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Il Cairo, inaugurazione della Casa ‘Oasi della Pietà’

Come più volte annunciato lunedì 6 maggio è stata inaugurata la Casa di Accoglienza ‘Oasi della Pietà’, edificata a Il Cairo, nella Nuova Capitale Amministrativa dell’Egitto, Seconda Area Residenziale. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza di mons. Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Sua Santità papa Francesco, presidente dell’associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ e della Fondazione della Fratellanza Umana, mediante cui egli ha concretizzato il progetto ‘Oasi della Pietà’, e alla  presenza di Sua  Altezza lo Sceicco Abdullah Bin Zayed Al Nahyan, il quale ha partecipato in rappresentanza di Sua Eccellenza il Ministro Noura Al Kaabi, Ministro del Ministero degli Affari Esteri,  il quale  ha tagliato il nastro nella Sala ‘Figli di Zayed’.

La Sala è stata denominata ‘Figli di Zayed’ in segno di gratitudine, apprezzamento e ringraziamento per Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, che ha sostenuto la costruzione  della Casa di Accoglienza, i cui lavori sono iniziati  dopo la firma del Documento sulla ‘Fratellanza Umana’. Il giornalista Biagio Maimone, Direttore dell’Ufficio Stampa dell’Associazione ‘Bambino Gesù’ del Cairo, ha curato la comunicazione dell’iniziativa interfacciandosi dall’Italia con l’organizzazione egiziana.

Sua Santità papa Francesco ha fatto pervenire una pergamena nella quale è riportata la benedizione apostolica all’Orfanotrofio in lingua italiana e in lingua inglese, insieme ad un video mediante il quale ha dichiarato: “Sono molto felice oggi di condividere con voi la gioia di inaugurare questo progetto ‘Oasi della Pietà’, nome bello, che è uno dei primi buoni frutti del Documento sulla ‘Fratellanza Umana’, un’iniziativa che interpreta e raffigura in maniera concreta i valori del Documento, un posto ove tante bambine e tanti bambini troveranno casa, famiglia, assistenza, futuro, formazione e, soprattutto, l’abbraccio di una famiglia. Grazie tante per il vostro lavoro, grazie tante per la vostra gioia. Il Signore Dio ci benedica e pregate per me”.

Il messaggio di Sua Santità Papa Francesco attesta l’importanza della realizzazione del progetto in quanto esso è uno dei  frutti generati dal Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, voluto da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb , sottoscritto da entrambi il 4 febbraio 2019, nella città di Abu Dhabi. ll Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’ rappresenta la pietra angolare del dialogo interreligioso proprio in quanto si pone come finalità primaria  la fratellanza umana, da instaurare, innanzitutto, nella relazione con le altre fedi, per poi essere, conseguentemente, diffusa in ogni territorio del mondo.

Non secondari sono ritenuti dal medesimo Documento il valore e  l’importanza della fede e della responsabilità, nonché la condanna della violenza perpetrata in nome di Dio. All’inaugurazione della Casa di Accoglienza, che si qualifica come opera altamente umanitaria, hanno partecipato i membri dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ e della Fondazione della Fratellanza Umana e ospiti provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Italia, dalla Giordania, dall’Iraq e dagli Stati Uniti.

L’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ e la Fondazione della Fratellanza Umana sono due realtà che lavorano per convertire il principio della fratellanza in azioni di solidarietà, in adesione  ai contenuti del Documento sulla  ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’. La Casa ‘Oasi della Pietà’, che rientra tra i  progetti più tenacemente perseguiti dal suo ideatore Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, ospiterà bambini abbandonati, ai quali offrirà la possibilità di crescere in un ambiente familiare, in grado di donare loro serenità ed affetto, nonché un futuro sereno e dignitoso.

La denominazione ‘Oasi della Pietà’, attribuita alla Casa di Accoglienza,  rappresenta un segno di riconoscenza per il ricevimento del dono di una copia fedele della statua della Pietà di Michelangelo, che Sua Santità Papa Francesco ha voluto offrire all’Associazione , che  ricorda  anche la sua  visita in Egitto del  2017, nonché  l’ apprezzamento del ruolo storico dell’Egitto come  fautore  delle  creazione di oasi di convivenza, di pace, di fratellanza e di dialogo tra le religioni.

Tra i progetti finora realizzati si collocano il Ristorante ‘Fratello’,  inaugurato a Il Cairo il 9 gennaio 2024, già operativo, che offre pasti, ogni giorno,  a 5000 famiglie egiziane in difficoltà, e i ‘Veicoli Sanitari’ che effettuano  visite mediche in ogni angolo del territorio dell’Egitto per le persone disagiate.

Entro la fine dell’anno si avvieranno i lavori per la costruzione dell’Ospedale ‘Bambino Gesù del Cairo’,  il primo ‘Ospedale del Papa’ fuori dall’Italia, che usufruirà delle competenze scientifiche e del personale medico dell’Ospedale ‘Bambino Gesù’ di Roma, con il quale è stato siglato un accordo di collaborazione.

Erano presenti numerosi diplomatici, tra cui, in rappresentanza dell’Egitto, Sua Eccellenza Nabila Makram, ex Ministro dell’Immigrazione e Capo della Fondazione Fahim per il sostegno psicologico, lo Stato Maggiore con Sua Eccellenza Generale Khaled Labib, Vice Ministro della Difesa, in rappresentanza del Ministro della Difesa, Sua Eccellenza il Maggiore Generale Ahmed Fahmy, Direttore Generale della Società della Capitale Amministrativa per lo Sviluppo Urbano, in rappresentanza di Sua Eccellenza l’Ingegnere Khaled Abbas, Presidente della Nuova Società della Capitale Amministrativa, Sua Eccellenza l’Ambasciatore Omar Selim, Assistente del Ministro degli Affari Esteri per le Relazioni Culturali Internazionali, in rappresentanza del  Ministro degli Affari Esteri, Monsignor Clement, in rappresentanza di Sua Santità Papa Tawadros II, Patriarca della Chiesa Copta Ortodossa di Alessandria, Sua Eminenza Sheikh Dr. Mazhar Shaheen, il Dottor Magdy Ishaq, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Magdy Yacoub, e Sua Eccellenza il Consigliere Hani Ramzy, Presidente della Fondazione Pastore d’Egitto.

In rappresentanza degli Emirati Arabi  erano presenti Sua Eccellenza Ambasciatrice Maryam Al Kaabi, Ambasciatrice degli Emirati Arabi Uniti in Egitto, il Signor Hamad Al Kaabi, Redattore Capo del Quotidiano Al-Ittihad,  il Signor Capitano Hamad Yousef Khater, Capo del Dipartimento Progetti Speciali presso il Ministero degli Interni degli Emirati Arabi Uniti , Ufficio di Sua Altezza lo Sceicco Saif bin Zayed Al Nahyan, Vice Primo Ministro e Ministro dell’Interno degli Emirati Arabi Uniti.

Erano presenti anche Sua Eccellenza  Alejandro Iván Mendoza Gantz, Ambasciatore del Perù in Egitto,  Sua Eccellenza  Jorge Y. Borisenko, Ambasciatore della Bielorussia in Egitto, Sua Eccellenza Mariela Laroccia, Vice Ambasciatrice e Incaricata d’Affari dell’Ambasciata a nome di Sua Eccellenza l’Ambasciatore, Sua Eccellenza l’Ambasciatore Michele Quaroni, Ambasciatore d’Italia in Egitto, e numerose personalità pubbliche, imprenditori, soci della Fondazione e ospiti provenienti dagli Emirati Arabi, dall’Italia, dalla Giordania, dall’ Iraq e dagli Stati Uniti.

E’ di estremo rilievo far presente che Sua Eccellenza il Ministro Noura Al Kaabi e Monsignor Yoannis Lahzi  Gaid hanno piantato insieme un ulivo all’ingresso della Casa “Oasi della Pietà”  per confermare che esso è un progetto che nasce come  segno di amicizia tra i figli di Zayed e il popolo della terra del Kenya , nonché  simbolo di pace, prosperità e fratellanza umana.

La celebrazione è iniziata con una visita alla Casa ‘Oasi della Pietà’. Gli ospiti sono stati introdotti nel Museo della Fraternità Umana, dove sono conservati una copia originale, firmata da Sua Santità il Papa e da  Sua Eminenza l’Imam, del Documento sulla ‘Fratellanza  Umana’ e alcuni rari  reperti.

Vi è stata successivamente la visita agli appartamenti dei bambini, alla sala VIP, alle stanze degli ospiti e alla Statua della Pietà. Gli ospiti, visitando la Casa di Accoglienza ‘Oasi della Pietà’, hanno potuto constatare personalmente le opportunità che offre ai suoi giovani residenti. Essa è costituita da quattro piani, di cui il quarto è in fase di ultimazione.

Al momento, secondo le disposizioni del Ministero della Solidarietà, sarà possibile ospitare un numero di bambini limitato (dai 6 ai 12 bambini). Vi sarà, tuttavia, un progressivo aumento del numero di bambini a cui offrire ospitalità. Il 97% della struttura è terminata, manca soltanto la cupola per ultimare la Cappella del Beato Carlo Acutis. Un donatore ha offerto un mosaico, che verrà inserito nella Cappella, che  raffigura i 12 apostoli dell’ultima cena di Gesù, con Maria e San Giovanni Battista, come prevede il rito copto.

Vi sarà, inoltre, la ‘Cucina – Scuola Francesco Mazzei’, che opererà all’interno della Casa di Accoglienza, finalizzata a trasformare la cucina dell’Oasi della Pietà in una ‘Scuola Cucina’ per garantire un futuro professionale agli ospiti della Casa di Accoglienza. La cerimonia ha previsto anche il discorso di Sua Eccellenza l’Ambasciatore Nicholas Henry, Ambasciatore della Santa Sede (Vaticano) in Egitto e della Lega degli Stati Arabi e il discorso di Monsignor  Yoannis Lahzi Gaid, il quale ha concluso ringraziando i ministri e alcune personalità che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.

Sua Eccellenza il Ministro Noura Al Kaabi ha espresso il suo entusiasmo per la partecipazione e la sua ammirazione per il progetto. Ha sottolineato il rapporto storico tra gli Emirati Arabi Uniti e il popolo egiziano. Ha menzionato nel suo discorso la volontà dello sceicco Zayed, espressa  ai suoi figli di amare l’Egitto  con le seguenti parole: “Ho detto ai miei figli di essere sempre accanto all’Egitto. La mia volontà  è  che siano sempre accanto all’Egitto, in quanto ciò costituisce un motivo di orgoglio per gli arabi. Per gli arabi l’Egitto è il cuore e, se il cuore si ferma, non vi sarà vita per gli arabi”.

Monsignor Jade ha espresso il suo profondo ringraziamento ai partecipanti, alle loro Altezze gli Sceicchi degli Emirati e al popolo degli Emirati per il loro generoso sostegno al progetto ‘Oasi della Pietà’, nato nella terra di Zayed Al Khair per incarnare i principi del Documento firmato a Abu Dhabi. Ha, inoltre, ringraziato Sua Eccellenza il Presidente Abdel Fattah El-Sisi per il suo grande sostegno alla Fondazione Human Fraternity e per le sue iniziative di beneficenza rivolte a tutte le fasce  del popolo egiziano. Monsignor Yoannis Lahzi Gaid  ha ringraziato le Forze Armate e la Nuova Capitale Amministrativa per il generoso sostegno offerto  al progetto ‘Oasi della Pietà’.

(Foto: Bambin Gesù Il Cairo)

A Macerata avviato il progetto di co-housing per giovani

Si chiama ‘Casa di Bethlem’ e ha come finalità quella di garantire un servizio di prima accoglienza a chi è in condizioni di bisogno, progetto promosso nella diocesi di Macerata, situata nel centro storico della città, che offre, con oltre 50 posti a disposizione, ospitalità nonché uno spazio ambulatoriale tramite lo ‘Sportello salute’ per i senza dimora, gestito dai medici volontari dell’Amci, come ha evidenziato mons. Nazzareno Marconi: “Si tratta di un’iniziativa messa in atto dalla Chiesa nell’ambito assistenziale e caritativo per supportare gli ultimi. Una mano tesa, un primo ascolto, la prima porta aperta che queste persone troveranno a Macerata”.

Ed in questa struttura è iniziato il progetto ‘C’è un piano per te’, che ha una durata di dieci mesi fino al prossimo luglio, come racconta Sara Carloni, referente del Progetto Policoro della diocesi di Macerata: “Il progetto si attua presso la struttura di Prima Accoglienza ‘Casa di Bethlem’, a Macerata. La struttura è una ‘Casa per chi non ha casa’, un ambiente pronto ad accogliere quanti sono nel bisogno, sofferenti e smarriti, che sperimentano la precarietà di chi ha perso tutto. Dopo pochi mesi dall’apertura ha accolto 50 persone con esperienze di breve e lungo periodo e di varie nazionalità. E’ una struttura per accogliere le storie dei poveri, un luogo di incontro tra le persone che vivono il dramma di non sapere dove passare la notte, dando loro un caldo ristoro, e tra tanti di noi che vivono la solitudine, trovando una famiglia accogliente”.

Cosa è ‘C’è un piano per te’?

“Nel 2022 la Caritas di Macerata ha rilevato sul territorio diocesano una severa crisi abitativa. Soprattutto i soggetti più deboli, nel cercare casa, faticano a dare garanzie alle agenzie immobiliari; oltre a ciò, anche gli enti pubblici territoriali hanno osservato un notevole incremento di persone con problemi di alloggio. Pertanto la Diocesi ha individuato un edificio da adibire alla pronta accoglienza: Palazzo Squarcia, in via Gioberti n° 6, nel centro di Macerata. L’edificio ha 40 posti letto e, grazie ad operatori Caritas e volontari, garantisce agli ospiti un servizio di accoglienza adeguato.

‘Casa di Bethlem’, questo è il nome della struttura, si sostiene grazie alla diocesi ed a progetti specifici, ma si basa anche e soprattutto sul contributo volontario e sul sostegno degli abitanti e delle realtà commerciali e produttive del territorio. Ad aprile 2023 dunque è stata inaugurata la Casa, per dare prima accoglienza a persone senza fissa dimora o emarginate. L’ultimo piano è stato dedicato agli universitari di Macerata; anche essi infatti vivono sempre più difficoltà abitative che, in extremis, li costringono a scegliere tra la casa o il cibo, o a dover abbandonare gli studi”.

Per quale motivo è stato avviato tale progetto?

“Dalla collaborazione tra Caritas e Pastorale Giovanile e con il supporto del Progetto Policoro, è nato ‘C’è Un Piano Per Te’. Questo progetto propone agli studenti un’esperienza di co-housing per ‘fare casa’, condividere lo studio, servire i più bisognosi, mettersi in gioco e conoscere da vicino la Caritas. Vivere una tale esperienza vuol dire promuovere l’internazionalità, l’interculturalità e la condivisione di bisogni e desideri. C’è posto per 3 giovani, italiani e stranieri, con un livello di italiano minimo A2. I partecipanti sono supervisionati e accompagnati, come singoli e in gruppo, da un’equipe in cui vi sono la responsabile della casa, un tutor Caritas ed un coordinatore di pastorale giovanile. Ai partecipanti è inoltre chiesto di partecipare alla vita della Casa, rispettandone le regole e condividendo con gli ospiti accolti i pasti e i momenti comuni. In base al tempo e alle competenze di ogni studente, si progetta un percorso personale di 10-15 ore di volontariato settimanali in struttura. Nel programmare, svolgere e valutare questo servizio, i partecipanti sono quotidianamente affiancati dagli operatori della Casa stessa”.

Come funziona il progetto?

“Dall’inizio dell’esperienza e per tutta la sua durata i ragazzi possono formarsi sul servizio che svolgono, condividerne con un tutor specifico l’andamento, programmarne le attività e anche valorizzare le competenze acquisite grazie ad un attestato finale. Il progetto ha durata pari a dieci mesi e dopo i primi tre mesi si prevede una verifica condivisa tra l’equipe di progetto e ogni giovane, per confermare o meno il proseguimento. Vista la natura del progetto, è richiesta un’elevata motivazione a prendervi parte e la disponibilità a viverne i valori”.

(Foto: Diocesi di Macerata)

A Roma sempre più famiglie sovraindebitate

“Pubblicità che promettono prestiti facili in poche ore, carte di credito e forme sempre più sofisticate di rateizzazione degli acquisti, una cultura dei consumi che non ha alla base i bisogni reali delle persone e una crisi economica che penalizza i ceti medi aprendo le porte della povertà ad un numero crescente di famiglie. La crescita esponenziale di persone sovraindebitate, che sicuramente ha nella congiuntura economica la causa principale (basti pensare alla pandemia e alla crisi inflazionistica scaturita dal conflitto in Ucraina per i rincari delle risorse energetiche) non può però prescindere da un’analisi sugli stili di vita delle famiglie, in modo particolare di quelle che frequentano le nostre comunità.

Padre Arice: ‘curare il malato, curando le relazioni’, come san Giuseppe Benedetto Cottolengo

“Fin dal principio, Dio, che è amore, ha creato l’essere umano per la comunione, inscrivendo nel suo essere la dimensione delle relazioni. Così, la nostra vita, plasmata a immagine della Trinità, è chiamata a realizzare pienamente sé stessa nel dinamismo delle relazioni, dell’amicizia e dell’amore vicendevole. Siamo creati per stare insieme, non da soli. E proprio perché questo progetto di comunione è inscritto così a fondo nel cuore umano, l’esperienza dell’abbandono e della solitudine ci spaventa e ci risulta dolorosa e perfino disumana. Lo diventa ancora di più nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria”.

L’Azione Cattolica Ragazzi: la gioia di essere cristiani di bambini e bambine

“Vogliamo testimoniare la bellezza dell’Acr per farla conoscere ai nostri coetanei. Non è una missione di poco conto, ma al contrario, una vera missione da supereroi! Sappiamo che lo strumento migliore è sicuramente essere testimoni di ciò che viviamo grazie all’associazione. Una comunità gentile, accogliente, inclusiva, attenta al prossimo, che si mette in ascolto e che non volta mai le spalle agli altri. Pensiamo che tutti meritano di provare a vivere questa esperienza associativa perché è bello stare insieme, perché insieme ci si aiuta e perché è un luogo dove ci sentiamo accolti”.

Lo hanno scritto nella Agenda dei ragazzi acierrini, in occasione di ‘SuPer – Piccoli capaci di grandi cose con Te’, incontro nazionale svoltosi lo scorso ottobre a Silvi Marina, in più di 900, accompagnati dai  loro educatori Acr, fratelli e sorelle maggiori di Azione cattolica, come sempre pronti nell’aiutarli a esprime e a condividere i loro desideri, sogni e progetti di ragazze e ragazzi under 14 con uno stile attento e dialogante, unica via per rendere concreto e possibile il protagonismo dei piccoli.

Ad aiutare la riflessione degli acierrini, alcune figure di rilievo che hanno condiviso la loro esperienza nell’ambito dei temi affrontati nel corso dell’Incontro: Damiano Tommasi, sindaco di Verona, Eugenia Carfora, dirigente scolastica dell’istituto superiore ‘Francesco Morano’ a Caivano, Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di Azione Cattolica, e Cosetta Zanotti, scrittrice e poetessa, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

In occasione del tesseramento dell’associazione nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione Annamaria Bongio, responsabile nazionale dell’ACR, e Maurizio Tibaldi, vice responsabile nazionale dell’Acr, hanno raccontato la gioia di essere cristiani dei ‘piccoli’ partecipanti: “A dieci anni dall’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’ l’Acr sente ancora più forte la necessità di percorrere i passi del discepolo-missionario, che in virtù del ‘superpotere’ ricevuto con il battesimo diventa ‘un soggetto attivo di evangelizzazione’, impegnato ad annunciare ai fratelli e alle sorelle l’amore di Dio”.

Perché bambini e bambine sono super?

“Tutti i bambini sono soggetti attivi di evangelizzazione. Partiamo da questa convinzione per ricordare che i bambini in virtù del ‘superpotere’ ricevuto con il battesimo diventano anche loro a pieno titolo discepoli missionari impegnati quindi ad annunciare ai fratelli e alle sorelle l’amore di Dio. Erano quasi 900 i partecipanti provenienti da tutta Italia che hanno scelto di dedicare alcuni giorni a ‘riscoprire’ questi superpoteri e metterli in condivisione. I bambini e le bambine sono ‘SuPer’ perché capaci, a loro misura, di assumersi le proprie responsabilità e prendersi cura delle proprie comunità rendendole più gentili, inclusive e accoglienti per tutti”.

Come aiutarli a scoprire i ‘superpoteri?

“I ragazzi nel loro cammino di crescita scoprono i doni che il Signore fa loro attraverso le esperienze che la vita gli pone e la presenza dei fratelli. L’Acr fin dalla sua nascita, 54 anni fa, cura questo accompagnamento e questa crescita proprio nella dimensione esperienziale promuovendo, valorizzando e custodendo il protagonismo dei ragazzi aiutandoli a comprendere i talenti/superpoteri che ciascuno ha. E’ un accompagnamento che è fatto innanzitutto di ascolto attento e paziente delle loro domande di vita, delle attese e delle speranze che abitano il loro cuore. Ed è un cammino di crescita che aiuta ciascun bambino e ragazzo a rielaborare quelle domande e a comprendere qual è quella promessa di bene che Dio consegna alla loro vita”.

In quale modo possono essere un ‘soggetto attivo di evangelizzazione’?

“Fin dal 1969, anno della sua nascita, l’Azione Cattolica dei Ragazzi, riconosce e traduce nel protagonismo dei piccoli la dimensione missionaria propria di ciascun battezzato. Richiamare con forza la loro dignità di persone e di cristiani, il dono che sono per le comunità che abitano non è solo un servizio che si rende ai ragazzi stessi ma all’intera Chiesa. I bambini e i ragazzi , corresponsabili attivi dell’impegno associativo, sono capaci (come ci ricordava Vittorio Bachelet)  di riconoscere e vivere impegni concreti proprio a partire dall’ordinarietà della loro quotidianità perché partecipi a pieno titolo e a loro misura della missione apostolica della Chiesa”.

Come l’ACR può far vivere a loro bene la gioia del Vangelo?

“Continuando a mettere al centro le domande di vita, i sogni, le attese, la realtà quotidiana dei bambini e dei ragazzi, aiutandoli a leggere e interpretare tutto questo alla luce della Parola di Dio. L’esperienza dell’Acr aiuta i bambini e ragazzi a comprendere che loro sono già, qui e ora, il frutto più bello di questa buona notizia che Dio continua a raccontare al mondo anche attraverso la loro vita”.

Bambini e bambine a quale missione sono chiamati?

“La missione evangelizzatrice è una chiamata per tutti, anche per i bambini e le bambine. Non è un invito solo per i più grandi, ma anche loro con i modi e i tempi che li contraddistinguono sono chiamati a portare la gioia dell’amicizia con Gesù nella loro vita, negli ambienti frequentati e nelle relazioni che stringono (la famiglia, la scuola, lo sport, il parco giochi…) e condividere l’allegria della fede con tutti i loro amici.

Bambini e bambine vivono già la missione perché capaci con la loro vita di incarnare quella Chiesa in uscita di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano e questo si è reso ancora più evidente in occasione dell’Incontro Nazionale dei bambini e dei ragazzi, ‘Super. Piccoli capaci di grandi cose con Te’, vissuto nello scorso ottobre a Silvi Marina (TE), nel quale si sono confrontati su temi vitali quali l’ambiente, la cittadinanza, la prossimità, la scuola, lo sport, l’associazionismo e la Chiesa. Dal frutto di questo confronto è nata un’agenda che in sette obiettivi sintetizza gli impegni e le richieste dei bambini e dei ragazzi dell’Acr, per raggiungere i quali chiedono anche il sostegno dei giovani e degli adulti”.

Per quale motivo ‘Questa è casa tua’?

“La riserva naturale è l’ambientazione che quest’anno l’Azione Cattolica dei Ragazzi ha scelto per il cammino di fede 2023/2024, un ambiente davanti al quale si rimane stupiti e meravigliati. Le riserve naturali sono come piccoli angoli di paradiso in cui scoprire e custodire i vari ecosistemi del mondo nella loro forma originale: veri e propri musei a cielo aperto che raccontano il paesaggio, la storia di territori unici.

Ma la natura non è solo qualcosa da osservare o ammirare, è l’ambiente in cui viviamo e costituisce il nostro bene comune globale che unisce tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, proprio come ci ricorda Papa Francesco.

La scelta di questo approfondimento ci sembra peraltro costituire una felice coincidenza anche pensando alla pubblicazione dell’esortazione ‘Laudate Deum’ di papa Francesco, che segue l’enciclica ‘Laudato Sì’, nella quale si ribadisce ancora una volta la necessità di un’attenta cura del creato.

I bambini sono così chiamati a prendere consapevolezza di questa bellezza che li circonda e della quale devono prendersi cura nel loro cammino di crescita spirituale oltre che nella vita quotidiana”.

(Tratto da Aci Stampa)

A Dubai papa Francesco invita alla buona politica

Oggi papa Francesco avrebbe voluto essere presente al Cop28 in svolgimento a Dubai, ma per motivi di salute non è potuto essere presente, ma il suo discorso è stato letto dal segretario di stato vaticano, card. Pietro Parolin, in sua rappresentanza, per promuovere un approccio multilaterale che rifugga nazionalismi e particolarismi, a non scaricare sui poveri o sulle nascite la colpa di quanto sta avvenendo, a evitare posizioni rigide e rimpalli di responsabilità tra ambientalisti radicali e negazionisti, a non disperdere energie nelle guerre:

“Purtroppo non posso essere insieme a voi, come avrei desiderato, ma sono con voi perché l’ora è urgente. Sono con voi perché, ora come mai, il futuro di tutti dipende dal presente che scegliamo. Sono con voi perché la devastazione del creato è un’offesa a Dio, un peccato non solo personale ma strutturale che si riversa sull’essere umano, soprattutto sui più deboli, un grave pericolo che incombe su ciascuno e che rischia di scatenare un conflitto tra le generazioni. Sono con voi perché il cambiamento climatico è ‘un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana’… Vi chiedo, in modo accorato: scegliamo la vita, scegliamo il futuro! Ascoltiamo il gemere della terra, prestiamo ascolto al grido dei poveri, tendiamo l’orecchio alle speranze dei giovani e ai sogni dei bambini! Abbiamo una grande responsabilità: garantire che il loro futuro non sia negato”.

Nel discorso il papa ha sottolineato che i cambiamenti climatici dipendono anche da chi ostacola un cammino comune: “Le divisioni che ci sono tra noi. Ma un mondo tutto connesso, come quello odierno, non può essere scollegato in chi lo governa, con i negoziati internazionali che ‘non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale’. Assistiamo a posizioni rigide se non inflessibili, che tendono a tutelare i ricavi propri e delle proprie aziende, talvolta giustificandosi in base a quanto fatto da altri in passato, con periodici rimpalli di responsabilità. Ma il compito a cui siamo chiamati oggi non è nei confronti di ieri, ma nei riguardi di domani; di un domani che, volenti o nolenti, o sarà di tutti o non sarà”.

Ed ha una ricetta per risolvere il problema ambientale, chiedendo che non si spenda denaro per le armi: “Ciò vale per la cura del creato così come per la pace: sono le tematiche più urgenti e sono collegate. Quante energie sta disperdendo l’umanità nelle tante guerre in corso, come in Israele e in Palestina, in Ucraina e in molte regioni del mondo: conflitti che non risolveranno i problemi, ma li aumenteranno! Quante risorse sprecate negli armamenti, che distruggono vite e rovinano la casa comune! Rilancio una proposta: ‘con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame’ e realizzare attività che promuovano lo sviluppo sostenibile dei Paesi più poveri, contrastando il cambiamento climatico”.

Questo è anche un compito politico tracciare una nuova visione: “E’ compito di questa generazione prestare orecchio ai popoli, ai giovani e ai bambini per porre le fondamenta di un nuovo multilateralismo. Perché non iniziare proprio dalla casa comune? I cambiamenti climatici segnalano la necessità di un cambiamento politico. Usciamo dalle strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi, sono schemi del passato. Abbracciamo una visione alternativa, comune: essa permetterà una conversione ecologica, perché ‘non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali. Assicuro in questo l’impegno e il sostegno della Chiesa cattolica, attiva in particolare nell’educazione e nel sensibilizzare alla partecipazione comune, così come nella promozione degli stili di vita, perché la responsabilità è di tutti e quella di ciascuno è fondamentale”.

E’ una questione di ‘buona’ politica: “Qui si tratta di non rimandare più, di attuare, non solo di auspicare, il bene dei vostri figli, dei vostri cittadini, dei vostri Paesi, del nostro mondo. Siate voi gli artefici di una politica che dia risposte concrete e coese, dimostrando la nobiltà del ruolo che ricoprite, la dignità del servizio che svolgete. Perché a questo serve il potere, a servire. E a nulla giova conservare oggi un’autorità che domani sarà ricordata per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario. La storia ve ne sarà riconoscente. E anche le società nelle quali vivete, al cui interno vi è una nefasta divisione in “tifoserie”: tra catastrofisti e indifferenti, tra ambientalisti radicali e negazionisti climatici… E’ inutile entrare negli schieramenti; in questo caso, come nella causa della pace, ciò non porta ad alcun rimedio”.

Infine ha ricordato un importante anniversario: “Il 2024 segni la svolta. Vorrei che fosse d’auspicio un episodio avvenuto nel 1224. In quell’anno Francesco di Assisi compose il Cantico delle creature. Lo fece dopo una nottata trascorsa in preda al dolore fisico, ormai completamente cieco. Dopo quella notte di lotta, risollevato nell’animo da un’esperienza spirituale, volle lodare l’Altissimo per quelle creature che più non vedeva, ma che sentiva fratelli e sorelle, perché discendenti dallo stesso Padre e condivise con gli altri uomini e donne. Un ispirato senso di fraternità lo portò così a trasformare il dolore in lode e la fatica in impegno. Poco dopo aggiunse una strofa nella quale lodava Dio per coloro che perdonano, e lo fece per dirimere (con successo!) una scandalosa lite tra il Podestà del luogo e il Vescovo”.

E’ un accorato invito alla pace: “Anch’io, che porto il nome di Francesco, con il tono accorato di una preghiera vorrei dirvi: lasciamo alle spalle le divisioni e uniamo le forze! E, con l’aiuto di Dio, usciamo dalla notte delle guerre e delle devastazioni ambientali per trasformare l’avvenire comune in un’alba di luce”.

(Foto: Rainews)

Il presidente Mattarella inaugura la ‘Casa dell’Amicizia’ della Comunità di Sant’Egidio

“C’è un senso di riconoscenza e di profondo apprezzamento per quello che fate: offrire e assicurare a chi ne ha bisogno, e non saprebbe altrimenti come provvedere, da una visita oculistica o ortopedica all’avvio alla scuola, dagli abiti al riconoscimento di opportunità che non si conoscono, dalla richiesta di cittadinanza all’avvio al lavoro.

Cecilia Turbitosi: creato e missione richiedono pace e giustizia

“Per noi che lavoriamo per la Chiesa ‘nel terreno’, il Tempo del Creato è un’opportunità meravigliosa per promuovere e vivere l’ecologia integrale… Molto importante la collaborazione, da noi come in tantissime diocesi italiane, con gli uffici ‘ecumenismo e dialogo interreligioso’ e ‘problemi sociali e il lavoro’, coordinati dagli uffici nazionali della Conferenza Episcopale Italiana che promuovono il Tempo del Creato.

In Mongolia papa Francesco inaugura la Casa della Misericordia

Al termine dell’incontro con gli operatori della Carità presso la Casa della Misericordia, il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale Chinggis Khaan di Ulaanbaatar per la cerimonia di congedo dalla Mongolia. Al Suo arrivo il Papa è stato accolto dal Ministro degli Affari Esteri della Mongolia, S.E. la Sig.ra Batmunkh Battsetseg.

Un invito alla speranza nel tempo del ‘cambiamento climatico’

Nelle settimane scorse ai Greci e agli Italiani, colpiti dalle calamità naturali, papa Francesco ha inviato due telegrammi a firma del card. Parolin, in quanto “è profondamente preoccupato per la minaccia alla vita e per i danni causati dagli incendi diffusi in varie parti della Grecia, e non solo”, causati dall’ondata di caldo che sta colpendo diversi Paesi europei, sottolineando che “i rischi per la nostra Casa comune, esacerbati dall’attuale crisi climatica, spronino tutte le persone a rinnovare i loro sforzi per prendersi cura del dono della creazione, per il bene delle generazioni future”.

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