Processo 60SA in Vaticano. La difesa del Cardinal Becciu: “C’è stata la volontà di mostrificare”. “Assolvete un innocente!”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.11.2023 – Ivo Pincara] – Oggi 22 novembre 2023, nella settantottesima Udienza del processo al Tribunale vaticano per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato ([Procedimento penale n. 45/2019 RGP vaticano), dopo tre interminabili anni di calvario per loro assistito, i difensori del Cardinale Angelo Becciu, nella loro arringa hanno smontano pezzo dopo pezzo il processo mediatico che tanto danno ha arrecato al cardinale, ai suoi familiari in Sardegna e alla sua Diocesi di Ozieri di origine, a tutta la Chiesa e al popolo di Dio. Coloro che hanno ordito tutto questo, dovranno rispondere davanti a Dio, per aver messo in pericolo il salus animarum. Dal punto di visto umano attendiamo solo che la Verità viene a galla e che la Giustizia ristabilisca la legalità nello Stato della Città del Vaticano.

“La nostra richiesta di una sentenza giusta non può che riflettere una sentenza assolutoria”, ha detto l’Avv. Fabio Viglione. “Tutte le accuse, ancorché morfologicamente diverse, sono state sconfessate nel dibattimento”, ha detto l’Avv. Viglione: “C’è stata la volontà di ‘mostrificare’ il cardinale. L’ambiziosa struttura elaborata dall’accusa non ha trovato nessun riscontro: tutte le prove hanno smentito le tesi dell’accusa, grazie a forme stravaganti di ricostruzioni di fatti. Arriviamo qui sereni, con un bilancio attivo sull’innocenza del cardinale”. Sui capi di imputazione, per l’Avv. Viglione, c’è un dato inequivoco: “Neanche un centesimo sarebbe stato distratto per appropriazione personale del cardinale, lo dice la stessa accusa che non contesta nessuna imputazione di questo genere”. Per il legale, si sono registrate “anomalie, carenze e omissioni nel processo, specchio dell’infondatezza delle accuse: quello che si può definire un teorema è stato completamente sconfessato. Si è ricorso anche alle invettive, si è gridato ‘vile’, alla luce dell’assoluta carenza di prove. C’è stato da parte dell’accusa anche il tic metodologico della rimozione: tutto quello prodotto da noi come difesa veniva rimosso”.

L’Avv. Viglione, tra l’altro, ha definito “assurda” l’affermazione per cui il Cardinal Becciu avrebbe organizzato “campagne stampa contro il processo per delegittimarlo”. “Il Promotore di giustizia è rimasto prigioniero di un teorema, ma grazie al dibattimento il teorema è stato sconfessato, rimanendo agganciati alle prove”, ha sintetizzato l’Avv. Viglione, secondo il quale “il dibattimento è stato un momento fondamentale di chiarificazione”, perché ha permesso di “ricostruire tutta la cronologia dei fatti” e di appurare che il Cardinal Becciu “è stato vittima di una macchinazione”.

L’Avv. Maria Concetta Marzo, ha passato in rassegna le singole imputazioni, precisando tra l’altro che il Cardinal Becciu “non è stato il regista degli investimenti sul Palazzo di Londra, ha ratificato quanto mano a mano veniva indicato dall’Ufficio”. L’Avv. Marzo ha fatto notare anche, che il Promotore di Giustizia ha utilizzato “una definizione volgare” per Cecilia Marogna, definita da Alessandro Diddi “la mantenuta del cardinale”, e ha affermato che “quello che resta dell’accusa è solo l’uso di epiteti volgari: l’Ufficio del Promotore è rimasto prigioniero di un pregiudizio”.

Anche la vicenda relativa alla Diocesi di Ozieri e alla Spes, braccio operativo della Caritas gestito dal fratello di Angelo Becciu, Antonino – ha osservato l’Avv. Viglione – dimostra la falsità delle accuse, in quanto Antonino Becciu “non ha usato neanche un centesimo per fini personale”.
I difensori del Cardinal Becciu interverranno nell’udienza del 6 dicembre per la seconda parte della loro arringa. In tutto, mancano 6 udienze alla fine del processo, che dovrebbe arrivare a sentenza intorno alla metà di dicembre.

La nota dei difensori del Cardinal Becciu

“Nell’udienza di oggi abbiamo tirato le somme di due anni di processo. Dal dibattimento è emersa in modo netto l’innocenza del Cardinale Angelo Becciu”. È quanto dichiarano in una nota Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo, i legali del Cardinale Angelo Becciu.

“Anzitutto, neppure l’accusa contesta al Cardinale di essersi arricchito, di essersi appropriato indebitamente di alcuna somma. Neanche un centesimo. E – proseguono i legali – questo vale anche per la sua famiglia, tirata in ballo ingiustamente in questi anni”.

Per gli Avvocati Viglione e Marzo, “la verità, emersa prepotentemente nel processo è una sola: il Cardinale è innocente. Grazie al dibattimento abbiamo potuto accertare che nessuna delle accuse aveva fondamento e che il Promotore è rimasto prigioniero di un teorema franato completamente. È caduto il velo di Maya e sono venute a galla tutte le forzature che hanno portato alla costruzione di accuse infondate e orchestrate da figure prive di ogni credibilità. Un inquinamento del quadro probatorio inquietante che tuttavia non ha retto la prova del dibattimento e che rappresenta la pietra tombale di un impianto accusatorio sconfessato da tutti gli imputati e i testimoni escussi”.

I difensori del Cardinal Becciu dichiarano altresì: “Giuridicamente, poi, fin dall’inizio è mancata ogni coerenza nell’accusa. Come si fa ad archiviare la posizione del Capo dell’Ufficio Amministrativo, che tutto faceva, vedeva e valutava, Mons. Perlasca, e pretendere di perseguire il Cardinale che approvava quello che il capo ufficio gli proponeva?”.

“Ma ciò che più ferisce è l’insostenibile sequela di presupposti scorretti che sono stati smentiti categoricamente una volta per tutte. Il Cardinal Becciu ha agito sempre in armonia con i vertici della Santa Sede, nel rispetto della Costituzione Apostolica e di ogni altra norma vigente al tempo e, sotto la sua responsabilità, l’Obolo di San Pietro non è stato mai utilizzato per gli investimenti contestati, ma sempre e solo per le finalità cui era destinato”, spiegano ancora gli Avvocati Viglione e Marzo.

“La correttezza dei comportamenti del Cardinal Becciu è stata provata per tutte le diverse accuse  dalla quali si è difeso: gli investimenti immobiliari, le risorse destinate al tentativo (poi andato a buon fine) di salvare una suora rapita in Mali e le somme inviate per finalità caritatevoli alla Diocesi di Ozieri”, affermano i difensori del Cardinal Becciu.

“Per tutto ciò – concludono gli Avvocati Viglione e Marzo – la nostra richiesta al Tribunale non può che essere: assolvete un innocente!”.

Questa sera dopo l’arringa dei suoi difensori, il Cardinale Angelo Becciu ha risposto alle domande del vaticanista del Tg1, Ignazio Ingrao. Segue la trascrizione dell’intervista andata in onda alle ore 20.00

Eminenza, l’accusa ha chiesto per lei 7 anni e 3 mesi di reclusione, per tre filoni di inchiesta, l’acquisto del palazzo di Londra per conto della Segreteria di Stato, i fondi concessi alla Sig.ra Cecilia Marogna e i soldi dell’obolo di san Pietro dati alla Caritas di Ozieri dove lavora suo fratello. Come risponde?
Continuo a proclamarmi innocente e posso dire che mai ho rubato, mai ho migliorato la mia posizione economica: io non ho ville, non ho case, non ho appartamenti e i miei conti sono molto, molto modesti.

Se tornasse indietro, si comporterebbe diversamente?
Il mio intento era solo quello di creare vantaggi per la Santa Sede, di fare solamente il bene della Santa Sede. Se poi altri ne hanno approfittato, questi altri ne rispondano.

Perché con l’aiuto di un’altra persona ha registrato una telefonata con il Papa?
Questo l’ho già spiegato al Papa. E il Papa ha capito bene. Quella telefonata era già morta. Nessuno ne sapeva. Io non l’ho mai utilizzata, qualche altro invece l’ha voluta pubblicare.

Condivide lo sforzo che sta facendo il Papa per portare più pulizia e trasparenza nell’uso del denaro in Vaticano?
Posso dire di essere orgoglioso di aver aiutato il Papa ad avviare queste riforme. Mi sono permesso anche di fare presente al Papa che certe persone non meritavano di stare in Vaticano.

E lei pensa di essere vittima anche di queste persone?
Certamente nel processo questo è venuto fuori. Si sono quasi autoaccusati di aver messo su delle accuse contro di me. Sono gli stessi autori ad averlo detto.

Se dovesse essere condannato, chiederà la grazia al Papa?
Io non ci voglio pensare all’eventualità della condanna. Io ho fiducia. Lo stesso Santo Padre negli incontri vari che ho avuto mi ha sempre detto “abbia fiducia, abbia fiducia”.

Indice – Caso 60SA [QUI]

Foto di copertina: L’innocenza di Miró… Una tempera della serie di 23 Costellazioni di Joan Miró. “Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”, così veniva descritto Joan Mirò da Jacques Prevert, uno dei più grandi poeti francesi del Novecento. Ecco, ascoltando la arringa difensivo che acclama l’assoluzione di un innocente, ci è venuto in mente questo quadro di Mirò, fu il più surrealista tra i surrealisti, come lo definì André Breton, fondatore del movimento. Rappresenta idealmente «tutte le forzature che hanno portato alla costruzione di accuse infondate e orchestrate da figure prive di ogni credibilità», che vediamo nelle le linee, i punti, le forme, le stelle del quadro surrealista.

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