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In quale modo la preghiera può trasformare il mondo?

Nelle scorse settimane TS Edizioni ha pubblicato, anche in formato e-book, ‘Questo tempo ci parla. La rivoluzione spirituale e il sogno di una nuova umanità’, un dialogo fra padre Guidalberto Bormolini e il giornalista Mario Lancisi: “La paura che soffoca la speranza è una maledizione. Nessun’opera che usi la paura come movente o minaccia può essere di carattere spirituale”.

Venezia fa atto di affidamento alla Madonna della Salute

Sabato 21 maggio il Patriarcato di Venezia ha vissuto la festa alla Basilica della Madonna della Salute con l’atto di consacrazione alla Vergine Maria nel centenario dell’incoronazione dell’icona della ‘Mesopanditissa’, che per i veneziani è la ‘Madonna della Salute’.

Papa Francesco invita i volontari a proteggere

Incontrando i volontari del Servizio Nazionale di Protezione Civile italiana papa Francesco ha sottolineato che il bene non fa ‘rumore’, ma è accogliente, ricordando l’aiuto durante la pandemia ed ora nell’accoglienza dei profughi:

Il progetto ‘Riparto’: un aiuto alle famiglie ed agli operatori economici indebitati

La Fondazione ‘Mons. Vito De Grisantis’ onlus, impegnata dalla sua costituzione nel supporto alla creazione di impresa nel Microcredito sociale e nella prevenzione dell’usura, partner del Progetto Riparto, comunica che oggi, martedì 24 maggio dalle ore 19.00 alle ore 20.00, sulla Fanpage Facebook della Fondazione De Grisantis e in diretta streaming sulla web tv: www.radiodelcapo.it, sarà possibile seguire il webinar dal tema: ‘Il progetto Riparto: un aiuto alle famiglie ed agli operatori economici indebitati e sovra-indebitati’.

La riapertura dopo la pandemia: ritorna l’ecoturismo nella foresta amazzonica

La pandemia di Covid-19 ha segnato un periodo molto difficile per tutta l’economia mondiale, ma uno dei settori che ha subito più danni è senza dubbio quello del turismo. La mobilità delle persone è entrata in stallo mentre i governi lavoravano per prevenire la diffusione del virus.

Papa Francesco invita a non alimentare le divisioni

A conclusione della sessione plenaria del Pontifico Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani papa Francesco ha sottolineato la necessità di un cammino sinodale, dopo il periodo pandemico per comprendere l’appartenenza ad un’unica famiglia cristiana:

“Un primo significativo risultato ecumenico della pandemia è stata la rinnovata consapevolezza di appartenere tutti all’unica famiglia cristiana, consapevolezza radicata nell’esperienza di condividere la medesima fragilità e di poter confidare solamente nell’aiuto che viene da Dio.

Paradossalmente, la pandemia, che ci ha costretti a mantenere le distanze gli uni dagli altri, ci ha fatto comprendere quanto in realtà siamo vicini gli uni agli altri e quanto siamo responsabili gli uni degli altri.

E’ fondamentale continuare a coltivare questa consapevolezza, e far scaturire da essa iniziative che rendano esplicito e accrescano questo sentimento di fratellanza. E su questo vorrei sottolineare: oggi per un cristiano non è possibile, non è praticabile andare da solo con la propria confessione. O andiamo insieme, tutte le confessioni fraterne, o non si cammina”.

Per il papa l’ecumenismo è un passo verso un cammino di fede che da soli si resta isolati: “Oggi la coscienza dell’ecumenismo è tale che non si può pensare di andare nel cammino della fede senza la compagnia dei fratelli e delle sorelle di altre Chiese o comunità ecclesiali. E questa è una grande cosa. Soli, mai. Non possiamo. E’ facile, infatti, dimenticare questa profonda verità.

Quando ciò accade alle Comunità cristiane, ci si espone seriamente al rischio della presunzione di autosufficienza e della autoreferenzialità, che sono gravi ostacoli per l’ecumenismo.

E noi lo vediamo. In alcuni Paesi ci sono certe riprese egocentriche (per così dire) di alcune comunità cristiane che sono un tornare indietro e non potere avanzare. Oggi, o si cammina tutti insieme o non si può camminare. E’ una verità e una grazia di Dio questa coscienza”.

Ed il riferimento non poteva che essere alla guerra in Ucraina ed alle altre guerre nel mondo: “Dopo la fine della seconda guerra mondiale non sono mai mancate guerre regionali – tante! Pensiamo al Ruanda, per esempio, 30 anni fa, per dirne una, ma pensiamo al Myanmar, pensiamo…

Ma poiché sono lontane, noi non le vediamo, mentre questa è vicina e ci fa reagire, tanto che io ho spesso parlato di una terza guerra mondiale a pezzetti, sparsa un po’ ovunque.

Tuttavia, questa guerra, crudele e insensata come ogni guerra, ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero, e non può non interpellare la coscienza di ogni cristiano e di ciascuna Chiesa. Dobbiamo chiederci: cosa hanno fatto e cosa possono fare le Chiese per contribuire allo ‘sviluppo di una comunità mondiale, capace di realizzare la fraternità a partire da popoli e nazioni che vivano l’amicizia sociale’? E’ una domanda a cui dobbiamo pensare insieme”.

Un richiamo a non alimentare le divisioni: “Nel secolo scorso, la consapevolezza che lo scandalo della divisione dei cristiani avesse un peso storico nel generare il male che ha avvelenato il mondo di lutti e ingiustizie aveva mosso le comunità credenti, sotto la guida dello Spirito Santo, a desiderare l’unità per cui il Signore ha pregato e ha dato la vita. Oggi, di fronte alla barbarie della guerra, questo anelito all’unità va nuovamente alimentato. Ignorare le divisioni tra i cristiani, per abitudine o per rassegnazione, significa tollerare quell’inquinamento dei cuori che rende fertile il terreno per i conflitti”.

Compito dell’ecumenismo è l’annuncio del vangelo della pace: “L’annuncio del vangelo della pace, quel vangelo che disarma i cuori prima ancora che gli eserciti, sarà più credibile solo se annunciato da cristiani finalmente riconciliati in Gesù, Principe della pace; cristiani animati dal suo messaggio di amore e fraternità universale, che travalica i confini della propria comunità e della propria nazione.

Torniamo su quello che ho detto: oggi, o camminiamo insieme o rimarremo fermi. Non si può camminare da soli. Ma non perché è moderno, no: perché lo Spirito Santo ha suscitato questo senso dell’ecumenismo e della fratellanza”.

Inoltre il papa ha plaudito alle iniziative ecumeniche che si pensano per l’anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea, che ricorre nel 2025: “Nonostante le travagliate vicende della sua preparazione e soprattutto del successivo lungo periodo di recezione, il primo Concilio ecumenico è stato un evento di riconciliazione per la Chiesa, che in modo sinodale riaffermò la sua unità intorno alla professione della propria fede.

Lo stile e le decisioni del Concilio di Nicea devono illuminare l’attuale cammino ecumenico e far maturare nuovi passi concreti verso la meta del pieno ristabilimento dell’unità dei cristiani. Dato che il 1700° anniversario del primo Concilio di Nicea coincide con l’anno giubilare, auspico che la celebrazione del prossimo giubileo abbia una rilevante dimensione ecumenica”.

Il discorso del papa è un invito ad un cammino insieme: “Andare avanti, camminare insieme. E’ vero che il lavoro teologico è molto importante e dobbiamo riflettere, ma non possiamo aspettare di fare il cammino di unità finché i teologi si mettono d’accordo.

Una volta un grande teologo ortodosso mi disse che lui sapeva quando i teologi saranno d’accordo. Quando? Il giorno dopo il giudizio finale, mi ha detto. Ma nel frattempo? Camminare come fratelli, nella preghiera insieme, nelle opere di carità, nella ricerca della verità. Come fratelli. E questa fratellanza è per tutti noi”.

(Fonte: Santa Sede)

Papa Francesco ai farmacisti: imitate le farmacie dei monasteri

Papa Francesco, incontrando i farmacisti, ha sottolineato che loro sono sempre più chiamati ad essere un ponte tra i cittadini e il sistema sanitario, andando oltre la burocrazia per creare un’assistenza sanitaria ‘a misura d’uomo’, incontrando la federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici, aperta a tutti:

“La pandemia da covid-19 ha posto i farmacisti, per così dire, in prima linea. I cittadini, spesso smarriti, hanno trovato in voi un punto di riferimento per avere assistenza, consigli, informazioni, e anche per poter fare rapidamente i test necessari alla vita e alle attività quotidiane.

Penso che questa situazione di crisi abbia anche provocato nel vostro ambiente professionale l’esigenza di ‘fare corpo’, di sostenersi a vicenda. E questo dovrebbe essere un incentivo ad associarsi.

Mi congratulo con la vostra Federazione perché ha saputo leggere questa crisi anche come opportunità e ha rilanciato il valore dell’impegno associativo, tipico della tradizione cattolica”.

Il papa ha richiamato il loro ruolo sociale in un sistema sanitario burocratizzato: “Questo è molto burocratizzato, e per di più la pandemia lo ha messo a dura prova, rallentando, se non a volte paralizzando, le procedure.

Ciò comporta, concretamente, per chi è malato maggiori disagi, maggiori sofferenze e, purtroppo, danni ulteriori per la salute. In tale contesto la categoria dei farmacisti offre un duplice contributo al bene comune: alleggerisce il peso sul sistema sanitario e allenta la tensione sociale”.

Il ruolo sociale si fonda sulla professionalità e sulla vicinanza: “ Naturalmente questo ruolo va svolto con grande prudenza e serietà professionale, ma per la gente è molto importante l’aspetto della vicinanza, l’aspetto del consiglio, di quella familiarità che dovrebbe essere propria di un’assistenza sanitaria ‘a misura d’uomo’. E’ vero questo. Nei quartieri i farmacisti sono la casa, sono alla mano. Si deve andare dal medico, ma dai farmacisti vai, suoni il campanello e li trovi alla mano: ‘Prendi questo’, è una cosa più famigliare, più vicina”.

Inoltre i farmacisti possono offrire un aiuto culturale alla ‘conversione’ dell’ecologia integrale: “Tutti siamo chiamati a imparare uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente in cui Dio ci ha posti, della nostra casa comune. E in questo stile di vita rientra anche un modo sano di alimentarsi e, in generale, di vivere. Penso che anche su questo i farmacisti possono ‘fare cultura’, promuovendo una maggiore sapienza nel condurre una vita sana”.

Un invito a lasciarsi ispirare dalle farmacie dei monasteri: “In questo vi può ispirare la tradizione millenaria che qui in Europa risale alle antiche farmacie dei monasteri. Ma oggi, grazie a Dio, queste radici si possono arricchire con le conoscenze e le pratiche proprie di altre culture, come quelle orientali, o quelle dei popoli nativi dell’America.

Direi che voi farmacisti potete aiutarci a smascherare gli inganni di un falso benessere e a educare a un vero ‘buon vivere’, che non sia un privilegio di pochi ma alla portata di tutti. Il buon vivere, non nel senso di fare la bella vita, ma il vivere in consonanza con l’ambiente, in consonanza con l’universo, con tutti”.

(Foto: Santa Sede)

Papa Francesco ai giovani: non perdete il fiuto della verità

A piazza san Pietro i giovani hanno riassaporato, dopo due anni, il sapore delle Giornate mondiali della Gioventù insieme a papa Francesco nell’incontro conclusivo del pellegrinaggio degli adolescenti organizzato dalla Pastorale giovanile della CEI nell’ambito del progetto ‘Seme di vento’, ripercorso dal presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti:   

Ecco le indicazioni della Cei per la Settimana Santa post Covid 19

Con l’allentamento delle misure restrittive per contrastare la pandemia di Covid-19, la Conferenza episcopale italiana ha fornito una serie di indicazioni. In particolare, cade l’obbligo della distanza interpersonale di un metro e si possono riprendere le processioni. Soprattutto, continua a essere preferibile distribuire l’Eucaristia in mano ma non sarà più obbligatorio.

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