‘Il diavolo esiste, non è una leggenda. Io ci combatto ogni giorno’: la testimonianza di una ragazza

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Lara (nome di fantasia) è una ragazza italiana di 28 anni, che ha deciso di condividere con noi la sua storia, una storia molto particolare, che pubblichiamo con la speranza che possa essere di aiuto a qualcuno.

“Ero solo una bambina, quando mia madre mi spiegava che al mondo non ci sono solo buoni e che, purtroppo, non c’erano solo buoni nemmeno nella nostra famiglia. Io non ho mai conosciuto la mia nonna materna. Un’ordinanza dei carabinieri la obbligava a stare a 100 metri da noi. Pazza: questo pensava la gente. Brandiva coltelli, lanciava piatti, riempiva di botte mio nonno, minacciava di uccidere i nipoti. Pazza. La definivano semplicemente così.

Ma mia madre, però, sapeva che c’era dell’altro. Non era solo un sospetto: lei sapeva che mia nonna faceva parte di una setta satanica. Non ho mai conosciuto dettagli, questi mamma me li ha risparmiati. So solo che mia nonna era adoratrice di Satana e che mia madre è stata trascinata, contro la sua volontà, nel mondo dell’occulto sin da bambina, restandone segnata profondamente. Ne ha viste di tutti i colori. Ha toccato  da vicino un male che tanti  ignorano, anche nella Chiesa.

Un male spesso ridicolizzato, banalizzato. Un male ridotto a sciocchezza, a maschera di Carnevale: ‘Suvvia, credi nel diavolo? I problemi veri sono altri!’, quante volte l’ho sentito dire! Una volta, a messa, un sacerdote ha detto che bisognerebbe togliere dalle preghiere del Battesimo la richiesta di liberare dal Maligno: ‘Ancora la Chiesa crede a queste cose?’, si domandava durante l’omelia.

Sapete, ero così  intrisa anche io di questa mentalità modernista, una mentalità che rilega il demonio a invenzione medievale, che per anni ho creduto che mia madre esagerasse. La stimavo, intendiamoci. Non credevo avesse le visioni o si inventasse le cose. Solo… pensavo che i malefici, le stregonerie, fossero pratiche da scemi.

Mia nonna e suoi ‘amici’ facevano senz’altro qualcosa di brutto, sì, ma che non poteva davvero nuocere spiritualmente a qualcuno. Il vero male che faceva nonna era ‘altro’. Sì, anche io forse credevo di più alla versione della pazza e squilibrata… e pensavo che facesse del male prima di tutto a sé stessa.

Povera mamma: quante volte l’ho fatta sentire superstiziosa, mentre lei cercava di difenderci, pregando ogni giorno Maria di proteggerci dagli attacchi del demonio. Quante volte le sue preghiere contro il male, i suoi discorsi su Satana mi erano sembrati anacronistici! ‘Mamma, ma tu vedi il diavolo ovunque…’. Quanto doveva soffrirci.

Mia madre ha vissuto i primi anni del suo matrimonio dagli esorcisti: quel male, dicevano, era entrato  anche dentro di lei. Non per sua colpa e non nel suo cuore: quello apparteneva a  Dio, perché lei Satana non lo aveva scelto, ma la tormentava nei pensieri, nella sua salute, nella vita, insomma. Le provocava ossessioni e molto altro. Molte altre cose che solo chi è indemoniato può capire. E io, lo ammetto, non lo capivo.

​Quando ero adolescente mi sembrava una vergogna che mia madre si fosse recata da dei sacerdoti per farsi ‘guarire dal demonio’: non vedevo differenza tra la pratica dell’esorcismo e l’andare dai santoni, che tanto venivano bersagliati in tv. Alcuni sacerdoti, quando eravamo piccoli, sconsigliarono ai nostri genitori di far seguire anche noi.

Dopo alcune benedizioni, ci fecero smettere: ‘Sono solo bambini! Li spaventereste… se vuoi,   -dicevano a mamma- vai tu, ma lascia stare loro’.

‘Lascia  stare loro’. Se solo ci ripenso, oggi, mi viene una rabbia ed una tristezza che fatico a descrivere. Perché se avessero preso sul serio tutta la famiglia allora e se non avessero mollato mia madre, a un certo punto, senza finire l’opera, forse non sarei qui a raccontare la mia vita di persona vessata dal diavolo, oggi. Ma mi rassereno molto quando penso che Dio, nella sua Provvidenza, aveva previsto tutto ed è venuto a  recuperarci. Di sicuro, sono state fondamentali le preghiere di mia madre, preghiere incessanti, che hanno accompagnato la vita della nostra famiglia sempre.

Quando ho capito che non era mamma a sbagliarsi? Quando ho approfondito la fede della Chiesa, prima di tutto. E poi quando io stessa ho toccato con mano il potere di Satana. A 20 anni mi sono avvicinata molto a Dio, ai sacramenti: ho vissuto un anno di pace profonda, un anno di grazia.

Stavo così bene in chiesa che avrei potuto metterci casa. Riuscivo a fare adorazione per più di un’ora: non volevo proprio staccarmi da  Cristo.  La messa, il Vangelo, la preghiera spontanea erano diventati il sale delle mie giornate. La mia vita era diventata molto più bella con Gesù.  

Avevo iniziato a credere nel demonio, nel frattempo: conoscendo meglio il Vangelo e documentandomi su ciò che la dottrina della Chiesa diceva a riguardo, avevo capito che non era solo una favola: l’esistenza di Satana era un aspetto centrale della nostra fede, non una credenza opzionale. Era dentro a tutti i Vangeli. Ciò che non sapevo era che Satana lo avrei conosciuto e combattuto molto da vicino. Dentro di me.

Ricordo ancora il giorno in cui si è manifestato. Non è stato proprio all’improvviso. Era da circa un mese che faticavo a pregare, avevo la mente confusa mentre parlavo con Dio. A volte, stranamente, gli occhi andavano all’insù in un modo innaturale. Mi sentivo spesso giù, senza motivo. Un episodio mi fece trasalire:   una volta, mentre stavo preparando un incontro di catechismo su Cristo Re, ho avuto la netta sensazione   che qualcuno, dentro di  me, mi facesse vedere l’immagine di Gesù distorta, su quella fotocopia, con le sembianze di un maiale. E’ stato orribile!

Il culmine, però, è stato durante la messa di un giorno di fine novembre del 2012. Ero a messa con il mio fidanzato, quando la pancia ha iniziato a muoversi da sola, avanti e indietro. Potete non credermi (siete liberissimi, ci mancherebbe), ma dentro di me qualcosa sussultava, ogni volta che il sacerdote pronunciava le parole: ‘Gesù’, ‘Cristo’, ‘amore’, ‘Incarnazione’.

Avevo delle reazioni così visibili, che mi sono dovuta nascondere in una cappellina laterale, sotto gli occhi increduli del mio ragazzo, che mi ha accompagnata. Quando ho fatto la Comunione, quel giorno, ho avuto l’ultima conferma dell’esistenza del demonio, ma anche della presenza reale di Cristo in quel pezzo di pane: sono passati quasi otto anni, ma ancora ricordo cosa successe”.

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