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Cei preoccupata per le autonomie differenziate
Dopoché alcune conferenze episcopali, specialmente nel sud Italia, si erano espresse sul disegno di legge per le autonomie differenziate, anche la Cei ha approvato un testo che raccoglie le preoccupazioni emerse dal dibattito dei vescovi, intitolato ‘il Paese non crescerà se non insieme’: “Questa convinzione ha accompagnato, nel corso dei decenni, ‘il dovere e la volontà della Chiesa di essere presente e solidale in ogni parte d’Italia, per promuovere un autentico sviluppo di tutto il Paese’. E’ un fondamentale principio di unità e corresponsabilità, che invita a ritrovare il senso autentico dello Stato, della casa comune, di un progetto condiviso per il futuro”.
Nel documento i vescovi ricordano che lo sviluppo non può prescindere dalla solidarietà: “Ed è proprio la storia del Paese a dirci che non c’è sviluppo senza solidarietà, attenzione agli ultimi, valorizzazione delle differenze e corresponsabilità nella promozione del bene comune. Ci dà particolare forza l’esperienza di sinodalità delle nostre Chiese, grazie alla quale stiamo crescendo nella capacità di ‘camminare insieme’ come comunità cristiane e con i territori e la comunità civile del Paese”.
Riprendendo l’enciclica ‘Fratelli tutti’ la Conferenza Episcopale Italiana si è soffermata ad esaminare la parola ‘insieme’, capace di legare sussidiarietà e solidarietà: “In particolare, crediamo che la parola ‘insieme’ sia la chiave per affrontare le sfide odierne e la via che conduce a un futuro possibile per tutti. Siamo convinti infatti (la storia lo conferma) che il principio di sussidiarietà sia inseparabile da quello della solidarietà. Ogni volta che si scindono si impoverisce il tessuto sociale, o perché si promuovono singole realtà senza chiedere loro di impegnarsi per il bene comune, o perché si rischia di accentrare tutto a livello statale senza valorizzare le competenze dei singoli. Solidarietà e sussidiarietà devono camminare assieme altrimenti si crea un vuoto impossibile da colmare”.
Quindi il rischio che si potrebbe ‘correre’ è quello della cancellazione della solidarietà: “Da sempre ci sta a cuore il benessere di ogni persona, delle comunità, dell’intero Paese, mentre ci preoccupa qualsiasi tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra territori, tra aree metropolitane e interne, tra centri e periferie. In questo senso, il progetto di legge con cui vengono precisate le condizioni per l’attivazione dell’autonomia differenziata, prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica”.
Il documento della Cei è un appello alle Istituzioni per un ‘patto sociale e culturale’ delle autonomie fortemente voluto da don Luigi Sturzo: “Gli sviluppi del sistema delle autonomie (la cui costruzione con Luigi Sturzo, nel secolo scorso, è stata uno dei principali contributi dei cattolici alla vita del Paese) non possono non tener conto dell’effettiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale”.
E sempre in quei giorni sono state presentate le ‘Comunità Energetiche Rinnovabili’, che rappresentano un passo decisivo verso una transizione energetica in una prospettiva di ecologia integrale, che abbraccia la tutela dell’ambiente, la giustizia nei rapporti economici e sociali, la cura della persona umana e delle comunità, come è stato sottolineato dal presidente della Cei, card. Matteo Zuppi:
“Non può esistere un autentico sviluppo economico senza garantirne la sostenibilità nel lungo periodo, inclusa la dimensione ambientale. Al contempo, le preoccupazioni ambientali non possono e non devono tradursi in una nuova forma di marginalizzazione dei poveri e degli ultimi”.
Il Vademecum, che sarà regolarmente aggiornato per recepire in maniera continuativa gli sviluppi a livello normativo, di mercato e pastorale, è disponibile sui siti www.chiesacattolica.it e https://tavoloenergia.chiesacattolica.it/. Oltre a fornire alcune informazioni di carattere generale e a suggerire strumenti e metodologie utili per le Chiese locali e gli enti religiosi, il testo propone infatti una road map per la costituzione di una CER.
A Roma un popolo contro le mafie
“Nata nella società civile, cresciuta grazie ai valori di cui è portatrice, la ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’ è ricorrenza significativa per la comunità nazionale. Un giorno che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali. Quando difendiamo la dignità di essere cittadini liberi, quando ci ribelliamo alle violenze e alle ingiustizie, quando davanti ai soprusi non ci voltiamo dall’altra parte, contribuiamo alla lotta contro le mafie…
Le Istituzioni sono chiamate a fare il loro dovere per contrastare, su ogni piano, le organizzazioni del crimine e l’azione dei cittadini e delle forze sociali è coessenziale per costruire e diffondere la cultura della legalità e della libertà. Le mafie sono una pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminali. La Giornata ci rammenta che la lotta alle mafie è compito e dovere di tutti coloro che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro”.
Con questo messaggio del presidente della Repubblica italiana la XXIX Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata ieri a Roma da Libera con la partecipazione di 100.000 persone per chiedere verità e giustizia con uno striscione, ‘Roma città libera’, che ha scandito il ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia, come ha sottolineato don Luigi Ciotti: “Vogliamo un’Italia libera dalle mafie, dalla corruzione e dell’ingiustizia. Libera di parlare di pace, di curare chi sta male e di accogliere chi arriva da lontano. Un paese libero e cittadini liberi perché responsabili”.
Nel suo intervento don Ciotti ha messo in guardia il Parlamento dalla modifica di due leggi, l’autonomia differenziata e la legge 185: “L’autonomia non può essere differenziata perché i diritti sono un bene comune… E’ un guaio la modifica della legge 185, una legge con norme stringenti per il mercato delle armi. Ci sono momenti in cui parlare diventa un obbligo morale e una responsabilità civile, è in gioco la pace”.
Ha concluso con un appello sul valore della memoria: “Fare memoria vuol dire impegnarsi non una giornata, ma ricordare i nomi di tutti quanti, con la stessa dignità e con la stessa forza. Dobbiamo raccogliere e custodire le memorie di queste nomi, di questi volti e sentirli qui dentro, sentire rinascere quelle memorie finite nell’oblio e trasformarle in pungolo, responsabilità. E’ importante impegnarsi tutti i giorni. Bisogna fare un lavoro nelle scuole, nelle università e nei territori. Non dobbiamo dimenticarci che le mafie sono forti, anche più di prima. Sparano di meno ma ci sono”.
Infine ha chiesto alla politica di non distruggere ciò che era stato costruito per sconfiggere le mafie: “Alcuni provvedimenti ci pongono domande, interrogativi. Bisogna evitare di demolire dei pilastri, dei meccanismi che in questi anni hanno dimostrato di essere efficaci nel contrasto alla criminalità, alla corruzione, all’illegalità. Vedo che alcuni provvedimenti viaggiano un pochettino nella direzione opposta”.
(Foto: Libera)
La Chiesa ricorda il card. Consalvi
Un convegno di studi, una messa e un concerto per commemorare un personaggio che la Chiesa cattolica ricorda per il ruolo storico in un periodo politicamente complesso. Si tratta del card. Ercole Consalvi, diacono e Segretario di Stato vaticano nell’epoca napoleonica e post napoleonica. Era l’epoca di papa Pio VII, dell’esilio, ma anche quella della restaurazione che arriva con Leone XII anche se per poco. Consalvi è l’uomo della difesa della autonomia della Santa Sede, in politica ma anche nel mondo della cultura. Il convegno, organizzato dalla Segretaria di Stato e dal Pontificio Comitato di scienze storiche, per due giorni mette in luce i vari aspetti della sua vita pubblica, come ha raccontato p. Marek Andrzej Inglot, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche:
Centro Astalli: con pandemia molti tornano a chiedere cibo e aiuti
Nel 2020 il Centro Astalli nelle sue 8 sedi territoriali è stato al fianco di oltre 17.000 persone, di cui 10.000 a Roma. La richiesta di servizi come la mensa, le docce, i pacchi alimentari, le medicine, è forte in tutti i territori. Nella sola capitale sono stati distribuiti 54.417 pasti. Nel 2020 in Italia sono aumentati gli arrivi (34.000) ma diminuite le richieste d’asilo (28.000).