Tag Archives: Sicurezza

Cei: il lavoro è un bene per la democrazia

A fine febbraio la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace ha pubblicato il messaggio dei Vescovi per la festa dei Lavoratori del 1° maggio: ‘Il lavoro per la partecipazione e la democrazia’, prendendo spunto dal passo del vangelo dell’apostolo Giovanni (‘Il Padre mio opera sempre e anch’io opero’), che riprende i pensieri delle encicliche sociali:

“Queste parole di Cristo aiutano a vedere che con il lavoro si esprime ‘una linea particolare della somiglianza dell’uomo con Dio, Creatore e Padre’ (Laborem exercens, 26). Ognuno partecipa con il proprio lavoro alla grande opera divina del prendersi cura dell’umanità e del Creato. Lavorare quindi non è solo un ‘fare qualcosa’, ma è sempre agire ‘con’ e ‘per’ gli altri, quasi nutriti da una radice di gratuità che libera il lavoro dall’alienazione ed edifica comunità”.

Al contempo è un invito a non dimenticare la Costituzione italiana, in vista delle Settimane Sociali: “In questa stessa prospettiva, l’articolo 1 della Costituzione italiana assume una luce che merita di essere evidenziata: la ‘cosa pubblica’ è frutto del lavoro di uomini e di donne che hanno contribuito e continuano ogni giorno a costruire un Paese democratico.

E’ particolarmente significativo che le Chiese in Italia siano incamminate verso la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia (Trieste, 3-7 luglio), sul tema ‘Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro’. Senza l’esercizio di questo diritto, senza che sia assicurata la possibilità che tutti possano esercitarlo, non si può realizzare il sogno della democrazia”.

Quindi il ‘bene comune’ è la priorità del lavoro, come ha ricordato papa Francesco nell’enciclica ‘Fratelli tutti’: “Le politiche del lavoro da assumere a ogni livello della pubblica amministrazione devono tener presente che ‘non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro’. Occorre aprirsi a politiche sociali concepite non solo a vantaggio dei poveri, ma progettate insieme a loro, con dei ‘pensatori’ che permettano alla democrazia di non atrofizzarsi ma di includere davvero tutti. Investire in progettualità, in formazione e innovazione, aprendosi anche alle tecnologie che la transizione ecologica sta prospettando, significa creare condizioni di equità sociale. E’ necessario inoltre guardare agli scenari di cambiamento che l’intelligenza artificiale sta aprendo nel mondo del lavoro, in modo da guidare responsabilmente questa trasformazione ineludibile”.

Perciò prendersi cura del lavoro è un atto di carità come riconoscimento della dignità: “A ciascuno il suo è questione elementare di giustizia: a chiunque lavora spetta il riconoscimento della sua altissima dignità. Senza tale riconoscimento, non c’è democrazia economica sostanziale. Per questo, è determinante assumere responsabilmente il ‘sogno’ della partecipazione, per la crescita democratica del Paese”.

Nel messaggio i vescovi sottolineano che le Istituzioni hanno l’obbligo di assicurare un lavoro dignitoso: “Le istituzioni devono assicurare condizioni di lavoro dignitoso per tutti, affinché sia riconosciuta la dignità di ogni persona, si permetta alle famiglie di formarsi e di vivere serenamente, si creino le condizioni perché tutti i territori nazionali godano delle medesime possibilità di sviluppo, soprattutto le aree dove persistono elevati tassi di disoccupazione e di emigrazione.

Tra le condizioni di lavoro quelle che prevengono situazioni di insicurezza si rivelano ancora le più urgenti da attenzionare, dato l’elevato numero di incidenti che non accenna a diminuire. Inoltre, quando la persona perde il suo lavoro o ha bisogno di riqualificare le sue competenze, occorre attivare tutte le risorse affinché sia scongiurato ogni rischio di esclusione sociale, soprattutto di chi appartiene ai nuclei familiari economicamente più fragili, perché non dipenda esclusivamente dai pur necessari sussidi statali”.

Lavoro dignitoso significa un equo salario, come aveva scritto san Giovanni Paolo II nell’enciclica ‘Laborem exercens’, in grado di non creare divari economici: “Un lavoro dignitoso esige anche un giusto salario e un adeguato sistema previdenziale, che sono i concreti segnali di giustizia di tutto il sistema socioeconomico.

Bisogna colmare i divari economici fra le generazioni e i generi, senza dimenticare le gravi questioni del precariato e dello sfruttamento dei lavoratori immigrati. Fino a quando non saranno riconosciuti i diritti di tutti i lavoratori, non si potrà parlare di una democrazia compiuta nel nostro Paese”.

A tale realizzazione sono ‘chiamati’ imprenditori, lavoratori e sindacati: “A questo compito di giustizia sono chiamati anche gli imprenditori, che hanno la specifica responsabilità di generare occupazione e di assicurare contratti equi e condizioni di impiego sicuro e dignitoso.

I lavoratori, consapevoli dei propri doveri, si sentano corresponsabili del buon andamento dell’attività produttiva e della crescita del Paese, partecipando con tutti gli strumenti propri della democrazia ad assicurare, non solo per sé ma anche per la collettività e per le future generazioni, migliori condizioni di vita. La dimensione partecipativa è garantita anche dalle associazioni dei lavoratori, dai movimenti di solidarietà degli uomini del lavoro e con gli uomini del lavoro che, perseguendo il fine della salvaguardia dei diritti di tutti, devono contribuire all’inclusione di ciascuno, a partire dai più fragili, soprattutto nelle aziende”.

In questo percorso la Chiesa non può sentirsi esclusa, che deve promuovere azioni che sollecitino nuove prospettive di lavoro nel territorio: “Le Chiese in Italia, impegnate nel cammino sinodale, continuano nell’ascolto dei lavoratori e nel discernimento sulle questioni sociali più urgenti: ogni comunità è chiamata a manifestare vicinanza e attenzione verso le lavoratrici e i lavoratori il cui contributo al bene comune non è adeguatamente riconosciuto, come anche a tenere vivo il senso della partecipazione.

In questa prospettiva, gli Uffici diocesani di pastorale sociale e gli operatori, quali i cappellani del lavoro, promuovano e mettano a disposizione adeguati strumenti formativi. Ciascuno deve essere segno di speranza, soprattutto nei territori che rischiano di essere abbandonati e lasciati senza prospettive di lavoro in futuro, oltre che mettersi in ascolto di quei fratelli e sorelle che chiedono inclusione nella vita democratica del nostro Paese”.

Papa Francesco: la pace si costruisce nel rispetto della dignità umana

Oggi papa Francesco ha ringraziato il personale dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, che ringrazia per il servizio e cui dedica parole importanti sulla pace e sul bene comune: “Prima di tutto grazie per il lavoro fedele e paziente con cui garantite a tutti coloro che vengono in Vaticano, dall’Italia e dall’estero, e gli date la possibilità di vivere momenti di fede e di preghiera, come pellegrini, o semplicemente di svago, come turisti, in un clima sereno di ordine e di sicurezza. E’ un impegno delicato questo, che merita tanto più apprezzamento in quanto svolto quotidianamente, tutti i giorni, e le notti!, dell’anno”.

Safer Internet Day: in diminuzione l’età media del primo accesso in rete e il tempo trascorso online

Oggi in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete (Safer Internet Day), istituita e promossa dall’Unione Europea per riflettere sull’uso consapevole degli strumenti tecnologici e sul ruolo attivo che possono avere i giovani utilizzando la rete, l’ong ‘Save the Children’ sottolinea l’urgenza di creare ambienti digitali sicuri per bambine, bambini e adolescenti e di affrontare opportunità e rischi della rivoluzione in atto, evidenziando la necessità di prestare la massima attenzione ai trend di abbassamento dell’età media nell’utilizzo delle tecnologie digitali e all’aumento del tempo medio trascorso on line da parte dei più giovani, soprattutto dopo la pandemia:

Sipri: aumenta la domanda per gli armamenti

Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (Sipri) nello scorso dicembre i ricavi delle vendite di armi e servizi militari da parte delle cento maggiori aziende del settore sono nel 2022 il 3,5% in meno rispetto al 2021, a scapito della sicurezza:

Papa Francesco: la compassione è l’impronta di Dio

Ieri sera papa Francesco in piazza san Pietro ha presieduto un momento di preghiera per i migranti con i padri sinodali, incentrando la riflessione sulla parabola del ‘Buon Samaritano’, che è la parola chiave dell’enciclica ‘Fratelli tutti’, ed invocando un’azione decisa contro i criminali che speculano sui viaggi dei migranti, davanti alla scultura ‘Angels Unawares’:

Papa Francesco ai cattolici di rito siro malankarese: camminiamo nella sinodalità

Ieri papa Francesco ha incontrato Baselios Marthoma Mathews III, Catholicos dell’Oriente e Metropolita della Chiesa Ortodossa sira malankarese, in India, che discende da san Tommaso Apostolo e la sua professione di fede “fonda, nella preghiera e nello stupore, la nostra fede comune. E’ questa stessa fede che celebreremo, auspico insieme, in occasione del 1700° anniversario del primo Concilio Ecumenico, quello di Nicea; io voglio che lo celebriamo tutti insieme”.

Tienanmen: la piazza che sfidò il regime

Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 vengono uccisi centinaia di studenti e lavoratori a Pechino.  L’Esercito di Liberazione Popolare reprime con violenza le proteste dei cittadini, iniziate un mese e mezzo prima, che chiedono libertà, democrazia, riforme, salari più equi e condizioni di vita migliori. Già il 15 aprile 1989, dopo la morte di Hu Yaobang, ex capo del Partito comunista e sostenitore di riforme democratiche, circa 100.000 studenti si erano riuniti per esprimere la loro insoddisfazione verso il governo di Pechino.

Papa Francesco: la pace è integrale

Alla riunione dei capi di Stato del G7 a Tokjo, dove si sono decise sanzioni contro la Russia, che ha invaso l’Ucraina, con il possibile invio dei F16 all’esercito ucraino, papa Francesco ha inviato al vescovo di Hiroshima, mons. Alexis Mitsuru Shirahama, un messaggio, pregando che sia un summit ‘fruttuoso’:

Per non dimenticare Marcinelle

Anche ieri, come ogni anno, ha risuonato 262 volte la campana al Bois du Cazier di Marcinelle, nel bacino carbonifero di Charleroi, durante la commemorazione del 66° anniversario della tragedia dell’8 agosto 1956: un incendio sviluppatosi in una galleria della miniera, a quasi mille metri di profondità, costò la vita a 262 minatori, 136 dei quali italiani. I nomi dei lavoratori, in gran parte immigrati in Belgio da vari Paesi dell’Europa post bellica, sono scanditi, uno per uno.

Ridolfi, presidente di Link2007: il negoziato costruisce la pace

“C’è voluta una guerra mondiale aggressiva, con un disegno egemonico sul mondo basato sulla forza e l’oppressione, per far nascere l’Organizzazione delle Nazioni Unite al fine di promuovere pace e collaborazione fra i popoli. Ci sono volute due grandi guerre tra Stati europei per ispirare leader visionari a fare dell’Europa una regione di pace e stabilità. Dopo 30 anni dalla fine della guerra fredda, l’inaccettabile aggressione della Russia all’Ucraina e l’inimmaginabile guerra sul suolo europeo con le sue imprevedibili conseguenze impongono ora la ridefinizione di un nuovo ordine mondiale condiviso, che pur rispecchiando i pesi e gli equilibri internazionali, ponga al centro il rispetto della dignità e sovranità di ogni Stato, la priorità dei diritti e della giustizia a garanzia della democrazia nei rapporti globali, la solidarietà e la cooperazione internazionale, il rafforzamento delle istituzioni multilaterali. In questa sfida è centrale l’apporto qualificante dell’esperienza unica e positiva dell’Ue. Ciò comporta la presa di coscienza della necessità di vivificare il cammino di integrazione europea e di accelerarlo superando le sue troppe lentezze e indecisioni”.

151.11.48.50