Finanze Vaticane, l’Aif presenta il secondo rapporto annuale

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Crescita di segnalazioni di transazioni sospette, diminuzione delle dichiarazioni di trasporto di moneta transfrontaliero. Sono i due dati più importanti del secondo rapporto annuale dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana. Due dati che sembrano dimostrare che il sistema di controllo delle finanze vaticane comincia a funzionare. Con la presentazione del rapporto annuale, l’Autorità di Informazione Finanziaria ha annunciato anche che l’ispezione sull’Istituto delle Opere di Religione, avviata e terminata nel primo trimestre del 2013, “ha messo in luce i progressi sostanziali compiuto dallo IOR negli ultimi 12 mesi”.

È stato René Bruelhart, direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria, a spiegare ai giornalisti in un briefing i dati del rapporto annuale. Il 2013 è stato un anno “pieno di sfide”, secondo la definizione di Bruelhart. E le sfide sono tutte contenute nella terza parte del rapporto: il motu proprio dell’8 agosto per la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo e della proliferazione di armi di distruzione di massa; il motu proprio con cui viene approvato il nuovo statuto dell’Autorità di Informazione Finanziaria; il testo stesso del nuovo statuto; e infine la legge n. 18 dell’8 ottobre 2013.

In quattro passaggi, si è ridisegnato e rafforzato il sistema finanziario vaticano. Uno sforzo e un impegno che era stato largamente apprezzato da MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza dei Paesi membri agli standard internazionali in materia finanziaria.

“Nel 2013 abbiamo fatto ulteriori passi decisivi nel migliorare gli strumenti legali, e, allo stesso tempo, nel renderli efficacemente operativi”, ha detto Bruelhart.

Uno sguardo alle cifre. Le segnalazioni di transazioni sospette sono state 202 nell’anno 2013. È un aumento considerevole rispetto alla singola segnalazione riscontrata nel 2011 e alle 6 segnalazioni del 2013. Bruelhart sottolinea che “le segnalazioni non sono una sorta di prova che qualcosa è andato storto”, quanto piuttosto che “il sistema dei rapporti ha cominciato a funzionare, o semplicemente funziona”.

Di queste 202 transazioni sospette, solo 5 sono state inoltrate al Promotore di Giustizia vaticano, per ulteriori indagini. Ci si aspetta, comunque, che il numero di transazioni sospette segnalate diminuirà “una volta che il processo di revisione delle procedure” dello IOR sarà terminato. Lo IOR ha avviato, sotto la gestione di Ernst von Freyberg, un processo di ulteriore screening dei conti correnti, implementando ulteriormente il sistema già molto efficace messo a punto dalla vecchia direzione generale dell’Istituto. Ci sono una serie di rilievi venuti fuori dall’ispezione, e sulla base di quei rilievi si dovrà implementare l’approccio sul rischio, adeguandolo a quanto richiesto dalla legge n. XVIII dello scorso 8 ottobre.

Il rapporto dell’Autorità di Informazione Finanziaria ha però uno sguardo più globale. René Bruelhart non risponde a domande di tipo personale, e non va nel dettaglio di molti degli scandali che vengono attribuiti alle finanze vaticane. Insiste piuttosto ad andare alla sostanza, a sottolineare il lavoro che sin qui è stato svolto.

Ci tiene a sottolineare l’introduzione della vigilanza prudenziale tra le funzioni dell’Autorità di Informazione Finanziaria, una funzione “accuratamente elaborata” e considerata uno dei pilastri dell’Autorità. E poi, gli sforzi fatti in tema di cooperazione internazionale.

L’Autorità di Informazione Finanziaria è membro dell’Egmont Group, un gruppo-ombrello che include moltissime unità di informazione finanziaria da tutto il mondo, e la “decisione di far parte di questo network” dimostra “l’impegno e anche responsabilità della Santa Sede” in termini di trasparenza finanziaria. Ma a questo impegno multilaterale si aggiunge la cooperazione bilaterale con gli Stati. Bruelhart sottolinea che sono stati firmati diversi protocolli d’intesa con controparti di vari Paesi (tra le più importanti, da segnalare quelli siglati con Stati Uniti, Italia, Gemania). E questo ha portato anche ad un incremento delle richieste di informazioni presentate dall’Aif ad autorità estere competenti (a 1 nel 2012 a 28 nel 2031) e delle richieste ricevute dall’Aif (da 3 nel 2012 a 53 nel 2013).

Sono tutti rapporti di intelligence, di scambio di informazioni. “Ci sono casi che monitoriamo per 2/3 anni. Si parla di intelligence, di una sorta di controllo. Un esempio è stato il caso Scarano. Proprio basandoci sulla segnalazione di transazioni sospette, abbiamo aperto una inchiesta autonoma, portando avanti anche azioni autonome, inclusa la spedizione di una lettera rogatoria all’Italia”, spiega Bruelhart.

Il quale lascia scorrere le voci di presunti scontri interni alla stessa Autorità di Informazione Finanziaria, fatte filtrare ad arte su alcuni media. “Quest’anno il cardinal Attilio Nicora, presidente dell’Autorità, si è dimesso, e da gennaio c’è un nuovo presidente, mons. Giorgio Corbellini. Da novembre, poi, l’Aif ha pubblicato i nuovi Statuti, in cui c’è una precisa divisione delle competenze e delle funzioni dell’Autorità. Posso dire che la governance dell’Aif è pienamente funzionante”, sottolinea Bruelhart.

C’è poi la questione del numero delle dichiarazioni di trasporto transfrontaliero. Si devono dichiarare tutti i movimenti di denaro contante dentro e fuori il territorio dello Stato di Città del Vaticano superiori ai 10 mila euro. Nel 2012 c’erano state 1782 dichiarazioni di trasporto transfrontaliero in uscita e 598 in entrata. Nel 2013, queste dichiarazioni sono diminuite: 1557 in uscita e 550 in entrata. “Ciò è dovuto – recita il comunicato della Santa Sede – “all’accresciuto controllo da parte delle autorità competenti e all’introduzione di procedure più stringenti presso gli enti soggetti alla supervisione”.

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