Tanti auguri scomodi… componendo un puzzle. Nel nome della Verità

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.12.2023 – Vik van Brantegem] – Quest’anno – che nel suo corso attraverso lo spazio e il tempo ha visto qualche (piccola) luce, ma per il resto tante, tante tenebre (di cui in questa rubrica Blog dell’Editore e su Korazym.org si è parlato, come nei 20 anni della sua storia) – faccio gli auguri di un Santo Natale, con i tanti auguri scomodi di Don Tonino Bello, come suggerito dall’amico Padre Giulio Albanese sulla sua pagina Facebook. E calando nella realtà degli ultimi giorni, con due riflessioni scomodi di Costanza Miriano, a seguito di una Dichiarazione sulle benedizioni, di cui non c’era bisogno, e di Andrea Paganini, che sta componendo il puzzle del processo Becciu. Accompagno questi auguri scomodi, con una foto di copertina scomoda, pubblicata su L’Osservatore Romano del 23 dicembre 2023: la pace intrappolata nelle muraglie di odio che erge il mondo. La luce tenta di offrire uno spiraglio che è nella luce stessa: la Verità.

Tanti auguri che danno disturbo

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi: “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’idea che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.

Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.

Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.

Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

Don Tonino Bello

L’inopportunità di tempo per un famigerato pronunciamento

Un’altra cosa che trovo inopportuna del famigerato pronunciamento è la scelta di tempo. Siamo nell’ultima settimana di Avvento. Tutta la nostra preghiera, le energie, l’impegno spirituale e intellettivo andrebbe diretto in una sola direzione: chiedere a Dio la grazia di capire questa cosa incredibile che ci è stata regalata completamente gratis e senza alcun merito.

Lui che ha creato l’universo ha deciso di diventare uomo, e di salvare la nostra umanità. Perché è MIO Padre e mi ama! Da quel giorno di duemila anni fa tutto ciò che è umano ha incontrato una promessa di salvezza. Eravamo condannati a morte e adesso possiamo sperare nella risurrezione. È una cosa da non credere, e infatti fatichiamo a crederla. È proprio un peccato distrarci dalla cosa più importante di tutte, che domani non solo ricordiamo, ma che avviene di nuovo.

Costanza Miriano

Per chi non si accontenta della verità di facciata.
Un puzzle per stomaci forti

Un processo (cominciato con la sentenza) in cui i principali diritti umani sono stati violati brutalmente. VI SEMBRA NORMALE?

Un anno fa – la sentenza era già scritta? – il Vaticano ha deciso che per il processo contro Becciu il Promotore di Giustizia del secondo grado sarà lo stesso del primo grado. Ma perché questo cambiamento proprio adesso? Perché nessun altro magistrato possa rendersi conto del motivo per cui Diddi ha tenuto nascosto gran parte del materiale probatorio? Pensate che Diddi la prossima volta lo consegnerà? Leverà gli “omissis” dalla testimonianza di Perlasca? Rivelerà i 120 messaggi Chaouqui-Ciferri? Permetterà di interrogare la Chaouqui?

Perché questo sistema giudiziario, invece di cercare la verità, la nasconde? Per chi non si accontenta delle verità di facciata, un “puzzle” per stomaci forti.

Componi il puzzle della verità [QUI].

Andrea Paganini

Foto di copertina

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