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Papa Francesco: la giustizia è una virtù cardinale importante

Al termine dell’udienza generale di oggi in piazza san Pietro papa Francesco ha rivolto di nuovo un appello per la pace in Terra Santa ed in Ucraina, ricordando la popolazione civile stremata ormai dalle tensioni ed i giovani volontari uccisi nei giorni scorsi, mentre fornivano il cibo con la richiesta di ‘cessare il fuoco’:

“Purtroppo continuano a giungere tristi notizie dal Medio Oriente. Torno a rinnovare la mia ferma richiesta di un immediato cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza. Esprimo il mio profondo rammarico per i volontari uccisi mentre erano impegnati nella distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. Prego per loro e le loro famiglie.

Rinnovo l’appello a che sia permesso a quella popolazione civile, stremata e sofferente, l’accesso agli aiuti umanitari e siano subito rilasciati gli ostaggi. Si eviti ogni irresponsabile tentativo di allargare il conflitto nella regione e ci si adoperi affinché al più presto possano cessare questa e altre guerre che continuano a portare morte e sofferenza in tante parti del mondo. Preghiamo e operiamo senza stancarci perché tacciano le armi e torni a regnare la pace”.

Poi ha ricordato anche i tanti morti nella guerra in Ucraina: “E non dimentichiamo la martoriata Ucraina, tanti morti! Ho nelle mani un rosario e un libro del Nuovo Testamento lasciato da un soldato morto nella guerra. Questo ragazzo si chiamava Oleksandr, Alessandro, 23 anni. Alessandro leggeva il Nuovo Testamento e i Salmi e aveva sottolineato, nel Libro dei Salmi, il salmo 129: ‘Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce’.

Questo ragazzo di 23 anni è morto ad Avdiïvka, nella guerra. Ha lasciato davanti una vita. E questo è il suo rosario e il suo Nuovo Testamento, che lui leggeva e pregava. Io vorrei fare in questo momento un po’ di silenzio, tutti, pensando a questo ragazzo e a tanti altri come lui, morti in questa pazzia della guerra. La guerra distrugge sempre! Pensiamo a loro e preghiamo”.

Mentre, precedentemente continuando la catechesi sulla virtù, papa Francesco ha incentrato la riflessione sulla seconda virtù cardinale, la giustizia: “E’ la virtù sociale per eccellenza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica la definisce così: ‘La virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto’. Questa è la giustizia. Spesso, quando si nomina la giustizia, si cita anche il motto che la rappresenta: ‘unicuique suum’ cioè ‘a ciascuno il suo’. E’ la virtù del diritto, che cerca di regolare con equità i rapporti tra le persone”.

Ed ha spiegato il motivo per cui è rappresentata dalla bilancia: “E’ rappresentata allegoricamente dalla bilancia, perché si propone di ‘pareggiare i conti’ tra gli uomini, soprattutto quando rischiano di essere falsati da qualche squilibrio. Il suo fine è che in una società ognuno sia trattato secondo la sua dignità. Ma già gli antichi maestri insegnavano che per questo sono necessari anche altri atteggiamenti virtuosi, come la benevolenza, il rispetto, la gratitudine, l’affabilità, l’onestà: virtù che concorrono alla buona convivenza delle persone. La giustizia è una virtù per una buona convivenza delle persone”.

Inoltre ha sottolineato che la giustizia agisce nella quotidianità, come è narrato anche nel Vangelo: “Ma giustizia è una virtù che agisce tanto nel grande, quanto nel piccolo: non riguarda solo le aule dei tribunali, ma anche l’etica che contraddistingue la nostra vita quotidiana… Le mezze verità, i discorsi sottili che vogliono raggirare il prossimo, le reticenze che occultano i reali propositi, non sono atteggiamenti consoni alla giustizia. L’uomo giusto è retto, semplice e schietto, non indossa maschere, si presenta per quello che è, ha un parlare vero”.

Quindi ha elencato alcune caratteristiche del giusto: “L’uomo giusto ha venerazione per le leggi e le rispetta, sapendo che esse costituiscono una barriera che protegge gli inermi dalla tracotanza dei potenti. L’uomo giusto non bada solo al proprio benessere individuale, ma vuole il bene dell’intera società.

Dunque non cede alla tentazione di pensare solo a sé stesso e di curare i propri affari, per quanto legittimi, come se fossero l’unica cosa che esiste al mondo. La virtù della giustizia rende evidente (e mette nel cuore l’esigenza) che non ci può essere un vero bene per me se non c’è anche il bene di tutti”.

Inoltre il giusto adempie ad alcune azioni per il bene comune: “Aborrisce le raccomandazioni e non commercia favori. Ama la responsabilità ed è esemplare nel vivere e promuovere la legalità. Essa, infatti, è la via della giustizia, l’antidoto alla corruzione: quanto è importante educare le persone, in particolare i giovani, alla cultura della legalità! E’ la via per prevenire il cancro della corruzione e per debellare la criminalità, togliendole il terreno sotto i piedi.

Ancora, il giusto rifugge comportamenti nocivi come la calunnia, la falsa testimonianza, la frode, l’usura, il dileggio, la disonestà. Il giusto mantiene la parola data, restituisce quanto ha preso in prestito, riconosce il corretto salario a tutti gli operai (un uomo che non riconosce il giusto salario agli operai, non è giusto, è ingiusto) si guarda bene dal pronunciare giudizi temerari nei confronti del prossimo, difende la fama e il buon nome altrui”.

Infine i giusti sognano: “I giusti non sono moralisti che vestono i panni del censore, ma persone rette che ‘hanno fame e sete della giustizia’, sognatori che custodiscono in cuore il desiderio di una fratellanza universale. E di questo sogno, specialmente oggi, abbiamo tutti un grande bisogno. Abbiamo bisogno di essere uomini e donne giusti, e questo ci farà felici”.

(Foto: Santa Sede)

6^  Domenica Tempo Ordinario: la compassione e tenerezza del cuore di Cristo Gesù

Oggi di scena nel brano del Vangelo la guarigione miracolosa di un lebbroso: una persona disperata, che aveva perduto tutto: lavoro, famiglia, amici, dignità, tale era considerato un ammalato di lebbra. Un uomo rifiutato da Dio e dalla società, costretto dalla legge a vivere ai margini della società con il divieto di avvicinare o di essere avvicinato d’alcuno. Nell’Antico Testamento la labbra era sinonimo di peccato; il lebbroso era considerato un vero appestato; Mosè ne aveva descritto l’impurità e, come tale, doveva essere allontanato e segregato dalla casa e dal popolo.

Nei messaggi di papa Francesco un cammino per l’umanità

Anche se papa Francesco non è potuto andare a Dubai per motivi di salute, in questi giorni ha ricevuto delegazioni od inviato messaggi, come quello al patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, in occasione della festa di sant’Andrea, celebratasi ieri, nel quale ha ricordato  l’incontro a Gerusalemme, tra papa Paolo VI e il patriarca ecumenico Atenagora nel gennaio 1964:

XXX Domenica Tempo Ordinario: amare Dio e i fratelli

Gesù nel Vangelo focalizza quale deve essere il nostro rapporto con Dio e i fratelli; l’episodio si inserisce nella risposta di Gesù ai farisei, che si erano radunati per mettere alla prova Gesù e coglierlo in fragranza. Chiesero: Maestro, qual è il grande comandamento della legge? 

45 anni dall’entrata in vigore della legge 194/1978: 45 anni di non ‘tutela sociale della maternità’

Oggi, 22 maggio, ricorrono 45 anni dall’entrata in vigore della legge 194/1978, che continuiamo a giudicare gravemente iniqua a partire dal piano culturale e antropologico. Comunque, in questa ricorrenza speriamo che in molti almeno riconoscano come sia certamente ingiusto che per decenni e decenni sia rimasta inattuata la prima parte di quella stessa legge, intitolata alla ‘tutela sociale della maternità’.

VI Domenica del Tempo Ordinario: beato chi cammina nella legge del Signore

Il brano del Vangelo ci inserisce nel discorso della Montagna e riguarda il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento. Gesù non è venuto per abolire la vecchia legge e sostituirla con una nuova; Egli è venuto per dare compimento alla Legge. Gesù ribadisce il valore dell’Antico Testamento, del quale neppure una iota (un piccolo segno) andrà perduto; l’Antico testamento ha un valore preparatorio al Nuovo, all’avvento di Cristo Gesù, che redime il mondo ed annuncia e costituisce il Regno di Dio.

XXX Domenica del Tempo Ordinario: il fariseo ed il pubblicano al Tempio

Protagonisti della parabola sono un fariseo e un pubblicano in preghiera al tempio: due categorie di persone molto in voga ai tempi di Gesù, ma che si riscontrano · purtroppo ancora oggi sotto denominazioni diverse.

Domenica XXVIII del Tempo Ordinario: Gesù guarisci dieci lebbrosi

La gratitudine è umiltà ed evidenzia la sensibilità del cuore. Ai tempi di Gesù la lebbra era considerata ua malattia drammatica; il lebbroso veniva relegato ai margini della società, non poteva avvicinare nessuno né essere avvicinato.

V domenica di Quaresima. La nuova legge: misericordia e perdono

Dalla parabola del Figlio prodigo alla concretezza della misericordia e perdono; il Vangelo ci presenta oggi un fatto concreto: una donna colta in flagrante adulterio viene trascinata davanti a Gesù. Sono sempre gli scribi e i farisei desiderosi di cogliere in fallo Gesù per poterlo accusare alla legittima autorità: ‘Signore, dicono, abbiamo colto questa donna in flagrante adulterio; Mosè nella Legge ci ordina di lapidarla. Tu cosa dici?’   

Gesù aveva parlato sempre di misericordia e perdono: Dio è il Dio della misericordia; è il Padre che abbraccia e perdona il figliolo prodigo ed invita il figlio maggiore a fare la stessa cosa. Gesù ora è chiamato a dare una risposta: dire ‘sì’ oppure ‘no’; è anche un tranello preparato contro Gesù perché se, agendo conforme alla legge di Mosè, avesse detto: ‘lapidatela’, poteva benissimo essere accusato all’autorità di Roma come sobillatore: in Palestina una esecuzione capitale doveva essere convalidata sempre dal governatore romano; se avesse detto: ‘non lapidatela, perdonatela’, allora dichiaratamente andava contro la legge di Mosè e doveva penalmente risponderne davanti al Sinedrio. 

Scribi e farisei attendono una risposta da Gesù, ma Egli scrive a terra con il dito, mentre la donna tremante è a terra; gli interlocutori insistono e Gesù allora, conforme alla legge, dà la sua risposta: ‘Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra’.

Gesù invita i suoi interlocutori  ad un esame di coscienza: i santi di Dio, gli amici veri del Signore è giusto che osservino la legge: chi è santo, vero amico di Dio, è giusto che, in nome di Dio, scagli la pietra! 

Quelli (scribi e farisei) buttano via la pietra, ed uno ad uno vanno via tutti. Rimane solo Gesù e la donna sempre in mezzo alla strada.  Dio ama il suo popolo e non vuole la morte del peccatore ma che si converta a viva.

Per questo ha liberato il popolo ebreo dalla schiavitù dell’Egitto e lo ha trasferito prima nel deserto, nutrendolo con la manna, poi nella Terra Promessa dando una legge: ‘Ascolta Israele, amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore … amerai il prossimo tuo come te stesso’.

Amare è perdono; il dono più bello:  dimenticare tutto, se sei veramente pentito; l’apostolo Paolo ci ricorda che il sommo bene per l’uomo è salvare l’anima, avvicinarsi a Dio con l’amore. Gesù mostra il suo amore attraverso la sua passione, morte in croce e risurrezione. Gesù, infatti, è venuto ad instaurare la nuova Alleanza basata sulla misericordia e il perdono: a Gesù preme solo la salvezza dell’uomo.

In croce al buon ladrone dirà: ‘Oggi sarai con me in paradiso’. Gli scribi e i farisei buttano via la pietra e vanno via, Gesù alza gli occhi, vede la donna rimasta sola e tremante e le dice: ‘Dove sono? Nessuno ti ha condannata? Vai e d’ora in poi non peccare più’. Così trionfa la misericordia e il perdono.

L’episodio oggi è un monito anche per noi: siamo in quaresima, tempo di conversione; è il momento di seppellire l’uomo vecchio per rinascere a vita nuova. Per vivere bene è necessario rinascere, rinnovarsi ogni giorno: più profondo e vasto è il rinnovamento, più alta è la vitalità. ‘Navigare necesse est!’ bisogna migliorarsi ogni giorno, contrastare il passo alla vecchiaia rimanendo  sempre  giovani e pieni di vita. 

Gesù fa appello alla coscienza;  è pronto sempre a perdonare e ci offre una via nuova per andare avanti. Il perdono mentre ci riconcilia con Dio, ci dona la pace interiore e una spinta sempre avanti. La pagina del Vangelo colpisce, come ben vedi, le nostre abitudini: siamo purtroppo facili a vedere il male degli altri, mentre riflettiamo poco sulla nostra vita.

Siamo vicino alla  Pasqua: Gesù non è venuto  per condannare ma per redimere; dobbiamo solo sforzarci di correre per conquistare il premio: dimentichi del passato e protesi verso il futuro; questa è l’unica via:  si chiama: misericordia e perdono. La Madonna delle grazie ci aiuti a testimoniare a tutti l’amore misericordioso di Dio; imploriamo la Santissima Madre di Gesù e nostra: ‘Rivolgi a noi, madre, gli occhi tuoi misericordiosi’.

Papa Francesco spiega i motivi di san Paolo contro l’ipocrisia

“Saluto altresì i fedeli di Montegallo, che il 24 agosto di 5 anni fa sono stati colpiti dal terremoto. Cari fratelli e sorelle, la vostra presenza mi offre l’occasione per volgere il mio pensiero alle vittime e alle comunità dell’Italia centrale, tra cui Accumoli e Amatrice, che hanno subito le dure conseguenze di quell’evento sismico. Con il concreto aiuto delle Istituzioni, è necessario dare prova di ‘rinascita’ senza lasciarsi abbattere dalla sfiducia. Esorto tutti ad andare avanti con speranza. Coraggio!”

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