la realtà dell’infanzia, che costituisce una parte grande e purtroppo sofferente della popolazione africana.

Nella scena di Gesù che accoglie i bambini, opponendosi con sdegno agli stessi discepoli che volevano allontanarli, vediamo l’immagine della Chiesa che in Africa, e in ogni altra parte della terra, manifesta la propria maternità soprattutto nei confronti dei più piccoli, anche quando non sono ancora nati. Come il Signore Gesù, la Chiesa non vede in essi primariamente dei destinatari di assistenza, meno che mai di pietismo o di strumentalizzazione, ma delle persone a pieno titolo, che con il loro stesso modo di essere mostrano la via maestra per entrare nel regno di Dio, quella cioè di affidarsi senza condizioni al suo amore.” E il Sinodo, spiega il papa ai vescovi e ai cardinali africani presenti, è una occasione riflettere sulle “sfide ad intra e ad extra, il Sinodo è momento propizio per ripensare l’attività pastorale e rinnovare lo slancio di evangelizzazione. Per diventare luce del mondo e sale della terra occorre puntare sempre più alla “misura alta” della vita cristiana, cioè alla santità.”

Free Webcam Girls
151.11.48.50