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Adriano Sella racconta i ragazzi della ‘baby gang’ che hanno a cuore il Creato

“Ciao ragazzi e ragazze, è nata una baby gang fuori dagli schemi, unica nel suo genere, che agisce mettendo in atto cinque valori, chiamati: le 5C (custodia, conversione, comunità, cura, cambiamento… Il gruppo di ragazzi e ragazze delle 5C ha deciso di assumere comportamenti positivi e costruttivi per loro stessi e per gli altri. Vogliono vivere con uno stile nuovo e vogliono liberarsi dal disagio e dalla noia… Ognuno si è identificato e impegnato a vivere un valore, in modo da esprimere la propria originalità ed essere coerente con gli obiettivi del gruppo”: il volumetto ‘La Baby Gang delle 5C. La banda del Pentalogo si prende cura della Casa comune’, scritto dall’educatore Adriano Sella, promotore e coordinatore della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, racconta, in modo non troppo immaginario, i ragazzi innamorati del Creato e preoccupati di tutelarlo con i comportamenti quotidiani.

Ad accompagnare i capitoli del volume i disegni in bianco e nero del diciannovenne Alessandro, appassionato di manga e amante della natura, degli animali: “Per rappresentare la ‘c’ di custodia ho scelto un giovane cavaliere con uno scudo, per simbolizzare l’azione di proteggere l’ambiente e il Paese che abbiamo. Potevo farlo con una spada, ma custodire non vuol dire combattere”.

Mentre Francesco ha sostituito alcune parole e inserito espressioni tipiche degli adolescenti per un linguaggio che li rispecchiasse ancora di più: “Bisogna amare la natura non solo per aspetti utilitaristici, ma anche per la sua intrinseca bellezza. Per scelta non mangio carne, mi muovo soprattutto in bici ed evito la macchina, non compro il superfluo e cerco di ridurre gli sprechi, nel mio piccolo”.

Dall’autore Adriano Sella ci facciamo raccontare il titolo: “Durante i momenti di silenzio e contemplazione (o le camminate nella natura) affiorano le idee, come quella di una baby gang in positivo, fuori dagli schemi, formata da giovani che riescono a mettere in atto i valori delle 5 C: custodia, conversione, comunità, cura, cambiamento. Il gruppo, un po’ sognato e un po’ reale, ha deciso di assumere comportamenti costruttivi per sé e per gli altri con uno stile nuovo, liberandosi dal disagio e dalla noia, contagiando anche genitori e scuola. Un tema adatto in particolare durante questo mese del Creato, ma pensato per tutto l’anno”.

Da dove ha preso le ‘mosse’ questo volume?

“Il libro è nato dalla constatazione che fa molto notizia la baby gang nei mass media, presentando i ragazzi come se tutti fossero parte di una baby gang, mentre sono solo la piccola minoranza. Mentre ci sono tanti ragazzi e ragazze che sono impegnati nel fare il bene. Allora ho voluto dare visibilità a questi ragazzi e ragazze nel presentare la Baby Gang in positivo. Raccontare, quindi, il bene che stanno facendo tanti ragazzi e ragazze  senza apparire nelle testate dei giornali o nei video dei social”.

Come sono questi ‘ragazzi’?

“Questi ragazzi e ragazze sono impegnati per la cura della casa comune mediante piccole azioni quotidiane che sono possibili a tutti e che partono dal cambiamento personale ma che poi diventa un cambiamento comunitario mediante la formazione della baby gang, impegnata anche a cambiare la propria famiglia e la propria scuola. Non fanno niente di straordinario, ma lo straordinario è il cambiamento nel quotidiano mediante buone pratiche”.

Ma allora anche i ragazzi delle baby gang sono ‘innamorati’ del Creato?

“Certo, anche loro sono ‘innamorati’ del creato, hanno sete di bellezza. Il creato ci fa fare esperienze di bellezza. Come dice papa Francesco ‘il dolce canto del creato’, fare un orto comunitario accompagnando il seme che sboccia e che diventa un buon frutto è una grande esperienza di bellezza da parte dei ragazzi, nel riscoprire quanto la natura è affascinante. Per esempio, l’esperienza degli asili nel bosco”.

I ragazzi sono pronti per nuovi stili di vita?

“Andando nelle scuole, ho percepito che i ragazzi e le ragazze hanno dentro una grande voglia di essere protagonisti di un futuro migliore, la voglia e disponibilità nell’agire a livello concreto mediante esperienze belle e quotidiane. Per esempio, vivere relazioni belle e profonde e non solo contatti mediante i social. L’abbraccio è qualcosa che affascina molto i ragazzi perché comunica calore umano. Come ridurre l’uso della plastica per non trovarci domani a nuotare nei nostri mari pieni di plastica”.

Cosa sono queste 5 C?

“Le 5 C sono attitudini fondamentali che vengono vissute nel quotidiano mediante buone pratiche: C come custodia nel custodire la casa comune; C come conversione ecologica nel cambiare la visione verso la sorella e madre terra che non è solo merce ma un grande bene comune; C come comunità nel mettersi insieme per avere forza per coinvolgere le istituzioni; C come cura per prendersi cura di tutto quello che ci circonda dalla mattina alla sera; C come cambiamento mediante nuovi stili di vita che significa cambiare le abitudini giornaliere che spesso hanno un forte impatto ambientale e umano”.

Come formare i giovani alla salvaguardia del creato?

“Facendo fare esperienze di bellezze, ossia agire sul concreto. C’è una differenza tra noi adulti e i giovani: noi amiamo partire dalle grandi motivazioni e poi scendere alla concretezza, mentre i giovani amano partire dalle cose concrete e poi attraverso le esperienze sentono la necessità di formazione. Per esempio, quando faccio i laboratori interattivi constato che i ragazzi e ragazze partecipano molto e riescono a percepire cosa possono fare nel proprio quotidiano”.

In cosa consiste il cammino delle 5C della ‘Laudato Sì’?

“Il cammino delle 5 C della ‘Laudato sì’ è un percorso fatto di otto cartelli da esporre all’esterno, in un parco oppure in una strada sterrata, dove la gente possa fermarsi davanti ai cartelli mentre sta camminando o passeggiando. Il percorso presenta le 5 C mediante delle immagini molto significative, con una piccola frase della Laudato sì”.

Mons. Baturi: le ‘energie per la Casa Comune’ per la custodia del Creato

“Nell’ottica dell’ecologia integrale, tutto è in relazione, collegato, connesso: la questione ecologica dunque è anche politica, economica e sociale”: lo ha ricordato mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI, intervenendo martedì 18 febbraio alla presentazione dei risultati del progetto ‘Energie per la Casa Comune’, ispirato all’enciclica ‘Laudato sì’, che ha coinvolto 10 Diocesi italiane (Arcidiocesi di Modena-Nonantola, Diocesi di Teramo-Atri, Diocesi di Mantova, Arcidiocesi di Napoli, Diocesi di Lodi, Arcidiocesi di Firenze, Diocesi di Bolzano-Bressanone, Diocesi di Torino, Arcidiocesi di Genova, Diocesi di Bergamo) con l’obiettivo di promuovere una cultura della sostenibilità energetica attraverso interventi di miglioramento edilizio e riduzione dei consumi energetici nelle strutture ecclesiastiche.

Per il segretario generale della Cei l’atteggiamento verso l’ambiente è quello della cura: “L’ambiente non è semplicemente lo scenario, un semplice spazio, ma un luogo affettivo, una casa dove svolgere la propria personalità… La questione non è meramente economica: è in gioco non solo il destino del mondo, ma il senso stesso del nostro passaggio su questa terra”.

Il progetto si inserisce nel contesto della Campagna nazionale di informazione e formazione sull’efficienza energetica ‘Italia in Classe A’, promossa e finanziata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ed attuata da ENEA, sviluppato con il supporto tecnico della Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali (RENAEL) e la collaborazione della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

Il progetto mira a rafforzare il ruolo delle diocesi italiane come promotrici di buone pratiche in tema di efficienza energetica e prevede lo sviluppo di una piattaforma per identificare consumi e sprechi delle strutture ecclesiastiche, e la realizzazione di un piano di eventuali interventi in grado di produrre risparmi economici, miglioramento del comfort e valorizzazione architettonica.

Infatti nella prima fase sono stati analizzati 34 edifici fra scuole, laboratori, oratori, centri congresso, edifici residenziali, asili e piscine, per una superficie totale di 67.100 mq, mentre la superficie totale riscaldata è di 57.100 mq. L’analisi ha evidenziato che il 79% degli edifici è riscaldato con caldaie a gas naturale.

I consumi energetici complessivi corrispondono a 4.100 MWh l’anno, equivalenti al consumo di energia elettrica di circa 1.520 famiglie. Dalle diagnosi energetiche effettuate sulle strutture è emerso che le principali esigenze di riqualificazione riguardano: isolamento termico dell’involucro edilizio (71%), sostituzione generatore di calore (47%), riqualificazione del sistema di illuminazione (56%), pannelli solari termici per l’acqua calda sanitaria (24%), installazione di impianti fotovoltaici (74%).

Dall’analisi (con interventi che in totale superano € 10.000.000) risalta che la riqualificazione dell’involucro su 28 edifici porterebbe al 43% di riduzione del fabbisogno energetico, la sostituzione di 16 caldaie con pompe di calore al 45% di risparmio di energia primaria e al 47% in meno di emissione di Co2, come pure la riqualificazione dell’illuminazione di 20 edifici produrrebbe il 45% di riduzione dei consumi. In totale, la riduzione di energia primaria sarebbe pari a 2.990 mega kilowatt e il risparmio di Co2 a 510 tonnellate all’anno, per un risparmio di € 336.000.

Grazie al ruolo della CEI, sia come driver strategico che come soggetto in grado di svolgere azioni di osservazione e indirizzo culturale verso tutte le parrocchie italiane, il progetto si propone di coinvolgere nel prossimo futuro centri ecclesiastici dislocati su tutto il territorio nazionale, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin:

“Il progetto ‘Energie per la Casa Comune’ è un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni per il perseguimento di un obiettivo di interesse collettivo che guarda ai valori della solidarietà, della coesione e del bene comune… Nella ricerca di equilibrio tra etica e tecnologia, tra progresso e rispetto per la tradizione questo progetto è un esempio di buone pratiche da seguire e diffondere, un messaggio di speranza e una chiamata all’azione per il bene del nostro ambiente che condividiamo e dobbiamo custodire come la nostra Casa Comune”.

Per tale ragione l’economo della CEI, don Claudio Francesconi, ha ribadito la necessità di un processo che punti a realizzare nuovi stili di vita: “Quella dello sviluppo sostenibile, dell’attenzione agli stili di vita e alla conversione ecologica è una strada che la Chiesa in Italia ha intrapreso con decisione e consapevolezza, a partire dalle indicazioni emerse dalla Settimana Sociale di Taranto e con la costituzione del Tavolo Tecnico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili della Segreteria Generale.

Rispondendo alle sollecitazioni contenute nell’enciclica ‘Laudato sì’ ed agli appelli di papa Francesco sul debito ecologico abbiamo avviato un processo, a livello nazionale e territoriale, che è ormai irreversibile e indispensabile per le comunità: non ci si può pensare se non insieme e non si può ragionare considerando solo il presente e il contingente.

Il nostro sguardo deve essere rivolto alle prossime generazioni, verso le quali abbiamo un’enorme responsabilità. Questo nuovo progetto è un ulteriore passo nell’orizzonte dell’ecologia integrale, della solidarietà, della cura della Casa comune e di tutte le persone che la abitano, a prescindere dalla latitudine”.

Card. Zuppi: la fedeltà per il bene comune

‘Virgo Fidelis’ è l’appellativo cattolico di Maria, madre di Gesù, scelta quale patrona dell’Arma dei Carabinieri l’11 novembre 1949, data della promulgazione di un apposito Breve apostolico da parte di papa Pio XII. Il titolo di ‘Virgo Fidelis’, proposto con voto unanime dai cappellani militari dell’Arma e dall’Ordinariato militare per l’Italia, era stato sollecitato in relazione al motto araldico dell’Arma (‘Nei secoli fedele’) dall’arcivescovo, mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, che nel 1949 era ordinario militare, che compose anche il testo della Preghiera del Carabiniere alla ‘Virgo Fidelis’.

Da Palermo santa Rosalia attrae a Cristo

Domenica 4 settembre Palermo ha festeggiato santa Rosalia ed il fondatore della Missione ‘Speranza e Carità’, fratel Biagio Conte aveva invitato nel giorno precedente a ricordarla solennemente: “Santa Rosalia ha tanto contribuito al bene di questa sofferta città di Palermo, lei è anche conforto e protezione per tutti i nostri emigranti palermitani impegnati in varie nazioni del mondo…

Papa Francesco a Malta: pace ed accoglienza chiedono risposte condivise

Papa Francesco a Malta ha incontrato le autorità  politiche e diplomatiche, definendo l’isola come ‘cuore del Mediterraneo’, perché è un connubio di molte culture, che hanno dato vitalità all’isola, che ha saputo accogliere, appellandola ‘rosa dei venti’:

I vescovi europei per una casa comune

In occasione della Giornata per il Creato i vescovi europei hanno riflettuto sulla necessità di una casa in comune, partendo dall’accoglienza di Abramo: “Nel deserto, mentre sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno, Abramo si mostrò accogliente e generoso, e la condivisione di un po’ d’acqua e un pezzo di pane svelò davanti a lui la promessa di Dio. L’anziano uomo, pieno di fede, capì che la povertà di spirito consiste nell’abbandonare ogni pretesa di trovare soluzioni per tutti i problemi, riponendo le proprie speranze in Dio, con umiltà e pazienza”.

Santa Sede: una piattaforma d’azione per ‘Laudato Sì’

“Con l’enciclica ‘Laudato sì’, promulgata nel 2015, invitavo tutte le persone di buona volontà a prendersi cura della Terra, che è la nostra casa comune. Da tempo, ormai, questa casa che ci ospita soffre per ferite che noi provochiamo a causa di un atteggiamento predatorio, che ci fa sentire padroni del pianeta e delle sue risorse e ci autorizza a un uso irresponsabile dei beni che Dio ci ha dato”.

Terni: il Vangelo del lavoro luce nella crisi dell’acciaio

Nei giorni scorsi Terni ha ricordato i 40 anni dalla visita che papa san Giovanni Paolo II fece all’acciaieria di Terni il 19 marzo 1981 con una celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo della diocesi, mons. Giuseppe Piemontese, nello stesso piazzale interno alla fabbrica, dove il papa incontrò migliaia di lavoratori.

Cartabia: per De Gasperi con il discernimento si ricostruisce

Dopo sedici edizioni della Lectio degasperiana, l’appuntamento del 2020 è caduto in un anno di svolta per il mondo, colpito da un’emergenza che ha reso ancora più vive le contraddizioni economiche e sociali del pianeta. Da più parti si è costruita un’analogia tra la ricostruzione post bellica e le difficoltà che incontreranno le società democratiche nel riprendere il percorso di crescita e di innovazione dopo la pandemia.

Papa Francesco: le sfide si vincono insieme

Oggi si celebra la 50^ giornata dedicata al pianeta, istituita nel 2009 dall’ONU, a 5 anni dall’enciclica ‘Laudato Sì’, come ha ricordato papa Francesco nell’udienza generale dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, in diretta streaming: “E’un’opportunità per rinnovare il nostro impegno ad amare la nostra casa comune e prenderci cura di essa e dei membri più deboli della nostra famiglia. Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali”.

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