ll papa incontra la teologia africana

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Ai camerunesi che lo aspettvano all’ aeroporto il papa è andato incontro sorridendo e stringendo la mano. Lontano da Roma Benedetto XVI sembra sempre più sorridente. La seconda giornata del Papa in Africa è dedicata ai vescovi con un invito a riscoprire il Vangelo. Il Vescovo è colui che conferma e purifica il suo popolo nella fede. E quindi spazio alla gioia anche nella liturgia. Le Messe africane sono “festose e gioiose” e così esprimono “il fervore dei fedeli, felici di essere insieme, come Chiesa, per lodare il Signore”, ma è importante che “la gioia così manifestata non sia un ostacolo ma un mezzo per entrare in dialogo e in comunione con Dio”.

Parlando ai vescovi del Camerun Benedetto XVI spiega che le celebrazioni devono portare a “una effettiva interiorizzazione delle strutture e della parole di cui si compone la liturgia, in modo che essa traduca ciò che succede nel cuore dei credenti, in unione reale con tutti i partecipanti. La dignità delle celebrazioni, soprattutto quando esse si svolgono con un grande afflusso di partecipanti, ne è un segno eloquente”. Il Papa invita anche a un “rinnovato impulso alla formazione dei giovani e degli adulti” per contrastare “lo sviluppo di sette e movimenti esoterici come pure la crescente influenza di una religiosità superstiziosa, come anche del relativismo”. I vescovi devono difendere i diritti dei poveri, promuovere e favorire l’esercizio della carità, manifestazione dell’amore del Signore per i piccoli, ha spiegato Benedetto XVI. E la Chiesa, attraverso la sua dottrina sociale, vuole risvegliare la speranza nei cuori degli esclusi”.

“E’ anche dovere dei cristiani – ha ribadito -, specialmente dei laici che hanno responsabilità sociali, economiche, politiche, di lasciarsi guidare dalla dottrina sociale della Chiesa, per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto in cui ciascuno potrà vivere dignitosamente”. Mentre in Europa si scatenano inutili polemiche sui profilattici, l’ Africa accoglie il papa sembra entrare in sintonia con la teologia africana. In molti in questi giorni pensano a padre Jean-Marc Ela, teologo camerunese morto lo scorso 25 dicembre che rimproverava alla Chiesa del suo Paese di aver adottato un modello di fede che ignora le necessità dei popoli africani. Quella “teologia sotto l’albero” che è stata per anni in contrasto con la teologia europea. Domani il papa consegnerà l’ Istrumentum Laboris per il Sinodo di ottobre.  In Africa inizia l’era di Benedetto XVI.

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