La Chiesa incoraggia a valorizzare le GMG

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“L’istituzione delle Giornate Mondiali della Gioventù è stata indubbiamente una grande intuizione profetica di san Giovanni Paolo II, che spiegò così i motivi della sua decisione: ‘Tutti i giovani devono sentirsi seguiti dalla Chiesa’… Papa Benedetto XVI raccolse il testimone del suo predecessore e, in varie occasioni, non mancò di evidenziare come questi eventi rappresentassero un dono provvidenziale per la Chiesa e li definì ‘una medicina contro la stanchezza del credere’… Anche per Papa Francesco, le Giornate Mondiali della Gioventù costituiscono una spinta missionaria di straordinaria forza per tutta la Chiesa e, in particolare, per le giovani generazioni”.

Iniziano così gli ‘Orientamenti pastorali per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nelle Chiese particolari’, presentato nella scorsa settimana dal dicastero per i laici, la famiglia e la vita, in cui si chiarisce la finalità: “Tali Orientamenti pastorali intendono incoraggiare le Chiese particolari a valorizzare sempre più la celebrazione diocesana della GMG e a ritenerla un’occasione propizia per programmare e realizzare con creatività iniziative da cui emerga che la Chiesa considera la propria missione con i giovani ‘una priorità pastorale epocale su cui investire tempo, energie e risorse’.

Occorre fare in modo che le giovani generazioni avvertano di essere al centro dell’attenzione e della sollecitudine pastorale della Chiesa. I giovani, infatti, vogliono essere coinvolti e apprezzati, per sentirsi coprotagonisti della vita e della missione della Chiesa”.

Nell’illustrare il documento p. Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha evidenziato la dimensione mondiale delle Giornate Mondiali della Gioventù: “Crediamo fermamente che la GMG internazionale e la sua edizione locale si alimentino vicendevolmente.

La dimensione internazionale dilata gli orizzonti dei giovani e li apre alla fratellanza universale. La GMG locale, per la prossimità geografica e fisica che presuppone, può più facilmente generare un impegno nei giovani, tale da cambiare il volto della società in cui vivono, e accrescere il loro senso di appartenenza”.

P. João Chagas, responsabile dell’Ufficio Giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha presentato i capitoli del documento, mentre la dott.ssa Dorota Abdelmoula, officiale del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha sottolineato la fiducia della Chiesa nei giovani:

“Oserei dire che questo segno di fiducia è un desiderio che ogni giovane porta in sé e che può riaccendere la sua vita. Per questo sarebbe importante (e questo è uno degli incoraggiamenti che promuoviamo con questi orientamenti) non accontentarsi di avere già un gruppo di giovani coinvolti in parrocchia o nella diocesi, ma piuttosto cercarne sempre di più, soprattutto tra quelli che forse si sentono inadeguati, non degni, poco credenti”.

Invece Maria Lisa Abu Nassar, proveniente da Nazareth, giovane coordinatrice dell’accoglienza presso il Centro Internazionale Giovanile San Lorenzo, ha raccontato la bellezza della Chiesa: “Nella GMG a Cracovia, nel 2016, ho vissuto la prima esperienza internazionale di pellegrinaggio, a cui ho partecipato insieme ad un gruppo di giovani della Terra Santa, principalmente di Nazareth e di Haifa.

Abbiamo vissuto delle giornate di preparazione ad Haifa e poi arrivando a Cracovia abbiamo incontrato tantissimi giovani di diversi paesi del mondo, ogni gruppo con la propria bandiera di appartenenza, mentre noi eravamo lì senza alcuna bandiera, per evitare qualsiasi conflitto politico…

Quanti giovani, come dice il testo degli Orientamenti, non verrebbero per una preghiera in chiesa però sarebbero disposti a partecipare ad un’esperienza di pellegrinaggio, camminando e scoprendo insieme, creando nuove amicizie e condividendo momenti di gioia.

La Terra Santa è un territorio piccolo con diverse religioni, in cui i cristiani sono una minoranza. Quanto sarebbe importante, soprattutto in questi giorni vista la situazione a Gerusalemme e in tutto il territorio, aprire la porta al dialogo tra i giovani di diverse religioni. Credo che tutti noi giovani, nonostante le nostre diversità, partiamo da un punto in comune, siamo alla ricerca di qualcosa, anzi Qualcuno, che possa dare senso alla nostra esistenza”.

Infine Gelson Fernando Augusto Dinis, giovane seminarista angolano studente di Teologia Dogmatica a Roma, ha raccontato la ‘preziosità’ dei giovani per la Chiesa: “I giovani, quali perle preziose della Chiesa, nelle Giornate della gioventù diocesane trovano un’opportunità non solo per far esperienza della comunione ecclesiale, ma anche per imparare a sentirsi membri della comunità in cui si trovano.

Perciò, in queste occasioni, è fondamentale la vicinanza del parroco, del vescovo, perché i giovani si sentano accolti e capiscano di essere essenziali per la missione della Chiesa, che di per sé non esclude nessuno”.

Ed ha ricordato la necessità dell’accompagnamento nel discernimento dei giovani: “Perciò, come è stato ben evidenziato nel documento, la vicinanza dei pastori, siano essi vescovi o sacerdoti, particolarmente in queste occasioni, servono di stimolo per il discernimento di ogni giovane.

Ma oltre all’accompagnamento dei vescovi o sacerdoti, è fondamentale la testimonianza delle famiglie, specialmente le coppie più giovani, perché ciascuno dei giovani, evangelizzato dalla loro presenza, scopra in sé il disegno di Dio e non abbia paura di fare una scelta definitiva per la propria vita”.

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