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Il COR celebra il 100° anniversario dalla conversione di Arnaldo Canepa

In un mese di maggio apparentemente come tutti gli altri, risalendo la strada che da San Silvestro portava al Tritone, Arnaldo Canepa, fondatore del Centro Oratori Romani, entrava nella chiesa di Santa Maria Odigitria uscendone convertito. Non si hanno dettagli su quella serata, ma è facile immaginare che abbia ascoltato un anonimo predicatore nel Mese dedicato alla Vergine Maria.

Lo Bascio: dono grande veder riconosciuto il ministero di catechista

“Il primo indizio era in quell’affermazione semplice e forte pronunciata da Francesco all’inizio del suo pontificato: ‘La Verità è una relazione’. Il Papa chiariva come l’annuncio evangelico si giocasse tutto su un piano esistenziale più che operativo. In fondo la domanda rivolta da Gesù stesso ai suoi discepoli ‘E voi, chi dite che io sia?’ (Cfr. Mt 16,15) non lasciava dubbi circa la necessità per ciascuno di risignificare ciò che la Chiesa crede con una propria, personale risposta di vita. Ecco che il catechista non poteva essere ricondotto al mero progettista/realizzatore di incontri ‘parlati’, ma nemmeno di attività più coinvolgenti, funzionali a trasmettere le verità di fede”.

La benedizione dei Bambinelli anima Roma

Torna anche quest’anno, anche se in una forma rinnovata, diffusa nelle parrocchie e disponibile anche in streaming, la tradizionale Benedizione dei Bambinelli che, inaugurata nel 1969 da papa Paolo VI, accompagna le attività di Avvento degli oratori di Roma. Il tema dell’edizione 2020 sarà ‘Cambia La Storia. Nasce il Salvatore’ seguendo la traccia spirituale e di animazione che segna questo speciale anno pastorale degli oratori di Roma.

Card. De Donatis al COR: alleati delle parrocchie per gli oratori

Nei giorni scorsi il nuovo anno pastorale del Centro Oratori Romani è stato inaugurato solennemente con una celebrazione eucaristica presieduta dal card. Vicario Angelo De Donatis nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio al Quadraro a Roma dove sono presenti le spoglie mortali del fondatore dell’associazione, il Servo di Dio, Arnaldo Canepa.

Un appuntamento che quest’anno coincide con il 75° anniversario dalla fondazione del COR e che, come da tradizione, ha visto riuniti i soci effettivi e gli amici seppure con le dovute attenzioni per la situazione sanitaria. Una celebrazione fortemente desiderata dai soci che hanno accolto due nuovi giovani per la promessa di servizio in un anno complesso anche per la pastorale oratoriana nella diocesi di Roma.

 Il card. De Donatis, accolto dal Presidente David Lo Bascio e dalla Giunta esecutiva, insieme a parroci ed assistenti degli oratori di Roma, ha commentato per i catechisti del COR il brano del Buon Pastore:

“Lui  che, lascia le 99 pecore al sicuro e va dietro a quella perduta. Nell’ottica di Dio, quell’unica che si è persa diventa più importante delle 99 che sono già con Lui. L’attenzione del Pastore verso la pecora possa spingerci ad uscire dai recinti per annunciare Cristo a coloro che ancora non lo conoscono.

Possano quelle parrocchie, che non hanno ancora l’oratorio  e non sanno come prendersi cura dei loro piccoli, trovare in voi alleati preziosi,  fratelli e sorelle che hanno a cuore che Cristo sia annunciato e conosciuto. So con certezza che questo è quello che c’è nel vostro cuore”.

Il cardinale ha fatto chiaro riferimento al processo di rinnovamento che è in corso nell’associazione e che lo stesso presidente Lo Bascio ha illustrato nel suo intervento di saluto presentandolo come “un desiderio di spogliarsi di tutto ciò che non serve, di tutto ciò che è autoreferenziale, e che ci impedisce di correre fuori verso i mille ragazzi che attendono ancora una parola, un esempio e una speranza”.

Lo Bascio non ha nascosto la difficoltà del momento presente in un anno che avrebbe dovuto celebrare festosamente il giubileo dell’associazione: “Questa Eucaristia ha per noi il sapore agrodolce del Mistero Pasquale: se su un versante sperimentiamo tutta la fatica del Calvario, che non è solo figlia dell’epidemia, ma più in generale del nostro impegno tante volte disistimato o frainteso, dall’altro intravediamo le luci della Resurrezione”.

Luci che emergono dal sogno di vedere riconosciuti i bambini come persone, dalla vocazione laicale di servizio e dal carisma che sia lievito alla maniera del Vangelo, come ha concluso Lo Bascio: “Quello che per Canepa fu il Quadraro oggi sono per noi gli infiniti quartieri di questa città. C’è ancora bisogno di seminarli tutti della misericordia di Dio. C’è ancora bisogno di lasciare tutto per la pecorella smarrita. C’è ancora bisogno dell’oratorio a Roma”.

 L’associazione romana, che da decenni promuove la pastorale oratoriana in stretta collaborazione con la Diocesi e con le parrocchie che desiderano avviare questa esperienza formativa per bambini e ragazzi, ha scelto per quest’anno il tema ‘Cambia l’Aria, Arriva l’Oratorio’.

Tutte le iniziative che verranno realizzate sono chiaro segno del cammino che  l’associazione sta compiendo verso un  profondo rinnovamento,  ma anche la conferma dell’essere a servizio, specie in un tempo cosi complesso, delle comunità che con coraggio e abnegazione si stanno impegnando a proseguire nell’annuncio della Buona Novella fra i più piccoli trovando anche nuove strade pastorali.

(Foto: Cor)

Mons. Delpini ai ragazzi: la libertà crea legami

Ieri l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha inaugurato i locali dell’oratorio parrocchiale di Sant’Ilario Vescovo, nel quartiere Gallaratese, nel giorno in cui tutta la Diocesi inizia il nuovo anno oratoriano, con un richiamo alla situazione attuale e alla società, immaginata come una casa in cui vivono 5 sorelle:

“Nella Casa Libertà abitano 5 sorelle. La più piccola è la libertà bambina che ha l’abitudine dei capricci, eppure anche lei cerca gli abbracci e vuole essere coccolata. Non ama i rischi e non è pronta per le responsabilità… Poi, l’adolescente che si chiama la libertà confusa, sempre incerta e che non ascolta nessun consiglio; che è come una macchina che sta sempre agli incroci e non si decide mai per nessuna strada perché non sa dove andare. Ha mille possibilità, ma non ne realizza neppure una”.

La ‘terza libertà’ è quella ‘stanca’: “… la più grande si chiama la libertà stanca e non si aspetta niente dal futuro, si aspetta solo guai. Dice che è meglio l’inerzia e la ripetizione; che le abitudini sono più rassicuranti delle avventure e delle scelte coraggiose. Ama fare le cose che ha sempre fatto, dire le cose che ha sempre detto”.

La libertà successiva è quella ‘arrabbiata’: “La quarta è la libertà arrabbiata per la quale ogni regola e disciplina sono insopportabili, ogni richiamo suscita la sua reazione. E’ ribelle a ogni autorità, non riesce a stare con nessuno, né con gli altri e nemmeno con se stessa”.

Mentre l’ultima è “la libertà felice, quella che ha sentito pronunciare il suo nome da una voce amica che l’ha condotta nei giardini dell’amore dove si è a servizio gli uni degli altri, là dove ci sono i fratelli e le sorelle da servire. La comunità cristiana celebra oggi, come ogni domenica, la libertà felice in questa città dove ci sono tutte le 5 sorelle… Lei è dove si radunano coloro che liberamente decidono di praticare il grande comandamento”.

Ed il comandamento è il legame: “Il grande comandamento è l’offerta di quel legame d’amore che corrisponde al desiderio profondo dell’anima e che chiama alla pienezza di vita. E’, quindi, una strada di felicità, perché introduce al rapporto con il Signore che si chiama amore, superando ogni confusione e vivendo nella pace. La parrocchia e l’oratorio non sono fatti solo di mura e iniziative, sono, piuttosto, il luogo che tesse i rapporti, in cui gli adulti (in particolare la comunità educante) vogliono accompagnare i più giovani alla libertà felice.

E’ una strada di semplicità, che dura per sempre. E’ una strada di guarigione per le forme di libertà malate che affliggono coloro che abitano nella città: il mondo deve essere aggiustato, la città invoca d’essere guarita, di poter sperimentare la gioia. Ma la guarigione è possibile solo se tutto è animato dalla decisione di amare e dalla gratitudine per essere amati, cioè dalla libertà felice”.

E nella lettera in occasione della riapertura degli oratori, ‘Trasfigurati dallo stupore’, l’arcivescovo ha scritto: “I discepoli in cammino verso Emmaus raccontano la vicenda di Gesù come un fallimento deludente, secondo la cronaca degli stupidi. Ma li sorprende il viandante sconosciuto e racconta la stessa vicenda come il compimento di una missione. Li sorprende e lo stupore li trasfigura, al punto che quando Gesù condivide il pane, non vedono solo un gesto qualsiasi, ma la sua rivelazione”.

Ed ha invitato i ragazzi a lasciarsi coinvolgere come ha fatto Carlo Acutis: “Anche la storia di Carlo Acutis, morto di leucemia a 15 anni, si può leggere come un fatto di cronaca che racconta di un destino crudele che ha spezzato una promettente adolescenza. Chi è trasfigurato dello stupore riconosce invece la rivelazione della santità di un ragazzo. La festa dell’oratorio e la proposta educativa della comunità cristiana può essere ricevuta come un dono che permette la trasfigurazione: da stupidi a stupiti”.

(Foto: Diocesi di Milano)

‘Cambia l’aria, arriva l’oratorio’: le coordinate del Cor per il nuovo anno’

Dopo un periodo intenso e complesso anche gli oratori e le parrocchie di Roma si preparano a riprendere le attività ordinarie per accogliere bambini e ragazzi all’inizio di questo nuovo anno pastorale. Per sostenere e accompagnare gli animatori, il Centro Oratori Romani ha appena pubblicato le nuove coordinate pastorali dal titolo ‘Cambia l’Aria: Arriva l’Oratorio’ per potersi orientare nella scelta di attività, giochi e modalità per affrontare un avvio diverso da tutti gli altri.

Don Pascolini: oratori aperti per ferie

L’estate dei ragazzi negli oratori e nelle parrocchie italiane prende finalmente forma: dopo il lungo periodo della quarantena, durante il quale l’unica certezza era che ‘la Chiesa non lascerà da soli i ragazzi nel periodo estivo’, sono arrivate le ‘istruzioni per l’uso’. Quindi, dopo la conclusione dell’anno scolastico ‘in casa’ gli oratori italiani hanno aperto i loro spazi ai bambini ed ai ragazzi, in modo che esso diventi ‘luogo di formazione alla vita, attraverso il protagonismo dei ragazzi’.

Dal 15 giugno a Roma campo scuola gratuito per bambini in situazioni di disagio

Prenderà il via lunedì 15 giugno il campo estivo ‘Columella City’ al Quadraro, pronto ad accogliere, in un ambiente multiculturale e multietnico, tutti i bambini a partire da quelli che vivono in  una condizione disagiata nella periferia della Capitale. L’iniziativa, che terminerà il 10 luglio 2020, è promossa dal Centro Oratori Romani (COR) in collaborazione con l’associazione Medicina Solidale e con il sostegno di McDonald’s, che fornirà la merenda per i piccoli ospiti. Si tratta della seconda esperienza insieme, dopo quella positiva dell’estate 2019, che quest’anno assume una valenza particolarmente importante vista la situazione causata dalla pandemia.

Don Falabretti: l’oratorio ha saputo rispondere ai bisogni educativi

La ricerca dell’Ipsos ha confermato che l’oratorio rappresenta per gli italiani un punto fermo in un percorso di crescita e di formazione. Infatti l’oratorio riveste un ruolo educativo importante per la crescita dei giovani ed è un luogo che riesce ad essere sintesi di una vastità di attività, molto diverse fra loro eppure tutte convergenti verso un unico fine: dalle iniziative ludico-ricreative a quelle religiose-spirituali, l’oratorio si propone come luogo di educazione e di vita.

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