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A Tolentino un convegno su francescani e Marco Polo: appunti di viaggio

“In occasione del convegno di studi sulle figure di fra Tommaso da Tolentino e di padre Matteo Ricci, come pure di Marco Polo nei suoi rapporti con i francescani il Sommo Pontefice è lieto di rivolgere il cordiale saluto, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa volta ad approfondire l’opera missionaria e l’attività culturale di così illustri personaggi, amici e benefattori dell’Oriente, Sua Santità auspica che il ricordo di questi protagonisti del loro tempo, attenti ai mutamenti sociali e impegnati nel tessere rapporti tra la civiltà europea e quella asiatica riaffermi l’importanza del dialogo tra popolazioni, tradizioni e religioni diverse nel rispetto reciproco, per costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere e da abbracciare. Con tali sentimenti il Santo Padre augura ogni buon esito ai lavori congressuali ed invia agli organizzatori, ai relatori ed ai presenti tutti la benedizione apostolica”.
Con questo messaggio augurale del segretario di stato vaticano, card. Pietro Parolin, a nome di papa Francesco, nei giorni 18 e 19 ottobre, in occasione del Centenario per i 700 anni della morte di Marco Polo, con la partecipazione dell’Università ‘Ca’ Foscari’ di Venezia, della Pontificia Università ‘Antonianum’ di Roma, del ‘Kyrgyz-Russian Slavic University’ della Repubblica del Kyrghyzstan e dell’Università di Macerata, del ‘Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Marco Polo’, della Provincia Picena ‘San Giacomo della Marca dei Frati Minori’, della Città di Venezia, della Regione Marche, del Comune di Tolentino e della diocesi di Macerata, a Tolentino, nelle Marche si è svolto il convegno di studi internazionali, ‘Appunti di viaggio: Marco Polo ed i Francescani in Oriente’, organizzato dal ‘Comitato per le celebrazioni in memoria del beato Tommaso da Tolentino’ e da ‘BAP – Biblioteca Archivio Pinacoteca’ (Biblioteca storico-francescana e picena ‘S. Giacomo della Marca’), con il sostegno del dal Sermit odv (Servizio missionario Tolentino), che sostiene i missionari in Brasile, in India ed in Burundi, dell’ASSM (Azienda Specializzata Settore Multiservizi) e delle ‘Terme Santa Lucia’ di Tolentino, a cui hanno partecipato i professori Antonio Montefusco, Eugenio Burgio, Raissa de Gruttola, Samuela Simion, Giuseppe Mascherpa, Pier Giorgio Borbone, Maela Carletti, Nadezhda Romanovna Khan, Lorenzo Turchi, Alessio Mecella e Carlo Vurachi.
Al messaggio papale è seguito il video saluto del prefetto apostolico di Ulaanbaatar, in Mongolia, card. Giorgio Marengo, che ha ringraziato gli organizzatori del convegno: “Ho la grazia di trovarmi in queste terre raggiunte in antichità dal grande movimento evangelizzatore degli Ordini mendicanti, soprattutto i francescani. Per me è un onore rappresentare l’ultimo ‘anello’ di una catena di missione, di scambio culturale e di ponte tra culture, che ha visto certamente l’ordine francescano in prima linea,in particolare fra Giovanni di Pian del Carpine, che per noi in Mongolia è una figura molto conosciuta dai nostri fedeli cattolici.
E’ stata provvidenziale la visita del Santo Padre, accogliendo l’invito del presidente: erano trascorsi 777 anni dall’arrivo di fra Giovanni alla corte degli imperatori mongoli; quindi questa storia di contatti con l’Occidente, favorita dai francescani della ‘prima generazione’, ha potuto conoscere un momento di particolare intensità proprio in occasione della visita del Santo Padre. Fra Giovanni del Pian del Carpine e fra Guglielmo di Rubruck hanno contribuito in modo decisivo a far conoscere il mondo il mondo mongolo in Occidente attraverso i loro appunti di viaggio e con la storia vissuta, che hanno potuto testimoniare”.
Ed ha ricordato la presenza della Chiesa oggi in Mongolia, in ricerca delle proprie radici: “La Chiesa è configurata come una prefettura apostolica e conta un esiguo numero di fedeli, tutti locali, che in questi 32 anni, da quando sono state siglate le relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Mongolia, hanno scelto di aderire alla fede cattolica.
Questa piccola comunità è molto interessata a scoprire le proprie radici: il cristianesimo, nella forma nestoriana, era ben conosciuto in questa parte di mondo (i diari di fra Giovanni e di fra Guglielmo lo testimoniano); e ci fu un altro grande francescano, che lasciò un segno della storia della Chiesa in questa parte di mondo: fra Giovanni da Montecorvino, perché fu proprio nella Cina di Kubilai Khan, che il primo vescovo di Pechino prese a cuore la componente mongola dell’Impero, che allora era consistente.
Quindi ricordiamo fra Giovanni da Montecorvino per il suo contributo alla traduzione della Bibbia in lingua mongola. Oggi collaboriamo con la Società biblica mongola, che è un’istituzione evangelica per la traduzione e la diffusione del testo biblico nelle lingue locali. Con la Società biblica mongola stiamo avviando una collaborazione, che ci porterà in pochi anni alla traduzione dei libri deuterocanonici, in modo che potremo avere in breve tempo la pienezza del testo biblico secondo il canone cattolico”.
Il convegno internazionale è stato anticipato, venerdì 18 ottobre, da un incontro con il direttore dell’Agenzia Fides, Gianni Valente, che ha raccontato il Primum Concilium Sinense, svoltosi a Shanghai nel 1924, inframmezzato da brani musicali del tenore fra Alessandro Giacomo Brustenghi, ed i saluti del vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, del custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, ed il provinciale dei Frati Minori delle Marche, fra Simone Giampieri.
Iniziando l’incontro il direttore dell’Agenzia Fides ha raccontato la storia del Primum Concilium Sinense: “A Shanghai, il 15 maggio 1924: nella cattedrale di sant’Ignazio di Loyola su mandato del Vescovo di Roma si riuniscono vescovi, vicari generali, religiosi e sacerdoti, nati per lo più in Paesi lontani e arrivati in terra cinese come missionari.
Si riuniscono con il mandato di rilanciare la missione della Chiesa in terra cinese, per favorire e accompagnare il fiorire di una Chiesa autoctona, con Vescovi e sacerdoti cinesi a cui affidare la guida delle comunità locali. Questa è la loro missione. Ma tra i 42 vescovi presenti, che guidano le comunità cattoliche in Cina, nessuno è cinese. Sono francesi, italiani, statunitensi, olandesi e di altre nazioni occidentali”.
Però tra la Cina e la Chiesa, nei secoli, è sempre esistito un ‘filo rosso’: “Mi sembra di poter dire che il filo rosso degli incontri positivi tra Cina e cristianesimo, unisce le esperienze dell’Antica Chiesa d’Oriente, dei viaggiatori francescani e poi dei gesuiti. Quel filo rosso più volte interrotto, si è sempre riannodato. Poteva essersi spezzato per sempre dopo il passaggio del colonialismo. Il cristianesimo poteva essere per sempre bollato in Cina come manifestazione religiosa di civiltà ostili. Invece questo filo rosso intermittente, che coinvolge anche i viaggiatori francescani del Trecento, è tornato a riannodarsi anche grazie al Concilio di Shanghai”.
Nel giorno successivo il convegno storico è stato aperto dal prof. Antonio Montefusco, docente all’Università francese della Lorena, che ha raccontato i viaggi di Guglielmo di Rubruk e di Odorico da Pordenone: “Il libro di Marco Polo possiede una componente che permette di porlo accanto alla fascinosa letteratura di viaggio che era un tratto distintivo dell’impegno di scrittura dei missionari francescani.
Pur dando un impatto potente sulla cartografia e sulle programmazioni geografiche, esso ha tratti comuni con gli scritti dei missionari francescani del sec. XIII, quando l’azione missionaria dei Francescani nello spazio mongolico si è dimostrata molto ampia. Hanno avuto notevole diffusione la Historia Mongalorum, redatta negli anni 1245-47, dall’arcivescovo umbro Giovanni da Pian del Carpine (1182-1252) e l’Itinerarium del francescano fiammingo Guglielmo di Rubruck (1220-93). Vanno menzionati i beati francescani Tommaso da Tolentino (1260-1321) e Odorico da Pordenone (1286-1331), Giovanni da Montecorvino (1247-1328), arcivescovo di Pechino dal 1307 alla morte, avvenuta nel 1328, Giovanni de’ Marignolli (ca. 1290-1359).
Il viaggio di Guglielmo di Rubruck ha inizio nel 1253. Per due anni il frate fiammingo percorre i territori dell’Asia Centrale, attraversa la regione del Volga e raggiunge Qara Qorum, la centrale del potere mongolo del khan Sartaq. Sulla via del ritorno il monaco si ferma in Terrasanta dove, nel 1255, scrive l’Itinerarium: un resoconto ufficiale del viaggio in forma di lettera che possiede indubbie qualità narrative”.
Anche la narrazione di Odorico da Pordenone descrive il viaggio in Oriente con molta dovizia di particolari: “Odorico da Pordenone, al ritorno dal suo viaggio in Oriente, iniziato nel 1318 con la compagnia di fra’ Giacomo d’Irlanda, e completato con la permanenza a Pechino, avvenuta attorno agli anni 1323-26, ebbe modo di dettare a Padova, nel 1330, al confratello Guglielmo da Solagna, la ‘Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum’. Questo racconto, pur restato a lungo in forma manoscritta, fu tradotto in varie lingue vernacolari e divenne una delle più importanti fonti medievali per la conoscenza dell’Estremo Oriente”.
Un punto di vista interessante, emerso nel convegno, riguardante il dialogo interreligioso è stato offerto dalla prof.ssa Nadezhda Romanovna Khan, docente al ‘Kyrgyz-Russian Slavic University’ della Repubblica del Kyrghyzstan, che ha spiegato la sua presenza nel convegno sui francescani in Oriente: “Sono stata invitata come ospite speciale per questo convegno di studi, presentando la mia relazione su un progetto del dialogo interreligioso. In precedenza p. Lorenzo Turchi ed il prof. Piergiorgio Borbone sono stati ospitati dalla mia Università ed ora sono venuta io in questa bel teatro ‘Vaccaj’ per una conferenza. Il Kyrghyzstan è uno Stato dell’Asia centrale, che è stato anche una tappa del viaggio di Marco Polo”.
In quale modo la conoscenza può trasformarsi in un dialogo interculturale?
“Il primo passo di un dialogo è la conoscenza, che si basa sullo studio e sull’educazione. Senza la conoscenza non può esserci alcun dialogo. Io studio il fattore degli estremismi ed è lampante la corrispondenza tra conoscenza e dialogo: senza conoscenza non esiste dialogo”.
Al termine a tutti i relatori è stata donata dal dott. Antonio Mercuri un’incisione raffigurante frate Tommaso da Tolentino, realizzata dall’artista Ferdinando Piras.
(Tratto da Aci Stampa)
Meeting 2024, la pace anche in Terra Santa passa attraverso la famiglia ed il perdono

All’udienza generale di mercoledì 27 marzo papa Francesco aveva ricordato la storia di Bassam Aramin e Rami Elhanan, uno israeliano ed uno arabo, a cui, anni fa, sono state uccise le figlie di 10 anni (Abir nel 2007) e di 13 anni (Smadar nel 1997); però dopo questa tragedia si sono uniti e portano avanti un percorso di riconciliazione nell’associazione ‘Parents Circle Families Forum’, organizzazione ‘di base’ di famiglie palestinesi e israeliane che hanno perso i propri familiari a causa del conflitto in Terra Santa e che sono animati dal desiderio di una pace duratura. La loro storia è raccontata interamente nel libro pluripremiato dello scrittore irlandese Colum McCann, dal titolo ‘Apeirogon’, che prende il nome da un poligono dal numero infinito di lati.
Nel video proiettato al Meeting dell’Amicizia tra i popoli, in corso a Rimini, papa Francesco aveva esortato i fedeli a riflettere sulla storia di questi due papà e a guardarla come faro in questi tempi feriti della storia, esprimendo al contempo la sua personale gratitudine: “Loro non guardano all’inimicizia della guerra, ma l’amicizia di due uomini che si vogliono bene e che sono passati per la stessa crocifissione”. Terminato il video i protagonisti dell’incontro ‘Una speranza per tutti’ l’applauso delle 10.000 persone è scattato spontaneo per Rami Elhanan, israeliano, padre di Smadar, per Bassam Aramin, palestinese, padre di Abir, e per Colum McCann, autore del romanzo ‘Apeirogon’, che narra la storia dei due padri.
Smadar Elhanan (1983-1997), figlia tredicenne di Rami, fu vittima di un attacco terroristico suicida palestinese in un locale di Ben Jeuda Street, nel centro di Gerusalemme, dove rimasero uccise altre 7 persone e venti rimasero ferite: “Mia figlia era piena di gioia ed energia, nuotava, ballava e suonava il piano e tutti la chiamavano principessa”.
La figlia di Bassam, Abir Aramin (1997-2007), fu colpita alla nuca all’uscita di scuola da un proiettile di gomma, sparato non incidentalmente da una pattuglia di soldati israeliani. Morì il 16 gennaio nello stesso ospedale dove era nata (e dove tredici anni prima era nata Smadar), assistita fino all’ultimo da una equipe di disperati medici. Bassan e la famiglia vivevano ad Anata: una città palestinese nella Cisgiordania sotto l’occupazione israeliana e rinchiuso nella prigione di Hebron per 7 anni. Una volta uscito dalla prigione era stato tra i fondatori del movimento ‘Combattenti per la pace’. Incontrò per la prima volta l’israeliano Rami telefonandogli perché aveva bisogno di unirsi ai genitori di ‘Parents Circle’, di cui Rami faceva parte.
Il ‘Parents Circle-Families Forum’ (PCFF) è un’organizzazione no-profit di famiglie palestinesi e israeliane che hanno perso i propri familiari a causa del conflitto, fondato nel 1995 dall’israeliano Yitzhak Frankenthal, dopo che, nel luglio 1994, suo figlio diciannovenne Arik, mentre era soldato, venne rapito e ammazzato da militanti di Hamas. Il PCFF, con due uffici (uno in Israele e uno a Beit Jala) opera secondo il principio che un processo di riconciliazione è un prerequisito per raggiungere una pace duratura.
Rami Elhanan ha raccontato la sua storia, affermando che era vittima dell’educazione israeliana, ma quando conobbe Aramin si accorse che anche i palestinesi erano esseri umani ed è possibile vivere civilmente attraverso il dialogo ed in ogni goccia di sangue versato pulsa il mondo: “Se odi il tuo nemico non fai altro che uccidere te stesso. Quando lo scopri il tuo nemico diventa come te ed è è il primo passo per cercare di capire chi è il tuo nemico e cerchi sempre un modo più efficace per conoscerlo. Quando capisci e credi che alla fine devi sederti e parlare insieme mi sono chiesto il motivo per cui devo aspettare ed ho detto che era ora di sedersi e di parlare adesso insieme prima di continuare ad ucciderci”.
Mentre Bassam Aramin ha sottolineato che non è facile essere palestinese ed ha auspicato la fine dell’occupazione della Cisgiordania: “Non è facile essere palestinese. Non è facile scoprirci e conoscerci. Siamo esseri umani, cioè qualche volta ci si nasconde agli altri, ma conoscendo l’altro si vede qualcosa di molto diverso. Ho conosciuto l’altra parte, quando ho visto un film sull’Olocausto. Ero in prigione e, guardando quel film, volevo divertirmi, perché per me era una sorta di vendetta, perché volevo vedere gli altri torturati od uccisi. Eppoi ho iniziato a piangere, perché erano uccisi milioni di persone innocenti. Per me era una cosa troppo grande, perché non mi aspettavo di vedere queste atrocità. Dopo 25 anni questo film mi ha spinto a conseguire una laurea con il tema sull’Olocausto”.
Invece l’autore Colum Mc Cann ha sottolineato ch la narrazione di storie salva il mondo, in quanto il cambiamento è possibile solo se ci crede: in questo modo la luce riesce a sconfiggere il buio: “Il tempo passato in Irlanda del Nord, tra Dublino e Derry, dove sono nato e cresciuto, è stato cruciale per me. Il processo di pace irlandese mi ha fornito una comprensione più profonda delle dinamiche in Medio Oriente. Questi incontri hanno il potenziale per riformulare le strategie di pace esistenti e creare opportunità per una risoluzione duratura”.
Al termine dell’incontro è stato ‘tributato’ un lungo applauso alle madri, ricordando il loro dolore nel vedere morire i propri figli, con l’invito ai presenti a non restare in silenzio attraverso un proverbio: “Se si parla si muore; se si rimane in silenzio si muore. Parla e muori”. Proprio per questo la Fondazione del Meeting per l’Amicizia tra i popoli ha deciso, su richiesta del card. Pizzaballa, una parte delle offerte per sostenere l’organizzazione degli eventi riminesi alle necessità della Terra Santa.
Ma c’è un’altra storia raccontata nei giorni precedenti da Mishy Harman, fondatore, direttore e voce di Israel Story, il podcast più famoso d’Israele, e da Federica Sasso, giornalista, operatrice Rossing Center for Education and Dialogue; lui ebreo e lei cattolica; entrambi marito e moglie, che hanno raccontato la loro vita familiare e lavorativa a Gerusalemme dopo gli eventi del 7 ottobre scorso: “Fondamentale è continuare a parlarsi ed ad ascoltarsi, cercando di sentire la sofferenza dell’altro”.
Però il Meeting dell’Amicizia tra i popoli non ha dimenticato la guerra in Ucraina con un collegamento da Kiev con il Nunzio apostolico a Kiev, mons. Visvaldas Kulbokas, durante l’incontro ‘Se vuoi la pace, prepara la pace’: “Sostenere la società civile in Ucraina, rafforzarla. E poi spiegare cosa è pace. Di fronte alle emergenze le istituzioni hanno capacità limitate, ma le persone sono più in grado di reagire in modo adeguato, rispetto alle istituzioni. Le persone non rimangono intrappolate nelle procedure, nelle regole”, a cui hanno partecipato Oleksandra Matvijcuk, avvocata ucraina e premio Nobel per la Pace 2022, Angelo Moretti, portavoce del Movimento europeo di azione nonviolenta-Mean (nella foto di apertura), Lali Liparteliani ed Anastasia Zolotova, direttrici della Ong ucraina ‘Emmaus’.
Lali Liparteliani ha condiviso la sua esperienza personale di fuga dalla guerra con i suoi figli, descrivendo il dolore e la perdita che accompagnano la condizione di profughi: “L’esperienza di essere profughi è un dolore costante, un allontanamento da tutto ciò che si conosce e si ama”.
(Tratto da Aci Stampa)
Carta di Roma: per i media i migranti sono ombre

“Leggevo il tweet del giornalista Pape Diaw. Diceva che dopo quaranta anni che sei italiano, è deprimente essere chiamati ancora in televisione, ad interpretare una parte, un ruolo, quello dello straniero. Non so bene come ci si senta, per due ragioni: la prima è che io non rientro nella casistica degli ‘stranieri’ e la seconda è che la televisione la frequento per lavoro, sì, ma non per interpretare ruoli…
Papa Francesco invita a conoscere la propria vita

Salutando i gruppi di pellegrini durante l’udienza generale in piazza san Pietro papa Francesco ha rivolto il pensiero alla Nigeria, colpita dalle alluvioni: “Penso alle violente piogge che hanno colpito in questi giorni il loro Paese, provocando inondazioni, causando tanti morti, numerosi dispersi e ingenti danni. Preghiamo per quanti hanno perso la vita e per tutte le persone provate da così devastante calamità. Non manchi a questi nostri fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità internazionale”. E non è mancata una preghiera per l’Ucraina: “Torniamo con il pensiero alla martoriata Ucraina e preghiamo per le cose brutte che stanno succedendo: le torture, le morti, le distruzioni”.
Marco Dotti è il nuovo direttore editoriale di EMI

Il nuovo direttore editoriale di EMI, Editrice Missionaria Italiana, sarà Marco Dotti, 49 anni, docente di Professioni dell’Editoria presso l’Università di Pavia è stato per oltre 10i anni ‘firma’ del mensile Vita non profit occupandosi in particolare di cooperazione e cultura. Già socio laico di EMI, entra con la nomina odierna anche nel Consiglio di Amministrazione della Casa Editrice.
Zaccuri: Eugenio Corti fu uno scrittore epico

Eugenio Corti nacque a Besana, in Brianza, il 21 gennaio 1921 in una famiglia con radici profondamente cattoliche. La nonna paterna, Giuseppina Ratti, era prima cugina di Achille Ratti che, nel 1922, fu eletto Papa con il nome di Pio XI. Il padre Mario, industriale tessile, aveva iniziato a lavorare a 13 anni perché, rimasto orfano, voleva essere d’aiuto alla madre vedova con cinque figli.
Alessandro Ginotta racconta il Vangelo in 100 giorni

‘Finalmente il Vangelo spiegato con parole semplici’: l’esclamazione di questo lettore, tra i primi a tenere tra le mani una copia di ‘Altri cento giorni con Gesù’, descrive con efficacia il nuovo libro di Alessandro Ginotta, giornalista, scrittore e ‘pescatore di uomini digitale’ con il blog www.labuonaparola.it, nonché curatore dell’ufficio stampa della Società di San Vincenzo De Paoli e formatore di volontari.
Premio Castelli: al via la XIII edizione per detenuti scrittori

Si svolgerà venerdì 16 ottobre 2020 a Roma, presso la sede di Palazzo Maffei Marescotti in via della Pigna 13/A, la cerimonia di premiazione del XIII Premio Carlo Castelli per la solidarietà. Il concorso letterario riservato ai detenuti delle carceri italiane è promosso dalla Società di San Vincenzo De Paoli, con il patrocinio del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Giustizia e Università Europea di Roma e con lo speciale riconoscimento della medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Media Partner: Pontificio Dicastero per la Comunicazione(Radio Vaticana, Vatican Media e Osservatore Romano),TV2000 e Radio InBlu. L’evento verrà trasmesso in diretta su Facebook e Youtube dalle ore 18.00.
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Con District tutte le news sul mondo dei libri provenienti da testate giornalistiche e blog di diversi Paesi del mondo sono ora disponibili, in lingua originale, in tempo reale e in un unico contenitore personalizzabile in base alle preferenze dell’utente. District, il cui nome richiama i grandi spazi delle metropoli, è il nuovo servizio nato in casa PerfectBook, primo motore di ricerca emozionale per libri che ad oggi conta più di 2.000 titoli (da oltre 300 case editrici) letti in chiave emozionale e inseriti nella Libreria e 20.000 consigliati nei primi sei mesi del 2020 (a fronte dei 33.000 del 2019).