Papa Francesco e la sua Chiesa in uscita

Rebibbia
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.04.2024 – Andrea Gagliarducci] – Il Giovedì Santo Papa Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini nel settore femminile del carcere di Rebibbia. È stata una Messa di una certa solennità, a testimonianza di un fatto da non sottovalutare: Papa Francesco dà molta importanza alla solennità della forma liturgica quando è con gli emarginati, i poveri e gli ultimi, e molta meno importanza quando si tratta di compiere atti istituzionali.

Nell’ultima settimana, Papa Francesco ha mostrato in ogni modo il suo rinnovato vigore. Dopo non aver pronunciato l’omelia della Messa della Domenica delle Palme – ma probabilmente in quel momento era solo stanco mentre invece aveva letto l’intera catechesi dell’Angelus quello stesso giorno – il Papa si è presentato il Giovedì Santo senza bastone e senza sedia.

Mercoledì era sulla sedia a rotelle durante l’udienza generale, leggendo personalmente il testo che aveva fatto leggere ad altri nelle ultime settimane. Il Giovedì Santo ha letto l’intera omelia della Messa del Crisma. Poi c’è stata la Messa nel carcere femminile, tra le pochissime in 11 anni di pontificato ad essere trasmessa interamente in diretta.

Se si vuole essere cinici, si può pensare che il Papa sta facendo di tutto per allontanare ogni possibile sospetto di una malattia debilitante o, comunque, persistente. Non è un Papa che molla la presa, questo è certo, e lo dimostra anche il fatto che ha in mente per l’inizio di settembre un lungo viaggio in Asia: una decina di giorni, toccando Papua Nuova Guinea, Indonesia, Timor Est, Singapore e forse anche il Vietnam.

Papa Francesco però non sta solo dimostrando ai suoi detrattori, che vuole restare in sella fino alla fine e che la sua salute è migliore di quanto si vorrebbe credere. Papa Francesco sta portando avanti un atto politico in linea con tutto il suo pontificato. Papa Francesco dice, nei pensieri, nelle parole e nei fatti, ma senza omissioni, che la Chiesa a cui riferisce è la Chiesa del popolo, non quella della Curia o delle istituzioni. Quando parla della Chiesa in uscita, dice proprio questo. E quando dice che i cardinali hanno chiesto il suo programma di governo, riferisce al fatto che il suo discorso sulla Chiesa uscente – poi rilasciato, in maniera non del tutto rituale, ma consentita dallo stesso Papa – era stato molto applaudito ed apprezzato. Il ragionamento di Papa Francesco è lineare: se i cardinali hanno apprezzato quel discorso, non potrebbero non apprezzare come egli lavora per arrivare a quell’idea di Chiesa in uscita.

È la prima volta che ci troviamo davanti a un Papa sudamericano e gesuita. Molti dei suoi codici devono ancora essere decifrati e compresi, e potrebbero avere significati diversi da quello che comunemente si pensa quando si analizza la Chiesa. Papa Francesco viene dal Sud del mondo e parla al Sud del mondo. Viene da un emisfero che si sente sfruttato e diffamato dal mondo occidentale. Un mondo occidentale – tra l’altro – che alimenta le guerre a proprio vantaggio e non riesce a fare la pace.

Per questo, Papa Francesco non può leggere la guerra in Ucraina altrimenti che con la necessità di porre fine alla guerra stessa, costi quel che costi. Le ragioni dell’una o dell’altra parte sono irrilevanti, perché sono semplicemente considerate parte di una guerra per procura, in cui due superpotenze si scontrano.

Tra Stati Uniti e Russia, Papa Francesco guarda alla Russia con più simpatia. In un certo senso la questione è culturale, perché la Russia è considerata una culla culturale, ancor più in un mondo saldamente intriso di socialismo, come il Sud del mondo. Ma è anche una questione personale, perché gli Stati Uniti sono percepiti come un colonizzatore nascosto, che esercita un’influenza sui governi fino all’esasperazione. Solo se si guarda a questo rapporto problematico con gli Stati Uniti e alla mentalità statunitense – mai pienamente compresa da Papa Francesco – si può capire perché Papa Francesco ha considerato la Russia come suo primo interlocutore anche se la Russia ha attaccato l’Ucraina. Possiamo parlare più con la Russia che con gli Stati Uniti o i loro alleati; questa è la mentalità di Papa Francesco.

Sommando tutte queste ragioni, è facile vedere come Papa Francesco creda innanzitutto nella riconciliazione personale e voglia che le persone si riconcilino costringendo i loro governanti a fare la pace. Da questa idea di riconciliazione nasce la scelta di far portare la croce da una donna russa e da una ucraina durante la Via Crucis al Colosseo nel 2022, quasi un’imposizione di perdono per gli Ucraini, che hanno protestato con forza. La stessa idea di riconciliazione ha portato a raccogliere una serie di testimonianze sparse sulla guerra per le meditazioni della Via Crucis al Colosseo nel 2023, un modo per evitare proteste ed evitare l’ostacolo di possibili proteste e controversie.

Quest’anno, Papa Francesco ha deciso di scrivere tutto lui e i testi sono arrivati solo all’ultimo momento. Non si tratta, nemmeno in questo caso, di una novità. Papa Francesco non ama le critiche e le polemiche, e preferisce mettere tutti davanti al fatto compiuto, quando ha preso le sue decisioni. Da quelle non si può tornare indietro. È un atteggiamento che coinvolge la seconda parte dell’eccezionalità di Papa Francesco: sudamericana e, soprattutto, argentina. Poiché il Papa ha vissuto sotto la dittatura argentina, e sa che essa può sempre ritornare, se non venga esercitata la necessaria vigilanza.

Qual è, in breve, la Chiesa in uscita di Papa Francesco? È la Chiesa in prima linea, solidale, che non ha paura di schierarsi dalla parte dei poveri. Anche le istituzioni devono adattarsi per rendere concreta questa visione del mondo. Quella di Papa Francesco è una Chiesa in uscita che non ha paura di applicare il suo punto di vista alle decisioni. In effetti, le decisioni sono centralizzate nonostante una significativa campagna degli ultimi anni che parlava di decentramento e di sinodalità. Papa Francesco, però, ha preso in mano la situazione, che va oltre l’indipendenza o la sussidiarietà garantita a ciascuna Chiesa particolare. Papa Francesco decide quando vuole eliminare le dure opposizioni oppure quando c’è concordia al punto che nessuno mette in discussione la sua scelta. Questa è la Chiesa in uscita di Papa Francesco. Va ricordato ogni volta che il Papa annuncia nuove decisioni.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].

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