Tag Archives: Carne
Papa Francesco alla Rota romana: il matrimonio è un bene

Inaugurando l’anno giudiziale della Rota romana, nella scorsa settimana, papa Francesco ha riflettuto sul valore del matrimonio, in quanto è necessario riscoprire il valore dell’unione coniugale “tra uomo e donna su cui si fonda la famiglia. Infatti, un aspetto certamente non secondario della crisi che colpisce tante famiglie è l’ignoranza pratica, personale e collettiva, circa il matrimonio”.
Con l’Epifania Dio si rivela al mondo

Il termine ‘Epifania’, nome di origine greco, significa manifestazione, rivelazione. Le prime tre manifestazioni della divinità di Gesù, che la Liturgia ci ricorda, sono quella ai pastori di Betlemme, quella ai Magi, venuti dall’Oriente, e poi alle nozze di Cana quando trasformò l’acqua in vino. Sotto le sembianze di un bambino appena nato nessuno avrebbe potuto scorgere il Messia atteso da secoli; il Bambino preannunziato da Dio, dopo il peccato originale: ‘Metterò inimicizia tra te e la donna, disse Dio a satana, tra il seme tuo e il seme di Lei’.
Domenica XXXII del Tempo Ordinario: credo nella risurrezione della carne

Il tema della nostra riflessione verte oggi sull’uomo, questo essere mirabile creato da Dio, come asserisce il Libro sacro, a sua immagine e somiglianza. L’uomo essenzialmente, come dice il Filosofo, è un singolo costituito di anima (elemento spirituale) e corpo (elemento materiale). Anima e corpo costituiscono una unica ed inscindibile realtà.
Papa Francesco: la liturgia va curata

Nella festività dei santi Pietro e Paolo papa Francesco ha reso pubblica una lettera apostolica al popolo di Dio, chiamata ‘Desiderio desideravi’ per ribadire che la forma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II è l’unica forma liturgica della Chiesa, sottolineando l’importanza di una liturgia non sciatta, carica di simboli, centrata sul mistero di Cristo:
Papa Francesco: Dio si fa carne

Nell’Angelus della prima domenica dell’anno papa Francesco ha invitato i fedeli a meditare sulla frase di questa liturgia, che è la manifestazione di Dio, ‘Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi’: “Queste parole, se ci pensiamo, contengono un paradosso. Mettono insieme due realtà opposte: il Verbo e la carne”.
2^ domenica di Natale: il Verbo si fece carne!
Papa Francesco: Gesù Bambino ci dia speranza

Nella benedizione natalizia ‘Urbi et Orbi’ papa Francesco ha rivolto gli auguri affacciandosi alla finestra, dopo due anni in cui l’ha impartita dalla basilica con un invito alla pace con una panoramica della situazione nel mondo, perché la nascita di Gesù dà senso al mondo:
“La Parola di Dio, che ha creato il mondo e dà senso alla storia e al cammino dell’uomo, si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi. E’ apparsa come un sussurro, come il mormorio di una brezza leggera, per colmare di stupore il cuore di ogni uomo e donna che si apre al mistero.
Il Verbo si è fatto carne per dialogare con noi. Dio non vuole fare un monologo, ma un dialogo. Perché Dio stesso, Padre e Figlio e Spirito Santo, è dialogo, eterna e infinita comunione d’amore e di vita. Venendo nel mondo, nella Persona del Verbo incarnato, Dio ci ha mostrato la via dell’incontro e del dialogo. Anzi, Lui stesso ha incarnato in sé stesso questa Via, perché noi possiamo conoscerla e percorrerla con fiducia e speranza”.
Richiamando l’enciclica ‘Fratelli tutti’ il papa ha chiesto la volontà di dialogare: “In questo tempo di pandemia ce ne rendiamo conto ancora di più. La nostra capacità di relazioni sociali è messa a dura prova; si rafforza la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare ad uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme. E anche a livello internazionale c’è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo; ma queste sole, in realtà, conducono alla soluzione dei conflitti e a benefici condivisi e duraturi”.
Quindi ha chiesto di non dimenticare i conflitti nel mondo: “In effetti, mentre risuona intorno a noi e nel mondo intero l’annuncio della nascita del Salvatore, sorgente della vera pace, vediamo ancora tanti conflitti, crisi e contraddizioni. Sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle”.
Non ha dimenticato i conflitti nel Medio Oriente: “Pensiamo al popolo siriano, che vive da oltre un decennio una guerra che ha provocato molte vittime e un numero incalcolabile di profughi. Guardiamo all’Iraq, che fatica ancora a rialzarsi dopo un lungo conflitto. Ascoltiamo il grido dei bambini che si leva dallo Yemen, dove un’immane tragedia, dimenticata da tutti, da anni si sta consumando in silenzio, provocando morti ogni giorno.
Ricordiamo le continue tensioni tra israeliani e palestinesi, che si trascinano senza soluzione, con sempre maggiori conseguenze sociali e politiche. Non dimentichiamoci di Betlemme, il luogo in cui Gesù ha visto la luce e che vive tempi difficili anche per le difficoltà economiche dovute alla pandemia, che impedisce ai pellegrini di raggiungere la Terra Santa, con effetti negativi sulla vita della popolazione. Pensiamo al Libano, che soffre una crisi senza precedenti con condizioni economiche e sociali molto preoccupanti”.
A Gesù Bambino, ‘che move il sole e l’altre stelle’, come ‘canta’ Date, papa Francesco ha chiesto pace e dialogo: “E’ venuto in forma umana, ha condiviso i nostri drammi e ha rotto il muro della nostra indifferenza. Nel freddo della notte protende le sue piccole braccia verso di noi: ha bisogno di tutto ma viene a donarci tutto.
A Lui chiediamo la forza di aprirci al dialogo. In questo giorno di festa lo imploriamo di suscitare nei cuori di tutti aneliti di riconciliazione aneliti di fraternità. A Lui rivolgiamo la nostra supplica”.
E papa Francesco non scorda nessuno: “Bambino Gesù, dona pace e concordia al Medio Oriente e al mondo intero. Sostieni quanti sono impegnati a dare assistenza umanitaria alle popolazioni costrette a fuggire dalla loro patria; conforta il popolo afgano, che da oltre quarant’anni è messo a dura prova da conflitti che hanno spinto molti a lasciare il Paese”.
Dopo il Medio Oriente il Myanmar e l’Ucraina: “Re delle genti, aiuta le autorità politiche a pacificare le società sconvolte da tensioni e contrasti. Sostieni il popolo del Myanmar, dove intolleranza e violenza colpiscono non di rado anche la comunità cristiana e i luoghi di culto, e oscurano il volto pacifico della popolazione. Sii luce e sostegno per chi crede e opera, andando anche controcorrente, in favore dell’incontro e del dialogo, e non permettere che dilaghino in Ucraina le metastasi di un conflitto incancrenito”.
E non ha dimenticato l’Africa: “Principe della Pace, assisti l’Etiopia nel ritrovare la via della riconciliazione e della pace attraverso un confronto sincero che metta al primo posto le esigenze della popolazione. Ascolta il grido delle popolazioni della regione del Sahel, che sperimentano la violenza del terrorismo internazionale.
Volgi lo sguardo ai popoli dei Paesi del Nord Africa che sono afflitti dalle divisioni, dalla disoccupazione e dalla disparità economica; e allevia le sofferenze dei tanti fratelli e sorelle che soffrono per i conflitti interni in Sudan e Sud Sudan”.
E l’America: “Fa’ che prevalgano nei cuori dei popoli del continente americano i valori della solidarietà, della riconciliazione e della pacifica convivenza, attraverso il dialogo, il rispetto reciproco e il riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutti gli esseri umani”.
Un pensiero alle donne che subiscono violenza: “Figlio di Dio, conforta le vittime della violenza nei confronti delle donne che dilaga in questo tempo di pandemia. Offri speranza ai bambini e agli adolescenti fatti oggetto di bullismo e di abusi. Da’ consolazione e affetto agli anziani, soprattutto a quelli più soli. Dona serenità e unità alle famiglie, luogo primario dell’educazione e base del tessuto sociale”.
Ed ai malati: “Dio-con-noi, concedi salute ai malati e ispira tutte le persone di buona volontà a trovare le soluzioni più idonee per superare la crisi sanitaria e le sue conseguenze.
Rendi i cuori generosi, per far giungere le cure necessarie, specialmente i vaccini, alle popolazioni più bisognose. Ricompensa tutti coloro che mostrano attenzione e dedizione nel prendersi cura dei familiari, degli ammalati e dei più deboli”.
Il papa non ha dimenticato i prigionieri: “Bambino di Betlemme, consenti di fare presto ritorno a casa ai tanti prigionieri di guerra, civili e militari, dei recenti conflitti, e a quanti sono incarcerati per ragioni politiche. Non ci lasciare indifferenti di fronte al dramma dei migranti, dei profughi e dei rifugiati. I loro occhi ci chiedono di non girarci dall’altra parte, di non rinnegare l’umanità che ci accomuna, di fare nostre le loro storie e di non dimenticare i loro drammi”.
E la ‘casa comune’: “Verbo eterno che ti sei fatto carne, rendici premurosi verso la nostra casa comune, anch’essa sofferente per l’incuria con cui spesso la trattiamo, e sprona le autorità politiche a trovare accordi efficaci perché le prossime generazioni possano vivere in un ambiente rispettoso della vita”.
L’invito del papa è quello di non perdere la speranza, perché ‘un bambino è nato per noi’: “Lui è la Parola di Dio e si è fatto in-fante, capace solo di vagire e bisognoso di tutto. Ha voluto imparare a parlare, come ogni bambino, perché noi imparassimo ad ascoltare Dio, nostro Padre, ad ascoltarci tra noi e a dialogare come fratelli e sorelle. O Cristo, nato per noi, insegnaci a camminare con Te sui sentieri della pace”.
(Foto: Santa Sede)
Papa Francesco: la fede non è fondata sulle sicurezze

“Su richiesta della fondazione polacca ‘Sì alla vita’, oggi ho benedetto le campane che portano il nome: ‘La voce dei non nati’. Sono destinate all’Ecuador e all’Ucraina. Per queste nazioni e per tutti siano segno di impegno in favore della difesa della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. Che il loro suono annunci al mondo il “Vangelo della vita”, desti le coscienze degli uomini e il ricordo dei non nati. Affido alla vostra preghiera ogni bambino concepito, la cui vita è sacra e inviolabile. Vi benedico di cuore”.
Siamo tutti della stessa carne per la cura del virus identitario

“Era una bella giornata, una di quelle che tutti definiscono ‘una classica giornata da ottobrata romana’ quel 4 ottobre 2020, nonostante il Covid. Era noto da tempo che, alle dodici in punto, il sito della Santa Sede avrebbe messo on line l’enciclica ‘Fratelli tutti’. Era una domenica, festa di san Francesco e il primo papa che da secoli ha avuto l’ardire di scegliere il nome del patrono d’Italia (terra di nascita di tutti i papi da quel XIII secolo al 1978) era andato a firmarla ad Assisi nel pomeriggio del giorno precedente.
Papa Francesco: con la carne Dio ama

Al termine dell’Angelus odierno papa Francesco ha rinnovato gli auguri di buon anno, chiedendo di non lasciarsi abbindolare da riti magici: “Come cristiani rifuggiamo dalla mentalità fatalistica o magica: sappiamo che le cose andranno meglio nella misura in cui, con l’aiuto di Dio, lavoreremo insieme per il bene comune, mettendo al centro i più deboli e svantaggiati. Non sappiamo che cosa ci riserverà il 2021, ma ciò che ognuno di noi e tutti insieme possiamo fare è di impegnarci un po’ di più a prenderci cura gli uni degli altri e del creato, la nostra casa comune”.