Papa Francesco contro la cultura dello scarto: aborto ed eutanasia

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Nell’ultimo lunedì di settembre papa Francesco, ricevendo in udienza l’assemblea plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, ha espresso una condanna contro l’aborto, sottolineando l’inopportunità di ‘sprecare questa crisi’:

“L’esame delle numerose e gravi questioni emerse in questi ultimi due anni non è un compito facile. Da una parte siamo logorati dalla pandemia di Covid-19 e dall’inflazione di discorsi che sono stati suscitati: quasi non vogliamo più sentirne parlare e abbiamo fretta di passare ad altri argomenti. Ma d’altra parte è indispensabile riflettere con calma per esaminare in profondità quanto è accaduto e intravedere la strada verso un futuro migliore per tutti”.

Il papa ha insistito che da ogni crisi non si esce ‘uguali’: “E da una crisi sappiamo che non si esce uguali: o usciremo migliori, o usciremo peggiori. Ma uguali no. La scelta è nelle nostre mani. E, ripeto, peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla.

Vi incoraggio in questo impegno; e trovo saggia e opportuna la dinamica di discernimento secondo cui si svolge il vostro incontro: anzitutto ascoltare attentamente la situazione, per poter favorire una vera e propria conversione e arrivare a precisare decisioni concrete per uscire dalla crisi migliori”.

L’interdipendenza è indispensabile: “La crisi pandemica ha messo in luce quanto è profonda l’interdipendenza sia tra di noi sia tra la famiglia umana e la casa comune. Le nostre società, soprattutto in Occidente, hanno avuto tendenza a dimenticare questa interconnessione. E le amare conseguenze sono sotto i nostri occhi.

In questo passaggio d’epoca è dunque urgente invertire tale tendenza nociva, ed è possibile farlo mediante la sinergia tra diverse discipline. Occorrono conoscenze di biologia e di igiene, di medicina e di epidemiologia, ma anche di economia e sociologia, antropologia ed ecologia. Si tratta, oltre che di comprendere i fenomeni, anche di individuare criteri di azione tecnologici, politici ed etici riguardo ai sistemi sanitari, alla famiglia, al lavoro e all’ambiente”.

La vita è un diritto fondamentale, a cui devono seguire impegni concreti: “Noi affermiamo che la vita e la salute sono valori ugualmente fondamentali per tutti, basati sull’inalienabile dignità della persona umana. Ma, se a questa affermazione non segue l’impegno adeguato per superare le diseguaglianze, noi di fatto accettiamo la dolorosa realtà che non tutte le vite sono uguali e la salute non è tutelata per tutti nello stesso modo”.

E’ una richiesta per un sistema sanitario gratuito, elogiando l’Italia: “E qui vorrei ripetere la mia preoccupazione, perché ci sia sempre un sistema sanitario gratuito: non lo perdano i Paesi che l’hanno, per esempio l’Italia e altri, che hanno un bel sistema sanitario gratuito; non perderlo, perché altrimenti si arriverebbe a che, nella popolazione, avranno diritto alla cura della salute soltanto coloro che possono pagarla, gli altri no. E questa è una sfida molto grande. Questo aiuta a superare le disuguaglianze”.

 E’ la condanna di una cultura dello ‘scarto’, dovuto alle pratiche abortive: “E oggi questo è diventato un modo ‘normale’, un’abitudine che è bruttissima, è proprio un omicidio, e per capirlo bene forse ci aiuta fare una doppia domanda: è giusto eliminare, fare fuori una vita umana per risolvere un problema? E’ giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Questo è l’aborto. E poi, dall’altra parte, gli anziani: gli anziani che pure sono un po’ ‘materiale di scarto’, perché non servono”.

Come condanna l’aborto, il papa condanna anche l’eutanasia: “Sì, in tante parti c’è anche la legge dell’eutanasia ‘nascosta’, come la chiamo io; è quella che fa dire: ‘le medicine sono care, se ne dà la metà soltanto’; e questo significa accorciare la vita degli anziani.

Con questo noi rinneghiamo la speranza: la speranza dei bimbi che ci portano la vita che ci fa andare avanti, e la speranza che è nelle radici che ci danno gli anziani. Scartiamo ambedue”.

Nella conclusione il papa ha messo in guardia conto questa cultura: “E poi, quello scarto di tutti i giorni, che la vita è scartata. Stiamo attenti a questa cultura dello scarto: non è un problema di una legge o dell’altra, è un problema dello scarto.

E su questo punto voi accademici, le università cattoliche e anche gli ospedali cattolici, non possono permettersi di andare. Questa è una strada su cui noi non possiamo andare: la strada dello scarto”.

(Foto: Santa Sede)

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