A Genova il nuovo vescovo è padre Marco Tasca

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Dopo 14 anni alla guida pastorale dell’arcidiocesi di Genova, in seguito alla nomina di papa Benedetto XVI, il card. Angelo Bagnasco ha presentato la rinuncia formale, accettata dal papa, che ha nominato p. Marco Tasca, già Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.

63 anni, originario della provincia di Padova, dove è nato il 9 giugno 1957, la chiamata di p. Marco Tasca arriva a soli 11 anni, entrando nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali nel Seminario Serafico a Camposampiero. Dopo gli studi e il noviziato, nel novembre 1981 emette i voti definitivi nell’Ordine Serafico presso la Basilica di Sant’Antonio a Padova.

Dopo due anni, a conclusione degli studi filosofico-teologici, riceve l’ordinazione presbiterale,  conseguendo presso la Pontificia Università Salesiana anche la Licenza in Psicologia e Pastorale. Dal 2005 al 2007 è Ministro Provinciale della Provincia di Sant’ Antonio di Padova e poi per due mandati Ministro Generale dell’Ordine, dal 2007 al 2019. Tre le sue presenze ai Sinodi: nel 2012 a quello sulla Nuova Evangelizzazione, nel 2015 al Sinodo sulla Famiglia e nel 2018 al Sinodo sui Giovani.

Nel salone dell’Episcopio della diocesi il card. Angelo Bagnasco, annunciando la nomina del suo successore, ha rivolto un fraterno e cordiale saluto al nuovo arcivescovo, ricordando che il popolo genovese è caratterizzato da una fede umile e concreta, che ha alle spalle una grande storia di lavoro e che da oggi è pronto ‘con gioia e dedizione’ ad accogliere il nuovo pastore:

“A Sua Eccellenza Mons. Tasca, va il più fraterno e cordiale saluto mio personale, quello del Clero, dei Membri di Vita Consacrata, della Comunità cristiana e civile. Gli diamo un lieto benvenuto tra noi, con noi e per noi.

Gli assicuriamo la nostra quotidiana preghiera, il pronto e generoso sostegno per la missione che il Signore Gesù, Pastore dei Pastori, ha affidato alla Chiesa: la salvezza delle anime, sorgente di ogni bene temporale ed eterno. Il popolo genovese, con la sua grande storia di lavoro, di coraggiosa intraprendenza, di fede umile e concreta, già ora accoglie il nuovo Pastore con gioia e dedizione, pronto a seguirlo nel cammino dietro a Gesù, nel respiro della Chiesa Universale e del mondo”.

Nella lettera indirizzata all’arcidiocesi di Genova, incentrata sulla paternità di Dio, p. Tasca ha spiegato di voler essere un vescovo ‘padre e fratello, con il cuore sempre pronto all’ascolto e all’accoglienza’ di chi busserà alla sua porta ma anche di chi si sente lontano dalla comunità ecclesiale, affidando tutti alla Madonna della Guardia:

“Con molta semplicità vi confido che, qualche giorno, il mio cuore è colmo di trepidazione per l’inattesa notizia; al contempo, mi abita la serena certezza che il Pastore e guida delle nostre anime è il Signore Gesù, che riempie di gioia pasquale la nostra esistenza e ci conduce al Padre…

Mi ha sempre colpito il fatto che proprio la paternità sia la cifra più caratteristica della natura di Dio: è Gesù stesso a mostrarcelo, rivolgendosi a Dio con il termine ‘Padre’ nel momento in cui insegna ai discepoli in che modo debbano vivere la dimensione fondamentale della preghiera. Questo insegnamento di Gesù contiene un’importante conseguenza per la vita di noi cristiani: la paternità divina è la fonte e il modello di ogni relazione all’interno della Chiesa”.

Inoltre ha incentrato il messaggio sul significato della fratellanza: “Come figli dell’unico Padre, impariamo a essere, sentirci e vivere da fratelli; e sempre dalla paternità di Dio prende forma e contenuto genere di servizio e ministero all’interno della famiglia ecclesiale.

Ogni pagina del Vangelo ci insegna che la paternità di Dio si declina concretamente nella vita dell’uomo con i colori della misericordia, che è l’altra cifra indispensabile per comprendere il cuore del Padre. Nel volto, nelle mani, nelle parole e nei gesti di Gesù, questa misericordia rende viva e palpitante la presenza di un Padre che non si contenta di attendere, ma muove il primo passo alla ricerca dell’uomo, bisognoso di perdono e assetato di pace”.

Essendo figli di Dio la prima azione è quella della comunione nella missione: “Fin da questo momento chiedo a Dio (e vi invito a chiedere con me e per me) che la mia missione tra voi sia caratterizzata dalla costante ricerca della comunione, del dialogo, della relazione fraterna. Porto con me, come povera dote, ciò che ho cercato di imparare e di vivere in questi ormai quasi quarant’anni di vita religiosa francescana, che si riassume nella fraternità.

Come vostro vescovo, desidero essere padre e fratello, con il cuore sempre aperto all’ascolto e all’accoglienza tanto di coloro che verranno a bussare alla mia porta, come (vorrei dire, soprattutto!) di coloro che, per qualunque ragione, si trovano o si sentono lontani dalla nostra comunità ecclesiale”.

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