Caritas in veritate: una enciclica troppo annunciata
La copertina della versione italiana sarà celeste. E forse farà discutere. Per il resto della sospirata enciclica sociale di Benedetto XVI, che avrebbe dovuto vedere la luce a fine 2007 nell’anniversario della Populorum progressio di Paolo VI, si sa ben poco. Un rincorrersi di anticipazioni negli ultimi mesi va ben poco la di là del titolo, Caritas in veritate, la Carità nella verità, e delle linee generali che lo stesso pontefice ha anticipato nel corso di udienze e incontri. L’ultimo intervento, e forse il più significativo, è del giugno scorso, quando in incontro con i membri delle fondazione Centesimus Annus voluta da Giovanni Paolo II, Ratzinger conferma che l’enciclica sarà “dedicata proprio al vasto tema dell’economia e del lavoro: in essa verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale.” Un incipit che apre molte strade. A partire dal rispetto dell’ambiente che porta ad un altro Leitmotiv della dottrina di Benedetto: il cambiamento di stile di vita.
Il papa chiede più sobrietà alla società ricche per rispettare le società povere. Lo ha fatto in Africa a marzo quando ha spiegato che “un elemento fondamentale della crisi è proprio un deficit di etica nelle strutture economiche; si è capito che l’etica non è una cosa ‘fuori’ dall’economia, ma ‘dentro’ e che l’economia non funziona se non porta in sé l’elemento etico.” Il papa si propone di dare un contributo a risolvere la crisi e, non essendo un esperto in economia, ha sentito specialisti di diverse tendenze. Da Ettore Gotti Tedeschi, editorialista de L’Osservatore Romano, in odore di nomina allo IOR e rappresentate in Italia del Banco di Santander, al salesiano Mario Toso, oltre agli esperti del Pontificio Consiglio Iustitia et Pax guidato dal cardinale Renato Raffaele Martino.
Certo la crisi ha rallentato il lavoro del papa. “Eravamo quasi arrivati a pubblicarla – ha detto sull’ aereo che lo portava in Africa – quando si è scatenata questa crisi e abbiamo ripreso il testo per rispondere più adeguatamente, nell’ambito delle nostre competenze, nell’ambito della Dottrina sociale della Chiesa, ma con riferimento agli elementi reali della crisi attuale.” E ad un gruppo di ambasciatori in Vaticano a fine maggio Benedetto spiega che “tutti i processi che contribuiscono a suscitare divisioni fra i popoli o a emarginarli, sono pericolosi attacchi alla pace e creano seri rischi di conflitto”. Del pensiero del teologo Ratzinger in economia si sa poco. A spulciare tra i suoi scritti si trova solo una conferenza del 1985: “Market economy and ethics”. Un’economia senza etica, argomentava è destinata a fallire e collassare.
Tra i consulenti del papa c’è anche il giurista cattolico tedesco Ernst-Wolfgang Böckenförde, e il vescovo di Monaco Reinhold Marx che ha pubblicato un volume dal significativo titolo “ Il Capitale”: lo stato, spiega, non deve ritornare nell’economia per risolvere la crisi. Tra i consulenti del papa sembra ci sia stato la scorsa estate anche l’attuale ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Difficile capire quale strada abbia scelto il papa per risolvere la crisi. Quello che è certo è che il papa negli ultimi mesi ha dedicato molto tempo al testo. Lo avrebbe portato anche nel viaggio in Terra Santa. E certa sembra, finalmente anche la data per la firma: oggi, festa di San Pietro e Paolo, giornata dedicata alla colletta per le opere di carità del papa. Ma ci vuole prudenza e almeno cinque altri giorni perché la Tipografia Vaticana ne stampi le prime 100 mila copie in italiano e 10 mila per ogni altra lingua, cinese ed arabo comprese.
E c’è poi il problema della traduzione latina. Come rendere nella lingua ufficiale della Chiesa future, bond o brokered deposit ? In Segreteria di Stato c’è preoccupazione. Per proporre nuove regole per un’economia che si va sempre più globalizzando mentre gli aspetti normativi sono ancora legati alle realtà nazionali occorre “comunicare” correttamente. Affanno perché il papa punta a mettere sul tavolo di ogni partecipante al prossimo G8 dell’Aquila il testo della enciclica.