Pier Giorgio Frassati, santo con Acutis il 7 settembre

Il 7 settembre, insieme a Carlo Acutis – di cui molto si è parlato in questi anni – un altro giovane, seppure di un’epoca diversa, sarà dichiarato santo. Ci riferiamo a Pier Giorgio Frassati, torinese e di famiglia benestante, che ha speso la sua vita per i poveri e si è battuto per la giustizia sociale.
A questa figura, di cui ricorre il centenario della morte proprio in questo anno giubilare, Editrice Punto Famiglia ha dedicato un libro appena uscito: Pier Giorgio Frassati. Fino alle vette (scritto da Giovanna Abbagnara, Paola Ciniglio, Cecilia Galatolo).
È stato un laico, studente di ingegneria, che aveva il desiderio di entrare nel mondo del lavoro per cambiarlo dall’interno, per difendere i diritti dei lavoratori più sfruttati. Molti gli dicevano che avrebbe potuto anche non studiare e non lavorare, vivendo di rendita, dato che la sua famiglia era ricchissima, ma per lui il lavoro non era un mezzo per accumulare e nemmeno aveva solo il fine del sostentamento: lo vedeva come una missione, voleva fare la sua parte per migliorare la realtà, per santificare le attività quotidiane.
Frassati vide nascere la dittatura di Mussolini e ben presto ne ebbe un’opinione molto negativa: invitava tutti a non scendere a compromessi con il regime. Era un ragazzo profondo, sensibile, che amava leggere ed era assetato di verità: voleva capire sempre di più il mistero dell’essere umano.
Si interessava particolarmente di questioni sociali. Al termine della prima grande guerra (1918), i problemi erano molteplici e si respiravano ancora fortissime tensioni politiche. Pier Giorgio, che desiderava contribuire ad un futuro di pace e di fratellanza, credeva nei valori dell’uguaglianza e della libertà. Per lui, non dovevano esistere divari ingiusti tra persone estremamente ricche e altre che vivevano nella miseria. Sosteneva che i beni dovevano essere distribuiti equamente.
Non bastava neppure che i più benestanti fossero caritatevoli: i problemi legati alla disparita sociale andavano risolti sul piano dell’ordinamento sociale. Si aggregò al Partito Popolare Italiano, fondato da don Luigi Sturzo nel 1919. Dopo un periodo di ‘quarantena’, dovuta al fatto che era imparentato con il Frassati notissimo liberale, fu accolto nel partito.
Non occupò mai posti di prima linea, dava, piuttosto, la sua disponibilità nei servizi più umili, come andare con le “squadre volanti” ad appendere manifesti di notte. Promuoveva il partito negli oratori ed era pronto a portare calma se si accendevano delle discussioni con attivisti di altri partiti.
Frassati è un grande esempio di umiltà anche per noi oggi, che spesso siamo alla ricerca di successo, di visibilità, di approvazione. Forse disprezziamo le mansioni più umili, sentendoci feriti nell’orgoglio quando ci vengono affidati compiti di “poco conto”.
Per Frassati, che mai ostentò le sue origini, molto invidiate, ogni atto di servizio fatto con amore era importante. Lui che viveva in una società che divideva le persone in strati, che aveva respirato in casa e con gli amici di famiglia la presunta superiorità del suo ceto sociale era in grado di non fare distinzioni, di andare all’essenziale. Diceva “sì” a quei compiti più snobbati, perché sapeva che la grandezza della vita non si misura col metro di misura del prestigio, ma dalla capacità di amare.
Morì per una poliomielite, probabilmente presa per aiutare i poveri del suo quartiere. Una folla grandissima prese parte ai funerali di Pier Giorgio: c’erano gli amici, i poveri che aveva assistito e amato, ma anche dei personaggi di rilievo, dato che apparteneva a una famiglia particolarmente in vista. Ci fu qualcuno che, per lo stuolo di persone che si erano presentate, paragonò i funerali del Frassati a quelli di San Giovanni Bosco, un santo molto amato, soprattutto a Torino.
Fu dichiarato beato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990 e si appresta ad essere canonizzato da Papa Leone XIV. Di fronte alla fama di santità, che crebbe subito dopo la morte, fu il padre il primo a convertirsi: vedendo quanto amato fosse suo figlio disse che, fino a quel momento, non aveva mai conosciuto davvero suo figlio…