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Riccardo Rossi racconta la missione di una famiglia con i poveri

“Ogni volta che ho cercato un segno di Dio nella mia strada ho trovato fratel Biagio ad accogliermi, ed è il segno che porto dentro il mio cuore”: questo è il ricordo di fratel Biagio Conte, scomparso lo scorso anno, da parte di Riccardo Rossi, giornalista di origini napoletane, che per oltre 15 anni ha lavorato nell’ambito della politica come addetto stampa, fino a quando l’incontro con Biagio Conte gli ha cambiato la vita con la scelta di trasferirsi a Palermo per vivere come volontario all’interno della Missione ‘Speranza e Carità’:

“L’incontro con fratel Biagio mi ha cambiato davvero la vita: era il 2018 ed ero a Palermo per motivi lavorativi. Ho incontrato per la prima volta fratel Biagio, che si trovava per strada sotto il porticato della Posta, mentre era in sciopero della fame. Abbiamo parlato un po’ e mi disse parole che mi rimasero scolpite dentro. Voleva fare sapere a tutti che ognuno di noi era chiamato ad accogliere chi era in difficoltà, che andavano aiutati gli ultimi e i più deboli. Si era fatto strumento di Dio per portare la parola verso chi non ha voce. Mentre parlava ho sentito nel cuore che il mio posto era lì accanto lui”.

Da qui la scelta di cambiare e di vivere nella Missione con sua moglie Barbara Occhipinti, conosciuta qualche anno prima e sposata nel 2016: “Eravamo entrambi volontari, ci siamo frequentati per due mesi e poi le ho chiesto di sposarmi”. Quindi hanno lasciato il loro lavoro (lui il giornalismo istituzionale, lei l’impiego come progettista e venditrice in un negozio di ceramiche) e si occupano di aiutare chi è in difficoltà nella Missione di Speranza e Carità: 

“Fratel Biagio ha parlato a tutti, ma soprattutto ai potenti: ‘Non abbandonate i poveri’, sostenendo che tutti dobbiamo impegnarci ‘per costruire un mondo migliore’. Il grande insegnamento di fratel Biagio è stato quello di non lasciare nessuno indietro”.

E racconta come è avvenuto il cambiamento di vita: “E’ accaduto nel 1999 a Torre Annunziata nella basilica dedicata alla Madonna della Neve davanti alla statua della Madonna: sentii una pace interiore per me fino ad allora sconosciuta. Fu un grande segno: io vivevo un periodo difficilissimo ricevevo giornalmente minacce; i miei genitori si erano separati; mio fratello Maurizio era scomparso; quindi era umanamente impossibile che potessi avere pace! Capii che era una chiamata della nostra Mamma Celeste, che decisi di seguire”.

Cosa significa per una coppia scegliere di vivere la propria missione tra i poveri?

“Rispondere insieme, come sposi, alla chiamata di Dio di mettere le nostre vite nelle su e mani, per mettere in pratica il Vangelo. E’ stata un esigenza delle nostre anime, non potevamo ignorare un mondo che soffre”.

Come fidarsi di Dio?

“Dio si fida e ci ama infinitamente, ci ha donato la vita di Suo figlio per redimerci! Noi abbiamo risposto alla sua chiamata e provvede a noi integralmente non ci fa mancare nulla; la Provvidenza è la nostra fedele compagna di viaggio. Ultimamente ho scoperto il libro ‘Le 24 Ore della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo’, in cui si trovano rivelazioni di Gesù a Luisa Piccarreta, dove promette di sanare le ferite spirituali: promessa che ha mantenuto. Ha sanato le mie ferite spirituali, dovute al comportamento di mio padre, che nei primi 16 anni della mia vita mi picchiava e mi umiliava di continuo.

Inoltre Gesù promette: ‘Il Regno della mia Divina Volontà è in mezzo alla cerature’. Con grande gioia sto ricevendo in tempi brevi tanti doni spirituali leggendo i ‘Libri di Cielo’, tutti riguardanti rivelazioni di Gesù consegnate alla mistica Luisa Piccarreta che le ha trascritte in 36 volumi. Mi fido ciecamente della promessa di Gesù di vivere il Regno della DivinaVolontà già in questa vita”.

In questo percorso di vita quale è stato il ‘ruolo’ della Madonna?

“La Madonna ha avuto ed ha un ruolo fondamentale. Dopo avermi chiamato nel 1999, mi sono affidato alle preghiere a Lei dedicate per inondare Barbara del Suo amore, affinché la mia fidanzata potesse scegliere di sposarmi e di dedicare insieme la nostra vita ai poveri. Con Barbara l’anno scorso ci siamo consacrati alla Madonna, leggendo anche il libro ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, rivelazioni della Mamma Celeste a Luisa Piccarreta. L’Immacolata è Colei che fa nascere spiritualmente Gesù Cristo in noi. Inoltre, quando è morto mio padre Arturo, ho avuto segni che la Nostra Signora si è occupata della sua anima”.

Perché avete scelto di vivere nella missione di fratel Biagio?

“Abbiamo deciso di vivere accanto a fratel Biagio, perché abbiamo creduto fermamente di poter dare il nostro contributo all’evangelizzazione di tante persone e di poter crescere nella carità attraverso il servizio verso i più bisognosi. Mia moglie era da anni legata al suo carisma di carità. Io ho sentito la mia chiamata come comunicatore sociale al suo servizio e per anni sono stato il suo portavoce; inviavo sui media i suoi numerosi messaggi che scuotevano la società, tramite i quali invitava tutti a riflettere su tanti comportamenti sbagliati, a correggerli per non lasciare nessuno indietro”.

Perché vi siete ‘fidati’ di Dio fino al punto di vivere solo di provvidenza?

“Affidarsi totalmente, mirare a fondersi con Gesù e Maria con la speranza certa che ogni nostro atto e preghiera avvicinano il tempo dell’avvento del Regno di Dio. Il Signore è buono e non ci fa mancare niente: se mettiamo in pratica con fede quello che ci assicura nel Vangelo (come in Matteo): Lui ci dona tutto quello di cui abbiamo bisogno, dalle cose materiali a tanti amici”.

Ad un anno dalla morte di fratel Biagio quale è l’attualità del suo messaggio?

“Lui non ha fatto altro che incarnare il Vangelo che è sempre di attualità. In una società che ha dimenticato Dio, occorre rimettere Gesù Cristo e la Madonna al centro delle nostre vite. Quindi direi che oggi il suo messaggio è ancora più attuale di prima: siamo in piena Apocalisse ed occorre convertirci e chiedere con forza l’Avvento del Regno di Dio”.

(Foto: Angelo Modesto)

Fratel Biagio Conte, il sorriso dei poveri di Palermo

Biagio Conte aveva tutto per fare una bella vita. Soldi, carriera, lavoro con un padre imprenditore. E l’ha fatta fino a 26 anni quando rimase folgorato dalla povertà di tanti disoccupati, immigrati e ‘scarti’ che circolavano per Palermo, la sua città. Decise di abbandonare tutto e di ritirarsi sulle montagne siciliane per ritrovare se stesso e dare un senso alla propria vocazione. Tra stenti, fame e freddo Biagio si sentì investito da una particolare ‘forza’ interiore che cambiò il corso della sua esistenza.

Danza neoclassica per un sogno di Fratel Biagio

Fratel Biagio è stato un sognatore ma che ha realizzato, grazie al buon Dio, tante opere importanti per gli ultimi; nel cuore aveva anche quello di dotare la Missione di un poliambulatorio solidale per prestare soccorso a chi rimane indietro.

Aiutiamo la missione ‘Speranza e Carità’ di Biagio Conte

Il nostro Biagio Conte ha sempre avuto uno spirito innovativo ed un carisma eccezionale, ed in ogni contesto faceva delle suggestive testimonianze di fede, speranza e carità. Per tale ragione concordammo i suoi interventi mirati in occasione dell’organizzazione dei miei convegni ai quali partecipavano anche  illustri personaggi delle Istituzioni, noti professionisti e studenti universitari, tutti con animo nobile e generoso.

Il prof. Francesco Trombetta racconta Biagio Conte

A tal proposito  il Codice di Diritto Canonico  in materia al  Can. 298 – §1. dispone: “Nella Chiesa vi sono associazioni ( contemplate dal Diritto civile e dal Diritto tributario), distinte dagli istituti di vita consacrata e dalle società di vita apostolica, in cui i fedeli, sia chierici, sia laici, sia chierici e laici insieme, tendono, mediante l’azione comune, all’incremento di una vita più perfetta, o alla promozione del culto pubblico o della dottrina cristiana, o ad altre opere di apostolato, quali sono iniziative di evangelizzazione, esercizio di opere di pietà o di carità, animazione dell’ordine temporale mediante lo spirito cristiano “.

Il prof. Francesco Trombetta racconta Biagio Conte

Biagio Conte, il giovane ricco che ha dedicato la sua vita ai poveri di tutto il mondo nella Missione ‘Speranza e Carità’, fondata a Palermo negli anni ‘90: la duplice natura giuridico-apostolica dell’Associazione di fedeli laici. Testo dedicato, dal prof. Francesco Trombetta, tutor insieme alla moglie Marcella, del gruppo diocesano ‘Il buon Pastore’ (https://pastoralefamiliare.chiesadipalermo.it/wordpress6/il-buon-pastore/), amico e ‘global supporter’ dagli anni ‘90 del ‘San Francesco del terzo millennio’ (https://www.facebook.com/groups/1793231040908299/).

Fratel Biagio: un appello affinché i carcerati e gli ex detenuti non vengano giudicati come la causa di tutti i mali

“E’ doveroso capire e comprendere i carcerati e chiedersi perché abbiano commesso degli errori, perché sono precipitati nel male? Perché si sono immersi in una via sbagliata?”: a parlare è il missionario laico fratel Biagio che ha avuto diagnosticato un tumore al colon e martedì scorso ha fatto il sesto ciclo di chemioterapia.

Dio ha una volontà particolare su ognuno di noi?

Spesso guardo al mio passato come un succedersi di eventi, più o meno belli e significativi; ma se rileggo la mia vita sotto lo sguardo di Dio, il passato mi fa apparire delle nuove possibilità e mi fa diventare più sensibile agli appelli che Egli mi rivolge, che mi rivelano il Suo desiderio, la Sua attesa e la Sua speranza: vedermi portare frutto (Gv. 15,16). Affidandomi allo Spirito, riesco a vedere la grazia negli eventi più disparati e a glorificare Dio nella prova come nel successo.

La ricerca del vero amore (2)

Come vi raccontavo, la Madonna mi venne in aiuto attraverso la preghiera delle Mille Ave Maria che avevo deciso di recitare assiduamente. Cominciai a pregare durante ogni servizio che facevo per i poveri. Vivevo in una casa famiglia in provincia di Catania, dove mi occupavo, al risveglio la mattina, di lavare e assistere alcuni disabili.

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