Il Papa al Regina Coeli: “Emmaus è il simbolo del cammino di fede”

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L’annuncio che presto andrà a visitare la Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico Gemelli di Roma, per i suoi 50 anni di vita. Il sostegno all’Associazione Meter, che da venti anni lotta contro gli abusi sui minori. L’appoggio alla Marcia della Vita, che quest’anno ha un carattere internazionale ed ecumenico. Ma anche il pensiero all’Ucraina, dove “la situazione è grave”, e il pensiero alle vittime della frana che negli scorsi giorni è caduta su un villaggio in Afghanistan. C’è tutto questo nei saluti finali del Regina Coeli di Papa Francesco. Un Regina Coeli dedicato al Vangelo del giorno, quell’incontro dei discepoli con Gesù risorto ad Emmaus che è stato anche il centro dell’omelia che il Papa ha tenuto in mattinata nella Chiesa di San Stanislao a Roma. La strada di Emmaus è, per il Papa, “il simbolo del cammino di fede”.

I discepoli di Emmaus – dice il Papa – “lasciano Gerusalemme e ritornano, tristi e abbattuti, verso il loro villaggio, chiamato appunto Emmaus”. Non riconoscono subito Gesù. Il quale “dapprima li aiutò a capire che la passione e la morte del Messia erano previste nel disegno di Dio e preannunciate nelle Sacre Scritture; e così riaccese un fuoco di speranza nei loro cuori.

A quel punto, i due discepoli avvertirono una straordinaria attrazione verso quell’uomo misterioso, e lo invitarono a restare con loro quella sera. Gesù accettò ed entrò con loro in casa. E quando, stando a mensa, benedisse il pane e lo spezzò, essi lo riconobbero, ma Lui sparì dalla loro vista, lasciandoli pieni di stupore”.

Spiega il Papa: i discepoli, dopo essere stati illuminati dalla parola, aver riconosciuto Gesù, aver sentito la sua presenza, “subito sentirono il bisogno di ritornare a Gerusalemme, per riferire agli altri discepoli questa loro esperienza, che avevano incontrato Gesù vivo e lo avevano riconosciuto in quel gesto della frazione del pane”.

Dice il Papa: “Anche noi arriviamo spesso alla Messa domenicale con le nostre preoccupazioni, le nostre difficoltà e delusioni… La vita a volte ci ferisce e noi ce ne andiamo tristi, verso la nostra ‘Emmaus’, voltando le spalle al disegno di Dio. Ma ci accoglie la Liturgia della Parola: Gesù ci spiega le Scritture e riaccende nei nostri cuori il calore della fede e della speranza”.

Prega, il Papa, perché ogni “cristiano, rivivendo l’esperienza dei discepoli di Emmaus, specialmente nella Messa domenicale, riscopra la grazia dell’incontro trasformante con il Signore risorto. C’è sempre una Parola di Dio che ci dà l’orientamento dopo i nostri sbandamenti; e attraverso le nostre stanchezze e delusioni c’è sempre un Pane spezzato che ci fa andare avanti nel nostro cammino”.

Alla fine del Regina Coeli, il Papa affida alla Madonna la “grave situazione in Ucraina.” “Prego con voi per le vittime di questi giorni chiedendo che il Signore infonda in tutti sentimenti di pace e di fratellanza”, dice Francesco. Poi, prega per “i defunti a causa dell’enorme frana che si è abbattuta su un villaggio dell’Afghanistan. Dio onnipotente accolga tutti nella sua pace e dia ai superstiti di andare avanti”.

Il Papa infine ricorda la Giornata Nazionale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha per tema: “Con i giovani protagonisti del futuro”. “Bel tema! – esclama Papa Francesco – Quanti giovani ci sono qui oggi? Voi siete protagonisti del futuro, voi siete entrati nel futuro, nella storia… prego per questa grande università perché sia fedele alla sua missione originaria aggiornata al mondo attuale. A Dio piacendo mi recherò presto a visitare la Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico Gemelli, che compie 50 anni di vita”.

E poi, il saluto all’Associazione Meter e ai partecipanti della Marcia della Vita. “A Meter e ai partecipanti della Marcia della Vita: tanti auguri e avanti, lavorate su questo!”

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