Gariwo celebra la memoria dei ‘Giusti’ dedicata al popolo ucraino

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Oltre 70 cerimonie con migliaia di studenti, circa 200 articoli giornalistici: questi sono, in sintesi, i numeri della decima edizione della Giornata europea dei Giusti, dedicata al popolo ucraino e ai dissidenti russi, celebratasi domenica 6 marzo, celebrata in oltre 70 comuni italiani. L’attenzione è stata rivolta a quanto succede in Ucraina, al dramma umanitario successivo all’invasione, alla resistenza ucraina e all’impegno dei dissidenti russi scesi in piazza contro la guerra nonostante le censure e la repressione.

Come ha spiegato il presidente Gabriele Nissim durante la cerimonia per i nuovi Giusti che si è svolta al Giardino di Milano il pensiero è stato rivolto “a tutti i ragazzi ucraini che volevano una vita normale, nella democrazia, nella pace, con una speranza per il futuro, e si sono ritrovati nell’inferno di una guerra non decisa da loro, così come ai ragazzi russi, che protestano nelle piazze contro la guerra e vengono arrestati a centinaia”.

Liliana Segre, che ha dato il suo contributo alla Giornata partecipando al convegno ‘Mai più genocidi. Il comandamento morale dei Giusti’, commentando le notizie che giungono dall’Ucraina ha ribadito l’importanza di onorare coloro che scelgono il bene:

“Dei Giusti ricordo le voci, i visi, il vestito modesto, l’atteggiamento tranquillo nella paura, perché si veniva fucilati se si aiutava un ebreo, si nascondeva un ebreo.

Non si possono dimenticare queste persone, per loro non basta una lapide, un ritratto della loro vita, perché erano persone semplicissime, non erano i grandi eroi che passano alla storia, erano anzi e soprattutto persone che se non ci fossi io qui a ricordarle personalmente, sarebbero sparite”.

Le ha fatto eco lo storico Mordecai Paldiel, per 24 anni direttore del dipartimento per i Giusti dello Yad Vashem e tra i massimi esperti mondiali della Shoah:

“Le persone onorate da Gariwo ci dimostrano che la capacità dell’uomo di compiere il bene e combattere il male è ben più ampia di quanto pensato originariamente. Per questo il lavoro di Gariwo deve continuare, così da contribuire all’edificazione di una società e di un mondo migliore e più umano”.

Nel suo intervento Laura Boldrini ha ribadito l’importanza di portare sul tavolo politico le attività culturali di Gariwo per la prevenzione dei genocidi: “Concordo con il presidente Nissim quando ci ricorda che i temi della democrazia e della prevenzione dei genocidi sono fortemente intrecciati tra loro”.

Significativa la partecipazione al convegno di Alice Wairimu Nderitu, special aviser delle Nazioni Unite per i genocidi, che con un video-contributo ha ribadito l’importanza di onorare i Giusti, anche in chiave diplomatica:

“La necessità di prevenire i crimini è fin troppo evidente in questi tempi difficili. Nessuna società è immune. Anche negli spazi in cui i conflitti o le crisi sembrano lontani e improbabili, osserviamo il prevalere del linguaggio d’odio, che di per sé costituisce un fattore di rischio di crimini atroci.

Non dobbiamo risparmiare sforzi per contrastarlo con messaggi di tolleranza, inclusione e comprensione reciproca. I Giusti che onoriamo oggi hanno dimostrato questo impegno con le loro azioni. Onoriamoli e onoriamo le vittime dei crimini contro cui hanno combattuto con le nostre parole e le nostre azioni”.

Il presidente Gabriele Nissim ha sottolineato che gli stati occidentali non hanno creduto alla possibilità di un’invasione russa in Ucraina: “Per troppo tempo non abbiamo voluto aprire lo sguardo alla Georgia, alla Cecenia, alla Crimea, alla rivolta nel Donbass, all’assassinio di giornalisti politici, con squadre di assassini venuti dall’estero, e non abbiamo compreso in nome del nostro quieto vivere il nuovo mostro che stava nascendo in Europa.

Molti non hanno dato peso alle parole di Putin quando affermava che la più grande catastrofe della Russia era stata la fine dell’impero sovietico e che dunque il suo compito era quello di ricostruire la situazione precedente.

Molti hanno sottovalutato il significato dell’avvelenamento dell’oppositore Navalny e la sua prigionia al ritorno a Mosca; molti che anche nel nostro Paese hanno a cuore la memoria non hanno dato un significato alla messa fuori legge di Memorial, l’organizzazione impegnata a ricordare i gulag staliniani”.

Ed ha ricordato gli oppositori russi uccisi a causa della loro lotta per la libertà: “Un pensiero particolare va a Dmitry Muratov, il direttore di Novaya Gazeta (il giornale su cui scriveva Anna Politkovskaya) che ha fatto uscire il suo giornale in una edizione bilingue russa e ucraina con un editoriale coraggioso: ‘Siamo in lutto, il nostro Paese per ordine del Presidente Putin ha iniziato una guerra contro l’Ucraina. E non c’è nessuno che lo fermi. Proviamo vergogna’.

E poi ad Alexei Navalny, in carcere da 13 mesi, che è riuscito a fare girare un sua dichiarazione dove chiede al mondo di fermare Putin che con la sua logica di potere provocherà migliaia di vittime tra i russi e gli ucraini”.

Il presidente di Gariwo non ha dimenticato il presidente ucraino: “Ma oggi il simbolo della resistenza morale è il Presidente della Ucraina Volodymyr Zelensky, che ha rifiutato di salvarsi, come gli avevano proposto gli americani, e che ha deciso di resistere con il suo popolo. Non sappiamo se finirà come Allende in Cile, come Imre Nagy in Ungheria, o sotto tortura e ricatto verrà costretto ad avvallare, come Dubcek a Praga nel 1968, l’invasione del suo Paese”.

Infine Nissim ha messo in guardia chi ha creduto alle parole del presidente russo: “E persino ci sono stati coloro che nei giorno scorsi hanno creduto alle parole di Putin che accusava l’Ucraina di oggi di essere nazista e di perseguitare gli ebrei, quando è un Presidente ebreo che guida l’Ucraina sostenuto da tutta la comunità ebraica e che oggi potrebbe fare la fine di Imre Nagy condannato a morte dai russi nel 1956 dopo l’invasione dell’Ungheria”.

Durante le cerimonie è stata posta ai rappresentanti di istituzioni e associazioni internazionali la proposta per la creazione di nuovi Giardini dei Giusti in luoghi strategici per la memoria e per la difesa dei diritti umani con l’inaugurazione di un Giardino e una piazza a Salonicco, una tra le città europee dove furono deportati più cittadini ebrei; a Marsiglia;

ad Halabja, nel Kurdistan iracheno, dove nel 1988 furono utilizzate armi chimiche uccidendo migliaia di cittadini; a Mar del Plata, in Argentina; all’interno della comunità di San Patrignano. Inoltre sono in fase di progettazione Giardini anche a Washington in collaborazione con Mordecai Paldiel, già direttore del dipartimento dei Giusti dello Yad Vashem e in Ruanda.

(Foto: Gariwo)

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