Il Cardinal Becciu stasera da Bruno Vespa: “Sono innocente, costernato per la condanna. Credo e spero che il Papa creda in me”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.12.2023 – Vik van Brantegem] – Il Cardinale Giovanni Angelo Becciu stasera ha parlato da Bruno Vespa nella trasmissione Cinque minuti su Rai Uno alle ore 20.30. Ha detto: «Voglio gridare al mondo che sono innocente, che non ho commesso i reati di cui vengo accusato». «Essere condannati non è bello, sono rimasto costernato e ho sentito su di me il peso di me stesso, della mia famiglia e anche della Chiesa, un cardinale ad essere condannato».

Neanche dopo la condanna di primo grado, il 16 dicembre scorso, il Cardinal Becciu si arrende. Che non fosse disposto a fare da capro espiatorio senza reagire, lo aveva messo in chiaro sin da subito, dal giorno dopo l’udienza del 24 settembre 2020 in cui Papa Francesco lo imponeva a dimettersi da Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e a rinunciare ai diritti legati al cardinalato. Fece capire che si sarebbe difeso con le unghie e coi denti in una combattiva conferenza stampa presso l’Istituto Maria Bambina accanto a Piazza San Pietro.

Alla domanda se Papa Francesco creda nella sua innocenza, il Cardinal Becciu risponde: «Io credo di sì e spero di sì. E comunque io mi darò da fare, è certo, per dimostrare la mia innocenza. Nelle istanze giuridiche e in tutte le maniere io voglio gridare al mondo che sono innocente, che non ho fatto assolutamente questi reati di cui vengo accusato».

Alla domanda sulle operazioni immobiliari della Segreteria di Stato, il Cardinal Becciu risponde: «Le chiama speculative, ma questo era nella tradizione della Santa Sede. Già dal 1929 la Santa Sede, dopo i Patti Lateranensi, ha iniziato a investire sui palazzi, Londra, Parigi, Roma, è una tradizione che la Santa Sede ha avuto». Il Cardinal Becciu spiega, che il responsabile dei dossier era il Capo dell’ufficio amministrazione, Monsignor Alberto Perlasca, non lui. «Non sono io che ho scelto. Io, da Sostituto, sa quanti uffici dovevo seguire? Diciassette uffici. Io non avevo tempo di seguire passo per passo le questioni economico-finanziarie. C’è un ufficio, l’Ufficio amministrativo, che si occupava delle questioni amministrative e anche degli investimenti. Quindi da noi si dice: si prepara un appunto, cioè un dossier. Il Capo ufficio, che è il vero responsabile della amministrazione, a quei tempi era Monsignor Perlasca, mi presentava i vari dossier. Tra questi il dossier sulla opportunità di investire in un palazzo».

Il Cardinal Becciu precisa, che nell’operazione del palazzo al numero 60 di Sloane Avenue di Londra ci sono «quattro momenti: investimento, poi uscita dal fondo, perché era un investimento a tempo, acquisto dell’immobile e poi la gestione dell’immobile e vendita dell’immobile. Io ero presente solo al momento dell’investimento. Nelle altre operazioni io non c’ero più».

Alla domanda se fosse stato non «prudente» investire i soldi in questo modo, il Cardinal Becciu replica: «Erano i miei tecnici che mi dicevano che era possibile farlo, che ne veniva fuori un grande vantaggio per la Santa Sede, non mi presentavano grossi rischi, inoltre la persona era garantita dalla stessa banca».

Il Cardinal Becciu ribadisce, che il Papa era d’accordo anche sullo stanziamento di 570.000 euro per la liberazione di una suora, che era stata rapita, denari che vennero affidati a Cecilia Marogna, che poi ha speso per beni personali di lusso: «Questo non lo sapevo assolutamente e se avessi saputo non l’avrei permesso. Questi soldi dovevano essere destinati solo all’operazione di liberazione della suora. Con il Papa eravamo d’accordo di finanziare questa operazione. Quindi quei soldi dovevano servire solo per questo. Se qualcosa è andato storto lo deve scoprire chi lo deve scoprire».

Quanto al finanziamento per la Caritas diocesana di Ozieri, il Cardinal Becciu dice: «I 100.000 euro sono ancora lì nel conto della Caritas. Io ho inviato prima 25.000, su richiesta del Vescovo di allora, Monsignor Sanguinetti, al fondo Caritas, e poi 100.000 euro nel 2018 al fondo Caritas. È il vescovo che decide dove utilizzarli. Finora quei 100.000 non sono ancora stati utilizzati».

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