La Chiesa affida l’Italia alla Madre di Dio

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Raccogliendo la proposta e la sollecitazione di tanti fedeli, la CEI stasera nella basilica di Santa Maria del Fonte a Caravaggio (diocesi di Cremona, provincia di Bergamo) ha affidato l’Italia alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza.

La scelta della data e del luogo è estremamente simbolica. Maggio è il mese dedicato alla Madonna, tempo scandito dalla preghiera del Rosario, dai pellegrinaggi ai santuari, dal bisogno di rivolgersi con preghiere speciali all’intercessione della Vergine. Il luogo, invece, racchiude in sé la sofferenza e il dolore vissuti in una terra duramente provata dall’emergenza sanitaria. Alla Madonna la Chiesa affida i malati, gli operatori sanitari e i medici, le famiglie, i defunti.

Le meditazioni del rosario dei misteri della Passione di Cristo sono stati tratti dagli interventi di papa Francesco e la Chiesa in questa festa di san Giuseppe lavoratore, ha affidato, in particolare, i lavoratori, consapevole delle preoccupazioni e dei timori con cui tanti guardano al futuro.

La preghiera è stata presieduta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, affiancato dal rettore, mons. Amedeo Ferrari. Iniziata al canto dell’inno alla Vergine, la liturgia ha ripercorso la passione di Cristo nella contemplazione dei Misteri dolorosi del Rosario. Ma ha scelto di farli precedere dalla simbolica accensione di una luce dinanzi all’immagine di Maria venerata in Santuario, perché “dove c’è incredulità fiorisca la fede, dove c’è disperazione fiorisca la speranza, dove c’è egoismo fiorisca la carità”.

Durante il momento di preghiera il vescovo di Cremona ha spiegato il significato del Santuario: “Il santuario mariano di Caravaggio, il cui abbraccio è simile a quello di piazza San Pietro significa accoglienza incondizionata. Non ci sono tessere di partito o primogeniture, ma una relazione fraterna che alimenta la speranza, facendo in modo che la fragilità di questo difficile momento diventi, in positivo, la nostra vera forza”.

Nel frattempo la diocesi di Cremona, non dimenticando la grave crisi che il coronavirus sta generando, mettendo in serie difficoltà tante persone e famiglie, ha istituito la ‘Borsa di sant’Omobono’. Si tratta di un fondo speciale per esprimere prossimità e offrire un aiuto concreto a coloro che, a causa dell’epidemia in atto, non hanno alcuna forma di sostentamento oppure sono in gravi, anche se temporanee, difficoltà economiche.

La decisione di chiamarla ‘Borsa di sant’Omobono’ è stata presa ispirandosi al santo patrono della città e diocesi di Cremona, maestro non solo di preghiera e di penitenza, ma anche di generosità e servizio ai più deboli, diventando così artefice di giustizia e pace sociale.

Il Fondo inizialmente sarà alimentato dalla Caritas diocesana, che si avvarrà anche di risorse messe a disposizione, proprio per l’emergenza Covid-19, dalla Caritas nazionale e dai Fondi CEI dell’8xmille.

Al termine del rosario è stata recitata la preghiera di affidamento dell’Italia alla Madre di Dio: “Noi ti rendiamo grazie, Padre Santo, per il mistero nascosto nei secoli e rivelato nella pienezza dei tempi perché il mondo intero tornasse a vivere e a sperare in luce di verità.

Ti lodiamo e ti benediciamo per il tuo Figlio, Gesù Cristo, fatto uomo per opera dello Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria. A Lei, Madre di Cristo e della Chiesa, innalziamo ora la nostra preghiera in questo tempo velato dalle ombre della malattia e della morte.

Madre santa, ti supplichiamo: accogli la preghiera delle donne e degli uomini del nostro Paese che si affidano a te. Liberaci dal male che ci assedia. Sostieni le famiglie smarrite, soprattutto le più povere, stringi al tuo seno i bambini, prendi per mano i giovani, rendi sapienti i genitori, da’ vigore agli anziani, salute agli ammalati, pace eterna a chi muore.

Indica ai governanti la via per decisioni sagge e appropriate alla gravità di quest’ora. Dona forza ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, a chi si occupa dell’ordine pubblico e della sicurezza, siano generosi, sensibili e perseveranti. Illumina i ricercatori scientifici, rendi acute le loro menti ed efficaci le loro ricerche.

O Maria, insieme a Giuseppe, custodisci il lavoro di tutti, perché a nessuno manchi il sostentamento quotidiano; rendi ciascuno artigiano di giustizia, di solidarietà e di pace, esperto di umanità, presenza di condivisione soprattutto con chi soffre, donaci il gusto dell’essenziale, del bello e del bene, e i gesti di tutti profumino di carità e di solidarietà fraterna.

Santa Maria, non c’è lacrima che tu non asciughi, non c’è speranza che in te non fiorisca, non c’è festa a cui tu non sorrida. Con te vogliamo essere figli obbedienti del Padre. Come te desideriamo accogliere in noi il Figlio, Parola e Pane di vita nuova.

Uniti a te, come gli apostoli nel cenacolo il giorno di Pentecoste, sospinti dal soffio dello Spirito Santo, vogliamo essere testimoni del Vangelo della gioia e della speranza, fino al giorno in cui ci introdurrai, con tutti i santi, al banchetto eterno del Regno”.

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