Il concerto per gli 80 anni dello Stato vaticano alla presenza del papa

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Quel tanto di corpo che basta per tenersi unita l’anima. 80 anni fa lo disse Pio XI e ieri seri lo ha ripetuto Benedetto XVI, al termine del concerto per l’80.mo anniversario di fondazione del più piccolo Stato del mondo. una selezione del “Messia” di Händel, eseguita dall’Orchestra della Radio Televisione Irlandese e del Coro della Cattedrale di Dublino. 

Sono state le note del “Messiah” di Händel a ricordare al mondo la nascita di uno stato , ma anche l’inizio di una vera libertà per la Chiesa cattolica.Ai musicisti il Papa ha ricordato che “la ricchezza del contrappunto musicale e l’armonia del canto” aiutano l’uomo a contemplare “l’intenso ed arcano mistero della fede cristiana”.

Ed appare evidente come le note, suonate e cantate, quando sono intrecciate con la fede, “possano rivestire un alto valore pedagogico in ambito religioso. La musica come arte può essere un modo particolarmente grande di annunciare Cristo, perché riesce a renderne percepibile il mistero con un’eloquenza tutta sua”. Di Pio XI il papa ha ricordato che “nell’annunciare la firma dei Patti Lateranensi e soprattutto la costituzione dello Stato della Città del Vaticano, volle ricorrere a un’espressione di san Francesco d’Assisi. Disse che la nuova realtà sovrana era per la Chiesa, come per il Poverello, ‘quel tanto di corpo che bastava per tenersi unita l’anima’”. Benedetto XVI ha chiesto a Dio di “assistere con la potenza del suo Spirito il Successore di Pietro, perché possa svolgere con fedeltà ed efficacemente il suo ministero a fondamento dell’unità della Chiesa Cattolica, che ha in Vaticano il suo centro visibile e si espande sino ai confini del mondo”. In apertura del concerto, a rivolgere l’indirizzo di saluto al Santo Padre è stato il cardinale Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.

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