Papa Francesco: l’amore unisce

Ieri la Sala Stampa della Santa Sede ha aggiornato sulle condizioni di salute di Francesco che resta stabile con alcuni piccoli miglioramenti dal punto di vista motorio e respiratorio. I giorni per il Papa sono trascorsi tra la terapia farmacologica, le fisioterapie respiratoria e motoria attiva, la preghiera e un po’ di lavoro. Mentre per domani il papa ha intenzione di affacciarsi dal policlinico Gemelli poco dopo le ore 12.00 per un saluto e per impartire la benedizione.
Intanto oggi ha firmato il suo messaggio di vicinanza per i pellegrini che hanno preso parte al pellegrinaggio giubilare dell’arcidiocesi di Napoli ma che è rivolto anche a tanti fedeli, per lo più provenienti da altre diocesi italiane, che in questa giornata varcano la Porta Santa:
“In essi si esprime l’unità che vi raccoglie come comunità attorno ai vostri Pastori e al Vescovo di Roma, nonché l’impegno ad abbracciare l’invito di Gesù ad entrare ‘per la porta stretta’. L’amore è così: unisce e fa crescere insieme. Per questo, pur con cammini diversi, vi ha portati qui insieme presso la tomba di Pietro, da cui potrete ripartire ancora più forti nella fede e più uniti nella carità”.
Infine ha ringraziato tutti i fedeli che hanno pregato per la sua salute: “In questi giorni ho sentito tanto il sostegno di questa vostra vicinanza, soprattutto attraverso le preghiere con cui mi avete accompagnato. Perciò, anche se non posso essere fisicamente presente in mezzo a voi, vi esprimo la mia grande gioia nel sapervi uniti a me e tra di voi nel Signore Gesù, come Chiesa”.
Mentre nella celebrazione eucaristica l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, si è soffermato sulla parabola del ‘figliol prodigo’: “Che la si chiami parabola del figlio prodigo o parabola del padre misericordioso, poco cambia, care sorelle e cari fratelli. Il nome che le si dà è un dettaglio, una didascalia utile a chi ha bisogno di incasellare le storie dentro titoli ordinati, ma la sostanza non si lascia ingabbiare così facilmente. Perché il cuore di questo racconto non è un ritorno a casa, non è l’epopea di un’anima smarrita che ritrova la via, né la celebrazione di un padre capace di perdonare senza riserve. No. E’ qualcosa di più sfumato, più inquieto. E’ la traiettoria di un affetto che si spezza e tenta di ricomporsi, la distanza tra chi parte e chi resta, il rancore che sedimenta in chi sente di essere stato dimenticato. È una riconciliazione che si promette, ma non si compie mai del tutto”.
E tra i due fratelli c’è il padre: “Il padre, in questa vicenda, è un ponte tra due distanze apparentemente incolmabili. La sua figura è chiara, essenziale, come un punto fermo dentro un mare in tempesta. Non trattiene chi vuole partire, non punisce chi torna. Sta, semplicemente. E’ una presenza che si dona senza riserve, un amore che lascia andare senza paura, che scorge da lontano senza smettere di sperare, che accoglie senza chiedere spiegazioni. Un amore che sa far festa”.
Un padre che è sempre pronto ad accogliere: “Non condanna, non espelle, non impone nulla a nessuno. Rimane aperto, vulnerabile, paziente. La sua porta non si chiude, le sue braccia non si stringono mai a pugno. E’ lì per chi torna, ma anche per chi fatica ad entrare, come il figlio maggiore, che resta fermo sulla soglia della sua stessa casa. Il padre lo incontra, gli parla, lo invita. Ma non forza, non obbliga. Ama, e basta”.
Un padre misericordioso, che è visto come ingiusto: “Padre ingiusto, dunque. Come sa essere ingiusta la misericordia. Perché la misericordia non aspetta che le cose siano a posto, non pretende riparazioni, non chiede prove di redenzione. Misericordia ingiusta, perché per una lacrima cancella anni di errori, per un passo indietro spalanca tutte le porte, per un abbraccio ridisegna la mappa dell’amore. Non pesa, non misura, non conserva rancori. Dimentica e perdona”.
Quindi il perdono reca scandalo: “E perdonando, scandalizza. Perché chi ha sempre fatto tutto nel modo giusto si ritrova improvvisamente escluso da una logica che non gli appartiene. Perché il padre continua a donare, e a chi ha sbagliato concede ancora di più. Perché il perdono, quando è vero, non ristabilisce l’ordine. Lo ribalta”.
Il Padre evangelico sa cosa è l’amore: “Perché il Padre ci ha già accolti, ci ha già amati, ci ha già stretti nel suo abbraccio. Ma il nostro viaggio non è finito. Resta da compiere l’ultimo passo, il più difficile: attraversare la soglia che ci separa dal fratello. Solo allora la festa sarà davvero completa. Solo allora la gioia sarà vera e la nostra preghiera, quella che anche ora ti rivolgiamo, sarà esaudita:
Signore Gesù, Porta della misericordia, tu che spalanchi il cuore del Padre e ci attendi sulla soglia con braccia di tenerezza, insegnaci a non temere il passo dell’altro, a non chiudere le porte della nostra vita con le sbarre del pregiudizio, a non serrare il cuore con i catenacci dell’orgoglio”.