Colorati il volto di Speranza… 60° viaggio di solidarietà e speranza in Kenya. Celebrando volti di speranza nel mondo

Don Gigi con bambini
Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.03.2024 – Vik van Brantegem] – Il 14 marzo scorso, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami ha iniziato – come abbiamo annunciato [QUI] – il nuovo viaggio di solidarietà e speranza, che si svolge fino al 23 marzo 2024 in Kenya dal tema Togliti la paura. Colorati il volto di Speranza e sfida il futuro con il Cuore! e con questo arriverà a 60 viaggi con più di un milione di chilometri percorsi e distribuiti circa due milioni di euro in aiuti umanitari. Poi, il 1° maggio prossimo saranno 10 anni che viaggia per il mondo. La Fondazione Santina celebra questi traguardi con un video [QUI], che raccoglie molti volti di speranza. Alcuni di essi sono morti, ma il loro ricordo è vivo nell’Associazione, che il 5 marzo scorso ha compiuto 9 anni [*].

Nel suo sessantesimo viaggio di solidarietà e speranza, Fondazione Santina inaugura un nuovo sistema di irrigazione dei campi nella prigione di Mtangani in Kenya. Questo progetto ha visto anche il contributo sensibile di 2.000 euro da parte dell’artista Nello Petrucci che a Pompei ha organizzato nei mesi scorsi una serata di beneficenza.

Don Gigi con due bambini

Report 60/1 – Il sessantesimo viaggio celebrando volti di speranza nel mondo

Il 14 marzo scorso è iniziato il nostro sessantesimo viaggio di solidarietà e speranza. Siamo andati in Africa ed in Kenya a Mtangani inaugureremo in un carcere un impianto di irrigazione in una terra dove la siccità, a motivo dei forti cambiamenti climatici, è sempre più forte. Le giornate africane saranno dedicate anche al nuovo ciclo del programma di adozione a distanza per bambini sieropositivi ed alla verifica del bellissimo e recente programma #Anastasiaprogram [QUI, QUI e QUI], che vuole curare in pronto soccorso e primo soccorso con pochi euro per bambino, anziano o adulto ferite, ustioni, infezioni che se non curate prontamente possono produrre danni enormi.

Nelle giornate di preparazione che precedono un viaggio di solidarietà e speranza dedico più tempo alla preghiera, allo studio del viaggio ed anche al riposo e all’esercizio fisico per predisporre il corpo alle intense giornate che mi aspettano. In questa preparazione silenziosa in cui ho cercato di concentrami, questa volta mi hanno aiutato molto i nostri soci e vi spiego come.

Da ormai molti anni, dal 17 maggio 2013, esiste una chat in whatsapp di circa 120 persone, che sono i nostri soci o simpatizzanti. In occasione del tempo santo della Quaresima, la gioiosa chat assume un tono più riflessivo e di preghiera. La giornata dei 120 iscritti inizia con un canto, un inno alla Speranza, legato al Carcere di Las Cruces in Messico dal titolo Color Esperanza. Ciascuno di noi inizia, guidato da un video YouTube la sua giornata cantando a squarcia gola (come fa il sottoscritto) tale canzone che ci propone di togliere la paura dal cuore e di dipingere sul volto il colore della Speranza. La giornata termina con le preghiere della sera, recitate con il video appropriato, ed il canto Vive che proviene anche dal carcere messicano e propone un autentico inno alla Vita. Il martedì ed il venerdì alle ore 15.00 Annalisa ci propone il cammino della Via Crucis con un altro video di preghiera e meditazione: queste sono le nostre giornate di quaresima arricchite da proposte varie ed articolate di piccoli gesti di mortificazione, dal saltare un pasto, a non usare il cellulare, a trovare prolungati tempi di silenzio, preghiera e riflessione. In questo piccolo scrigno quaresimale si situa un altro lavoro dei nostri membri.

Quest’anno abbiamo deciso di rileggere ogni giorno il profilo di uno dei 45 #VoltiDiSperanza che abbiamo incontrato in questi 10 anni [QUI]. La nostra responsabile del cammino quaresimale ci invia un breve videoclip che riassume il personaggio del giorno, il videoclip è della durata di 5-7 minuti ma ci regala immagini e scene “vive e vivaci” del personaggio che incontriamo nel giorno. Poi Annalisa ci invia il link al capitolo del libro in formato elettronico che parla del protagonista del giorno e ci propone la lettura di circa una decine di pagine dell’Instant book. Poi, chi se la sente, scrive in chat le frasi che più lo hanno colpito in modo che tali frasi divengono motivo di meditazione e verifica per tutti i 120 iscritti. E’ una Quaresima impegnativa e le storie che incontriamo sono molto forti. Bene ogni giorno sono circa una ventina le frasi che raccolgo e catalogo la sera ed a oggi siamo giunti a più di duecento frasi nella nostra ricca chat! La cosa sorprendente di queste frasi è incredibile: non solo rivela tratti salienti del personaggio incontrato, ma svela l’anima di chi scrive: e questo è bellissimo! Ad esempio Annalisa ha scritto questa bellissima riflessione che ben predispone il mio animo al viaggio:

«Don Gigi, attraverso questi viaggi di solidarietà nel mondo stai colorando la tua vita di Speranza, con colori meravigliosi che, così accesi come lo sono ognuno di loro, vanno a toccare la parte più bella di te, il tuo cuore. Entrati dentro provocano emozioni, commozioni e tante altre azioni facendole diventare esperienze indimenticabili ma anche di scuola per te stesso e per coloro che, incontrando il tuo volto, ascoltandoti, ne rimane incantato. Nascono così, dalla bellezza di queste esperienze libretti piccoli, ma che nella loro forma danno la possibilità ad ogni persona che legge di imparare a colorare la vita; i nostri volti di speranza, attraverso il loro cuore raccontano e fanno riscoprire dentro di noi che, una piccola parte del nostro cuore può trasformarsi in qualcosa di meraviglioso, dipingendosi di colori. Con la preghiera ed il cuore vicino al tuo, sono pronta a seguirti in questo meraviglioso viaggio che racconta la bellissima esperienza della nostra Fondazione e, la bellissima frase che lo accompagna ne da la prova: Togliti la paura. Colorati il volto di Speranza e sfida il futuro con il cuore (Annalisa, martedì 12 marzo 2024 ore 19.00).

Questo è l’ultimo dei più di duecento messaggi raccolti ed anche gli altri sono bellissimi.

Spiegata per sommi capi l’attività di Quaresima 2024, vorrei ora fare un passaggio più intimo e personale su quello che suscita in me tale cammino di conversione.

In uno degli incontri mensili con il mio Padre Spirituale, Don Lino, il sacerdote amico mi aveva suggerito di prendere come modello e di studiare le diverse persone incontrate negli anni. Mi ci sono messo di impegno ed è successo qualcosa di incredibile. Per prima cosa leggere queste storie dopo tanti anni riapre in me il vissuto, spesso molto doloroso, dell’incontro con loro. I 45 libretti sono stati tutti scritti nei diversi Paesi del mondo in cui ho incontrato questi “volti di speranza” e lo scritto era carico di emozione e sentimenti contrastanti. Rileggere queste storie nel silenzio della casa in città alta è molto diverso. Prima di tutto ho provato disagio, un disagio così fastidioso da essere tentato alcune volte di non vedere il video e di non leggere le pagine: come una medicina dal sapore amaro che il bambino rifiuta, mi sono sentito tante volte a disagio. Poi superato tale disagio nella lettura emerge una ricchezza tutta nuova! E… sì, quella sofferenza di quelle persone, anche a distanza di anni parla… grida il bisogno di significato. Se guardo alle pagine della Passione di Gesù che il cammino pasquale ci propone, in questa quaresima mi sono visto scorrere davanti “il film”, le scene, di tante formidabili passioni che si colorano con i nomi dei nostri 45 amici, ne cito solo alcune: dalla storia della Yazida Hazar venduta come schiava dall’Isis a Mosul in Iraq, alla vicenda di Doan, il soldato vietcong che nell’aprile del 1975 a Saigon in Vietnam ha salva la vita per un gesto di grande umanità ed altruismo, per giungere a Gaza nella casa di Amina devastata dalla miseria dove la donna utilizza una siringa di plastica molte volte per curare il suo piccolino; oppure in Kenya a Garissa la storia del meraviglioso Vescovo Joe ferito all’anca dagli islamisti di Al Shabab in una terra secca ai confini con la Somalia. Si giunge poi in Italia al medico del Papa, Giovanni Luca Lorini, impegnato in prima linea nella lotta al COVID ed alla vicenda di Nicola Gratteri nella Calabria dilaniata dalla ‘ndrangheta… e poi in Brasile Ivonete accoltellata in modo orrendo 18 volte, in Colombia la storia di Mauricio e la sua terribile storia di tossicodipendente, vi è poi Angel in Perù: il Viejo Paco che nel carcere di massima sicurezza sulle Ande del Perù confessa i suoi trecento omicidi, per giungere così in Messico dove una giovane donna Grecia incinta di otto mesi vede ammazzare il marito davanti…

Non avrei mai immaginato che a distanza di anni questa sorprendente collezione di storie riuscisse a incidere tanto profondamente nel mio spirito. Altra grande meraviglia è osservare che queste 45 storie davvero sono seminate in tutto il mondo. Roberto Pompei che cura con scrupolo ed intelligenza il nostro sito ufficiale Fondazionesantina.org ha fatto a tutti noi un bel regalo. Nella home page del sito, prima della raccolta dell’edizione elettronica del libretto, il nostro esperto informatico ha messo una grande raffigurazione da Google del mondo e chi ha curiosità può vedere esattamente dove sono ambientate le 45 storie [QUI]: con molta commozione davanti a questa potente rappresentazione mi sono detto: “Ma guarda che singolare fortuna Dio mi ha dato: quella di poter scoprire in tutto il mondo, di poter vedere con i miei occhi, toccare con le mia mani storie di riscatto da posti incredibili; il Signore mi ha concesso con più di un milione di chilometri alle spalle, pari a 25 volte il giro del mondo di poter scrivere, riflettere e condividere storie forti e meravigliose: davvero Dio mi ha dato tanto, tantissimo ed io devo rendermi conto di questi grandi talenti dei quali mi chiederà conto….

E così rileggendo i miei libretti in questa Quaresima 2024 riprovavo l’enorme gioia e meraviglia della confessione più bella della mia vita nel carcere di Challapalaca: la confessione del Viejo Paco che si pente di efferati crimini e chiedo perdono a Dio davanti a tutti… Oppure rivedo la Messa celebrata nel 2017 in Iraq a Mosul dilaniata dalla Guerra, la storia dolcissima e formidabile della Madonna Calpestata. Riprendo nelle mie mani uno sgualcito libretto di preghiere che Maria ha usato in Vietnam nei campi di rieducazione perché cristiana convinta. Quante forti emozioni, come quella in Brasile alla enorme discarica di Villa Princesa in messo a tonnellate di nauseabonda immondizia, accompagnato dal Nunzio Apostolico don Gianni; in Messico nell’obitorio di Acapulco con morti in putrefazione per la enorme quantità accatastata fuori dai frigoriferi perché in Messico si ammazzano 40000 persone all’anno! O infine l’incontro con le quattro piccole Santina: le due africane, quella messicana e quella vietnamita… Tutti questi ricordi si compongono nella quiete di casa in Passaggio Ca’ Longa 3 il silenzio ed il tempo ormai non più vicino, fanno decantare emozioni e danno risalto al contenuto forte di storie che attraverso la croce giungono a risurrezione. Dunque la nostra Associazione non solo fa del bene a queste persone, ha fatto del bene a loro, ma da queste storie ricava forza come la forza ricavata e mostrata dai nostri soci nelle frasi da loro scelte. Ed è proprio all’inizio di questo viaggio che alcune di queste frasi diventano forti per me, come la frase di Franca Scordo che commentando oggi il libretto di Asma sulla mutilazione genitale femminile sceglie questa frase a pagina 38: “Senti bene Gigi, queste lacrime che le abbiamo fatto scendere non sono assolutamente un male! Solo attraverso questo ricordo crudo e buio la nostra piccolina potrà cambiare idea su questa pratica inumana, su questa terribile e inaudita tortura… Solo la consapevolezza del dolore e non la fuga da esso porterà la nostra piccola, un giorno, a non volere mai per le proprie figlie una tale aberrazione”. Oppure forte nel mio cuore la frase di Natale a commento del libretto di Sonico a pagina 81-82: “Una decisione sbagliata può cambiare la tua vita completamente, dipende da te prendere la tua decisione. Sei tu l’architetto della tua vita… da te dipende il tuo destino”. Brunella invece scegli una frase potente dal libretto di Angel a pagina 58 dove Bruna ripercorre il mio incontro con il grande criminale a pagina 58: “Tu per me sei molto speciale sei la confessione più bella che ho ascoltato nella mia vita e quella assoluzione è la più conosciuta forse del mondo…” Ma le emozioni sono forti anche rileggendo la frase di Silvana in commento il medesimo libro di Angel a pagina 61, dove il criminale mi regala una pesante sua camicia: Mentre l’uomo parla mi rivela che ha 66 anni. Da un sacchetto di plastica toglie una grande camicia pesante marrone, visibilmente consunta ma adatta al clima glaciale e alle condizioni estreme dei 5050 metri. Amedeo nel tempo di Quaresima è particolarmente attivo e mi emoziona quando mi offre questa frase a commento del libretto di Amina nella Striscia di Gaza a pagina 43. A questo punto Amina capisce la mia situazione di imbarazzo e fa un gesto bellissimo quando coraggioso. Mi guarda, tutta velata, e lentamente alza la mano e me la porge. Stringo la sua mano. Kasim mostra un volto arrabbiato. La donna non se ne cura e con un tono di voce secco che non ammette risposta: “Scatta la foto: mano nella mano! Abuna, ti lascio questo ricordo, per dirti quanto ti apprezzo e per dirti che oggi hai fatto una grande cosa per me. Che Allah ti benedica!”. Tante e tante sono le frasi, ma non posso dimenticare quella di Silvia sempre a commento del libretto di Amina a pagina 41: “Quanto sono stupido, Amina, ti prego di perdonarmi”. Gigi è la prima volta che un uomo mi chiede scusa… non è mai successo… Grazie Padre. Tu non sai quanta ma quanta forza mi ha dato questo incontro con te”. Sono più di duecento le frasi sottolineate dagli amici e questi sono i colori della Speranza con i quali sto preparando la valigia rossa che dopodomani sera viaggerà con me dall’aeroporto di Bergamo a Dubai negli Emirati Arabi Uniti e da lì a Mombasa per iniziare un tempo di incontri nuovo e meraviglioso in cui sicuramente vi sarà un nuovo volto di speranza che regalerà a tutti noi la sua storia. Quarantacinque volti di Speranza di cui ben 25 sono donne. Anche in questo l’esperienza che parte dal Calvario di Santina mi fa incontrare tante persone e in modo particolare mi fa incontrare 25 volti di donne spesso calpestate e oggetto di violenza… Sarò bello salire in aereo in compagnia di questi 45 amici di tutto il mondo, ma anche in compagnia dei 166 iscritti alla nostra Associazione. In questo tempo di calma e serenità raccolgo le forze e mi dispongo a vivere con tutti voi questa sessantesima avventura e vi prego con il cuore di starmi vicino e di pregare per me che questa avventura di Fondazione Santina possa davvero come diceva Annalisa ricordando lo slogan del viaggio: Togliermi la paura. Colorami il volto di Speranza e sfidare il futuro con il cuore! Dalla Casa silenziosa e luminosa di Città Alta chiudo questa giornata di preparativi pregando per tutti voi e… tutti loro quarantacinque. Se volete vedere il volto di loro ecco a voi il video: Auguri dalle donne di Amazon alle donne di Fondazione Santina [QUI].

[*] 2015-Cinque marzo-2024 – La Fondazione Santina compie 9 anni

“Don Gigi riscopri la Chiesa vera delle persone semplici che vivono vicino a te: Emanuele, Blanca, Natale, Silvana, Gianfranco, Franca… e tutti gli Amici che condividono con te l’esperienza forte di Solidarietà e Carità attorno a Fondazione Santina!” (Cardinale Pierbattista Pizzaballa – Gerusalemme, Esercizi Spirituali gennaio 2023).

Oggi si compiono 9 anni di vita della nostra Fondazione e sento l’esigenza di scrivere ed identificare i segni di una nuova vita che quasi da tre anni vivo fuori dal Vaticano. Certo potremmo parlare di cifre, cercare di definire un bilancio del tipo: sessanta viaggi di solidarietà, un milione di chilometri, quasi due milioni di euro in solidarietà, 4.300 iscritti al canale YouTube, più di due milioni di visualizzazioni, duecento soci, ecc. ecc.

Ma penso che questa sia una strada sbagliata se cerca di conferire a Fondazione Santina un qualche potere, qualche forma di evidenza… Tutto questo mondo appartiene ad un mondo che ho lasciato e non ad una vita nuova che non si basa sulla semplicità evangelica. Questa nuova vita non è impegnata a delineare un “fare” in virtù del quale si è potenti, si hanno ruoli di prestigio e di evidenza. Questa nuova mia vita si impegna di più a delineare il “mio essere prete” e questo è possibile solo impegnandomi nella direzione lucidamente indicata da Pierbattista Pizzaballa.

Lontano dunque da questi altisonanti luoghi romani, eccomi a scrivere alcuni tratti esistenziali della nostra Fondazione come mi giungono in questi giorni ed in queste settimane. Dove sia la forza di Fondazione Santina lo ha capito bene Sara, una detenuta nel carcere di Las Cruces, la quale nel discorso di inaugurazione della nuova infermeria del carcere messicano chiude il suo intervento con queste parole: “Si dice che ciò che non abbiamo non si può dare; allora mi chiedo Luigi ha denaro? Fondazione Santina è una fondazione milionaria? E giungo ad una conclusione: non è il denaro che muove i soci della Fondazione, ma l’Amore!”

Quando in Messico ho sentito questa frase dalla detenuta di 23 anni che sconta 50 anni per sequestro di persona ed estorsione, le parole del Cardinal Pizzaballa mi sono venute subito alla mente, e mi sono detto: Pierbattista aveva ragione! Questa ragazzina carcerata ha nel suo cuore una grande sapienza propria del Vangelo e mi sono commosso profondamente. È vero, noi non abbiamo soldi e sul conto in banca abbiamo circa 200.000 euro, ma come di incanto il denaro per i nostri progetti è sempre giunto in questi anni e negli ultimi giorni tre fatti mi hanno riempito il cuore di profonda gioia e di intima convinzione di essere sulla strada giusta. Mi chiamano dalla parrocchia di San Giuseppe al villaggio degli sposi (un quartiere di Bergamo) per parlare di Gaza: sono ragazzi del catechismo di prima e seconda media. Il nostro incontro è appassionante i ragazzi formulano domande, vediamo filmati, ci interroghiamo sulla sofferenza di quella terra ed alla fine dell’incontro il parroco, don Matteo, mi dice: “Don gigi i ragazzi vogliono sostenere il tuo aiuto a Gaza e hanno fatto una raccolta tra di loro, siamo lieti di contribuire con questa nostra offerta”. Ringrazio il parroco, Sara la catechista ed i ragazzi: due giorni dopo i soldi erano a Gaza per alimenti e beni di prima necessità per Shahar e le nostre famiglie. La cifra? Non andate ad immaginare cifre stratosferiche, quelle non vengono mai da Dio! Cento euro. Ma la meraviglia nell’aprire la busta a casa è quella di contare tante piccole banconote da 5 euro. Mentre contavo immaginavo ogni ragazzino porre il suo soldino nella busta: che magnifica scena quelle banconote piccole ma potenti nella loro forza di evocazione. Questi ragazzini si sono privati del loro denaro e lo hanno offerto ad altri ragazzi che soffrono più di loro. Probabilmente anni fa, sarei rimasto deluso, oppure non avrei fatto caso ai 5 euro… ed invece? Una grande luce e una grande gioia nel cuore: questi denari vengono da Dio! Questi denari sono la vita di questi ragazzi e valgono molto più di centomila euro. Domenica sera finita la Messa delle 18.00 alla parrocchia che aiuto di Cenate Sopra, il mio parroco Don Nunzio si avvicina e mi dice: “Tieni Don Gigi, per il tuo viaggio in Kenya. Tanto, anche privandomi di questi soldi vivo comunque bene!” Cento euro. Ancora una volta percepisco la sacralità di quel gesto di elemosina. Un bravo prete mi regala dei suoi soldi, non quelli della sua gente e questo mi dice molto della ricchezza interiore di questo prete meraviglioso e colgo anche una fraterna stima e fiducia in quello che in Kenya facciamo.

A casa mi raccolgo in preghiera e nuovamente la frase di Sara mi torna nel cuore: Fondazione Santina non ha la sua forza nei soldi, ma nella Carità. A Roma la settimana scorsa incontro il Cardinale Comastri, che ancora ritengo un grande riferimento spirituale per me. Parlo a lui di Amalia in Messico e della sua miseria, sofferenza, come della grande gioia di un figlio in seminario. Il Cardinale apre il portafoglio: “Tieni Don Gigi, voglio aiutare Amalia, falli giungere a lei!” Centocinquanta euro. Con il Cardinale ho una grande confidenza e scherzosamente prendo il suo portafoglio dal quale ha estratto i 150 euro e lo guardo: completamente vuoto! “Eminenza, Lei non ha perso questo splendido vizio. Ogni volta che mi offre qualcosa per i miei poveri svuota da incosciente il portafoglio”. Ride l’anziano Cardinale e lo abbraccio forte. Anche questa somma mi colpisce per ciò che dietro rappresenta una grande, sconsiderata ingenuità frutto di preghiera e di devozione a Dio, e per la terza volta la frase di Sara mi stampa nel cervello. La forza di Fondazione Santina non è nel denaro ma nella Carità che anima le persone che offrono i loro contributi.

E ieri sera? Sono a cena a casa di Blanca, chiamo un amico. Domenico è un ricco imprenditore di Roma e quando scartava i suoi vestiti io li riciclavo. È per me un grande amico ed un grande amico di mia madre Santina. Scherzo su suoi pantaloni che ancora porto… e lui scherzando mi dice che me deve regalare un altro paio. Poi si fa serio: “Gigi come va la tua Fondazione?” “Domenico, si fa fatica ma stiamo continuando bene, tra alcuni giorni partirò per il Kenya dove inauguriamo un impianto di irrigazione nel carcere di Mtangani; poi sarà la volta della Colombia in maggio, dove il 3 maggio inaugureremo un refettorio per bambini poveri di un quartiere misero di Bogotà, poi viene la volta del Perù dove a Puerto Maldonado stiamo lavorando nel ristrutturare la lavanderia di un ricovero, a fine giugno inaugureremo quell’opera. Sono quasi due milioni di euro in solidarietà in questi anni”.

Il vecchio amico sorride e poi mi dice, come solo lui sa fare: “Senti ti dono volentieri 20.000 euro perché so che vanno a finire bene, come in Africa quando hai inaugurato quella aula scolastica dedicata a me. Scopro nuovamente una Chiesa diversa da quella della Curia romana fatta di persone come Domenico, Gianfranco, Novella, Vittorio, Bedy, Faustino ed Antonella, ecc. La litania dei nomi potrebbe continuare. Tutte queste persone sicuramente hanno dato il loro contributo piccolo o grande scoprendo nella nostra Fondazione qualcosa di semplice ed efficace, mentre quando ero a Roma. Certamente nel denaro che raccoglievamo vi erano logiche differenti per il prestigio del posto che occupavo.

In questi giorni sono questi i fatti con i quali festeggio i nove anni di Fondazione Santina, sono fatti nascosti, ma non per questo meno veri, sono fatti grandi che raccontano il cuore delle persone, che rendono vero il profondo pensiero della carcerata messicana. In questo nuovo stile di vita devo riscoprire quindi il mio “essere prete” e non “quello che faccio” il fare ed il ruolo non può rispondere alle esigenze profonde di fede… e quando il ruolo viene meno si soffre. In questo nuovo tempo di vita in cui Fondazione Santina respira un’aria più evangelica mi sto interrogando se essere ancora Presidente oppure no, rimanere come socio fondatore… non è ora il momento di dare questa risposta, ma certamente questa Fondazione non viene da me, ma dalla sofferenza di mia madre Santina e dai suoi lunghi anni di calvario. Potrebbe chiudere anche oggi, ma rimane il fatto che in questi anni, dopo la sua morte, ha dato il vero senso del suo soffrire in modo evangelico. Ma il Signore mi rincuora in questo anniversario con altri meravigliosi segni ben più spirituali: i due ritiri spirituali mensili di Roma e Bergamo hanno visto la presenza di circa cinquanta persone ed a Montello sabato sera è stato bellissimo cantare insieme Color Esperanza e Vive. Mai avevamo avuto tanta gente negli anni scorsi! Anche questo è un grande segno.

Vado a trovare Ada Parolin alla Casa di Riposo e con la vecchietta recito il Rosario e dopo aver pregato per il figlio Don Pietro e per Don Gigi il terzo mistero lo dedica al fatto che Fondazione Santina possa ricevere maggior offerte, la simpatica e dolce vecchietta sembra avere un singolare potere sul cuore di Dio se nei giorni seguenti i ragazzi delle medie di Bergamo, il Cardinale Comastri, il parroco di Cenate Sopra e l’imprenditore romano compiono questi bellissimi gesti di elemosina. Pregare insieme ad una anziana in una casa di riposo mi determina come prete: io comportandomi così sono prete e non è il fare che determina chi sono ma l’essere!

Suona il telefono dalla Curia di Bergamo mi chiedono di amministrare le cresime a Rota Imagna: mi commuovo per la fiducia che il vescovo ripone in me e per l’incontro che avrò con i ragazzi cresimandi di questo Paese di montagna. Ancora una volta scopro il mio “essere prete” che non sta nello svolgere un incarico di prestigio.

Nel silenzio e nella solitudine dell’appartamento nel quale vivo da pochi mesi ho più tempo per pregare, per studiare e per prepararmi ai prossimi viaggi. Don Lino, il mio padre spirituale, mi ha proposto come lettura quaresimale Il Grande Inquisitore di Dostoevsky. Alla luce di quelle stupende e profonde pagine trovo forza per guardarmi dentro e scoprire l’essenza del mio essere prete che non risiede nel miracolo, mistero e autorità come si parla nelle grandi pagine letterarie, ma nel servizio pastorale della preghiera, dell’annuncio e dei sacramenti.

In questo anniversario della nostra Fondazione chiudo con un fatto che mi ha profondamente colpito, anche se assolutamente semplice. L’altra sera ero in cattedrale in ginocchio nei banchi per la mia preghiera. Si avvicina a me Don Francesco, un anziano e santo sacerdote di 91 anni, dal quale spesso mi confesso e mi domanda: “Don Gigi mi puoi confessare?” Lo guardo folgorato e dico: “Scusi? Non ho capito…” Il vecchio ripete: ”Don Gigi, mi puoi confessare?” Lo guardo e dico: “Monsignore, se si accontenta di me… ne sono onorato!” E così quella sera un prete pieno di peccati e miserie umane si trovò a confessare un santo ed anziano prete… per poi scappare davanti al tabernacolo e gridare a Lui: “Grazie per avermi fatto prete! Grazie di avermi fatto prete nonostante i miei limiti e le mie miserie”. Sono così felice di essere prete e nulla potrà mai togliere questa gioia profonda di vivere la realtà misteriosa e tremenda di agire “in persona Christi”.

Giovanni Paolo II un giorno mi disse: “Sai Don Gigi quale è stato il giorno più bello della mia vita? Quello in cui sono diventato prete! E sai perché? Il Papa è Vicario di Cristo, ma tu ed io quando celebriamo la Messa siamo la persona di Cristo e questo è molto più importante di essere Papi”.

Ho scritto queste pagine per una festa interiore e chiedo al Signore di accompagnare la nostra Fondazione per molti anni sapendo però sempre e prima di tutto che la mia vita è “essere prete”! Se questa Fondazione potrà continuare la sua vita non è mia preoccupazione, si arrangi Dio con questa Fondazione, ma anche se domani finisse questi anni “sono e saranno i migliori anni della nostra vita!” Con buona pace di Renato Zero.

Don Gigi
5 marzo 2024

Free Webcam Girls
151.11.48.50