I cristiani di Terra Santa attendono un Papa portavoce dei diritti

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I cristiani di Terra Santa auspicano che il Papa giunga a confermarli nella fede e a farsi portavoce dei loro diritti fondamentali, sostiene il Patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Fouad Twal. In una intervista a Terrasanta.net, il successore di mons. Michel Sabbah ha parlato delle attese della Chiesa locale sul viaggio apostolico di Benedetto XVI, in programma dall’8 al 15 maggio prossimo.

“Ci aspettiamo che il Santo Padre metta sempre e dappertutto l’accento sulla vita, le aspirazioni e la croce che vive la Chiesa di Terra Santa. Peccato che la situazione generale non permetta al Santo Padre di visitare i nostri fedeli a Gaza che hanno sofferto, pochissimi mesi fa una dura guerra. Auspichiamo però che alcune persone di Gaza abbiano la possibilità di venire a Betlemme per incontrare il Papa”. Il Patriarca latino di Gerusalemme si è detto lieto “di sapere che il Pontefice visiterà un campo di profughi del 1948, quello di Aidah, vicino a Beit Jala (nei dintorni di Betlemme). Questo può significare che il Santo Padre condivide le sofferenze di tutti i rifugiati e che la Santa Sede afferma, tramite questa visita, ‘il diritto di ritorno’ dei profughi palestinesi alle loro città e villaggi, diritto riconosciuto a tutti gli altri profughi nel mondo. I nostri fedeli hanno bisogno dell’incoraggiamento del Sommo Pontefice, perché la loro vita in Terra Santa è difficile. Hanno bisogno di vedere e di sentire che il Papa è venuto per loro, anzitutto per loro, e questo desiderio è più che legittimo”.

Infine mons. Twal offre le cifre della presenza cristiana nei Luoghi Santi: “Nel 1970, i cristiani arabi costituivano più o meno il 3% in Terra Santa e il 5,5% in Giordania. Oggi sono circa 2% in Israele e Palestina, e il 4% in Giordania. Con maggiore fede in Dio e in noi stessi, speriamo di poter frenare l’emigrazione dei cristiani”. Giovanni Sesana, presidente della Brevivet, uno dei maggiori operatori italiani di turismo religioso, lancia alcuni idee ‘per rendere il pellegrinaggio un vero passaporto per la pace’: celebrazioni bilingue, una giornata da vivere insieme alle comunità locali di Terra Santa per incontrarle e conoscerne da vicino la fede ma anche la situazione sociale in cui versano. In questa prospettiva, dice all’agenzia Sir che “il prossimo viaggio di Benedetto XVI in Giordania, Israele e Territori Palestinesi, assume una notevole importanza per i cristiani locali. Con la sua presenza il Papa dice loro che non sono soli o abbandonati ma rappresentano il legame con la Chiesa madre”.

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