Crisi Stellantis: l’arcivescovo di Torino chiede di salvaguardare le famiglie

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Giorni di sofferenza per i lavoratori dopo lo ‘scontro’ verbale tra il governo e gli amministratori del gruppo ‘Stellantis’ riguardante la presentazione del decreto della presidenza del consiglio dei ministri per rimodulare l’Ecobonus sull’acquisto di veicoli a basse emissioni, dopo l’intervista concessa a Bloomberg da Carlos Tavares nella quale l’ad di Stellantis rispondeva alle critiche della premier Giorgia Meloni:

“L’Italia dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché accusare Stellantis perché produce meno in questo Paese. Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, gli impianti in Italia sono a rischio”.

In particolare Tavares indica in Mirafiori, dove è prodotta la 500 elettrica, e Pomigliano, le fabbriche italiane i cui posti di lavoro sono maggiormente in pericolo per effetto delle politiche del governo, accusato di non sostenere con incentivi la diffusione della mobilità elettrica. Tale controversia ha allarmato i sindacati:

“E’ sicuramente positivo che siano stati varati i nuovi incentivi per i veicoli elettrici, ma gli incentivi dovrebbero essere maggiormente finalizzati alla risoluzione dei problemi dei lavoratori… Ora abbiamo gli strumenti adeguati ad aiutare un mercato che da troppo tempo non riusciva a imboccare la giusta strada della transizione energetica, relegando l’Italia a fanalino di coda europeo nello sviluppo dell’elettrificazione. Ribadisco ancora una volta il nostro forte impegno nei confronti del Paese con l’ambizione di raggiungere anche il famoso milione di veicoli prodotti”.

E nelle scorse settimane sono stati presentati al Consiglio regionale piemontese i dati, che dimostrano la crisi del settore dell’automobile, come ha evidenziato il segretario generale Uil Piemonte, Gianni Cortese, che ha parlato di 40.000 addetti persi (-7%) nel comparto negli ultimi 10 anni: “In Piemonte abbiamo 76.000 occupati in meno rispetto al 2008, l’anno della crisi mondiale… E solo il 20% dei laureati trova lavoro in un tempo congruo”. Per questo Luca Caretti, segretario generale Cisl Piemonte ha chiesto alla regione Piemonte l’apertura di un tavolo di crisi per essere in grado di attrarre imprese e nuovi investimenti.

Tale ‘braccio di ferro’ preoccupa molto l’arcidiocesi di Torino, come ha affermato Alessandro Svaluto Ferro, direttore dell’Area Sociale della diocesi di Torino, dopo le dichiarazioni di Carlo Tavares sul futuro della fabbrica di Mirafiori: “Le dichiarazioni di Carlos Tavares sul futuro a rischio dello stabilimento di Mirafiori preoccupano molto la Chiesa torinese. Se a Natale l’arcivescovo Repole domandò pubblicamente di chiarire i progetti dell’azienda, la risposta che oggi giunge da Stellantis comunica purtroppo una sensazione di grande incertezza.

Con il pensiero ai lavoratori, alle loro competenze che sono elemento di valore per il territorio, alle famiglie e ai loro bisogni e progetti, ma anche all’intero sistema delle imprese che ruotano attorno a Stellantis, auspichiamo che il gruppo automobilistico compia ogni sforzo per conservare e sviluppare la sua presenza a Torino”.

Ed ha chiesto al gruppo automobilistico di chiarire le proposte per il futuro: “L’ad Tavares, nel confronto con le organizzazioni sindacali  e le loro proposte,  e nel dialogo con le Istituzioni,  indichi quali sono le condizioni che consentono la tenuta e lo sviluppo dello stabilimento di Mirafiori e la valorizzazione del sistema dell’auto torinese. Il solo ragionamento sugli incentivi all’acquisto dell’auto non entra nei fattori di competitività e sviluppo che possono qualificare e rilanciare Mirafiori e il sistema dell’auto torinese”.

L’arcivescovo era già intervenuto nello scorso novembre, ricevendo le rappresentanze sindacali dei lavoratori della fabbrica Lear di Grugliasco, azienda fornitrice del gruppo automobilistico Stellantis: “Io come pastore della Chiesa torinese, ma anche come cittadino, sento il dovere di inviare ai responsabili delle aziende e alle istituzioni pubbliche un forte appello perché non si rassegnino alle difficoltà dei mercati e facciano tutto il possibile, tentino tutte le strade possibili, per conservare le produzioni e i posti di lavoro. La crisi industriale viene da lontano ed anche gli imprenditori ne sono vittime, ma davvero non possiamo rassegnarci. Stiamo parlando di vite umane”.

Ed aveva invitato alla chiarezza da parte della casa automobilistica: “A tutti i livelli delle istituzioni e della società civile Torino sente il bisogno di parole chiare sui progetti del gruppo automobilistico: credo che sia giusto chiederle. Cosa significa la campagna di prepensionamenti, la chiusura della sede di Grugliasco (Maserati), la cassa integrazione nelle linee di Mirafiori?

Poco inciderà, in termini di occupazione, l’apertura del nuovo hub per il riciclo delle vecchie auto. Per questo mi rivolgo con fiducia ai responsabili di Stellantis, perché partecipino alla vicenda di Torino offrendo innanzi tutto un chiarimento sui loro progetti: rilancio o ridimensionamento?”

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