“Genitori cercasi”: il libro perfetto per i genitori imperfetti

“Il compito del genitore è tra i più difficili: saper esserci senza essere invadenti, lasciar andare senza perdere completamente il controllo, accettare che i figli diventino indipendenti senza vivere questo distacco come un rifiuto personale. La sfida più grande è proprio questa: continuare a essere un punto di riferimento saldo, anche quando sembra che i figli non vogliano più appoggiarsi”.
Questa riflessione la trovate nell’ultimo libro di Giovanna Abbagnara, ‘Genitori cercasi’, edito da Punto Famiglia Editore. Il volume, scritto con umiltà e profondo senso della realtà, ci richiama al meraviglioso e difficile compito della genitorialità, dalla prospettiva di una donna, madre, che dell’evangelizzazione della famiglia ha fatto la sua missione e il suo pane quotidiano. Abbagnara, infatti, è presidente della Fondazione Progetto Famiglia e dirige il Magazine Punto famiglia.
Il tono del libro è quello di chi sa quanto sia impegnativo crescere e educare dei figli e non ci si perde in luoghi comuni o frasi fatte, né ci si abbandona al disfattismo, di fronte alle sfide educative spesso disattese. Si offrono, al contrario, delle vie percorribili, degli spunti per crescere, partendo dal presupposto che sbagliare non è il vero problema, il più grande fallimento è smettere di camminare: “Non bisogna avere paura. Figli si nasce, genitori invece si diventa. – scrive l’autrice – E non è così naturale né scontato come potrebbe pensare chi ancora non lo è”.
Certamente, nel testo si cerca di mettere in guardia da alcuni pericoli, che i genitori corrono, come quello di essere troppo distaccati per impartire un’educazione rigida e priva di tenerezza (sono, secondo Abbagnara, i genitori ‘ultra-esigenti’ che pensano che i baci ai loro figli ‘bisogna darli di notte mentre dormono’ mentre di giorno bisogna fare ‘sacrifici, rinunce, seguire regole precise”). Ci sono poi i ‘genitori-eroi’, quelli che sgravano i figli di ogni peso, anziché aiutarli ad affrontare i problemi della vita. Abbiamo i ‘genitori-sermoni’ che inondano i figli di parole e non comprendono che a volte le parole non sono efficaci, soprattutto se non si instaura un autentico dialogo.
Oppure i genitori troppo accudenti o i genitori amici, che, credendo di essere moderni, rinunciano a essere guide per i loro figli, approvando tutto (sono quelli che, per fare un esempio, infilano preservativi nello zaino senza offrire orizzonti di senso). La stessa autrice non si estranea di tutte le categorie che elenca, non si ritiene al di sopra o migliore: comprende che le fragilità nell’ambito della genitorialità riguardano tutti. Non si giudica nessuno, si offrono, piuttosto, degli orientamenti, delle strade, che la stessa autrice cerca di seguire tra tante difficoltà.
Un aspetto centrale del libro e che lo rende originale rispetto a molti altri sul tema è riuscire a sottolineare che i figli imparano a stare in relazione e ad amare guardando, anzitutto, alla relazione tra i propri genitori. Il miglior investimento, allora, che un papà e una mamma possano fare per i loro figli è lavorare sulla propria vita di coppia. I bambini e i ragazzi, infatti, prendono esempio, assorbono, scoprono cosa significhi voler bene, discutere, amare, far pace vedendo come i genitori affrontano le sfide nella loro vita di coppia.
“Spesso le crisi che vediamo nei nostri figli, le loro ansie, le loro timidezze, l’incapacità di comunicare sono il riflesso delle nostre crisi coniugali. – afferma Abbagnara senza mezzi termini, per poi aprire uno squarcio di speranza – Quanti ragazzi ho visto sbocciare, emergere, dispiegarsi come rose, quando i loro genitori hanno deciso di dedicarsi a rafforzare la loro unità coniugale!”
Annuncia, inoltre, che una vita di fede può aiutare moltissimo nella gestione di situazioni che appaiono a volte complesse se non insormontabili. Occorre mettersi sempre e ripetutamente alla scuola di Colui che è vero Maestro nell’amore: “Non mi ritengo un bravo genitore, faccio fatica, annaspo, a volte sono impreparata ad affrontare determinate situazioni ma mi impegno e mi affido a Colui che può indicarmi la strada”.