Violenze in Orissa. Veglia di solidarietà e ultimo bilancio

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Una veglia pubblica di preghiera e digiuno a Milano come gesto di vicinanza ai cristiani dell’Orissa. E’ l’iniziativa che il Centro di cultura e attività missionaria del Pime (Pontificio istituto missioni estere) di Milano – di fronte alla gravità delle notizie che continuano ad arrivare dall’India – ha indetto per il 5 settembre, giorno in cui si celebra la festa liturgica della beata Madre Teresa di Calcutta.

Un gesto per esprimere vicinanza alla Chiesa cattolica indiana, che per domenica 7 settembre ha indetto proprio una giornata di digiuno e preghiera in tutte le diocesi del Paese. L’annuncio dell’iniziativa è contenuto in una lettera che padre Gian Paolo Gualzetti, direttore del Centro di cultura e attività missionaria del Pime di Milano, ha inviato in queste ore al presidente della Conferenza episcopale indiana, il cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Ankamaly.

”La veglia di digiuno e preghiera – si legge – vuole unirsi alle parole di Benedetto XVI che all’udienza generale in Vaticano, ha pregato per i cristiani dell’Orissa”. L’iniziativa, secondo gli organizzatori, vuole infine denunciare, il silenzio che finora ha accompagnato il dramma dei cristiani dell’India. La veglia si terrà alle 18 presso la chiesa di San Francesco Saverio, in via Monte Rosa 81 a Milano.

Intanto, l’agenzia missionaria Misna ha diffuso l’ultimo bilancio delle violenze, citando dati della conferenza episcopale. Al momento, sono 14 le vittime, di cui 12 nel distretto di Kandhamal, 42 le chiese bruciate, di cui una decina pentacostali e battiste. E ancora: 3 conventi cattolici, 5 ostelli, 7 centri pastorali e circa 300 case date alle fiamme o danneggiate.

Le violenze dei gruppi radicali indù Vhp (Forum mondiale indu), Bajaral Dal e Rss (Corpi volontari nazionali) sono stati condannati da più rappresentanti politici dell’opposizione, ma nessuna aperta condanna è finora giunta da capo dell’esecutivo dell’Orissa, Naveen Patnaik, il cui partito di governo è alleato nel Bharatiya Janata parti, partito nazionalista indù vicino ai movimenti radicali.

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