La domenica del papa. Messa in parrocchia e Angelus contro la violenza

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San Lorenzo, il beato Pio IX, papa Pacelli e Alcide De Gasperi, sono quattro personaggi che questa mattina hanno segnato la riflessione di Benedetto XVI in visita alla parrocchia romana di San Lorenzo Fuori le Mura, la chiesa del cimitero monumentale del Verano. 

In una mattinata rigida, con poche persone per la strada, il papa ha simbolicamente ripercorso il tragitto che il 19 luglio del 43 compì Pio XII quando, dopo il bombardamento di Roma, “corse immediatamente a consolare la popolazione tra le macerie ancora fumanti.” Un gesto generoso, ha detto il papa, che non potrà mai essere cancellato. In quell’occasione la basilica fu quasi completamente distrutta. “Ricorre quest’anno – ha ricordato il Papa – il 50esimo anniversario della morte del servo di Dio Pio XII e questo ci richiama alla memoria un evento particolarmente drammatico del secondo conflitto mondiale, quando il 19 luglio 1943 un violento bombardamento semino’ morte e distruzione nel quartiere di San Lorenzo.”

Pio XII quel giorno era accompagnato da Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI. Sulla citta’ in poco piu’ di due ore vennero sganciate 1.060 tonnellate d’esplosivo, 4.000 fra bombe dirompenti e spezzoni incendiari. 3000 i morti e 6000 feriti. E c’è un altro grande personaggio per la storia italiana che è sepolto a San Lorenzo: Alcide De Gasperi. Per il papa lo statista altoatesino fu “una guida saggia ed equilibrata per l’Italia nei difficili anni della ricostruzione postbellica e, al contempo, fu insigne statista, capace di guardare all’Europa con ampia visione cristiana”. Entrando nella chiesa il papa aveva sostato davanti alla tomba del beato Pio IX, ricordato anche nell’ omelia tutta dedicata al significato religioso dell’ Avvento. Pio XII e Alcide De Gasperi, che ebbero tra loro rapporti non molto facili dopo che il premier rivendico’ l’autonomia dei laici cattolici in politica. Entrambi sono stati riconosciuti dalla Chiesa come “Servi di Dio” e sono in attesa, non senza difficoltà, della beatificazione.

Ma “questa basilica ci parla soprattutto di San Lorenzo diacono e martire” ha detto il papa nella omelia della messa utilizzando le antiche strutture liturgiche della basilica per la celebrazione. Il messaggio che ci lascia il martire Lorenzo è la santità, cioè andare incontro a Cristo, un atteggiamento che non passa mai di moda, anzi con il tempo risplende e manifesta la perenne tensione dell’ uomo verso Dio. Lorenzo , ha spiegato il papa, ci insegna ad evangelizzare attraverso la carità e la fedeltà. Seguire il Signore significa conformarsi alla sua volontà senza lasciarsi abbattere dalle inevitabili difficoltà e problemi quotidiani. Al temine della celebrazione, prima di fare rientro in Vaticano per la preghiera dell’ Angelus, il papa ha sostato brevemente davanti alla statua di Pio XII sul piazzale della basilica.

L’ANGELUS. Prima della recita della preghiera mariana, una nuova riflessione sull’Avvento, un’opportunità per capire che “Dio ha tempo per noi”. ”L’Avvento – spiega – celebra la venuta di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza”. E ancora: “Ma il Signore viene continuamente nella nostra vita. Quanto mai opportuno è quindi l’appello di Gesù, che in questa prima Domenica ci viene riproposto con forza: “Vegliate!” (Mc 13,33.35.37). E’ rivolto ai discepoli, ma anche “a tutti”, perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza”. Al termine, appello contro la violenza e preghiera per le vittime del terrorismo in India e degli scontri religiosi in Nigeria. “Diverse sono le cause e le circostanze di quei tragici avvenimenti, – dice il papa – ma comuni devono essere l’orrore e la deplorazione per l’esplosione di tanta crudele e insensata violenza. Chiediamo al Signore di toccare il cuore di coloro che si illudono che questa sia la via per risolvere i problemi locali o internazionali e sentiamoci tutti spronati a dare esempio di mitezza e di amore per costruire una società degna di Dio e dell’uomo.

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