Ottava domenica del Tempo Ordinario: Gesù invita alla purificazione del cuore!

Con quattro brevi parabole Gesù esorta i discepoli a guardarsi bene dell’ipocrisia. L’ipocrisia è il male terribile che impedisce di prendere coscienza dei propri limiti e rende l’uomo giudice implacabile degli altri. Gesù invita la sua Chiesa ad una vera conversione del cuore per vivere una fede viva e coinvolgente. Le quattro brevi parabole sono assai efficaci e sono dirette sia ai pastori che al popolo di Dio. Da qui la necessita di un’autocritica alla luce della ‘parola di Dio’. E’ la parola di Dio che oggi ci interpella, ci invita a riflettere, a tirare fuori ciò che è buono e saggio, ci invita a misurare con la stessa misura noi e gli altri, consapevoli dei nostri limiti e carenze.
Essere persona libera ed aiutare il fratello a liberarsi è la dinamica del saggio educatore senza quella falsa ipocrisia che porta a vedere i difetti degli altri e non scorgere mai i propri. La tentazione è sempre quella di essere indulgenti con noi stessi, duri, anzi durissimi, nei riguardi degli altri. Gesù ebbe a dire: ‘Perchè guardi la pagliuzza che è nell’occhio del fratello e non vedi la trave che c’è nel tuo occhio?’ Può, dirà Gesù, un cieco guidare un altro cieco?. Una vera guida deve possedere quella saggezza ed umiltà che gli permetta di svolgere bene il suo ruolo e discernere la via giusta da seguire.
L’atteggiamento da vivere è l’empatia o la capacità di immedesimarsi nella realtà dell’altro, ascoltare le motivazioni per meglio aiutarlo. Inoltre possedere sempre rispetto caloroso ed accoglienza incondizionata dell’altro: due virtù che evidenziano l’amore misericordioso di Dio. L’atteggiamento da evitare: quello di volere apparire predicatore, giudice, moralista. Deciditi, dunque caro amico, a seguire la vera guida: Cristo Gesù, colui che non è nato cieco perché è la ‘luce’; l’unico che conosce la strada perché è la ‘via’; l’unico che dà senso alla vita perché è la ‘vita’: Gesù è vero Signore e Maestro.
‘Un discepolo, dice Gesù, non è più del maestro’, unico vero maestro è Gesù che si rivolge a noi dicendo: ‘Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore’. Come riconoscere noi stessi se siamo o no guide cieche? Ce lo insegna lo stesso Cristo Gesù: l’albero si riconosce dai frutti; l’albero buono dà frutti buoni, l’albero cattivo dà frutti cattivi. Non dobbiamo essere ipocriti: predicare bene ed operare male. L’ipocrisia sta nello zelo nel rilevare i difetti degli altri e nessuna premura nel correggere i propri difetti.
La carità fraterna è un dovere ma va fatta sempre con verità, carità ed umiltà. La parola buona sa correggere con mitezza chi sbaglia ed aiuta a rimuovere la pagliuzza che può esserci nel proprio occhio; parola buona è quella che infonde sempre coraggio e speranza. Cristo Gesù oggi invita il suo discepolo, ciascuno di noi, alla purificazione del cuore, ad una vita responsabile ed attenta.
Uomo, sii te stesso; vivi da uomo, da figlio di Dio, redento da Cristo, per la vita eterna. Se la Chiesa tutta: clero e laici, ci mettiamo con umiltà in ascolto della parola di Dio, si può guardare al futuro anche in mezzo a difficoltà dovute alla cattiveria altrui o alla nostra fragilità. Il futuro è nelle mani di Dio, l’avvenire è del cristianesimo, come assicura Gesù: ‘le porte degli inferi non prevarranno’. Maria, madre di Gesù e madre nostra, alla quale siamo stati affidati dalla misericordia divina, non abbandonerà mai i suoi figli. “Rivolgi a noi, Madre, gli occhi tuoi misericordiosi”.