8 marzo: la dignità delle donne non sia solo sulla carta

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“E vorrei dire grazie di cuore a tutte le madri e a tutte le donne di questo Paese, donne coraggiose che continuano a donare vita nonostante i soprusi e le ferite. Che le donne siano rispettate e tutelate! Che vengano loro date attenzione e opportunità! E ora preghiamo insieme la nostra Madre, invocando la sua intercessione per le vostre necessità e i vostri progetti”: così papa Francesco al termine dell’Angelus di ieri a Qaraqosh.

E sempre ieri nel rione Sanità l’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, ha celebrato la messa della terza domenica di quaresima in suffragio di Fortuna Bellisario, vittima di femminicidio nel 2019 per le conseguenze delle ennesime percosse  subite dal marito Vincenzo Lopresto, che dopo due anni ha ottenuto gli arresti domiciliari, grazie al ricorso alla formula del rito abbreviato (che consente uno sconto di pena consistente) e la derubricazione del reato da omicidio volontario a preterintenzionale: due condizioni che hanno fatto sì che l’uomo rientrasse presso il domicilio della madre dopo appena due anni, anche perché ritenuto dai giudici ‘socialmente non pericoloso’.

Nell’omelia mons. Battaglia ha chiesto una ‘cordata sociale’ per la giustizia: “E’ il grido di queste storie, il pianto di questi volti, che mi spinge a parlare come Vescovo di una Chiesa che non può dirsi indifferente alle grida di dolore di tanti, ai lamenti disperati di troppi!

Il cuore di questa città del Sud, che mi ha accolto come figlio, prima ancora che come fratello e padre, non smette di battere all’unisono con i cuori di tutte le periferie esistenziali e con quelli di tutti i sud del mondo e con essi, nel bel mezzo di questa pandemia, grida al cielo e agli uomini: Giustizia! Pace!

Solo con questi due doni possiamo ripartire insieme! Ma essi non sono frutto del caso e se per un credente possono essere dono di Dio, per tutti sono anche frutto dell’impegno degli uomini.

Per questo chiedo a tutti, e alle istituzioni in modo particolare, di dar vita ad una cordata sociale in cui a partire dal riconoscersi fraternamente parte di un corpo più vasto ci si metta insieme per costruire il bene comune!”

Anche da Cascia si è levata la voce della priora delle agostiniane del monastero di santa Rita, suor Maria Rosa Bernardinis, affermando che la pandemia rischia di annullare la lotta per i diritti delle donne: “La crisi della pandemia rischia di rendere vani i sacrifici e le lotte per la parità di genere delle donne, che ancora una volta risultano vittime. Penso alle centinaia di migliaia di donne che nel 2020 in Italia hanno perso il lavoro”.

Da qui il lancio di un appello ai governanti: “Insieme alle mie consorelle prego ogni giorno il Signore per il nostro universo tutto al femminile, il quale attende ancora una vera rivoluzione sociale, economica e culturale necessaria a raggiungere la parità dei diritti. Una parità non più rinviabile.

E’ per questo che faccio appello ai governanti e legislatori affinché permettano alla donna una reale crescita all’intero della nostra società. Senza le donne non ci sarà alcun salto in avanti per il nostro Paese, perché mancherebbe l’apporto del “genio femminile”.

Il messaggio della priora del monastero casciano si chiude con l’invocazione a santa Rita: “Santa Rita, modello femminile esemplare, sostenga la nostra preghiera affinché i governi si adoperino sempre per il bene delle donne. Ne trarrà beneficio anche l’universo maschile. Non dimentichiamo che Dio ha creato l’uomo e la donna a Sua immagine e somiglianza. E li ha creati perché aiutandosi a vicenda contribuissero insieme all’opera della creazione”.

Intanto un report dell’Istat sugli omicidi nel 2020 registra un dato positivo ma uno negativo: da un lato il calo degli omicidi ma dall’altro un deciso aumento dei femminicidi. Infatti nel primo semestre 2020 le donne uccise sono state pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019, e hanno raggiunto il 50% durante il lockdown nei mesi di marzo e aprile 2020. Le vittime sono state uccise principalmente in ambito affettivo e familiare (90% nel primo semestre 2020) e da parte di partner o ex partner (61%).

Nel 2019 su 315 omicidi commessi in Italia, il 47,5% è avvenuto in ambito familiare o in quello delle relazioni affettive extra-familiari. E’ questo un dato, che risulta in costante aumento negli anni (+13,3% rispetto al 2018, +34,9% sul 2017 e +126,5% rispetto al 2002, anno di inizio della serie storica dei dati).

Le differenze di genere sono comunque forti: gli omicidi in ambito familiare o affettivo sono il 27,9% del totale degli omicidi di uomini e l’83,8% di quelli che hanno come vittime le donne; quindici anni fa gli stessi valori erano pari rispettivamente a 12,0% e 59,1%. Le donne sono uccise soprattutto dal partner o ex partner (61,3%): in particolare, 55 omicidi (49,5%) sono causati da un uomo con cui la donna era legata da relazione affettiva al momento della sua morte (marito, convivente, fidanzato), 13 (11,7%) da un ex partner.

Fra i partner, nel 70% dei casi l’assassino è il marito, mentre tra gli ‘ex’ prevalgono gli ex conviventi e gli ex fidanzati. Agli omicidi dei partner si sommano quelli da parte di altri familiari (il 22,5% pari a 25 donne) e di altri conoscenti (4,5% con 5 vittime).

Inoltre le donne rappresentano il 98% di chi ha perso il lavoro negli ultimi mesi e in tutto lo scorso anno la percentuale è al 70%: significa che su 10 persone disoccupate, 7 sono donne e la mancanza o la perdita del lavoro ha aumentato anche la povertà delle donne: 1 su 2 ha visto peggiorare la propria situazione economica negli ultimi 12 mesi, sono soprattutto donne le persone che si sono messe in fila per chiedere cibo e aiuti a enti e mense caritatevoli.

Infine l’Italia si piazza solo al 14^ posto a livello europeo nella classifica dei paesi che rispettano la parità di genere ben quattro posizioni sotto la media,  secondo l’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in occasione della festa dell’8 marzo su dati Eige, l’Istituto europeo sulla parità di genere, con il Gender equality index che prende in considerazione diversi parametri, dalla presenza delle donne nei consigli di amministrazione al livello di retribuzione rispetto agli uomini, dalla divisione dei lavori domestici con i maschi alla rappresentanza femminile nel Governo e nel Parlamento sino al tasso di occupazione nel mondo del lavoro:

“In Italia le donne guadagnano ancora in media il 18% in meno rispetto agli uomini mentre fra le mura domestica sono loro a svolgere la quasi totalità (81%) dei lavori di casa e anche se si prendono in considerazione le coppie con figli e senza figli sono le prime a registrare la minore parità di genere, secondo dati Eige”.

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