Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. 2° giorno della resa dopo l’attacco terroristico azero – Parte 2. EU chiede completa apertura Corridoio di Lachin
Proseguimento dalla parte 1 [QUI]. ++++ IN AGGIORNAMENTO +++
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.09.2023 – Vik van Brantegem] – «Non chiamarmi/mandarmi messaggi. Non ho commenti per voi» (Tigran Grigoryan Editorialista e commentatore politico presso Civil Net TV). Gegham Stepanyan, il Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh prova esattamente le stesse sensazioni. Per 9 mesi abbiamo implorato i media internazionali di parlare del genocidio in atto nell’Artsakh, ma invano. Il 20 settembre ha rifiutato più di una dozzina di offerte di interviste. Non ha più senso. Sono d’accordo con loro. E trovo un disgusto nauseante per i media internazionali e italiani (con pochissime eccezioni che sono stati un faro luminoso). PS Non rilascio interviste dal 1985 e per maggior ragione non intendo farlo oggi.
Qui di seguito sono riportato gli aggiornamenti, con l’indicazione dell’orario della redazione delle notizie dal Blog dell’Editore.
++++ AGGIORNAMENTO ORE 20.30 ++++
L’ex Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh, Artak Beglaryan, ha scritto in un post sul suo account Twitter: «Per 32 ore dopo il cessate il fuoco, l’Azerbajgian non consente all’Artsakh di prendere sotto il proprio controllo i corpi di molti dei nostri soldati e civili. Naturalmente, molti feriti sarebbero potuti sopravvivere se gli azeri avessero dato loro questa possibilità. Questo è un esempio del loro approccio “umanitario”».
Il Senatore statunitense Cory Booker ha scritto in un post sul suo account Twitter: «Le azioni dell’Azerbajgian nei confronti del Nagorno-Karabakh e del popolo armeno sono terribili. Condanno fermamente questa violenza e invito tutte le parti a continuare il dialogo per raggiungere una pace duratura nella regione».
Il Vicepresidente della Commissione Europea e Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza dell’Unione Europea, Josep Borel, nel suo intervento sugli sviluppi nel Nagorno-Karabakh ha dichiarato: «L’Unione Europea condanna le operazioni militari dell’Azerbajgian contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh ed esprime rammarico per le vittime e le perdite di vite umane causate da questa escalation».
L’Unione Europea ha preso atto dell’annuncio dell’accordo di cessate il fuoco. L’Unione Europea si aspetta una cessazione immediata e completa delle ostilità e il rispetto del cessate il fuoco.
«L’Unione Europea invita l’Azerbajgian a consentire un accesso umanitario immediato e senza ostacoli alla popolazione bisognosa, anche attraverso la completa riapertura del Corridoio di Lachin, in conformità con le decisioni di febbraio e luglio 2023 della Corte Internazionale di Giustizia. Gli attori umanitari devono poter agire liberamente. L’Unione Europea e i suoi Stati membri sono pronti a fornire aiuti umanitari urgenti. L’Unione Europea invita Baku e gli Armeni del Karabakh a impegnarsi immediatamente in un dialogo globale e trasparente», ha affermato Borel.
L’Unione Europea ha sottolineato che l’Azerbajgian ha la responsabilità di garantire i diritti e la sicurezza degli Armeni del Nagorno-Karabakh, compreso il diritto di vivere nelle proprie case senza intimidazioni e discriminazioni.
«Lo spostamento forzato della popolazione civile, con mezzi militari o altri mezzi, riceverà una forte risposta da parte dell’Unione Europea. L’Unione Europea è pronta ad adottare misure adeguate in caso di ulteriore deterioramento della situazione», si legge nella nota.
Con la dichiarazione l’Unione Europea ha ribadito inoltre il proprio sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Armenia e dell’Azerbajgian. «Chiediamo all’Azerbajgian di riaffermare il suo inequivocabile impegno per l’integrità territoriale dell’Armenia in conformità con la Dichiarazione di Almaty del 1991», ha affermato Borel.
L’Unione Europea ha inoltre sottolineato che è pronta a sostenere in futuro le autorità democraticamente elette dell’Armenia, la stabilità, la sicurezza e il proseguimento delle riforme democratiche nel Paese. La missione dell’Unione Europea in Armenia continuerà a osservare e riferire sulla situazione della sicurezza sul lato armeno del confine con l’Azerbajgian.
L’Unione Europea chiede la ripresa dei negoziati tra Armenia e Azerbajgian su tutte le questioni in sospeso per la conclusione di un trattato di pace. «L’Unione Europea resta pienamente impegnata a facilitare il dialogo tra le parti, soprattutto sotto gli auspici del Presidente del Consiglio Europeo, con il sostegno del Rappresentante speciale dell’Unione Europea, per garantire una pace duratura a beneficio di tutte le persone nella regione», si legge nella nota.
++++ AGGIORNAMENTO ORE 20.00 ++++
Alle 17.15 il canale Telegram Peacekeeper del contingente di mantenimento della pace russo nel Nagorno-Karabakh informa: «Con l’inizio delle ostilità in corso, le forze di mantenimento della pace russe hanno assicurato l’evacuazione dei civili dalle regioni di Martakert, Martuni e Askeran, anche con mezzi personali, verso la base del continente di mantenimento della pace russo. In totale furono accolte e ospitate oltre 5.000 persone. Attualmente, dopo la completa cessazione delle ostilità, ottenuta durante il processo negoziale attraverso la mediazione del comando del contingente di mantenimento della pace russo, le forze di mantenimento della pace continuano ad ospitare 704 persone, tra cui 440 bambini».
Il Difensore civico per i Diritti Umani dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh informa: «Un collasso umanitario nell’Artsakh. Più di 10.000 persone evacuate si trovano attualmente negli scantinati, senza cibo, acqua, elettricità e tutte le altre condizioni di vita di base. L’Azerbajgian sta commettendo un genocidio nell’Artsakh in tempo reale con il tacito consenso della comunità internazionale».
Questa sera i manifestanti a Yerevan si sono mossi in diverse direzioni intorno a Yerevan bloccando le strade e provocando l’interruzione completa della viabilità in città per attirare l’attenzione sulla difficile situazione dell’Artsakh. La polizia sta usando la brutta forza per fermare i manifestanti in via Heratsi, Una catena di agenti di polizia blocca la strada che porta al Centro Medico Nairi, che porta anche alla residenza estiva del governo dove abitualmente risiede Nikol Pashinyan.
I Portavoce del Cremlino Margarita Simonyan e Vladimir Solovyov hanno invitato i cittadini Armeni a unirsi alle manifestazioni antigovernative. Questo è un caso in cui il commento è veramente non necessario.
++++ AGGIORNAMENTO ORE 18.30 ++++
Il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, notando che nella stampa russa si parla molto di come la Repubblica di Armenia stia cercando di incolpare la Russia per i suoi fallimenti, ha osservato: «Esiste una chiara dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, secondo la quale il Corridoio di Lachin doveva essere completamente sotto il controllo della forza di mantenimento della pace russa, doveva controllare la sicurezza della popolazione civile. E già un anno e mezzo fa abbiamo costantemente iniziato a sollevare la questione che i processi non stavano andando nella direzione giusta. Abbiamo la nostra parte di responsabilità, tuttavia, d’altra parte, non credo che dovremmo chiudere un occhio di fronte ai fallimenti delle truppe di mantenimento della pace russe nel Nagorno-Karabakh».
Pashinyan ha raccontato che l’anno scorso i rappresentanti delle truppe di mantenimento della pace russe hanno convinto l’abitante di Martakert, lo hanno portato sul campo, hanno garantito la sua sicurezza, gli hanno detto che poteva arare il campo con un trattore, ma un cecchino azerbajgiano ha ucciso il conducente del trattore mentre il militare russo era seduto accanto a lui. Pashinyan ha detto che semplicemente non volevano sollevare molte questioni.
«Perché è avvenuta quest’ultima aggressione? Se le forze di mantenimento della pace russe potevano concordare un cessate il fuoco, perché non avrebbero potuto concordare prima dell’attacco che l’attacco al Nagorno-Karabakh non avrebbe avuto luogo? Dopotutto, tutti erano allarmati, dicevamo anche che il Nagorno-Karabakh era circondato da attrezzature militari azerbajgiane. Perché allora questa attività di mediazione non è stata svolta? Queste sono domande a cui bisogna rispondere», ha detto Pashinyan.
++++ AGGIORNAMENTO ORE 17.30 ++++
Il comunicato stampa delle autorità dell’Artsakh sull’incontro avutosi il questa mattina a Evlakh tra i rappresentanti dell’Azerbaigian e dell’Artsakh con la mediazione russa afferma che durante l’incontro svoltosi in un clima pratico sono state discusse una serie di questioni di reciproca importanza.
Secondo il Centro d’informazione dell’Artsakh, le parti hanno sottolineato in particolare che è necessario discutere tutte le questioni esistenti in un clima pacifico, con la disponibilità a proseguire gli incontri.
«Vivendo qui tutti i miei 40 anni non sento più questa città. Stepanakert» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email – Ore 16.21).
Si registrano numerosi feriti in ospedali sovraffollati, che ricevono cure limitate a causa della mancanza di medicinali, di elettricità e della generale scarsità di prodotti (a causa del blocco), e che non possono essere evacuati dal territorio.
Alle ore 17.15 ora di Roma, la situazione in Artsakh appariva calma e non c’erano in corso operazioni militari importanti (o minori). Alcune persone provenienti dalle zone vicine all’aeroporto di Stepanakert sono tornati a casa per raccogliere i propri effetti personali.
Oggi 21 settembre, presso il Ministero degli Esteri della Repubblica di Armenia, i Vice Ministri degli Affari Esteri, Vahan Kostanyan, Paruyr Hovhannisyan e Mnatsakan Safaryan hanno tenuto incontri con gli Ambasciatori degli Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, accreditati in Armenia, vale a dire USA, Regno Unito, Cina, Russia, Francia, Emirati Arabi Uniti, Giappone e Svizzera. Come si apprende dal comunicato stampa del Ministero degli Esteri dell’Armenia, i Vice Ministri degli Esteri hanno presentato in dettaglio agli ambasciatori la situazione creatasi a seguito di un’altra aggressione su larga scala scatenata dall’Azerbajgian il 19 settembre. Si è fatto riferimento alla sessione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prevista per oggi. È stata sottolineata la necessità di azioni congiunte e mirate del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Riferendosi alla notizia diffusa che le truppe azere si trovano a Stepanakert, il Primo Ministro armeno, Nikol Pasinyan ha affermato: «Non vi è nulla di simile». Ci sono alcune difficoltà e complicazioni nella comunicazione. «Per quanto ho sentito dai nostri partner nel Nagorno-Karabakh, ci sono alcuni problemi sulle strade che portano a Martakert e Martuni. Ma, in generale, la situazione è stabile», ha detto Pashinyan. Ha affermato che le informazioni sulle vittime di massa tra la popolazione civile non corrispondono alla realtà. «Quello che è stato dato nella newsletter ufficiale è l’informazione. Le informazioni aggiuntive sono errate e non verificate. Almeno per ora non disponiamo di tali informazioni», ha affermato il Primo Ministro.
«Dal momento in cui è stato stabilito il cessate il fuoco, almeno secondo le informazioni di cui disponiamo, le unità delle forze armate dell’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh continuano a rimanere nei luoghi in cui si trovavano al momento della conclusione del cessate il fuoco. Lo stesso vale per le forze armate dell’Azerbajgian», ha detto il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan. Ha aggiunto che il 21 settembre purtroppo si è verificato un incidente nei pressi di Stepanakert. In generale, viene osservato il regime del cessate il fuoco, anche ci sono alcune violazioni qua e là.
L’istituzione di un cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh non significa che la questione del coinvolgimento dell’Armenia nelle operazioni militari non sia più nell’agenda dell’Azerbajgian, né che non sia il suo obiettivo, ha detto il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan. Ha ricordato che ancora il primo giorno dell’attacco contro il Nagorno-Karabakh ha affermato che uno degli obiettivi di questo processo è coinvolgere l’Armenia nelle operazioni militari. «Questo mira anche a creare il caos in Armenia. Il fatto che sia stato stabilito un cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh non significa che non sia più all’ordine del giorno di coloro che lo hanno introdotto all’ordine del giorno», ha affermato Pashinyan. La Repubblica di Armenia non ha preso parte in alcun modo ai negoziati sui termini del cessate il fuoco stabilito nel Nagorno-Karabakh e non ha preso parte alla discussione dei termini di tale testo. «Eravamo consapevoli che un simile processo era in corso, ma non abbiamo preso parte alcuna. E ho espresso il mio sconcerto riguardo a questo processo nella misura in cui menziona il ritiro delle unità delle forze armate della Repubblica di Armenia dal Nagorno-Karabakh, nelle condizioni in cui abbiamo detto che la Repubblica di Armenia non ha un esercito nel Nagorno-Karabakh», ha detto Pashinyan.
++++ AGGIORNAMENTO ORE 16.00 ++++
Altro che tregua! L’Azerbajgian sta bersagliando pesantemente Sotk, nella provincia di Gegharkunik, Repubblica di Armenia, che Ilham Aliyev considera l’Azerbajgian occidentale. Il Ministero della Difesa dell’Armenia segnalo la nuova aggressione alle ore 23.33 del 20 settembre.
Il governo armeno è in costante contatto con i suoi partner sulla questione del trasferimento di coloro che lo desiderano di andare dall’Artsakh all’Armenia. Le decisioni necessarie saranno prese in collaborazione con l’Artsakh sulla base della situazione e dei risultati delle discussioni tra i rappresentanti dell’Artsakh, dell’Azerbajgian e delle forze di mantenimento della pace russe. Il governo armeno non ha sollevato la questione della deportazione degli armeni dell’Artsakh e ritiene che i diritti degli Armeni dell’Artsakh a vivere in sicurezza e con dignità nelle loro case dovrebbero essere garantiti. Tuttavia, se si ritiene impossibile per gli Armeni dell’Artsakh o una parte di loro restare, verranno prese le decisioni necessarie. Sono in corso i preparativi e sono stati sviluppati vari scenari.
All’inizio della settimana, il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha incaricato di creare un gruppo di lavoro per accogliere possibili gruppi di rifugiati sfollati dal Nagorno-Karabakh, per garantire le loro condizioni di vita.
Riferendosi alla crisi umanitaria creatasi nel Nagorno-Karabakh, Pashinyan ha osservato che sono state diffuse informazioni secondo cui la Repubblica di Armenia ha vietato il trasferimento di cittadini dal Nagorno-Karabakh all’Armenia.
«Il Corridoio di Lachin è chiuso da 10 mesi. Per tutto questo tempo, e anche adesso, le strade armene che portano al Corridoio di Lachin non sono state chiuse per un solo minuto e continuano a non esserlo. In altre parole, non esisteva un argomento del genere. Lasciatemi dire di più: all’inizio di questa settimana, ho dato istruzioni per formare un gruppo di lavoro per accogliere possibili gruppi di rifugiati sfollati dal Nagorno-Karabakh, per garantire le loro condizioni di vita», ha detto Pashinyan. Ha aggiunto che le camere d’albergo sono state prenotate e sono state preparate decine di migliaia di alloggi. Tutto questo è stato fatto all’inizio della settimana. «Quando il processo è iniziato, era chiaro che questo poteva essere uno degli scenari possibili», ha detto Pashinyan.
L’Armenia non persegue una politica di spopolamento del Nagorno-Karabakh, gli Armeni del Nagorno-Karabakh dovrebbero vivere nella loro patria, nelle loro case in condizioni dignitose e sicure, ma l’Armenia è pronta anche ad accogliere i cittadini sfollati dell’Artsakh, ha detto il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan.
Pashinyan ha ricordato che l’Armenia accusa da tempo l’Azerbajgian di aver tentato di effettuare la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. «Ora, quando analizzo la situazione, ho l’impressione che ci siano forze che vogliono realizzare il piano dell’Azerbajgian di effettuare la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh in modo tale che l’Azerbajgian non abbia motivo di essere accusato, in modo che L’Azerbaijan dice: gli Armeni del Nagorno-Karabakh hanno deciso che nessun Armeno sarebbe rimasto nel Nagorno-Karabakh, hanno deciso e se ne sono andati. Questo è un discorso molto pericoloso. Ma d’altra parte, ovviamente, trovare e vivere in un luogo sicuro per i nostri connazionali nel Nagorno-Karabakh è una delle nostre responsabilità», ha affermato Pashinyan.
Sono stati fatti i preparativi per accogliere circa 40.000 famiglie nella Repubblica di Armenia. Tuttavia, secondo il Primo Ministro, di questo non voglio parlare. «Perché non lo vogliamo dire, perché crediamo che gli Armeni del Nagorno-Karabakh debbano vivere nelle loro case, nella loro patria, in condizioni dignitose e sicure. Oggi, in questo momento, la nostra valutazione è che non esiste alcuna minaccia diretta per la popolazione civile del Nagorno-Karabakh», ha affermato Pashinyan.
Ha aggiunto che nel quartier generale delle forze di mantenimento della pace russe ci sono 1.200-1.300 cittadini e bambini, di cui si prendono cura. Pashinyan ha assicurato che il governo armeno è pronto ad adottare eventuali misure, il problema risiede nella chiusura del Corridoio di Lachin.
Pashinyan ha detto che hanno anche informazioni secondo cui il giorno prima più di 10mila persone erano state invitate all’aeroporto di Stepanakert. “Gli è stato detto di venire perché è possibile che si trasferiscano in Armenia, sono stati filmati e videoregistrati, poi hanno detto che la Repubblica armena non permette loro di spostarsi. Per me è ovvio che ciò viene fatto per causare sconvolgimenti politici interni e caos in Armenia», ha osservato Pashinyan.
Fin dai primi momenti dell’attacco dell’Azerbajgian, il Vice Primo Ministro armeno ha ricevuto istruzioni dal Primo Ministro di concentrare le risorse per gestire i possibili flussi di cittadini e accogliere le persone. «Non lo abbiamo annunciato, perché la Repubblica di Armenia non persegue una politica di spopolamento del Nagorno-Karabakh, politica che è perseguita dall’Azerbajgian. È impossibile essere emotivamente nella posizione in cui l’Azerbajgian attuerà la politica di pulizia etnica del Nagorno-Karabakh per mano dell’Armenia», ha sottolineato Pahinyan.
Un gruppo di studenti hanno bloccato delle strade a Yerevan, invitando i cittadini a unirsi alla manifestazione per prevenire il genocidio in Artsakh. Hanno bloccato l’incrocio tra il viale Mashtots Avenue e la strada Amiryan nel centro di Yerevan, informando il pubblico che l’Azerbajgian sta perpetrando un genocidio contro il popolo dell’Artsakh. I manifestanti hanno bloccato la strada con bidoni della spazzatura e panchine. Hanno bloccato anche l’incrocio di piazza della Repubblica-Tigran Mets e la strada Nalbandyan. Secondo l’agenzia 301, le forze di sicurezza stanno picchiando brutalmente giovani, compresi i residenti dell’Artsakh, che hanno bloccato l’incrocio Amiryan-Mashtots a Yerevan. Per oggi è prevista una manifestazione in piazza della Repubblica alle ore 18.00.
I residenti dell’Arsakh cercano rifugio nella base militare presso l’aeroporto di Stepanakert del contingente di mantenimento della pace russo, dove è stato allestito una tendopoli.
Secondo la televisione statale azera Meydan TV, di cosa si è discusso e quale decisioni che sono state prese questa mattina durante l’incontro di Yevlakh:
1. Sono stati presentati i piani per la reintegrazione della popolazione armena del Karabakh.
2. È stata sottolineata l’importanza di disarmare quanto prima possibile le forze armate armene.
3. Fornitura di carburante e sostegno umanitario agli Armeni in Karabakh.
4. Le esigenze comunitarie, mediche, antincendio.
5. La decisione di tenere presto la prossima riunione.
Lo Staff del Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, ha rilasciato una dichiarazione sull’incontro avvenuto oggi a Evlakh tra i rappresentanti di Stepanakert e di Baku. Nel comunicato si legge che all’incontro ha partecipato anche il Contrammiraglio Oleg Semenov, Capo da parte russa dell’Osservatorio congiunt6o russo-turco ad Aghdam.
«Durante l’incontro, che si è svolto in un clima costruttivo e positivo, si è discusso del ripristino delle infrastrutture, della reintegrazione e dell’organizzazione delle attività della popolazione armena del Karabakh sulla base della Costituzione e delle leggi dell’Azerbajgian․ È stata sottolineata l’importanza di una rapida attuazione delle questioni riflesse nella dichiarazione del 20 settembre», ha osservato lo Staff del Presidente dell’Azerbajgian.
Nell’ambito della discussione sulle questioni sociali e umanitarie, i rappresentanti dell’Artsakh hanno menzionato il problema legato al carburante. «Allo stesso tempo, hanno chiesto aiuti umanitari sotto forma di cibo». Si comunica che la richiesta è stata accolta positivamente. In particolare, nel prossimo futuro è prevista la fornitura di combustibile per il riscaldamento di asili e scuole, nonché per le emergenze mediche e le necessità antincendio. È stato raggiunto un accordo per lo svolgimento del prossimo incontro nel prossimo futuro.
«I funzionari del Nagorno-Karabakh segnalano scarsi segnali e connessioni di telecomunicazione nel territorio a causa della mancanza di antenne, che può essere risolta con una fornitura di energia e carburante (probabilmente affinché le squadre vadano a riparare). La società di telecomunicazioni locale Karabakh Telecom sta lavorando sul problema.
Poiché le strade nel Nagorno-Karabakh sono state tagliate, alcune aree di Martakert e Martuni sono state isolate, i civili non sono stati in grado di evacuare, alcuni membri dell’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh hanno rifiutato di deporre le armi in mezzo all’incertezza, potrebbero verificarsi tentativi di guerriglia nelle foreste e nelle aree montuose.
Un camion russo delle forze di mantenimento della pace russe è visto lasciare il Nagorno-Karabakh attraverso il Corridoio di Lachin verso l’Armenia. Non è più una vista comune. Potrebbero trasportare i resti delle forze di mantenimento della pace uccise ieri, ma nessuna conferma sul carico» (Nagorno Karabakh Observer – 21 settembre 2023, ore 15.15).
Recep Tayyip Erdoğan, secondo l’antica tradizione del genocidio degli Armeni che ha ereditato, dimostra che continua ad essere anche oggi la coscienza del mondo come nel 1915:
«Il Karabakh è territorio dell’Azerbajgian. Non sarà mai accettata l’imposizione di uno status diverso da questo. Abbiamo sostenuto il processo negoziale tra Azerbajgian e Armenia fin dall’inizio. Tuttavia, vediamo che l’Armenia non è stata in grado di sfruttare adeguatamente questa opportunità storica. Ci aspettiamo che l’Armenia mantenga le sue promesse, in particolare l’apertura del Corridoio di Zangezur. Il nostro obiettivo primario dovrebbe essere che tutti, compresi gli Armeni, vivano pacificamente fianco a fianco sulle terre dell’Azerbajgian. Sosteniamo i passi compiuti dall’Azerbajgian, dove agiamo con il motto “Una nazione, due stati”, per proteggere la sua integrità territoriale».
Prossimo obiettivo: portare la “pace” nell’Azerbajgian occidentale (secondo Aliyev e Erdoğan questo è l’Armenia, “terre dell’Azerbajgian”.
Caro Israele, hai facilitato il genocidio! Cordiali saluti, Armenia e Artsakh.
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]
Foto di copertina: i terroristi azeri stanno strappando le bandiere dell’Artsakh dalle strade a Stepanakert, mentre migliaia di Armeni nell’Artsakh sono senza elettricità, gas, casa, intrappolati, separati dalle loro famiglie, senza cibo, acqua, connessione. Immagina di essere sopravvissuto alla guerra dei 44 giorni del 2020, quando i soldati azeri invasero e massacrarono civili per sport e di ritrovarti ancora una volta alla loro mercé. Il terrorista azero nella foto pensa di avere un Armeno sotto i piedi. E questo viene postato da sostenitori dell’Ucraina. Disgusto.