247° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Nessun Stato ha il diritto di usare cibo e acqua come armi

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 15.08.2023 – Vik van Brantegem] – La crisi umanitaria nella Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh continua ad aggravarsi, con la carenza di tutti i prodotti di prima necessità, cibo, acqua, gas naturale ed elettricità, quasi tutti i sono negozi chiusi e comunque hanno gli scafali praticamente vuoti, oltre la metà dei cittadini ora disoccupati, interminabili le code per il pane (razionato a circa 750 gr per famiglia al giorno, se si trova). La fame in alcune zone si sta affermando.

Non c’è virtù nel adagiarsi
equidistante da “ambedue le parti,
quando una parte rappresenta
le forze che fanno del male
e l’altro parte rappresenta
coloro che subiscono il male.

Oggi, nella solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta anima e corpo nella gloria celeste, invochiamo la sua materna intercessione a nome del martoriato popolo Armeno Cristiano dell’Artsakh, che è sotto una terribile prova:

Sub tuum praesídium confugimus, sancta Dei Genetrix; nostras deprecationes ne despícias in necessitatibus; sed a perículis cunctis líbera nos semper, Virgo gloriosa et benedícta.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Il Sub tuum praesidium è il più antico τροπάριο, composizione poetico-musicale nella musica bizantina e nella liturgia orientale di uso liturgico devozionale cristiano a Maria, Madre di Gesù, risaliente al III secolo e ancora oggi usato in tutti i principali riti liturgici cristiani. È un’invocazione collettiva che lascia intravedere la consuetudine, da parte della comunità cristiana, di rivolgersi direttamente alla Madonna, che fin dalla remota antichità è chiamata Teotokos, Dei Genetrix, Madre di Dio, invocando il suo aiuto nelle ore difficili. Il testo del Sub tuum Praesidium esprime con efficacia la fiducia nell’intercessione della Vergine.

Nella preghiera alla Vergine San Bernardo dice: «Ricordati, o piissima Vergine Maria, non essersi mai udito al mondo che alcuno abbia ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato».

Questa è la consolazione e speranza nostra e del popolo dell’Artsakh.

I residenti di Stepanakert, capitale dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, affrontano la carenza d’acqua in questo clima caldo. L’azienda idrica è costretta a pompare l’acqua, ma a causa dei continui blackout e della mancanza di carburante, le pompe funzionano a metà capacità.

A Stepanakert, l’acqua potabile proviene da questi grandi contenitori in strada.

«La decisione della Corte Internazionale di Giustizia deve essere rispettata”.

«Dal 25 luglio 2023, il trasporto pubblici in tutto il Nagorno-Karabakh è stato sospeso a causa della carenza di carburante. Le persone devono camminare a piedi per raggiungere le destinazioni, compresi i luoghi di lavoro e gli ospedali. Le ambulanze sono senza benzina e non funzionano più» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert/Inter Press Service).

«Buongiorno. Grave problema idrico a Stepanakert. Sono altri 3 giorni che non ho acqua corrente in casa. Ho ricevuto 1,5 litri dal vicino» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Artsakh Email mailto:marutvanyan@gmail.com).

«Assicurarsi il pane per la giornata rimane una lotta continua. Bisogna svegliarsi presto e sopportare una lunga camminata. Se la fortuna ti sorride, potresti trovare delle pagnotte in una delle panetterie. La scarsità ricopre ogni aspetto della nostra vita. Non è un caso che in armeno, come nella Preghiera del Signore, “mangiare il pane” significhi nutrirsi o consumare un pasto. “Seduti/bloccati sul pane” si riferisce al cibo o al reddito. Una brava persona è spesso descritta “un essere umano come il pane” (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).

«In assenza di approvvigionamento idrico in più distretti di Stepanakert, alcuni panifici sono ora costretti a chiudere, poiché il loro funzionamento dipende fortemente dall’acqua. Pertanto, molte persone in Artsakh ora lottano per ottenere il prodotto più essenziale: il pane. Se questa situazione di crisi umanitaria continua ulteriormente, la carestia di massa è inevitabile» (Difensore per i Diritti Umani del della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh).

«Nel mezzo del blocco dell’Artsakh, si svolge una “storia” di baratto: olio per zucchero, zucchero per sale, sale per detersivo, detersivo per shampoo, shampoo per caramelle, caramelle per alimenti per bambini, alimenti per bambini per medicine, medicine per carburante, carburante per le sigarette… lista infinita per il baratto» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).

I pazienti in emodialisi vengono evacuati dall’Artsakh per evitare la morte a causa della crescente carenza di forniture mediche necessarie

Il Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha comunicato ieri: «Poiché l’Artsakh è in completo assedio da parte dell’Azerbajgian, la grave carenza di medicinali e forniture mediche è aumentata. Per il trasporto dei pazienti in emodialisi in strutture mediche specializzate in Armenia, il Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh ha fatto appello al Comitato Internazionale della Croce Rossa altrimenti i pazienti moriranno dopo una settimana senza ricevere le cure e i farmaci necessari.

Nel Centro Medico Repubblicano 41 pazienti erano continuamente sottoposti a emodialisi, 19 di loro sono stati evacuati dall’ufficio del CICR della Repubblica di Armenia nei giorni scorsi, e altri 10 saranno evacuati domani. 12 pazienti hanno rifiutato la loro possibilità di trasporto.

“Tra circa due settimane si esauriranno le scorte mediche necessarie per l’emodialisi, il che ci ha costretti a optare per la possibilità di evacuare i pazienti. Senza emodialisi il livello di azoto nel corpo del paziente aumenterà drasticamente portando alla sua morte in circa una settimana di tempo. I pazienti che soffrono della fase terminale dell’insufficienza renale acuta e cronica sono stati gravemente colpiti dal blocco in quanto non possono seguire una dieta speciale aggiungendo ulteriori pericoli per la loro vita e salute”, ha affermato l’anestesista-rianimatologo K. Avagimyan.

“Sono costretto a letto, ho una badante a casa. Voglio vivere, anche le persone come me meritano di vivere. Mondo, per favore aiuta la gente dell’Artsakh e aiuta tutti i malati gravi a sopravvivere. Non posso andare a Yerevan in questo stato e ricevere cure, perché voglio morire confinato sulla mia sedia a rotelle qui nell’Artsakh ed essere sepolto nel proprio cimitero”, ha detto Vera Hovsepyan, 64 anni, che ha perso la vista a causa del diabete, non può camminare ed è in emodialisi da cinque anni.

Quando la soppressione della funzione renale diventa pericolosa per la vita, viene eseguita la dialisi o il trapianto di rene. La dialisi è una procedura per rimuovere i prodotti di scarto e il liquido in eccesso dal sangue quando i reni smettono di funzionare correttamente. Il metodo viene utilizzato nella fase terminale di grave insufficienza renale quando i reni non svolgono più la loro funzione.

Da molto tempo, l’Azerbajgian sta ostacolando il trasporto di medicinali vitali e forniture mediche in Artsakh con i veicoli della Croce Rossa. Di conseguenza, mancano sempre più medicinali e forniture salvavita e altri medicinali e forniture di cui c’è bisogno, con conseguenti decessi e deterioramento delle condizioni di salute».

Aram Torosyan, il Portavoce del Ministero della Difesa dell’Armenia, ha dichiarato che il 13 agosto 2023, dalle ore 20.30 alle 20.50, le unità delle forze armate azere hanno sparato con armi leggere contro gli avamposti della difesa armena vicino a Verin Shorzha. Inoltre, ha affermato che la dichiarazione diffusa dal Ministero della Difesa dell’Azerbajgian come se il 13 agosto 2023, verso le ore 16.20, unità delle forze armate armene avessero aperto il fuoco contro le postazioni di combattimento azere situate nella parte orientale della zona di frontiera, è un’altra disinformazione.

Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian ha rilasciato una nuova dichiarazione, sostenendo che le forze di autodifesa in Artsakh stanno costruendo strutture difensive nelle loro posizioni. Lo etichettano come un’azione provocatoria e ne ritengono responsabile l’Armenia.

Il Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh riferisce che i media azeri stanno diffondendo un video falso e disinformazione affermando che l’esercito di difesa dell’Artsakh sta spostando e concentrando varie attrezzature militari in diverse zone della linea di contatto. Diffondendo tale disinformazione, l’Azerbajgian sta preparando le basi per un’altra provocazione militare, dichiara il Ministero della Difesa dell’Artsakh.

Il 14 agosto 2023, verso le ore 19.50, unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco con armi leggere contro gli avamposti di difesa armeni vicino a Verin Shorzha. Di conseguenza, il militare S.D. ha riportato ferite. Il portavoce del Ministero della Difesa armeno, Aram Torosyan, ha riferito delle gravi condizioni di salute del ferito.

Il Ministero della Difesa dell’Artsakh ha osservato che i media controllati dallo Stato azero continuano a diffondere falsi video. Il 14 agosto 2023 hanno pubblicato un secondo video falso, affermando che l’esercito di difesa dell’Artsakh sta svolgendo lavori di fortificazione. L’obiettivo di questa disinformazione è distogliere l’attenzione dalle violazioni del cessate il fuoco da parte dell’Azerbajgian e dalla crisi umanitaria provocata dal blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin) dal 12 dicembre 2022, con l’importazione di cibo in modo molto ridotto da parte delle forze di mantenimento della pace russe e del blocco totale dal 15 giugno 2023.

In risposta alle false dichiarazioni diffuse dal Ministero della Difesa dell’Azerbajgian sul presunto accumulo di equipaggiamento militare delle forze armate armene sulla linea di contatto, la missione di osservazione dell’Unione Europea in Armenia ha rilasciato la seguente dichiarazione: «La Missione dell’Unione Europea in Armenia-EUMA monitora quotidianamente la situazione militare e di sicurezza dalle basi operative che pattugliano lungo l’area di confine Armenia-Azerbajgian. Sulla base delle informazioni sul campo, non vediamo movimenti o assembramenti militari insoliti, specialmente all’ingresso del Corridoio Lachin Continuiamo a pattugliare le aree».

Ecco, la totalità della propaganda guerrafondaio preventiva dell’Azerbajgian è stata demolita e asfaltata con un solo post su Twitter.

L’Ambasciata spagnola in Russia ha retwittato in armeno il messaggio del Ministero degli Esteri, dell’Unione Europea e della Cooperazione della Spagna, che informa che l’Agenzia per la cooperazione internazionale allo sviluppo spagnola attiva la sua azione umantaria insieme alla ONG Azione contro la Fame Spagna per assistere 1.000 persone sfollate in Armenia a seguito del conflitto in Nagorno-Karabakh. In totale, circa 250 famiglie riceveranno aiuti finanziari e sostegno psicosociale.

Sua Santità Aram I, il Catholicos della Grande Casa di Cilicia della Chiesa Armena Apostolica, ha invitato le autorità armene a interrompere i negoziati con l’Azerbajgian fino a che non venga revocato del blocco dell’Artsakh. Il Catholicos Aram I ha proposto di formare un organismo per la negoziazione con l’Azerbajgian, composto da rappresentanti delle autorità, dell’opposizione e della diaspora armene, in possesso di una ricca esperienza politica e diplomatica.

Va sottolineato, come abbiamo già annotato nei giorni precedenti, che i principali media mondiale si stanno ora occupando contemporaneamente della crisi umanitaria in Artsakh/Nagorno-Karabakh, qualcosa di inaudito rispetto agli anni passati.

Nel disperato tentativo di distogliere l’attenzione dal suo blocco dell’Artsakh che condanna alla fame 120.000 persone, il Difensore dei Diritti Umani dell’Azerbajgian chiede alle organizzazioni internazionali di prendere atto dell'”atteggiamento intollerante dell’Armenia nei confronti dell’Azerbajgian”. Invece di occuparsi della violazione dei diritti umani a casa sua, l’Azerbajgian, uno Stato terrorista che indottrina i suoi cittadini ad odiare gli Armeni dalla nascita, il Difensore dei Diritti Umani dell’Azerbajgian (un ossimoro) diffonde il comunicato che segue, seguito dal quelli del Ministero degli Esteri turco e della Comunità dell’Azerbajgian Occidentale, usciti dalle fabbriche di menzogna di Aliyev e di Erdogan, con cui come di consueto viene accusata la controparte armena delle azioni messi in atto dalla parte azera (basta dare un’occhiata ai libri scolastici prodotti dal governo dell’Azerbajgian e ai media gestiti dal governo, come abbiamo fatto già più volte, per rendersene conto).

«Le organizzazioni internazionali non dovrebbero rimanere indifferenti alla politica di odio dell’Armenia contro l’Azerbajgian, che sta diventando sempre più acuta. È noto che l’ambiente di intolleranza e l’incitamento all’odio sono tra i fattori che agiscono come la principale minaccia alla tutela dei diritti umani. Allo stato attuale, da molti anni sui social network vengono fatte dichiarazioni che minacciano gli Azeri e li minacciano di morte, espressioni offensive ampiamente utilizzate e promozione dell’odio per motivi etnici» (Difensore dei Diritti Umani dell’Azerbajgian).

Ministero degli Esteri della Repubblica di Turchia
Comunicato stampa sulla situazione sulla strada Lachin
14 agosto 2023


«La Turchia ha seguito da vicino le controversie di lunga data sulla strada Lachin e comprende le legittime preoccupazioni dell’Azerbaigian riguardo a questo problema. Sfortunatamente, le preoccupazioni dell’Azerbaigian che sono state chiaramente espresse finora non sono state prese in considerazione e, di conseguenza, l’Azerbajgian ha adottato le misure ritenute appropriate nel quadro dei suoi diritti sovrani.
La Turchia è del parere che non vi sia alcun motivo legittimo per criticare l’Azerbajgian in merito alla strada Lachin. Il fatto che le evacuazioni mediche attraverso la strada Lachin siano attualmente garantite e che siano assegnate altre rotte convenienti per il trasporto di merci su larga scala, indica che la parte azera esercita il massimo sforzo in buona fede.
La nostra aspettativa dall’Armenia è di evitare passi provocatori, riconoscere l’integrità territoriale e la sovranità dell’Azerbajgian, sostenere sia l’uso di Aghdam-Khankendi che altre strade alternative per soddisfare i bisogni della popolazione armena in Karabakh, nonché sostenere gli sforzi dell’Azerbajgian per reintegrare la popolazione armena.
Per raggiungere la pace e la stabilità nel Caucaso meridionale,  la Turchia ritiene che la sovranità, l’integrità territoriale e gli sforzi umanitari dell’amichevole e fraterno Azerbajgian debbano essere sostenuti e che sia necessario astenersi da azioni che potrebbero ulteriormente aggravare la situazione».

Quindi, la Turchia è corso in aiuto e ha finalmente rilasciato una dichiarazione, un’ulteriore prova che l’Azerbajgian sta perdendo la guerra diplomatica, politica e mediatica. Osserviamo che la Turchia non vede alcun problema con l’assedio di 120.000 indigeni Armeni, fintanto che la Croce Rossa può scortare una dozzina dei malati più gravi qualche volta al mese. Voglio dire, stiamo parlando della Turchia, non di uno staterello delle Caraibi. Non so se mi sono spiegato. Ormai, viene ripetuto il solito linguaggio orwelliano. Un esempio per tutti (poi nel prossimo paragrafo facciamo il fact-checking): l’uso di “strada Lachin” per indicare il Corridoio di Berdzor (Lachin), che è percorso dall’autostrada interstatale Goris-Berdzor (Lachin)-Shushi-Stepanakert e poi viene accuratamente evitato la causa della grave crisi umanitaria e la carestia in Artsakh, offrendo l’aiuto da chi la crisi ha causato. Se il Corridoio di Berdzor (Lachin) fosse aperta e non bloccato dall’Azerbajgian e se l’esercito azero smettesse di occupare il territorio dell’Artsakh e di sparare sui contadini, non ci sarebbe una crisi umanitaria in Artsakh.

Come la Turchia nega il genocidio del 1915, nega il genocidio del 2023. Sentire i Turchi parlare di “buona fede” poi…Mai e mai l’Azerbajgian ha integrato gli Armeni nei territori che ha occupato con la forza.

Turkic World riferisce che «la Comunità dell’Azerbajgian Occidentale ha condannato le dichiarazioni faziose del Ministro degli Esteri belga, Hadja Lahbib»

«Secondo la Comunità, le dichiarazioni del Ministro sulla necessità di “porre fine al blocco”, fatte il 12 agosto, sono lontane dalla realtà [1].
La Comunità ha invitato il Belgio a non soccombere alla politica manipolatrice dell’Armenia, a evitare di mostrare un approccio selettivo alla sovranità e all’integrità territoriale dei Paesi e ad astenersi dall’ingerenza negli affari interni dell’Azerbajgian. “Ricordiamo al Ministro degli Esteri belga che non esiste alcuna entità territoriale denominata ‘Nagorno-Karabakh’ all’interno del territorio dell’Azerbajgian” [2], ha affermato la Comunità.
La Comunità ha anche invitato Lahbib a sollevare la questione del ritorno degli Azeri occidentali in Armenia durante l’imminente contatto con la sua controparte armena, compresa l’annunciata visita nella regione.
Al fine di impedire il trasporto di manodopera, munizioni, mine e altre attrezzature militari dall’Armenia per i gruppi armati armeni illegali sul territorio dell’Azerbaigian (che non sono stati ritirati contrariamente alla dichiarazione trilaterale del 10 novembre 2020 firmata dai leader azeri, armeni e russi a seguito della seconda guerra del Karabakh) [3], e come risposta adeguata all’istituzione unilaterale di un posto di frontiera da parte dell’Armenia al confine con l’Azerbajgian il 22 aprile 2023, all’ingresso della strada Lachin-Khankendi di fronte alla dichiarazione trilaterale del 10 novembre 2020, il 23 aprile di quest’anno, le unità del Servizio di frontiera statale della Repubblica di Azerbaigian hanno istituito un posto di blocco di frontiera nei suoi territori sovrani, al confine con l’Armenia, all’inizio della strada Lachin-Khankendi [4].
Nonostante il fatto che l’Azerbajgian abbia assicurato il passaggio dei residenti Armeni, dei rappresentanti del CICR e del contingente di mantenimento della pace russo (temporaneamente di stanza in Azerbaigian in base alla dichiarazione trilaterale) attraverso il valico di frontiera, la parte armena ha diffuso false accuse sulla presunta “tesa situazione umanitaria” in regione al fine di continuare le sue attività illegali nei territori dell’Azerbajgian [5].
Allo stesso tempo, la parte armena ha commesso provocazioni, come il bombardamento delle guardie di frontiera azere il 15 giugno [6], un tentativo di contrabbando [7], l’invio di camion nel territorio dell’Azerbaigian il 26 luglio senza permesso [8]».

Fact-checking e debunking delle menzogne e disinformazione di Baku

[1] La “Comunità dell’Azerbaigian Occidentale” ha condannato l’appello del Ministero degli Esteri belga all’Azerbajgian per revocare il blocco del Nagorno-Karabakh. E cosa potrebbe esserci di più convincente per stabilire cosa sia la “realtà” di un’obiezione del gruppo creato dal governo dell’Azerbajgian allo scopo di affermare che tutta l’Armenia è l’”Azerbajgian occidentale”? Ormai la narrazione viene ripetuta come un disco rotto e va decodificato come al solito.

[2] È vero e in parte falso, che “non esiste alcuna entità territoriale denominata ‘Nagorno-Karabakh’ all’interno del territorio dell’Azerbajgian”. Visto che la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha dichiarato l’indipendenza dall’USSR e ancora prima della Repubblica Socialista Sovietica di Azerbajgian, l’Artsakh/Nagorno-Karabakh non ha mai fatto parte dell’Azerbajgian indipendente. Poi una parte del territorio dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh è stato occupato dalle forze armate dell’Azerbajgian con la forza e quindi si trova all’interno dell’Azerbajgian, illegalmente.

[3] L’affermazione che il Corridoio di Berdzor (Lachin) sia stato usato per “il trasporto di manodopera, munizioni, mine e altre attrezzature militari dall’Armenia” falso. Poi “i gruppi armati armeni illegali sul territorio dell’Azerbaigian” sono l’esercito di difesa che si trova sul territorio della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, quindi, non devono essere ritirati da nessuna parte.. Poi, non c’è neanche una parola al riguardo nella dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020. L’Azerbajgian deve preoccuparsi a onorare i punti che ci sono e oscura, firmati dal suo Presidente e che viola tutti in continuazione.

[4] L’Armenia ha il diritto di istituire posti di frontiera sul suo territorio sovrano (come anche l’Azerbajgian sul suo). Nella Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 non è previsto la presenza delle forze armate dell’Azerbajgian nel Corridoio di Lachin, che è territorio della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh sotto controllo delle forze di mantenimento della pace russe, quindi l’ingresso della strada Goris-Berdzor (Lachin)-Shushi-Stepanakert non è territorio sovrano dell’Azerbajgian e l’istituzione del posto di blocco di frontiera da parte delle unità del Servizio di frontiera statale della Repubblica di Azerbajgian qui è illegale e inoltre una violazione della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020.

[5] L’Azerbajgian consente il passaggio dei cittadini dell’Artsakh solo con la Croce Rossa per motivi sanitari e solo sporadicamente, mentre è stato rapito pure un cittadino dell’Artsakh che era in custodia della Croce Rossa. L’Azerbajgian non permette al contingendo di mantenimento della pace russo di transitare, che quindi deve rifornirsi con gli elicotteri. Che si tratta di “false accuse sulla presunta ‘tesa situazione umanitaria” viene smentita dai fatti e dagli organismi e organizzazioni internazionali. Poi l’Armenia non è presente nei territori dell’Azerbajgian e neanche dell’Artsakh (al contrario dell’Azerbajgian) e quindi l’Armenia non è in grado di effettuare “attività illegali” lì.

[6] Non c’è stato da parte dell’Armenia un “bombardamento delle guardie di frontiera azere il 15 giugno”. Quello che è successo è che l’Armenia ha reagito all’esposizione provocatoria della bandiera dell’Azerbajgian sul territorio sovrano dell’Armenia all’inizio del ponto Hakari, bandiera prontamente rimosa dalle le forze di mantenimento della pace russe.

[7] Se c’è stato “un tentativo di contrabbando”, l’Armenia non c’entrava, perché sarebbe avvenuto da parte di autisti sotto contratto alla guida di camion con la bandiera della Croce Rossa. Poi il contrabbando sarebbe trattato di sigarette, ricambi per cellulari e taniche di benzina.

[8] I camion inviati dal governo dell’Armenia, ancora bloccati dall’Azerbajgian davanti al ponte Hakari, non erano diretti al territorio dell’Azerbajgian ma al territorio dell’Artsakh, lungo il Corridoio di Berdzor (Lachin) per cui l’Azerbajgian non ha da dare alcun permesso ma è obbligato a garantire il passaggio senza ostacoli, secondo la Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, confermato e ribadito dalla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite. Poi, i camion trasportano aiuti umanitari di cui la popolazione dell’Artsakh ha urgentemente bisogno, perché l’Azerbajgian da 8 mesi chiude illegalmente il Corridoio di Berdzor (Lachin).

Nel mezzo della recente ondata di copertura da parte dei mass media (per esempio: AP, CNN, ROLLING STONE, JACOBIN, THE WASHINGTON POST, CIVILNET, CTV NEWS, AL JAZEERA, CATHOLIC NEWS AGENCY, WATCHMAN NEWSCAST, LA STAMPA, LA REPUBBLICA, FORBES, ecc.), che riferiscono dell’escalation del #ArtsakBlockade, l’Azerbajgian ha attivato un esercito di bot per negare il blocco del Nagorno-Karabakh in corso.

Nella loro copertura alcuni media internazionali fanno comunque diversi errori, di cui due fondamentali, nella stessa frase.

1. L’Azerbajgian non sta “preparando il genocidio contro gli Armeni etnici nella sua regione del Nagorno-Karabakh”. Sta attuando e commettendo il crimine di genocidio. Chi avesse ancora dubbi, potrebbe consultare il rapporto di Luis Moreno Ocampo [QUI]. «L’Azerbajgian ha già ucciso centinaia se non migliaia di armeni durante gli 8 mesi del genocida #ArtsakhBlockade: più di 4.600 pazienti diabetici non hanno più medicine da assumere, i decessi cardiovascolari sono raddoppiate (niente stent, niente medicine), più di 2.000 interventi chirurgici sono stati annullati, niente cura contro il cancro» (Nara Matinian).

2. L’Artsakh/Nagorno-Karabakh non fa parte dell’Azerbajgian, quindi, non è corretto scrivere “la sua regione del Nagorno-Karabakh”. L’integrità editoriale dovrebbe spingere i media a non avallare questa narrazione dell’Azerbajgian.

«A tutti i fascisti Azeri che affermano che l’Armenia è l’Azerbajgian: la vostra capitale Baku è l’Armenia storica. L’Azerbajgian non era nemmeno un Paese fino al 1918 e non era una nazione riconosciuta fino al gennaio 1992. L’Artsakh ha dichiarato la sua indipendenza dall’URSS nel 1991. Quindi l’Artsakh non è mai stato legalmente parte dell’Azerbajgian» (Serj Tankian, cantante dei System Of A Down).

Baku è l’antica città armena di Bakurakert
Lragir.am, 17 agosto 2021

(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

Poche persone sanno che la moderna capitale dell’Azerbajgian non è mai stata una città azera. 80 anni fa, solo uno su cinque residenti di Baku era un Tartaro caucasico (questo era il nome degli Azeri fino al 1918). Fino alla metà del XXI secolo, i Cristiani costituivano la maggioranza della popolazione di Baku.

La città di Bakurakert (moderna Baku) prende il nome dal Re armeno Bakur, che governò la Grande Armenia nel 160-164 d.C. Bakurakert fu costruito dal re della Grande Armenia Trdat I in onore di suo fratello Bakur I.

Dopo la sconfitta nella guerra con i Parti nel 161, il Re d’Armenia Sohaemus fuggì a Roma, dove divenne senatore. Bakur I, che ricevette la corona del re della Grande Armenia dalle mani del Re dei Parti Vologases III, sedeva sul trono armeno. Sohaemus ha fatto di tutto per spingere Roma alla guerra contro l’Armenia e per riconquistare il trono reale. La guerra si rivelò disastrosa per l’Armenia: la sua capitale Artashat fu distrutta. Bakur mantenne il trono fino al 163, dopodiché fu catturato dai Romani e portato a Roma insieme al fratello Mihrdat, dove mantenne formalmente il titolo di “Re d’Armenia” fino alla fine della sua vita.

Inizialmente, Bakurakert era un piccolo insediamento e tale rimase fino a quando non si unì alla Russia all’inizio del XIX secolo. Al momento dell’adesione alla Russia, lì vivevano solo 2.000 persone. Il rapido sviluppo della città inizia a metà del XIX secolo ed è stata interamente costruita e sviluppata da Russi e Armeni.

Nel 1918, le truppe turche irruppero nella città e stabilirono il primo stato azero della storia, con Baku come capitale. Questa invasione è stata accompagnata dal genocidio di 30mila Armeni e 10mila Russi. Nel 1921 ebbe luogo la sovietizzazione del neonato Azerbajgian con capitale Baku, dove la maggioranza della popolazione continua ad essere cristiana. E solo dopo la Grande Guerra Patriottica, per la prima volta nella storia, il numero dei Musulmani supera quello dei Cristiani. Inizia il processo di espulsione della popolazione Cristiana, principalmente Armena, che si è conclusa nel gennaio 1990, quando gli ultimi 200.000 Armeni lasciano la città durante il massacro di massa. Il 20 gennaio 1990, quando le truppe sovietiche entrarono in città, non c’erano più Armeni e i Russi erano diminuiti di 7 volte.

Dopo il ripristino dell’indipendenza nel 1991, tutti i riferimenti alla vera storia della città di Baku sono stati distrutti.

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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