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La terra è a rischio

L’Earth day, la Giornata della Terra, è il giorno in cui si celebrano l’ambiente, le risorse naturali e la salvaguardia del pianeta Terra, nata il 22 aprile 1970. Quel giorno, parallelamente all’Earth day, nasceva anche quello che oggi è diventato il moderno movimento ambientalista.  Il movimento, che vide la luce negli Stati Uniti, contò circa 20.000.000 di cittadini americani che si mobilitarono in una storica manifestazione in difesa dell’ambiente.

Dopo 54 anni l’Earth day acquista ancora più significato: mai come oggi è di fondamentale importanza rivedere e ripensare il nostro rapporto col pianeta. Un pianeta dalle risorse finite, con ecosistemi sempre più sottopressione e con i cicli naturali che stanno cambiando in maniera così rapida, da non essere in grado di sapere quali saranno le conseguenze nel medio e lungo periodo.

E secondo Coldiretti il consumo di suolo fertile brucia in Italia € 1.000.000.000 di cibo all’anno, con cementificazione e fotovoltaico selvaggio che erodono migliaia di ettari di terreni agricoli aggravando la dipendenza alimentare dall’estero.

Guerre e pandemia non hanno fermato il consumo di suolo che, secondo l’ultimo rapporto Ispra, anzi, ha accelerato arrivando a ‘cancellare’ 76,8 km quadrati ettari di terreni, alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo. Un dato in aumento del 10% rispetto all’analisi precedente e che ci dicono che,  complessivamente, le superfici occupate ammontano a poco meno di 2.200.000 di ettari (il 7,14 % del totale nazionale):

“Ai danni causati dalla cementificazione, si stanno aggiungendo quelli del fotovoltaico selvaggio con la copertura di intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra. Impianti spesso realizzati da fondi di investimento speculativi e resi possibili da un far west normativo che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio”.

La provincia di Viterbo rappresenta un caso simbolo, dove gli agricoltori della Coldiretti stanno lottando contro la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici a terra e di pale eoliche in una situazione in cui quasi la metà della superficie agricola utilizzata in provincia è stata già occupata dai pannelli:

“L’erosione di terreni fertili mette oggi a rischio la sovranità alimentare del Paese ed è necessario invertire la rotta, mettendo finalmente dei paletti al fotovoltaico selvaggio. Un altro passo essenziale è accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.

Per tale motivo la terra resta un richiamo irresistibile per oltre 6 italiani su dieci (61%) che a primavera dedicano parte del tempo libero alla cura di orti, giardini, balconi e terrazzi per garantirsi frutta, verdura e aromatiche da portare in tavola o fiori per abbellire la propria casa.

La forma di coltivazione più diffusa è quella nell’orto o nel giardino, seguita a breve distanza dai terrazzi e dai balconi, soprattutto nelle grandi città, dove c’è anche chi deve accontentarsi del davanzale della finestra. Una minoranza si mette al lavoro in uno degli orti pubblici messi a disposizione dalle amministrazioni locali. In Italia occupano circa 2.000.000 di metri quadrati, secondo l’analisi Coldiretti sugli ultimi dati Istat:

“Ma ci sono anche molti italiani che non si accontentano e hanno a disposizione almeno un ettaro di terreno a uso familiare. Si tratta in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti dei quali hanno voluto mantenere la proprietà per esercitarsi nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come accadeva spesso nel passato.

E c’è anche chi ha acquistato terreni o piccole aziende agricole anche in aree svantaggiate per ristrutturarle e avviare piccole attività produttive, dall’olio al vino, dall’allevamento delle galline a quello dei cavalli”.

E non è un costo esoso realizzare un giardino: “L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare intorno ad € 300 per 20 metri quadrati ‘chiavi in mano’ per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono alcune delle regole fondamentali per ottenere buoni risultati”.

Inoltre un recente studio di ActionAid ha rivelato che i finanziamenti privati alle cause della crisi climatica superano di 20 volte gli investimenti pubblici nelle soluzioni per contrastarla. Nei 7 anni successivi all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, le principali banche private mondiali hanno investito complessivamente $ 3.200.000.000 nell’espansione dei combustibili fossili, mentre altri $ 370.000.000.000 sono stati destinati sotto forma di prestiti e garanzie all’agricoltura industriale.

Papa Francesco: l’olio crismale infonde vigore

“Lo spirito del Signore è sopra di me (Lc 4,18): da questo versetto è cominciata la predicazione di Gesù e dallo stesso versetto ha preso avvio la Parola che abbiamo ascoltato oggi. Al principio, dunque, sta lo Spirito del Signore”: celebrando la messa crismale del Giovedì Santo, che segna l’inizio del Triduo pasquale ed è tradizionalmente il momento in cui si rinnovano le promesse sacerdotali, papa Francesco ha riflettuto sul ‘motore propulsivo’ dello Spirito Santo che anima la vita cristiana:

Dal Marocco suor Julie racconta il senso del gusto

Sì, con la nostra terra, la gente dei nostri villaggi, come Timoulilte nei dintorni di Beni Mellal e la loro voglia di lavorare insieme. Halima, infatti, ci ha accolto questo martedì mattina nella sua cooperativa ‘Taymate’ (che significa ‘fraternità’). Un mondo si è aperto per noi. Fraterno, laborioso, e in cammino verso la dignità di tante donne e uomini di qui.

Il presidente della Repubblica ad Assisi

“Sono molto grato al Presidente Mattarella per aver accettato l’invito a partecipare alla celebrazione per la festa di san Francesco patrono d’Italia, e ad accendere a nome di tutte le donne e gli uomini italiani la Lampada votiva al Santo di Assisi. Questa mia sincera e profonda gratitudine è dovuta principalmente a due considerazioni”.

San Francesco: da Assisi una benedizione all’Italia e al mondo

Le celebrazioni della festa di san Francesco sono l’appuntamento più importante dell’anno per le comunità francescane e per migliaia di fedeli in tutta Italia con la cerimonia della donazione dell’olio e la Santa messa della mattina seguiti in tutto il mondo.

Le Marche hanno donato l’olio a san Francesco

Nel giorno della festa di san Francesco la regione Marche ha offerto a nome dell’Italia l’olio che alimenta la lampada che arde sulla tomba di san Francesco, in una celebrazione eucaristica, officiata dall’arcivescovo di Pesaro, mons. Renato Coccia, alla presenza del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del neo presidente della regione, Francesco Acquaroli; la candela è stata accesa dal sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli.

Dalle diocesi la benedizione degli oli sacri per sanare le ferite

Il Giovedì Santo, il vescovo riunisce il clero nella cattedrale per la celebrazione del Messa del Crisma per la benedizione degli Oli sacri: dei catecumeni, degli infermi e del Sacro crisma che viene usato per ungere la fronte dei cresimandi, le mani dei sacerdoti ed, infine, il capo nell’ordinazione a vescovo. Quest’anno la celebrazione non si è potuta celebrare a causa dell’emergenza sanitaria ed è stata rimandata in questo fine settimana, vigilia di Pentecoste, che conclude il Tempo.

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