Il papa a Nazareth incoraggia le famiglie e chiede a cristiani e musulamani di respingere l’odio

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Ognuno respinga il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio, che uccidono l’anima umana prima ancora che il corpo! Ancora un appello alla riconciliaizoe in una terra che vive in guerra. Il papa conclude con 40 mila persone l’ Anno della famiglia della Chiesa latina di Terra Santa e lo fa a Nazareth. Ma parla anche della questione che per diverso tempo ha messo in difficoltà i rapporti tra musulmani e cristiani nella città: la costruzione di una moschea nei pressi della basilica dell’ annunciazione.Cristiani da tutto Israele e dal Libano hanno raggiuinto la città della Galilea, 180 chilometri a nord di Gerusalemme, per essere alla messa del papa.

 La tappa a Nazareth, città prevalentemente araba anche se in terroritorio israelino con la caratteristica di avere due sindaci proprio per questo, vuole portare al centro dell’ attenzione la Sacra Famiglia, modello di ogni vita familiare cristiana. Il papa parla di santità della famiglia che “si basa sulla fedeltà per la vita intera di un uomo e di una donna, consacrata dal patto coniugale ed aperta al dono di Dio di nuove vite. Quanto hanno bisogno gli uomini e le donne del nostro tempo di riappropriarsi di questa verità fondamentale, che è alla base della società, e quanto importante è la testimonianza di coppie sposate in ordine alla formazione di coscienze mature e alla costruzione della civiltà dell’amore!” Il Papa parla della dignità e missione della donna “sia come madri di famiglia, come una vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della società, sia nella particolare chiamata a seguire il Signore”.

Invita i padri a seguire l’esempio di Giuseppe, in cui si vede come “l’autorità posta al servizio dell’amore sia infinitamente più feconda del potere che cerca di dominare”. Infine rivolge lo sguardo al bambino Gesù: “I bambini hanno un ruolo speciale nel far crescere i loro genitori nella santità – dice riecheggiando l’insegnamento del Vaticano II -. Vi prego di riflettere su questo e di lasciare che l’esempio di Gesù vi guidi non soltanto nel mostrare rispetto ai vostri genitori, ma anche nell’aiutarli a scoprire più pienamente l’amore che dà alla nostra vita il senso più completo”. Ha quindi ringraziato “quanti si adoperano per portare l’amore di Dio ai bambini di questa città e per educare le generazioni future nelle vie della pace”. “Nella famiglia ogni persona, sia che si tratti del bambino più piccolo o del genitore più anziano, viene considerata per ciò che è in se stessa e non semplicemente come un mezzo per altri fini.

Qui iniziamo a vedere qualcosa del ruolo essenziale della famiglia come primo mattone di costruzione di una società ben ordinata e accogliente. Possiamo inoltre giungere ad apprezzare, all’interno della società più ampia, il ruolo dello Stato chiamato a sostenere le famiglie nella loro missione educatrice, a proteggere l’istituto della famiglia e i suoi diritti nativi, come pure a far sì che tutte le famiglie possano vivere e fiorire in condizioni di dignità.” Quello del papa è un incoraggiamento alla comunità cristiana, ad esser lievito per laa società, a non sentirsi inutile perchè piccola e in difficoltà. E poi anche a Nazareth il papa cerca di portare la pace tra due religioni. “Questo Monte del Precipizio ci ricorda, come lo ha fatto con generazioni di pellegrini, che il messaggio del Signore fu talvolta sorgente di contraddizione e di conflitto con i propri ascoltatori. Purtroppo, come il mondo sa, Nazareth ha sperimentato tensioni negli anni recenti che hanno danneggiato i rapporti fra le comunità cristiana e musulmana. Invito le persone di buona volontà di entrambe le comunità a riparare il danno che è stato fatto, e in fedeltà al comune credo in un unico Dio, Padre dell’umana famiglia, ad operare per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza. Ognuno respinga il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio, che uccidono l’anima umana prima ancora che il corpo!”

Oggi intanto Nizam Sakhafa, l’imam della moschea Shihab-e-din che da anni rivendica diritti territoriali su parte del complesso francescano della Basilica dell’Annunciazione di Nazareth, e’ stato allontanato dalla citta’ della Galilea dalla polizia israeliana. Potra’ tornare solo domani a visita papale conclusa. L’imam che voleva costruire una nuova grande moschea a ridosso della Basilica, ha dovuto rinunciare al suo progetto nel 2001 per decisione dei giudici israeliani ma nei giorni scorsi aveva diffuso volantini per chiedere il boicottaggio della visita di Papa Ratzinger.

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