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Papa Francesco invita a pregare lo Spirito Santo

“Dopodomani, 24 febbraio, si compirà un anno dall’invasione dell’Ucraina, dall’inizio di questa guerra assurda e crudele. Un triste anniversario! Il bilancio di morti, feriti, profughi e sfollati, distruzioni, danni economici e sociali parla da sé. Potrà il Signore perdonare tanti crimini e tanta violenza? Egli è il Dio della pace. Restiamo vicini al martoriato popolo ucraino, che continua a soffrire.

Fabrizio Venturi: Siamo vittime di fake news! Il nostro è un autentico messaggio cristiano per l’affermazione dei valori della Chiesa Cattolica

La seconda edizione del Sanremo Cristian Music Festival, Festival della Canzone Cristiana 2023 (www.sanremofestivaldellacanzonecristiana.it) si svolgerà a Sanremo dal 9 all’11 febbraio 2023, in concomitanza con la settantatreesima edizione del Festival della Canzone Italiana. Il Festival della Canzone Cristiana ha ottenuto il Patrocinio della Regione Liguria, della Provincia di Imperia e della S. I. A. E. Società Italiana Autori e Editori.

Papa Francesco: la fede si comunica per attrazione

“Ricordo con animo grato la testimonianza coerente e impegnata, la dedizione al Vangelo e alla Chiesa, e particolarmente la solerte collaborazione prestata alla Santa Sede nell’ambito della sua recente riforma economica, della quale egli ha posto le basi con determinazione e saggezza”:

Papa Francesco proclama nuovi beati e venerabili

Prima di Natale la Chiesa ha ‘promulgato’ nuovi venerabili e beati, tra cui una famiglia polacca di 9 componenti, Ulma, sterminata dai nazisti. Józef Ulma, nato nel 1900, vivaista e apicoltore, e sua moglie Wiktoria Niemczak, nata nel 1912, abitavano a Markowa, paese nella Polonia sud orientale che contava una piccola presenza ebraica. Avevano sei figli (Stanisława di 8 anni, Barbara di 6, Władysław di 5, Franciszek di 4, Antoni di 3, Maria di un anno e mezzo) più un settimo nel grembo materno.

Arcidiocesi di Reggio Emilia-Guastalla: un cuor solo ed un’anima sola

“Non vuole essere una lettera pastorale, quanto piuttosto un’indicazione di alcuni spunti spirituali per il cammino di quest’anno.  Sono stati giorni e settimane intense, dove ho potuto constatare di persona la vitalità e la varietà di doni di cui è ricca e ricolma la nostra Chiesa”.

Don Antonio Ruccia: per mons. Bello nella Chiesa c’è posto per tutti

A partire da alcuni appunti inediti di mons. Tonino Bello e con lo sguardo rivolto al magistero di papa Francesco, ‘C’è posto per tutti’, il nuovo libro di don Antonio Ruccia, parroco di San Giovanni Battista a Bari e docente di Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica Pugliese di Bari, chiama alla riflessione sulle più impellenti sfide della Chiesa di oggi.

Lo Spirito Santo è il motore della missione

“Queste parole appartengono all’ultimo colloquio di Gesù Risorto con i suoi discepoli, prima di ascendere al Cielo, come descritto negli Atti degli Apostoli: ‘Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra’. E questo è anche il tema della Giornata Missionaria Mondiale 2022, che come sempre ci aiuta a vivere il fatto che la Chiesa è per sua natura missionaria”.

Apurimac, il Perù visto con gli occhi di Sant’Agostino

 “E’ il punto centrale, il cuore dell’insegnamento di Gesù ai discepoli in vista della loro missione nel mondo. Tutti i discepoli saranno testimoni di Gesù grazie allo Spirito Santo che riceveranno: saranno costituiti tali per grazia. Ovunque vadano, dovunque siano. Come Cristo è il primo inviato, cioè missionario del Padre e, in quanto tale, è il suo ‘testimone fedele’, così ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone di Cristo. E la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo. L’identità della Chiesa è evangelizzare”.

Fratel Biagio: le mie forti preoccupazioni per la santa Chiesa

“Sono molto preoccupato perché la santa chiesa sta attraversando un momento difficile e sta subendo una forte umiliazione a causa di alcuni pastori, religiosi e religiose, che, chiamati dal buon Dio ad evangelizzare e a soccorrere le pecorelle sbandate, invece stanno dando il cattivo esempio, non prendendosi cura delle pecorelle e in particolare delle più bisognose”. 

Papa Luciani beato: il ‘grazie’ del Triveneto

Come in un Santuario all’aperto 2.000 pellegrini hanno cantato il ‘Te Deum di ringraziamento’ per la beatificazione di Giovanni Paolo I, insieme al patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia ed i vescovi dove il papa aveva svolto il suo servizio da prete e da vescovo (mons. Renato Marangoni di Belluno-Feltre, e mons. Corrado Pizziolo di Vittorio Veneto), come ha detto mons. Marangoni:

“Desideriamo affidarci al nuovo beato perché in lui ci è stato donato il Vangelo di Gesù, luce nelle nostre vite, perché ci ha indicato l’amore intramontabile con cui Dio ci salva da paure e difficoltà, perché ha testimoniato lo stile di Dio, perché ha trasmesso la sua bontà. Per questo papa Francesco ha invitato a chiedere a papa Luciani il sorriso dell’anima, quello trasparente e che non inganna”.

Nell’omelia il patriarca di Venezia ha puntualizzato il concetto di umiltà secondo papa Luciani: “L’umiltà non è tirarsi indietro per mancanza di coraggio; la fortezza, infatti, è anch’essa virtù cristiana. L’umiltà è non imporsi, non mettersi in mostra, non autocandidarsi ed anche saper ammettere i propri limiti, accettare incarichi scomodi e assumere scelte difficili che non saranno capite, ma che sono vere e giuste. Umiltà è, poi, affidarsi al Signore”.

Ma umiltà va di pari passo con intelligenza: “E’ la stessa meraviglia, ricolma di gratitudine per le opere che Dio compie nella storia anche ‘minuta’ dei nostri paesi e della nostra gente, che oggi ci pervade nell’acclamare Albino Luciani tra i Beati della Chiesa! Sottolineare la sua umiltà, peraltro, non significa non riconoscerne l’intelligenza, la fortezza e il valore pastorale del suo ministero, nei diversi uffici ecclesiali che gli furono affidati, ed anche del suo magistero”.

Papa Luciani voleva parlare a tutti: “Luciani mai cercò di mettersi in mostra per la sua cultura o per il sapere teologico né, tantomeno, voleva dare l’immagine d’ ‘intellettuale’ o ‘accademico’, poiché non mirava ad essere apprezzato perché dotto o istruito; piuttosto, aveva a cuore il bene delle persone a cui si rivolgeva (nelle omelie, nei discorsi, nelle udienze) e sapeva essere efficace e parlare al cuore e all’anima con riferimenti comprensibili da tutti, presi dall’esistenza di ogni giorno e non per questo meno profondi. Ma questo, presso i sapienti del mondo, non paga mai”.

La sua umiltà era fedeltà a Dio: “La sua umiltà fu un cammino di fedeltà e obbedienza al Signore che lo ha voluto prete, vescovo e papa. Albino Luciani fu un grande catechista ed evangelizzatore, appassionato nel trasmettere il Vangelo, come già si vede nel suo saggio ‘Catechetica in pillole’ pubblicato nel 1949, ricco di consigli e indicazioni per vivere bene quel momento, consapevole della sua importanza…

L’umiltà di Albino Luciani non aveva come criterio il ‘politicamente corretto’ che, oggi come ieri, impone al catechista, al prete o al vescovo di autocensurarsi per non dire parole scomode o affrontare temi sgraditi, diventando così ‘afoni’ rispetto al Vangelo e finendo col proporre se stessi e non Gesù ‘via, verità e vita’. Questa e non altra è l’umiltà coraggiosa e autentica a cui Luciani si rifaceva e che viveva lui stesso prima di indicarla agli altri”.

Ed ha concluso l’omelia ricordando che la sua ‘umiltà’ era fondata sulle tre virtù teologali: “Tre ‘stelle’ guidarono l’umile e grande figlio di Canale d’Agordo lungo tutta la sua vita. Tre stelle che insieme alla parola “Humilitas” sono state presenti nel suo stemma episcopale: queste tre stelle sono proprio le tre virtù teologali…

Tutto ciò era talmente vivo e radicato in Lui al punto che umiltà, fede, speranza e carità furono il tema ricorrente e ripetuto con forza nel suo brevissimo ma intenso magistero di vescovo di Roma e Vicario di Cristo”.

(Foto: Patriarcato di Venezia)

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