Mons. Sigismondi è vescovo di Orvieto-Todi

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“L’Azione Cattolica Italiana gioisce insieme a mons. Gualtiero Sigismondi, suo Assistente ecclesiastico generale, per la sua nomina a vescovo della diocesi di Orvieto-Todi. Ci stringiamo a lui nella preghiera, assicurandogli il nostro sostegno e la nostra collaborazione. Conosciamo bene mons. Sigismondi, la sua saggezza e la sua mitezza, la sua fede e la sua preparazione, la sua passione per la Chiesa e per gli uomini. Siamo perciò certi che saprà vivere nel miglior modo possibile questo nuovo ministero che Papa Francesco gli ha voluto affidare, segno di stima, affetto e gratitudine. Stima, affetto e gratitudine che riempiono anche il cuore di tutti gli aderenti dell’Azione Cattolica Italiana”.

Con questo augurio la presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, nei giorni scorsi, si è rallegrata della nomina di mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno, a vescovo della diocesi di Orvieto-Todi, da parte di papa Francesco, che ha accettato la rinuncia per raggiunti limiti di età presentata da mons. Benedetto Tuzia.

Mons. Sigismondi è sacerdote dal 1986; laureato in teologia, è stato vice rettore e direttore spirituale del Seminario Regionale umbro; e dal 2005 al 2008 vicario generale dell’arcidiocesi di Perugia. Nel 2008 papa Benedetto XVI lo ha eletto Vescovo di Foligno.

Appena la notizia gli è pervenuta mons. Sigismondi ha scritto una lettera al popolo della diocesi di Orvieto-Todi, affidandoli alla protezione della Vergine Maria, ‘Auxilium christianorum’, chiedendo che “ci salvi dai mali che ora ci rattristano e ci ottenga dal Figlio suo la salute del corpo e dello spirito”.

Nella lettera il vescovo ha ringraziato il Signore per essere stato sostenuto, in questi anni, dai santi Feliciano ed Angela, che ‘passeranno il testimone’ ai santi Giuseppe e Fortunato: “Lascio la cattedrale di san Feliciano, con la copia in scala del Baldacchino di san Pietro, per entrare, ‘a piedi nudi’, nel duomo di Orvieto e in quello di Todi, entrambi intitolati a Maria Vergine: l’Assunta e la Ss. Annunziata.

Lo splendore di questi templi, oltre a manifestare che la via della bellezza è da sempre la lingua-madre della Chiesa, invita a riconoscere che lo stile sinodale è assimilabile a quello dei costruttori delle cattedrali medievali di cui sono costellate l’Italia e l’Europa”.

Ed ha sottolineato anche i ‘tesori’ spirituali della diocesi di Orvieto-Todi: “Il Corpo ecclesiale della diocesi di Orvieto-Todi ha due ‘polmoni spirituali’: quello ossigenato dallo stupore eucaristico, che ha il suo baricentro nella cappella del Ss. Corporale, e quello irrorato dall’Amore misericordioso, che ha il suo fulcro presso il santuario di Collevalenza.

Con cuore libero e ardente mi dispongo a lavorare in questo filare della Vigna del Signore, in cui sin dai primi secoli dell’era cristiana scorre la ‘linfa’ della santità, arrivando fino ai nostri giorni, con Madre Speranza di Gesù”.

Ricordando l’esperienza folignate mons. Sigismondi ha ricordato l’esperienza maturata a Foligno ed ha benedetto il popolo orvietano: “Mi accingo a mettermi in cammino portando sulle spalle e nel cuore la ‘bisaccia’ dell’esperienza maturata a Foligno, ove ho scoperto, anche a causa del sisma del 2016, che la cattedra episcopale non è un bene immobile, ma mobile. Strada facendo, mi sono reso conto che nella vita pastorale è necessario passare dal sistema di irrigazione ‘a pioggia’ delle iniziative di mantenimento a quello ‘a goccia’ dei processi di accompagnamento…

Vi raggiungo con questa formula di benedizione, in attesa di venire ad abitare in mezzo a voi. La trepidazione batte la gioia, ma la serenità ha già preso la rivincita, perché il Signore chiama ‘non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia’ (2Tm 1,9)”.

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