In piedi e per mano cantando alla pace. Il papa presiede l’incotro interreligioso e poi i vespri nella Basilica dell’annunciazione di Nazaret

Condividi su...

E alla fine tutti per mano, anche infrangendo il rigido protocollo, durante un canto che inneggiava alla pace. Benedetto XVI al centro e i leader religiosi della Galilea tutti intorno, sul palco dell’auditorium attiguo basilica dell’annunciazione di Nazaret, dove si era appena concluso l’incontro interreligioso.
Tra le parole “shalom” e “peace”, il gesto è stato spontaneo, e sicuramente rimarrà tra i più memorabili di questa visita del papa in Terra Santa che sta per concludersi, fatta di parole, ma soprattutto di tanti atti concreti verso quel dialogo possibile, ormai atteso nella martoriata regione. Anche i presenti in platea hanno abbandonato i loro posti, e fotocamere alla mano, hanno voluto immortalare questo gesto dall’alto valore. Il papa si è poi diretto nella basilica, dove ha sostato in preghiera di fronte alla grotta dell’annunciazione, e ha presieduto i vespri solenni con i vescovi, i religiosi e i movimenti ecclesiali.

Nell’auditorium c’erano i dieci capi religiosi della Galilea, cristiani, musulmani, giudei e drusi. Per quest’ultimi un saluto speciale: “vollero prendere parte al funerale del mio predecessore il papa Giovani paolo II”. Da tutti parole distensive e nessun fuori programma, in un clima di cordialità. Di fronte a circa 300 persone, il papa ha ricordato che “il mondo è un dono di Dio e che Dio è entrato nelle svolte e nei tornanti della storia umana.” E Poiché il “mondo è stato voluto da Dio e rivela il suo splendore glorioso”, è evidente, spiega il papa, che “la pace stessa è un dono di Dio, anche se non può essere raggiunta senza lo sforzo umano.”  “Una pace durevole – continua il papa – proviene dal riconoscimento che il mondo non è ultimamente nostra proprietà, ma piuttosto l’orizzonte entro il quale noi siamo invitati a partecipare all’amore di Dio e a cooperare nel guidare il mondo e la storia sotto la sua ispirazione.” Con questa consapevolezza, “siamo chiamati a conformare le nostre scelte alle complesse e tuttavia percettibili leggi scritte dal Creatore nell’universo e a modellare le nostre azioni secondo la bontà divina che pervade il regno del creato.”

E questo compito è particolarmente importante nella “Galilea, una terra conosciuta per la sua eterogeneità etnica e religiosa”, “patria di un popolo che ben conosce gli sforzi richiesti per vivere in armoniosa coesistenza.”  Il papa è chiaro, ancora una volta. Parla di pace, e per l’ennesima volta, parla di giovani. “Le nostre diverse tradizioni religiose hanno in sé potenzialità notevoli in ordine alla promozione di una cultura della pace, specialmente attraverso ’insegnamento e la predicazione dei valori spirituali più profondi della nostra comune umanità.” “Plasmando i cuori dei giovani, – continua – noi plasmiamo il futuro della stessa umanità. I Cristiani volentieri si uniscono ad Ebrei, Musulmani, Drusi e persone di altre religioni nel desiderio di salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza, mentre li preparano ad essere costruttori di un mondo migliore.”

A pochi passi dall’auditorium, una basilica colma di fedeli cristiani, che hanno accolto il Santo Padre con il consueto calore, tra i vari “Benedetto, benvenuto”, rigorosamente in italiano. Benedetto XVI ha sostato in preghiera silenziosa nella grotta dove, secondo la tradizione cristiana,  l’angelo parlò a Maria, dove, come dirà di lì a poco “la parola di Dio si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi”. Ad accogliere il Santo padre le parole di saluto del vicario patriarcale maronita, mons. Paul Nabil Sayyah, arcivescovo di Haifa e Terra Santa. Quindi la celebrazione dei vespri solenni, “nel luogo dove Gesù stesso crebbe fino alla maturità”.

“Ciò che accadde qui a Nazareth, – ha detto il papa – lontano dagli sguardi del mondo, è stato un atto singolare di Dio, un potente intervento nella storia attraverso il quale un bambino fu concepito per portare la salvezza al mondo intero. Il prodigio dell’Incarnazione – ha aggiunto – continua a sfidarci ad aprire la nostra intelligenza alle illimitate possibilità del potere trasformante di Dio, del suo amore per noi, del suo desiderio di essere in comunione con noi. Qui l’eterno Figlio di Dio divenne uomo, e rese così possibile a noi, suoi fratelli e sorelle, di condividere la sua figliolanza divina. Quel movimento di abbassamento di un amore che si è svuotato di sé ha reso possibile il movimento inverso di esaltazione nel quale anche noi siamo elevati a condividere la vita stessa di Dio”.

Quel si di Maria, fu opera dello Spirito, lo stesso della creazione. “Maria disse: ‘Avvenga di me secondo la tua parola’. – ha continuato il papa – E la Parola di Dio divenne carne. Il riflettere su questo gioioso mistero ci dà speranza, la sicura speranza che Dio continuerà a condurre la nostra storia, ad agire con potere creativo per realizzare gli obiettivi che al calcolo umano sembrano impossibili. Questo ci sfida ad aprirci all’azione trasformatrice dello Spirito Creatore che ci fa nuovi, ci rende una cosa sola con Lui e ci riempie con la sua vita.”

Lo stesso Spirito, “Ci invita, con squisita gentilezza, a consentire che egli abiti in noi, ad accogliere la Parola di Dio nei nostri cuori, rendendoci capaci di rispondere a Lui con amore ed andare con amore l’uno verso l’altro.” Anche in terra Santa, dove, constata amaramente il papa, “i Cristiani formano una minoranza della popolazione”, e “a volte vi sembra che la vostra voce conti poco”, “abbiate il coraggio di essere fedeli a Cristo e di rimanere qui nella terra che Egli ha santificato con la sua stessa presenza!”, ammonisce il papa. “Come Maria, – aggiunge-  voi avete un ruolo da giocare nel piano divino della salvezza, portando Cristo nel mondo, rendendo a Lui testimonianza e diffondendo il suo messaggio di pace e di unità. Per questo, è essenziale che siate uniti fra voi”.

“La vostra unità nella fede, nella speranza e nell’amore – conclude Benedetto XVI – è un frutto dello Spirito Santo che dimora in voi e vi rende capaci di essere strumenti efficaci della pace di Dio, aiutandovi a costruire una genuina riconciliazione tra i diversi popoli che riconoscono Abramo come loro padre nella fede.”

Free Webcam Girls
151.11.48.50