Da Trieste un invito a vivere la santità

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Anche nel Friuli Venezia Giulia sono in vigore le disposizioni limitative a causa del Coronavirus ed il vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, ha scritto una lettera ai fedeli, invitandoli a non perdere la fiducia: “Carissimi fratelli e sorelle, entrati nel tempo della Quaresima, viviamo questa situazione con spirito cristiano, affidandoci fiduciosi a Gesù Cristo, nostro Salvatore e alla Madonna della Salute, nostra amata patrona.

Viviamola, disponendo le nostre anime alla purificazione dai peccati e alla santificazione personale; viviamola, pregando intensamente il Signore di concederci la grazia della sua protezione, di donare la guarigione ai malati e la pace eterna a coloro che sono morti. Preghiamo il Signore di preservare la nostra Città, la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Italia e le altre nazioni da questa insidiosa calamità; di sostenere quelli che hanno responsabilità di governo, le forze dell’ordine e i militari, perché operino sempre per il bene comune;

di dare vigore e coraggio ai medici, agli infermieri e a tutti coloro che lavorano nelle strutture sanitarie, affinché non vengano meno nell’esercizio del loro indispensabile servizio; di guidare le ricerche degli scienziati, affinché scoprano medicine efficaci. Inoltre, preghiamo il Signore affinché le conseguenti difficoltà economiche non pesino sulle spalle degli imprenditori, dei lavoratori e, soprattutto, dei poveri e dei bisognosi”.

E nel messaggio quaresimale mons. Crepaldi ha sottolineato che tutto è di Cristo: “… il tempo della Quaresima è lì a sollecitarci a intraprendere la strada della conversione, imboccando quella di Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione. La vita cristiana è una strada da percorrere che ci conduce ad un incontro d’amore, quello con la persona stessa di Cristo”.

Quindi la quaresima è strada di conversione: “La Quaresima è una strada di conversione che ci fa abbandonare qualcosa per andare all’incontro con Qualcuno. Il qualcosa che abbandoniamo, la Sacra Scrittura lo chiama mondo; il Qualcuno verso il quale punta il nostro camminare è Cristo… In quella memorabile cena si dilungò in un’accorata preghiera rivolta al Padre, preghiera che ha il tratto di un testamento rivelativo della sua anima e delle sue ultime e decisive volontà.

Queste le parole che maggiormente ci interessano: Padre, ‘non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo’… Gesù ci invita a ricordare, forse perché anche a noi cristiani ci viene comodo dimenticare o far finta di nulla di fronte alla seguente sacrosanta verità: se si è di Cristo non si può essere del mondo. Il mondo lusinga e poi ammazza; solo Cristo salva”.

Attraverso la citazione della Lettera a Diogneto mons. Crepaldi ha invitato i cristiani a ‘stare’ nel mondo: “I luminosi insegnamenti biblici sul rapporto tra Cristo e il mondo (esemplare per modellare quello tra i cristiani e il mondo) sono alla base, fin dall’inizio della storia cristiana, delle riflessioni di molti pensatori desiderosi di approfondire il senso dell’esistenza cristiana in contesti religiosi, sociali e politici prevalentemente ostili, che costituivano una sfida non indifferente…

La Lettera, diretta a un tal Diogneto, si propone di esporre il vero culto a Dio, quello dei cristiani, che non è un culto esteriore, ma che trova la sua originalità nel mistero divino. I cristiani, infatti, collocati tra esigenze di incarnazione e di trascendenza, vivono le realtà terrestri vivificandole dall’interno e allo stesso tempo trascendendole. I cristiani sono nel mondo come l’anima nel corpo. Infatti, la parte più notevole della lettera è quella dove l’ignoto autore illustra il parallelismo fra la funzione dell’anima nel corpo e quella dei cristiani nel mondo”.

Ricordando i santi Frassati e Beretta Molla ha invitato i cristiani a non conformarsi al mondo: “Quello che ci viene chiesto in questo brano della Lettera paolina ai Romani è di trasformarci, rinnovando il nostro modo di pensare.

Come? Riscoprendo la fede. Tra tutte le forme di mondanizzazione che pesano sulla nostra anima, la peggiore è la crisi di fede.. Lo spirito del mondo, diretto antagonista dello Spirito di Dio che è spirito di carità, caratterizza la sua azione a partire da questo prin­cipio: l’egoismo.

Noi cristiani, guidati dalla Spirito divino dell’amore, dobbiamo andare là dove ci sono i poveri, gli ultimi, i sofferenti, mescolandoci con il mondo del dolore, della sventura e dell’emarginazione, andare cioè là dove il mondo, con il suo egoi­smo, non vuole andare. Dobbiamo anche pregare che qualcuno ci gridi: ‘Svegliati!’. In Quaresima la sveglia ce la può dare la Parola di Dio che la liturgia della Chiesa ci fa ascoltare: ‘Svegliati tu che dormi’ (Ef 5,14)”.

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