Il Te Deum. Il papa ai giovani: non seguite la mentalità edonistica corrente

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Dedicata alla Chiesa di Roma la riflessione del papa nella sera del 31 dicembre nei Primi vesperi della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, alla sfida educativa nella diocesi del papa, ai giovani chiamati a scegliere uno stile di vita “che non segua la mentalità edonistica corrente”, con lo sguardo alla crisi economica mondiale. 

Una celebrazione solenne seguita dall’ esposizione del SS. Sacramento ed dal canto del Te Deum di ringraziamento e la conseguente Benedizione eucaristica, a significare la centralità dell’adorazione nella vita della Chiesa e dei discepoli del Signore, e per accompagnare l’inizio del nuovo anno con la benedizione del Signore.

Il papa ha spiegato le letture dicendo che tutto “ci invita a volgere lo sguardo verso Colei che “accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò al mondo la vita” e proprio per questo – ricorda il Concilio Vaticano II – “viene riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio” . E questo significa che “il mistero di Maria ed il mistero dell’unigenito Figlio di Dio che si fa uomo, formano un unico mistero, dove l’uno aiuta a meglio comprendere l’altro.” Ripercorrendo poi la storia del titolo di “Madre di Dio”, il papa ha spiegato il legame con la giornata della Pace voluta da Paolo VI. “Nel ricomposto ordinamento del periodo natalizio – scrisse Paolo VI – ci sembra che la comune attenzione debba essere rivolta alla ripristinata solennità di Maria Ss Madre di Dio: essa… è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre santa…; ed è, altresì, un’occasione propizia per innovare l’adorazione al neonato Principe della Pace, per riascoltare il lieto annuncio angelico, per implorare da Dio, mediante la Regina della Pace, il dono supremo della pace”.

La preghiera di questa sera è un grazie “per i benefici che lungo i passati dodici mesi ci ha ampiamente concessi”, ma ancor più per il dono che” Gesù ci ha fatto con la sua nascita, quale prezioso “tesoro” costituisce per noi la sua Incarnazione.” Ecco perché, ha spiegato il papa “la presenza di Cristo è un dono che dobbiamo saper condividere con tutti.” Un impegno per la comunità di Roma anche per la formazione degli operatori pastorali, “affinché siano in grado di rispondere alle sfide che la cultura moderna pone alla fede cristiana.”

Ed ecco perché “come credenti, si può dare un grande contributo anche per superare l’attuale emergenza educativa. Quanto mai utile è allora che cresca la sinergia fra le famiglie, la scuola e le parrocchie per una evangelizzazione profonda e per una coraggiosa promozione umana, capaci di comunicare a quanti più è possibile la ricchezza che scaturisce dall’incontro con Cristo. Incoraggio per questo ogni componente della nostra Diocesi a proseguire il cammino intrapreso, attuando insieme il programma dell’anno pastorale in corso, che mira appunto ad “educare alla speranza nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza”.”

Il papa condivide le preoccupazioni dei tempi “segnati da incertezza e preoccupazione per l’avvenire” e addita Maria Stella della speranza. “E’ Lei,dice, con il suo materno amore, che può guidare a Gesù specialmente i giovani, i quali portano insopprimibile nel loro cuore la domanda sul senso dell’umana esistenza. So che diversi gruppi di genitori, incontrandosi per approfondire la loro vocazione, cercano nuove vie per aiutare i propri figli a rispondere ai grandi interrogativi esistenziali. Li esorto cordialmente, insieme con tutta la comunità cristiana, a testimoniare alle nuove generazioni la gioia che scaturisce dall’incontro con Gesù, il quale nascendo a Betlemme è venuto non a toglierci qualcosa, ma a donarci tutto.”

Ma l’attenzione del papa è soprattutto ai giovani “responsabili del futuro di questa nostra città, dice Benedetto XVI, non abbiate paura del compito apostolico che il Signore vi affida, non esitate a scegliere uno stile di vita che non segua la mentalità edonistica corrente. Lo Spirito Santo vi assicura la forza necessaria per testimoniare la gioia della fede e la bellezza di essere cristiani. Le crescenti necessità dell’evangelizzazione richiedono numerosi operai nella vigna del Signore: non esitate a rispondergli prontamente se Egli vi chiama. La società ha bisogno di cittadini che non si preoccupino solo dei propri interessi perché, come ho ricordato il giorno di Natale, “il mondo va in rovina se ciascuno pensa solo a sé”.”

Il papa parla della crisi sociale “che ormai interessa il mondo intero” e che “chiede a tutti più sobrietà e solidarietà per venire in aiuto specialmente delle persone e delle famiglie in più serie difficoltà. La comunità cristiana si sta già impegnando e so che la Caritas diocesana e le altre organizzazioni benefiche fanno il possibile, ma è necessaria la collaborazione di tutti, perché nessuno può pensare di costruire da solo la propria felicità. Anche se all’orizzonte vanno disegnandosi non poche ombre sul nostro futuro, non dobbiamo avere paura. La nostra grande speranza di credenti è la vita eterna nella comunione di Cristo e di tutta la famiglia di Dio. Questa grande speranza ci dà la forza di affrontare e di superare le difficoltà della vita in questo mondo.”

Terminata la celebrazione il papa si è recato, secondo la tradizione, in piazza San Pietro per una breve sosta di preghiera davanti al monumentale presepe, salutato da migliaia di fedeli. A partire dalle 23.30 in piazza San Pietro si celebra la veglia del Movimento per l’ Amore Familiare aperta dalla riflessione del cardinale Tarcisio Bertone.

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