La Santa Sede: “Al più presto una convenzione per l’eliminazione delle armi nucleari”

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La Pacem in Terris era chiarissima: è contro la ragione basare la pace sulla dottrina della deterrenza. Perché nell’era nucleare, la corsa agli armamenti che dovrebbe scoraggiare le nazioni ad attaccarsi l’un l’altra potrebbe portare ad un conflitto infinito. Cinquanta anni dopo l’enciclica di Giovanni XXIII, Dominique Mamberti, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, attacca con forza la dottrina militare della deterrenza, “supportata politicamente dagli Stati detentori di armi nucleari”. È questa dottrina che va messa sul banco degli imputati, per “rompere la catena della dipendenza sulla deterrenza”. È urgente – dice Mamberti – cominciare un lavoro su scala globale per dare sicurezza senza basarci sulla deterrenza nucleare”.

Mamberti è intervenuto ieri all’incontro di Alto Livello sul Disarmo Nucleare all’assemblea generale dell’Onu. Un intervento in cui ha tuonato che “la preoccupazione per la proliferazione delle armi nucleari in altri Paesi suonerà vuota fintanto che gli Stati possessori di armi nucleari rimarranno attaccati alle proprie armi”. Nota, Mamberti, che un piano in cinque punti per il disarmo nucleare era stato presentato dal Segretario Generale dell’ONU già cinque anni fa. Ed è ora – afferma – che “a questo piano venga dedicata la seria attenzione che merita”, perché il mondo possa andare oltre “le tetre dottrine della distruzione reciproca certa”.

Per Mamberti, è “imperativo” affrontare in “modo sistematico e coerente i requisiti legali, politici e tecnici per un mondo libero da armi nucleari”. La Santa Sede preme perché venga iniziato al più presto il lavoro preparatorio per una Convenzione sull’eliminazione delle armi nucleari “graduale e verificabile”.

Ma l’inizio di questi lavori è principalmente ostacolato dalla “persistente adesione alla dottrina della deterrenza nucleare. Con la fine della guerra fredda, i tempi in cui questa dottrina poteva essere accettata sono ormai superati. La Santa Sede non ammette il proseguimento della deterrenza nucleare, poiché è evidente che sta favorendo lo sviluppo di armi sempre più nuove, impedendo così un disarmo nucleare autentico”. “

Il problema è la persistenza della dottrina militare della deterrenza nucleare. Una dottrina (e una conseguente politica) che “non si può giustificare, data la perdita di risorse umane, finanziarie e materiali in un tempo in cui scarseggiano i fondi per la salute, l’educazione e i servizi sociali in tutto il mondo, e dinanzi alle attuali minacce alla sicurezza umana, quali la povertà, i cambiamenti climatici, il terrorismo e i crimini transnazionali. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere sulla dimensione etica e la legittimità morale della produzione delle armi nucleari, della loro elaborazione, sviluppo, accumulo e uso, nonché della minaccia di usarle”.

Mamberti rileva anche che “è ora di contrastare la logica della paura con l’etica della responsabilità – ha concluso mons. Mamberti – alimentando un clima di fiducia e di dialogo sincero, capace di promuovere una cultura di pace, fondata sul primato del diritto e del bene comune, attraverso la cooperazione coerente e responsabile di tutti i membri della comunità internazionale”.

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