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Papa Francesco alla Congregazione delle Chiese orientali: la guerra è inutile strage
Anno 2022: Cristo è la nostra pace (Lc. 2, 16-21)
Non viviamo un Natale finto, per favore, un Natale commerciale!
“Non viviamo un Natale finto, per favore, un Natale commerciale! Lasciamoci avvolgere dalla vicinanza di Dio, questa vicinanza che è compassionevole, che è tenera; avvolgere dall’atmosfera natalizia che l’arte, le musiche, i canti e le tradizioni fanno scendere nel cuore”: cosi papa Francesco aveva detto alle delegazioni che avevano donato il presepio e l’albero di Natale, chiedendo di non inquinarlo con il ‘consumismo’.
L’esarca p. Nin invita a vivere Natale
“…Tu che sei saggio, vieni a vedere il neonato avvolto nei panni, rifletti come tutta la creazione è sottomessa ai suoi ordini, meravigliati di vederlo in una mangiatoia… lui che col suo Padre regge cielo e terra. Guarda Colui che siede sul carro nei cieli, e la Vergine lo porta nel suo grembo, Lui davanti a cui si prostrano le schiere di Gabriele, e quelli della casa di Giuseppe lo portano nelle loro braccia…. Il cielo è troppo stretto se lui vi si poggia, ma il grembo di Maria è assai vasto per contenerlo… Che i figli di Adamo facciano salire con tutto il cuore il ringraziamento; che il cielo e la terra ed il mare innalzino la lode al giorno della tua nascita che ha loro ringiovanito”.
Da Budapest un invito a pregare
Ma a cosa servono i Congressi Eucaristici? E’ stato spiegato da mons. Piero Marini, presidente del Pontificio comitato per i congressi eucaristici internazionali, nella celebrazione eucaristica del Congresso eucaristico internazionale in svolgimento a Budapest: “I Congressi Eucaristici Internazionali sono l’occasione per riunire la Chiesa intorno all’Eucaristia, cuore della vita cristiana e spazio straordinario per l’evangelizzazione della società”.
Nell’omelia mons. Marini ha affermato che l’Eucarestia è un viatico: “In questa celebrazione, mentre si accosta a noi il medico divino, ci rendiamo conto che l’Eucaristia, che pure dobbiamo ricevere purificati dai nostri peccati, non è principalmente il sacramento dei giusti, ma è anche il viatico per noi poveri peccatori. Al momento della comunione dopo aver detto: ‘Signore, io non son degno’, ‘tendiamo’ la nostra mano verso il pane consacrato e lasciamoci afferrare dalla mano del Signore Risorto. Egli viene a salvarci. Viene per aiutarci ad uscire dalle difficoltà in cui viviamo, per continuare con rinnovato entusiasmo il cammino della nostra vita di fede”.
Infine il Congresso Eucaristico è un’occasione per i credenti: “L’Eucaristia attende di essere vissuta nel cammino della vita quotidiana. Vivere della liturgia che si celebra significa vivere di ciò che la liturgia fa vivere: il perdono invocato e donato, la parola di Dio ascoltata, l’azione di grazie innalzata, l’Eucaristia ricevuta come comunione… Questo Congresso eucaristico ci insegni che celebrare l’Eucaristia è sempre per noi portare a compimento la legge dell’amore che riceviamo dal Signore e che il Signore vuole che la trasmettiamo agli altri”.
Ed il mistero dell’Eucaristia è stato preso in esame da diversi punti di vista da parte di dodici relatori provenienti da nove paesi su tre continenti, tra il 2 e 4 settembre a Esztergom, all’evento preliminare del Congresso Eucaristico Internazionale. Una delle affermazioni più importanti del convegno scientifico organizzato con più di 300 partecipanti era che non è sufficiente una nuova evangelizzazione non avente come obiettivo il centro eucaristico della fede vivente, e non è sufficiente il perfezionamento della catechesi mirato soltanto alla predicazione: bisogna esercitare la fede viva che comprende la prassi liturgica.
Dall’altra parte il forum ha anche evidenziato che la teologia e la liturgia dell’Eucaristia non possono dividersi, la teologia e il discorso liturgico esistono insieme e si completano a vicenda, come ha domandato il card. Péter Erdő:
“Come sorge vita e speranza dall’Eucaristia per l’uomo del ventunesimo secolo, che vive tra paure, vorrebbe proteggere l’ambiente creato, ma non sa esattamente come, si preoccupa per la sua cultura esaurita, sente che senza il cristianesimo il mondo sarebbe più povero, ma non sa come rendere vitale e efficace questa forza meravigliosa per l’umanità di oggi?”
I relatori hanno indicato che, se vorremmo conservare la liturgia della Chiesa anche nel futuro, al posto della desacralizzazione e della deformazione si deve continuare a considerarla come un evento sacro, in un rigido contesto formale.
(Foto: Vatican News)
Settimana Liturgica: le comunità siano case aperte a tutti
Ricordando il ‘digiuno liturgico’ del lockdown dello scorso anno nel messaggio ai partecipanti alla settimana del Centro di Azione Liturgica, svoltasi a Cremona, il papa ha auspicato nuove ‘linee di pastorale liturgica’ per le parrocchie, al fine di far fronte a quella ‘marginalità’. Nel testo, a firma del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, il papa si è detto grato a Dio per il fatto che la Settimana possa finalmente svolgersi dopo ‘il triste momento dello scorso anno’, quando era stata rimandata a causa della pandemia.
XI Domenica: La logica di Dio e la logica dell’uomo
Terminato il periodo pasquale, si rientra nel tempo ordinario e la Liturgia ci invita a riflettere sulla natura del Regno dei cieli, istituito da Cristo Gesù, frutto dell’Alleanza Nuova tra Dio e l’uomo. Creato da Cristo e sigillato dal suo sangue in croce, la Chiesa o Regno di Dio, Gesù la raffigura ad un seme gettato sul terreno; un seme destinato, vuoi o non vuoi, a diventare albero e a produrre frutti: l’iter di crescita non dipende tanto dall’uomo quanto dall’amore misericordioso di Dio.
Papa Francesco: senza liturgia non c’è cristianesimo
Domani si celebrerà la Prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana, come stabilito da una recente Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Tale iniziativa tiene conto anche dell’incontro del 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, quando il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb e io abbiamo firmato il Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Sono molto lieto che le Nazioni del mondo intero si uniscano in questa celebrazione, volta a promuovere il dialogo interreligioso e interculturale. Perciò domani pomeriggio parteciperò a un incontro virtuale con il Grande Imam di Al-Azhar, con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Signor António Guterres, e con altre personalità”.
La Chiesa raccomanda maggior cura per la Parola di Dio
La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, a firma del card. Robert Sarah, ha rilasciato una nota sul significato della Domenica della Parola di Dio, voluta da papa Francesco ogni anno alla III Domenica del Tempo Ordinario, sottolineando l’importanza della Sacra Scrittura nella vita cristiana: