San Francesco di Sales, cattolici e giornalismo

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Giornata di festa per i giornalisti cattolici, che ieri hanno festeggiato il loro patrono, San Francesco Di Sales. Manifestazioni e incontri in tutta Italia, per una festa molto sentita da tutta la categoria. L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, incontrando gli operatori dei media, ha detto che la Chiesa “non può tacere nè su Dio, nè sull’uomo, perchè l’uomo è il termine dell’amore e della salvezza di Dio”; nello stesso tempo “spera” di “non essere distorta in senso riduttivo da nessuno”.

“La Chiesa – ha affermato il cardinale – nella sua missione, che ha ricevuto dal Signore, ha il compito di andare in tutto il mondo e di predicare il Vangelo ad ogni creatura”. Ed il Vangelo, ha spiegato, è “sorgente di cultura, civiltà ed umanesimo autentico”. I Vescovi di tutta Europa, e non solo italiani – ha aggiunto Bagnasco, citando l’incontro di Budapest del 2008 – hanno lamentato la grande disinformazione e la scarsa conoscenza della Chiesa da parte dei media. Pertanto i Vescovi auspicano “che ci sia sempre piu’ una comunicazione positiva e costruttiva tra la Chiesa ed il mondo della comunicazione sociale”. È ciò – ha aggiunto – può avvenire se c’è “fiducia reciproca” e “desiderio di comprendere”, senza prendere “la palla al balzo” da questa o quella dichiarazione per scopi puramente utilitaristici. “La Chiesa – ha aggiunto ancora il cardinale Bagnasco – non vuole privilegi, non vuole essere esaltata, ma spera di non essere distorta in senso riduttivo da nessuno”

All’incontro era presente anche don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Nazionale della Cei per le Comunicazioni sociali, che ai microfoni della Radio Vaticana ha affermato che San Francesco di Sales costituisce ancora oggi “un riferimento proprio per la sua audacia nel trovare linguaggi sempre nuovi, per portare sempre la stessa buona notizia. Mi pare che oggi siamo perfettamente sintonizzati su questa linea”.

“La festa di San Francesco di Sales -ha spiegato- è legata ad una figura che nella Ginevra calvinista del suo tempo escogitò forme di prossimità per evangelizzare le persone del tempo, attraverso dei foglietti che venivano puntualmente recapitati casa per casa”. “Sono passati molti anni e il linguaggio si è ovviamente modificato e siamo ormai nell’era di Internet, ma direi che questo Santo costituisce un riferimento proprio per la sua audacia nel trovare linguaggi sempre nuovi, per portare sempre la stessa buona notizia. Mi pare che oggi siamo perfettamente sintonizzati su questa linea”. Il direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei ha commentato anche il messaggio del Pontefice per la 43esima Giornata delle comunicazioni sociali. “Credo che la missione sia la stessa e tuttavia il contesto culturale è così profondamente segnato dai cambi tecnologici – cosa peraltro sempre presente nella storia dell’umanità- che ad ogni cambio tecnologico è necessario aggiornare proprio il linguaggio e rendersi conto che però la missione, come appunto fa il Papa rivolgendosi in modo privilegiato a quella che viene chiamata la generazione digitale, la missione è la stessa”.

A Milano il cardinale Dionigi Tettamanzi ha invitato al tavolo dei relatori nel Circolo della Stampa il direttore del Tg1, Gianni Riotta, e il direttore de “Il Sole 24 Ore”, Ferruccio de Bortoli. L’arcivescovo di Milano ha definito il giornalismo un “mestiere prezioso”, e nell’occasione ha tagliato il nastro virtuale del nuovo portale della diocesi, www.chiesadimilano.it. “Non penso che in ambito comunicativo – ha detto il cardinale – la tecnologia prevarrà sull’uomo. Certo rischia di limitarlo, di omologarlo, di renderlo semplice ingranaggio del processo comunicativo anzichè suo momento decisionale. Ma questo accadrà realmente e definitivamente se voi consentirete che accada, se smetterete di lasciarvi affascinare dalla bellezza della storie da cercare, da raccontare. Dalla sfida di scovare un segno di speranza laddove sembra prevalere solo la tragedia”. L’arcivescovo si è soffermato in particolare sulla “definizione più vera” della professione giornalistica, cioè quella di mestiere. “essere giornalista oggi è un ministerium: un servizio alle persone per informarle, per diffondere comunicazione , per servire la verità”. Per rispondere in modo adeguato a questo servizio secondo Tettamanzi occorre ritornare all’entusiasmo all’identità, alla passione che ha caratterizzato ciascun giornalista all’inizio della propria carriera, “così come anch’io in qualche momento non facile del mio ministero ritorno alla grazia degli inizi della mia vita sacerdotale”. Il cardinale ha inoltre auspicato che gli editori e i direttori tornino “ha investire sulle risorse umane, sul giornalista testimone, non solo sulle tecnologie”.

Circa qualche forma di censura che vigili sull’autenticità delle informazioni in rete, Tettamanzi conclude: “mi domando se tutto ciò sia possibile e opportuno”, per poi aggiungere: “mi sento di suggerire un sentiero stretto e impegnativo, il percorso della qualità “. Se la patente di giornalista non può essere attribuita “di fatto” a chi non ne ha i requisiti, non è neppure opportuno escludere dalla produzione dell’informazione chi questa patente non ce l’ha. L’educazione è una possibile risposta: occorre educare l’utente affinchè riconosca l’informazione realizzata da un professionista, ma è anche importante che i giornalisti si aprano ai contributi degli utenti pur senza scadere nei linguaggi.

A Venezia, il cardinale Angelo Scola ha esortato la stampa a “narrare il Nordest”. “Tocca a voi portare la voce del Nordest a tutto il Paese”, ha detto ai rappresentanti della stampa che oggi a Venezia hanno assistito alla conversazione che il Patriarca ha avuto con Lucia Annunziata. “Dobbiamo avere maggiormente il coraggio di affermare la bellezza della nostra tradizione – ha detto – e di cogliere il nuovo non soltanto come inedito, ma nell’insieme di tutti gli elementi che sopraggiungono” a formare il reale. Il Nordest, ha aggiunto, va inteso anche come insieme dei valori che stanno “tra la famiglia e il lavoro, tra la ‘coltura’ contadina e le culture del Nordest”. “Siamo in un’epoca molto bella, se non altro perchè quest’epoca ci è data da Dio”, ha rilevato il Patriarca esortando a cogliere gli aspetti positivi che esistono nel sociale. Nel corso dell’incontro, Scola ha risposto ai quesiti postigli da Annunziata sull’informazione, esortando a rifuggire da un “concetto asociale di libertà, che porta a puntare solo sulla pancia molle del popolo”.

In Puglia, l’incontro dei giornalisti con il vescovo di Bari Francesco Cacucci, oltre ad una conferenza con il direttore del TG regionale, Angela Buttiglione. Per l’occasione, Tele Radio Padre Pio e l’ufficio stampa di Casa Sollievo della Sofferenza, in accordo con l’Ordine dei Giornalisti della Puglia, hanno organizzano per oggi un pellegrinaggio per i giornalisti e le loro famiglie a San Giovanni Rotondo con visita alle spoglie di Padre Pio. Il programma inizierà alle 10.30 con la visita alla cripta e ai luoghi in cui è vissuto Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Subito dopo ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Domenico Umberto D’Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia e delegato della Santa sede per il santuario e le opere di san Pio da Pietrelcina. Successivamente i frati cappuccini offriranno un pranzo agli ospiti.

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