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Maupal: il cammino quaresimale apre alla libertà

“Così si apre il Decalogo dato a Mosè sul monte Sinai. Il popolo sa bene di quale esodo Dio parli: l’esperienza della schiavitù è ancora impressa nella sua carne. Riceve le dieci parole nel deserto come via di libertà. Noi li chiamiamo ‘comandamenti’, accentuando la forza d’amore con cui Dio educa il suo popolo. E’ infatti una chiamata vigorosa, quella alla libertà”: questo è l’inizio del messaggio quaresimale, intitolato ‘Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà’, di papa Francesco.

Presentando il messaggio il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha sottolineato che il messaggio propone una riflessione sul valore della libertà: “In un tempo in cui molte, troppe, difficoltà pesano enormemente su ognuno di noi, il Vangelo apre una strada nel deserto e ci annuncia che la nostra schiavitù è già finita, veramente finita. Il cammino dell’esodo è, infatti, necessariamente lungo, non solo per raggiungere la Terra Promessa, ma soprattutto per scegliere una libertà autentica. La libertà offerta deve essere desiderata e abbracciata. E questo nemmeno Dio può farlo al nostro posto”.

Alla presentazione del messaggio per la Quaresima era stato invitato anche l’artista Mauro Pallotta (in arte ‘Maupal’), che ha illustrato la prima opera d’arte per il cammino quaresimale: “In questa prima illustrazione, ho raffigurato il deserto usando l’immagine di papa Francesco mentre spinge una carriola che contiene un ‘sacco’ di fede.

E’ un deserto di chiodi che rappresentano idoli vecchi e nuovi, tutte le nostre prigionie. Questi pungenti ostacoli potrebbero bucare la ruota gommata della carriola ma, seguendo papa Francesco, che apre il sentiero con la forza della fede, spariscono: la strada diventa per tutti percorribile e la meta raggiungibile”.

Ha narrato il compito dell’arte: “Rappresentare i valori cristiani attraverso l’arte è da sempre uno dei maggiori compiti della pittura e della scultura. Inoltre, bisogna anche sottolineare che pittura, scultura ed altre forme d’arte, hanno innalzato la propria qualità e hanno acquisito una enorme importanza sociale e politica, proprio grazie alle rappresentazioni di tematiche cristiane”.

Quindi a lui chiediamo di raccontare come è nata l’idea di supportare con l’arte il cammino quaresimale di quest’anno: “L’idea non è mia ed è nata dal Dicastero dello Sviluppo Umano della Santa Sede. Sono stato contattato via mail e dopo qualche colloquio siamo arrivati con reciproca soddisfazione alla decisione di una collaborazione”.

Come ha tradotto in arte le parole del messaggio per la Quaresima?

“Tradurre le parole di papa Francesco attraverso il linguaggio dell’arte è una mia prerogativa. Il mio obiettivo principale è la sintesi, ma senza mai decadere nella superficialità o nella banalità. Un altro dei miei obiettivi è la semplicità con la speranza che anche un bambino di cinque anni possa capire il concetto che rappresento attraverso un tratto fumettistico e con una simbologia basica”.

Quale parola del messaggio della Quaresima risulta per lei più stimolante per la riflessione?

“Tutto il testo del Santo Padre è estremamente profondo e particolarmente stimolante per chi, come me, comunica attraverso una forma d’arte. La parola che ritengo più stimolante, benché la si usa spesso in modalità inflazionata, è ‘libertà’. Una libertà che va molto oltre ai vari significati che generalmente siamo abituati ad attribuirgli. Una libertà vera che pone ognuno di noi di fronte ad uno specchio, occhi negli occhi”.

Come è nata l’idea di ritrarre con umorismo il papa?

“L’ironia fa parte di me ed in qualsiasi argomento che affronto le mie rappresentazioni contengono spesso un pò di umorismo. Probabilmente è una eredità della mia profonda romanità, caratterizzata sempre da un pensiero sarcastico e dissacrante. Con Papa Francesco ho spesso usato queste caratteristiche ma non ho mai travalicato il confine della volgarità, ne del profondo rispetto che nutro verso il Santo Padre”.

E la prima opera street ‘SuperPope’?

“Sono passati esattamente dieci anni dal ‘SuperPope’. L’opera nacque quasi per caso e papa Francesco era salito sul trono di Pietro solo da poco tempo. Mi colpirono due cose in particolare: l’estrema somiglianza nel volto con il mio amato nonno Carlo che non c’era più da tanti anni e la grande empatia che riusciva da subito a trasmettere. Inoltre la sua grande applicazione verso i più deboli fece subito breccia nella mia sensibilità”.

Lei ha lavorato anche nelle carceri: per quale motivo chi ha vissuto l’inferno indica la via del paradiso?

“Da qualche anno svolgo dei laboratori di street art nelle scuole e nelle carceri e a volte unendo studenti e detenuti, per poi dipingere tutti insieme i muri delle carceri. Lavorare con le persone recluse porta ad avere un annullamento del pregiudizio che spesso è innato dentro noi essere umani. Si possono incontrare persone che hanno commesso errori, anche orribili, ed ora che sono reclusi fanno i conti con la propria coscienza. Io sono convinto che chi conosce il buio e il freddo, possa capire ed apprezzare  nella totalità la bellezza e il calore della luce”.

(Tratto da Aci Stampa)

Il prof. Monda racconta l’umorismo secondo papa Benedetto XVI

“Martedì 19 aprile 2005, ore 17.44, piazza san Pietro, ombelico del mondo: la fumata è bianca. Da qui comincia il percorso di Joseph Ratzinger come Vicario di Cristo in terra. Da qui inizia anche il nostro viaggio alla scoperta di Benedetto XVI, ‘semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore’, come lui stesso si definì quel giorno. Ma queste prime parole, che sono rimaste impresse nella memoria di tutti, sono figlie dell’emozione del momento, rappresentano una formula retorica o rivelano qualcosa di profondo dell’uomo chiamato a succedere a Pietro?”

Andrea Mandelli: il racconto dell’umorismo cattolico

Qualche anno fa, 2021, ho acquistato il libro ‘Diario della felicità’ scritto da Suor Dolores e Cecilia Galatolo: sono rimasta molto colpita dalla storia di Andrea Mandelli . Devo dire che mi ha fatto stare bene. Quel giorno ero inversa e non avevo voglia di leggere cose spirituali, ma mia mamma mi ha letto la storia di Andrea e il mio umore è cambiato. Mi ha messo allegria, voglia di ridere e mi sono sentita rilassata.

Il duo ‘Mienmiuaif’ spiegano ‘cose eterne’

I ‘Mienmiuaif’ sono Giuseppe Signorin ed Anita Baldisserotto, marito e moglie che fanno musica, libri, video, contenuti per i social, che hanno scelto questo pseudonimo che echeggia come una parodia ironica la pronuncia sbagliata della traduzione in inglese di ‘Io e mia moglie’ (‘Me and my wife’); ed ultimamente hanno scritto ‘Cose_eterne. Santi, Madonne, youtuber e altre forme di vita’, raccontati con ironia:

A Tolentino Enrico Beruschi racconta l’umorismo di Guareschi

E’ stato Alberto Cola di Tolentino con il racconto ‘Il mondo nuovo’ il vincitore del Premio Colsalvatico ‘L’umorismo, un modo di guardare la realtà’, giunto alla IX edizione nei suoi 20 anni di vita, con le interruzioni dovute al terremoto prima ed al covid poi.

Papa Francesco: la carità si fa con senso di umorismo

Questa mattina papa Francesco ha ricevuto in udienza dell’associazione ‘Papal Foundation’, organismo statunitense dal 1988 a sostegno delle necessità del papa e della Chiesa, incoraggiando l’attività di promozione di progetti e borse di studio che forniscono ‘vitale assistenza’ ai più fragili:

Premio Colsalvatico: l’umorismo per guardare la realtà e sconfiggere il diavolo

A Tolentino torna il Premio letterario con cadenza biennale, ideato dal Circolo culturale ‘Tullio Colsalvatico’, con il sostegno dell’amministrazione comunale, che è giunto alla nona edizione ed è riservato a racconti inediti con contenuto umoristico, come ha spiegato il presidente Franco Maiolati:

Papa Francesco: la vecchiaia vissuta con saggezza ironica

Al termine dell’Udienza generale in piazza san Pietro papa Francesco ha pregato per coloro che sono stati uccisi ieri nella scuola elementare in Texas con un appello di messa al bando al traffico delle armi: “Ho il cuore affranto per la strage nella scuola elementare in Texas. Prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie. E’ tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi. Impegniamoci tutti, perché tragedie così non possano più accadere”.

E  continuando il ciclo di catechesi sulla vecchiaia ha incentrato la riflessione sul tema della ‘notte incerta del senso e delle cose della vita’, basandosi sul libro del Qoelet: “A una prima lettura questo breve libro colpisce e lascia sconcertati per il suo celebre ritornello: tutto è vanità; il ritornello che va e viene; tutto è vanità, tutto è ‘nebbia’, tutto è ‘fumo’, tutto è ‘vuoto’. Stupisce trovare queste espressioni, che mettono in discussione il senso dell’esistenza, dentro la Sacra Scrittura”.

Il papa ha sottolineato un’intuizione del libro biblico che si interroga sul valore della vita: “E’ una specie di intuizione negativa che può presentarsi in ogni stagione della vita, ma non c’è dubbio che la vecchiaia rende quasi inevitabile questo appuntamento col disincanto. Il disincanto, nella vecchiaia, viene.

E dunque la resistenza della vecchiaia agli effetti demoralizzanti di questo disincanto è decisiva: se gli anziani, che hanno ormai visto di tutto, conservano intatta la loro passione per la giustizia, allora c’è speranza per l’amore, e anche per la fede. E per il mondo contemporaneo è diventato cruciale il passaggio attraverso questa crisi, crisi salutare, perché? Perché una cultura che presume di misurare tutto e manipolare tutto finisce per produrre anche una demoralizzazione collettiva del senso, una demoralizzazione dell’amore, una demoralizzazione anche del bene”.

Tale vuoto di senso non è innocuo: “Il vuoto di senso e di forze aperto da questo sapere, che respinge ogni responsabilità etica e ogni affetto per il bene reale, non è innocuo. Non toglie soltanto le forze alla volontà del bene: per contraccolpo, apre la porta all’aggressività delle forze del male. Sono le forze di una ragione impazzita, resa cinica da un eccesso di ideologia…

Pensate un po’ a questo: siamo la società della stanchezza! Dovevamo produrre benessere diffuso e tolleriamo un mercato scientificamente selettivo della salute. Dovevamo porre un limite invalicabile alla pace, e vediamo susseguirsi guerre sempre più spietate verso persone inermi. La scienza progredisce, naturalmente, ed è un bene. Ma la sapienza della vita è tutta un’altra cosa, e sembra in stallo”.

Ed infine il papa ha chiesto attenzione alla saggezza: “La vecchiaia può imparare dalla saggezza ironica di Qoelet l’arte di portare alla luce l’inganno nascosto nel delirio di una verità della mente priva di affetti per la giustizia. Gli anziani ricchi di saggezza e di umorismo fanno tanto bene ai giovani! Li salvano dalla tentazione di una conoscenza del mondo triste e priva di sapienza della vita…

Saranno loro a seminare fame e sete di giustizia nei giovani. Coraggio, tutti noi anziani: coraggio e avanti! Noi abbiamo una missione molto grande nel mondo. Ma, per favore, non bisogna cercare rifugio in questo idealismo un po’ non concreto, non reale, senza radici – diciamolo chiaramente: nelle stregonerie della vita”.

(Foto: Santa Sede)

Halloween: fratel Biagio mette in guardia

Sandra Sabbatini nel Diario scriveva: “Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia… Signore aiutami ad avere pazienza. Aiutami a non affrettare i tempi. Ma ti prego, fammi capire qual è la mia strada; aiutami ad accettare la tua volontà su di me”.

Papa Francesco: l’umorismo via della santità

“Oggi, prima che voi siete entrati, padre Landousies mi ha detto che alla fine di giugno lascerà questo ufficio qui, in Curia: lui è stato il mio traduttore francese per tanto tempo. Ma io vorrei fare un riassunto della sua persona. E’ un esempio. Io ho trovato in lui la testimonianza di un sacerdote felice, di un sacerdote coerente, un sacerdote che è stato capace di vivere con martiri già beatificati, che conosceva a uno a uno, e anche di convivere con una malattia di cui non si sapeva cosa fosse, con la stessa pace, con la stessa testimonianza. E approfitto di questo pubblicamente, anche davanti all’Osservatore Romano, a tutti, per ringraziarlo per la testimonianza, che tante volte mi ha fatto bene. A me ha fatto bene il modo di essere”.

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