Kabul: nel vento leggero, Giovanni Paolo II
Ci sono bambini a cui non è dato conoscere Giovanni Paolo II, a cui si vorrebbe dire che a Kabul se per loro oggi c’è una speranza, un’occasione di riscatto e promozione è perchè il cuore grande del papa, Santo, aveva urlato nel natale del 2001 “I bambini sono il futuro del mondo, salviamo i bambini di Kabul!”
Quel grido aveva toccato in un rimbalzo armonico don Giancarlo Pravettoni, un guanelliano. In lui, l’idea di coinvolgere altri, tanti, per dare una risposta concreta, diviene progetto.
I giorni immediatamente successivi sono scanditi dalla tanta fretta per comporre, stampare ed inviare lettere da indirizzare a Congregazioni, enti, istituzioni … la fretta di Maria che, custodendo la Vita “si mette in cammino verso la regione montuosa” per andare incontro ad Elisabetta e condividerne la gioia.
Anche Kabul è incorniciata da monti….pietre...che nel 2006 diventano mattoni, classi, lavagne, gessetti. Nasce il PBK, la scuola pro Bambini di Kabul: un centro diurno per bambini dai 6 ai 12 anni con ritardo fisico e mentale.
Da quel momento ogni giorno il pulmino del Centro esce per le strade impervie della più grande città afgana e va a prenderne tanti. Mehdi, Fardin, Amanullah, Suria, Marwa … Loro lo aspettano, lasciano tutto e vanno. Sono felici di andare a scuola, una scuola semplice ma piena di colori e calore, dove possono imparare a leggere e scrivere, disegnare, cantare e suonare, praticare un po’ di sport, recuperare l’autonomia essenziale a livello igenico personale, giocare liberamente o in modo guidato, per poter poi – un domani – inserirsi ed integrarsi nella scuola “normale”.
I bambini di Kabul di cui si potrebbe raccontare sono centinaia. Hanno i nomi più diversi e gli occhi grandi e scuri di chi si apre alla vita con curiosità e meraviglia. “Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”, parole memorabil di Giovanni Paolo II alle sentinelle del mattino, nella veglia della GMG del 2000 a Tor Vergata.
A Kabul le sentinelle hanno un nome e cognome, una storia e una vita che si è fatta dono. Sr. Razia, Sr. Maiammal, Sr. Seena….e tante altre. Si alternano per periodi di 3 anni almeno…..arrivano senza niente e ritornano a casa ricolme di gioia.
“Servire questi bambini mi ha aiutato a capire le parole del Maestro, Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo impedite, perché il Regno di Dio appartiene a loro, confida Sr. Jamila. “I bambini sono un libro aperto di un universo meraviglioso dove si può meditare sulla bellezza e la bontà del Creatore di tutte le cose, per il quale nulla è inutile, nulla è fuori posto. L’esperienza più toccante? I loro sorrisi innocenti e il grazie delle loro mamme: Preghiamo Allah per voi, per quello che fate con tanto amore per i nostri bambini“.
Aprile 2014: mentre a Roma e nel mondo si installano maxi schermi, si susseguono briefing, inventano app e realizzano social planning per condividere, con quante più persone possibile, la gioia incontenibile e la luce che genera la sequela autentica di Cristo, a Kabul soffia “solo” un vento leggero…. “In Afghanistan parlare di Cristianesimo è fare proselitismo” spiega Fr. Carlo Fondrini, direttore della scuola e rappresentante legale del PBK per l’Afghanistan. “Qualche settimana fa alcuni stranieri sono stati uccisi motivando l’atto come dovuto, per la salvaguardia dagli infedeli. Nella nostra scuola si prega al mattino e prima di ogni pasto. Abbiamo l’obbligo di tenere lezioni di Islam. Pertanto ai nostri bambini non si parla di altre religioni; anche noi ci uniamo “fisicamente” alle loro preghiere. Nessuno dei bambini verrà informato della canonizzazione del Papa che ha voluto la loro scuola. Come spiegare loro chi è il Papa!? Ma forse spiegare non è necessario. Ci adoperiamo perchè si preghi il Dio che unisce e non che separa, nella certezza che il vento, lo stesso che ha mosso il Papa Santo Giovanni Paolo II, domenica e sempre, soffierà ovunque… anche a Kabul”.